Aglaja

Film 2012 | Drammatico 110 min.

Regia di Krisztina Deák. Un film con Eszter Ónodi, Babett Jávor, Piroska Móga, Zsolt Bogdán, Janka Dobi, Tamás Keresztes. Cast completo Titolo originale: Aglaja. Genere Drammatico - Ungheria, 2012, durata 110 minuti. - MYmonetro 2,62 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento lunedì 9 dicembre 2013

Un rapporto madre-figlia si sviluppa sullo sfondo di un circo, con tutte le sue contraddizioni.

Consigliato nì!
2,62/5
MYMOVIES 2,00
CRITICA
PUBBLICO 3,23
CONSIGLIATO NÌ
Un lavoro piacevole sul quale pesa la mancanza di un graduale crescendo.
Recensione di Marco Chiani
Recensione di Marco Chiani

Aglaja nasce dall'amore di un clown e di una determinata artista circense il cui numero consiste nel farsi sollevare da un gancio attaccato ai capelli. La vita della bambina è tutta all'interno del circo tra preoccupazioni per le pericolose evoluzioni della madre e l'amicizia con gli altri artisti della compagnia. In Germania, dove la famiglia è arrivata in seguito a una rocambolesca fuga dalla Romania, sarà educata in un riformatorio fino a quando, di nuovo insieme alla madre, abbraccerà la sua stessa carriera.
Basato sul romanzo autobiografico "Perché il bambino cuoce nella polenta" di Aglaja Veteranyi, il film dell'ungherese Krisztina Deák segue la sua protagonista da prima della nascita fino all'età adulta, modellando un serrato confronto con una figura di madre straboccante di personalità e ambizione, naturalmente portata alla rincorsa di un successo senza sosta. Da parte della piccola Aglaja corrisponde, da subito, un rifugio nel mondo della fantasia, un dialogo con se stessa e con qualcosa che sta sopra di lei, in grado di protrarsi anche oltre l'età dell'infanzia. Tramite una voce di commento che esprime ansie e sogni oppure mediante precise scelte narrative, la realtà osservata dai suoi occhi ha spesso il sapore del rimpianto per un'unità famigliare travolta dagli eventi e per una particolare mancanza di stabilità: oltre alla condizione di esuli, infatti, questi personaggi inizialmente fuggiti dalla propria patria continuano quell'esistenza circense per definizione priva della sicurezza di un focolare cui poter far ritorno. Aglaja vive nella mancanza di una casa e di una famiglia, ma soprattutto soffre il peso di non poter seguire le proprie inclinazioni. Sebbene sia proprio questo il centro della pellicola, l'indugiare troppo sui primi anni frena l'avvio di una storia che trova la sua ragion d'essere soltanto una volta in cui il personaggio cresce e si rapporta con quell'ambiente da cui derivano le sue insicurezze. Non c'è dubbio che i primi spettacoli una volta uscita dal collegio, lo scontro con Milo, l'incidente della madre e il tentativo di portare avanti i suoi sogni in prima persona funzionino meglio a livello narrativo e stilistico, facendo quasi dimenticare quella descrizione della fanciullezza che potrebbe anche apparire come un troppo lungo set-up. Alcuni azzeccati tocchi poetici insieme a buone prove recitative, specialmente da parte di Eszter Ónodi nel ruolo della madre Sabine, rendono Aglaja un lavoro piacevole, generalmente ben fatto e sentito, sul quale pesa tuttavia la mancanza di un graduale crescendo.

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