Anno | 2011 |
Genere | Documentario |
Produzione | Italia |
Durata | 50 minuti |
Attori | Piera Degli Esposti . |
MYmonetro | 2,67 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento domenica 16 dicembre 2012
Il "film partecipato" nasce da un'idea della regista Antonietta De Lillo, il cui obiettivo è quello di produrre e diffondere film documentari concepiti sul principio della partecipazione e della condivisione. In Italia al Box Office Il pranzo di Natale - Film partecipato ha incassato 79 .
CONSIGLIATO NÌ
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Osservare un Natale per raccontare un paese. Un paese in bilico tra il ricordo nostalgico di un passato che non può tornare e un presente vissuto nell'attesa perpetua di un futuro che non vuole arrivare. Il paese in questione è l'Italia e il Natale è quello del 2011, protagonista del primo film partecipato, vale a dire realizzato grazie ai contributi filmati da diversi autori e persone comuni che hanno risposto all'appello lanciato in rete dalla regista Antonietta De Lillo, ideatrice del progetto. Un progetto nato dal basso, dalla commistione di linguaggi diversi, che uniscono le immagini amatoriali ai video realizzati da professionisti. Il risultato è un documentario che ha le forme del reportage, frutto del montaggio di interviste e corti che alternano il racconto del Natale di oggi ai ricordi dei Natali di ieri, rievocati dalle fotografie in bianco e nero e dai filmini di famiglia. Un esperimento interessante, pur se girato come un'inchiesta televisiva dai mezzi limitati, e a tratti toccante nel modo in cui scava nel presente sospeso di un paese che annaspa alla ricerca di una nuova direzione.
A tenere le fila del racconto è Piera Degli Esposti, che illustra la sua idea di Natale. Un'idea che affonda le radici nell'infanzia, a cui sono legati i ricordi più belli. «Le immagini dei Natali passati in famiglia - ammette l'attrice - danno l'illusione di fermare il tempo». Anche per molti degli intervistati - nelle stazioni ferroviarie di Milano, Bologna, Firenze, Roma e Napoli - le emozioni più intense sono state quelle provate da bambini. E allora ecco che i treni si affollano di persone che il Natale vogliono trascorrerlo nell'unico posto che riescono a chiamare casa, circondati da quegli affetti per il resto dell'anno troppo lontani.
Dalle stazioni alle piazze, scorrono i fotogrammi di un paese in fermento. Non solo perché le città sfavillano di luci colorate. Non solo per gli affanni della corsa agli ultimi regali. Fuori c'è un'Italia che, da Nord a Sud, ha tante facce, dal colore e dall'accento diverso. Ma unite tutte dalla stessa rabbia per una crisi provocata dall'alto e pagata solo dal basso. È il telegiornale a raccontare il Natale delle proteste, dei lavoratori senza stipendio, degli studenti senza futuro. Ci sono le contestazioni fuori dalla Camera che sta votando la mozione di sfiducia al governo Berlusconi. C'è la Napoli sommersa dalla "munnezza". E c'è il movimento studentesco che grida dissenso per lo smantellamento della pubblica istruzione e a Babbo Natale chiede una cosa sola: futuro.
Accanto ai dolori dell'economia ci sono quelli dell'anima. C'è il ricordo lontano di famiglie prima unite e adesso sfasciate. C'è il Natale della malinconia e della solitudine di chi cerca un compagno, o dell'immigrato che in Italia non ha nessuno e non può permettersi di festeggiare con i propri cari all'altro capo del mondo. Ma anche a chi ha la fortuna di trascorrere il Natale in famiglia sembra mancare qualcosa. «Siamo lontanissimi - afferma Piera Degli Esposti - dai nostri nonni, che passavano il Natale insieme a tavola. Loro si parlavano davvero. Noi abbiamo fatto un balzo di solitudine che ci allontana da quelle immagini più che dall'età della pietra». E allora, forse, sui bigliettini di auguri che addobbano il grande abete alla stazione di Roma ci sarà anche l'auspicio di riassaporare il piacere di stare insieme, accanto ai desideri di amore e lavoro. Piccoli pezzi del puzzle di un'Italia che si guarda allo specchio e ha ancora la forza di sognarsi migliore.
Il film Il pranzo di Natale, sperimentando la commistione di linguaggi diversi, riunisce immagini amatoriali e video realizzati da professionisti; è un remix di sorgenti molteplici ed eterogenee, che insieme formano un racconto unitario, grazie a un montaggio che procede seguendo una linea di associazioni che di volta in volta cambiano, privilegiando in alcuni casi legami musicali, in altri cronologici, spesso emotivi.
Le immagini così si susseguono, con una tessitura aperta tra il racconto lineare di un rito collettivo e l'associazione di storie e frammenti che interagiscono o si contrappongono tra loro, mostrando immagini attuali accostate a immagini del passato, vecchi filmini di famiglia affiancati ai video dei Natali presenti. L'attrice Piera Degli Esposti, in un ruolo deliberatamente in bilico tra persona e personaggio, evidenzia i momenti peculiari del racconto e ne scandisce il tempo.
I Natali narrati sono vari: c'è quello ingenuo e felice di un bambino che aspetta i regali da Babbo Natale, quello rassegnato e "nero" di chi ormai ha perso tutto, quello festeggiato in solitudine e quello in comunità... I treni sono affollati di persone e desideri che raggiungono i propri cari per l'irrinunciabile pranzo di Natale. Le immagini, apparentemente frammentate, diventano lo specchio integro di una societaà in crisi, dal quale emerge però l'immagine di un'umanità onesta che, con orgoglio, manifesta la forza e la volontà di reagire.
Il Pranzo di Natale nasce da un'idea di Antonietta De Lillo, il cui obiettivo, attraverso la società Marechiarofilm, è quello di produrre e diffondere documentari concepiti sul principio della partecipazione e della condivisione. Lo scopo è sperimentare le potenzialità di quella forma di partecipazione, peculiare della rete, nota come crowdsourcing, per ottenere un prodotto che si fonda sulla condivisione di un argomento.