As the Light Goes Out

Una caldissima - in tutti i sensi - vigilia di Natale è il momento in cui avviene l'inaspettato alla stazione dei vigili del fuoco di Kowloon. L'ultimo giorno per Sam prima del trasferimento, il primo per Ocean, arrivato dalla Cina, mentre Pui è sempre più vicino alla pensione. In realtà sarà l'ultimo giorno in assoluto per molti ignari membri della squadra, che si troverà al centro di un disastro senza precedenti. Una serie di coincidenze banali porta infatti all'esplosione della centrale elettrica che copre il 90% dell'energia elettrica di Kowloon, generando un blackout senza precedenti e un incendio letale.
Quello dei pompieri eroici e della dinamica bromance che intercorre tra loro è quasi diventato un sottogenere a sé, specie a Hong Kong, dove già nei Novanta il successo di Fuoco assassino di Ron Howard diede vita a Lifeline di Johnnie To, mentre recentemente la voglia di Cgi ha portato a Out of Inferno dei fratelli Pang. Proprio quest'ultimo è il termine di paragone più prossimo a As the Light Goes Out di Derek Kwok, che si avvale di mezzi e tecnologia impensabili per il To del 1996 ma che cerca altre strade rispetto al film dei Pang, troppo in linea con le aspettative. Dopo un'introduzione ai personaggi con uno squarcio sul loro passato, infatti, As the Light Goes Out utilizza la catastrofe a scopo strumentale: l'incendio diviene la causa scatenante perché le reali personalità emergano, perché gli eroi silenziosi si dimostrino tali e i segreti inconfessabili vengano infine svelati. Di fuoco, in fondo, se ne vede pochissimo. Come sottolineato da un voice over esageratamente didascalico è il fumo denso - e nerissimo, quasi una reminiscenza di Lost - ad avvolgere i protagonisti e a determinare, come nella serie Tv di JJ Abrams, chi si salverà, chi sarà redento e chi perirà. As the Light Goes out mostra chiaramente i segni della coproduzione tra Hong Kong e Cina, avvalendosi di un cast consolidato in cui Hu Jun brilla come il più infallibile dei pompieri, mentre il direttore della centrale elettrica - hongkonghese - come il più sciagurato dei profittatori (contrapposto alla saggia sottoposta mainlander). Non solo per questi dettagli si avverte un fastidioso olezzo di ingerenze nello script ed è la prima volta che capita con Derek Kwok, fin qui cantore di un universo incontaminato dalla potenza cinese, tanto nell'omaggio al tempo che fu di Gallants che nella solidità di genere di The Moss. Ma nella gestione dei colpi di scena e delle sequenze clou si scorge la mano felice di Kwok, che riesce nel complicato scopo di unire le esigenze della produzione da film-manifesto a quelle dell'opera minimamente personale, senza andare (troppo) alla deriva. Interessante il fil rouge che unisce As the Light Goes out a Firestorm e The Midnight After, anche per il cast ricco di sovrapposizioni, in una stagione 2013-2014 caratterizzata evidentemente dall'interrogazione sul senso dell'hongkonghesità, destinato a emergere di fronte alla catastrofe. 