
Titolo originale | Family Plot |
Anno | 1976 |
Genere | Giallo |
Produzione | USA |
Durata | 120 minuti |
Regia di | Alfred Hitchcock |
Attori | Karen Black, Bruce Dern, Barbara Harris, William Devane, Ed Lauter, Cathleen Nesbitt Katherine Helmond, Warren Kemmerling, Edith Atwater, William Prince, Nicholas Colasanto, Marge Redmond, John Lehne, Charles Tyner, Alexander Lockwood, Martin West. |
Tag | Da vedere 1976 |
MYmonetro | 3,21 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 27 luglio 2011
Una giovane medium riceve l'incarico da una anziana signora di ritrovare un suo nipote: la vecchia sta morendo e vuol lasciargli ogni avere. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Golden Globes,
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martedì 1 luglio 2025 ore 0,20 su SKYCINEMASUSPENSE
CONSIGLIATO SÌ
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Nonostante il confronto tra Complotto di famiglia e capisaldi quali "Psycho" e "Gli uccelli" resti alquanto impraticabile, il genio di Hitchcock appare inesauribile anche in questa sua opera finale. Sir Alfred dà l'addio al cinema (senza premeditazione, perché prima di lasciarci stava lavorando ad un nuovo progetto dal nome The short night) con il suo 53° film. Era il 1976.
Tratta dal romanzo The Rainbird Pattern di Victor Canning, la pellicola è un piacere per ragioni contraddittorie. Innanzitutto perché Hitchcock è sempre Hitchcock, riconoscibilissimo con la sua costruzione meticolosa, la cura tecnica e l'attenzione al dettaglio. Persistono gli elementi dell'universo hitchcockhiano: la morte, le coincidenze, il tema del doppio, i travestimenti, l'ossessione per il cibo e per la religione, tuttavia si tratta di una svolta per il grande maestro. Come "Frenzy", è un prodotto tra i più insoliti di tutta la filmografia cinquantennale del grande maestro. Innanzitutto perché rinuncia completamente all'atmosfera glamour di tanti suoi capolavori (lontano dal lusso eccentrico della Costa Azzurra di "Caccia al Ladro"). L'etichetta regale, gli amori combattuti, i bicchierini di brandy e la pudica Grace Kelly lasciano il posto ad imprecazioni, riferimenti sessuali, hamburger fatti in casa ed una Karen Black in occhiali da sole alla Stevie Wonder.
Si accompagna a questo tipo di scelta, la decisione di rinunciare a qualsiasi star nella scelta degli interpreti. In apparenza dimesso, tanto da poter apparire inadeguato, il suo cast, si rivela azzeccatissimo e dotato di un insolito magnetismo. L'umorismo macabro è più pungente e sovversivo rispetto a qualsiasi altro suo film da La congiura degli innocenti a seguire. Questo "Mondrian animato" come Hitchcock lo definì, dispone di sottili/evidenti allusioni ai suoi film precedenti. Sceneggiato da Ernest Lehman, che aveva già collaborato con Hitchcock per Intrigo internazionale, Complotto di famiglia gli somiglia non poco a partire dalla sequenza ripresa in soggettiva della discesa (senza freni) sui tornanti, evidente rimando alla corsa in macchina di un Cary Grant irrimediabilmente ubriaco. Le riprese furono particolarmente sofferte per il regista per via delle sue instabili condizioni di salute, accantonò gli story board e lasciò che le scene che aveva abbozzato sul set con gli attori dettassero i movimenti della macchina da presa.
Nella sequenza finale Hitchcock si congeda con un deliberato ammiccamento alla macchina da presa, a sottolineare una complicità con lo spettatore di cui il suo cinema è pieno (ma mai in modo così esplicito). E' il finale più adatto alla carriera di un uomo che aveva costellato la sua opera di humor, oltre che di oscuri delitti e intricate vicende amorose.
Una giovane medium riceve l'incarico da una anziana signora di ritrovare un suo nipote: la vecchia sta morendo e vuol lasciargli ogni avere. La ragazza riesce a trovare l'uomo, ma scopre fortuitamente che costui è un fior di delinquente specializzato in sequestri di persona e assassini. La medium che ha scoperto troppo sta per aggiungersi al numero delle vittime, ma arriva il suo fidanzato a salvarla. È l'ultimo film di Hitchcock.