Anno | 2008 |
Genere | Sentimentale |
Produzione | Italia |
Durata | 91 minuti |
Regia di | Fabiomassimo Lozzi |
Attori | Federico Pacifici, Guia Jelo, Ivo Micioni, Nausica Benedettini . |
Uscita | venerdì 12 dicembre 2008 |
MYmonetro | 2,50 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Giulio è un ragazzo che non riesce a dimenticare il suo primo amore, la bellissima e indipendente Aurora, che decide di lasciare il loro paese in Sicilia per andare a lavorare a Roma, creando così una frattura irreparabile nel loro rapporto. In Italia al Box Office Stare fuori ha incassato 2,5 mila euro .
CONSIGLIATO NÌ
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Giulio lascia la Sicilia per Roma, dove spera di rivedere la sua Aurora, primo amore amato e poi sfuggito. Giunto nella capitale viene accolto da Eugenio e Rosalia, una coppia di mezza età che ha perduto tragicamente un figlio. Rosalia, madre protettiva e donna appassionata, rivive attraverso Giulio la sua maternità interrotta. Insofferente alle sue attenzioni e soffocato dal suo affetto, Giulio trascorre le giornate fuori casa e lungo i marciapiedi di Roma alla ricerca affannosa dell'amata. Pubblicato il suo diario d'amore e ritrovata la sua Aurora in un locale di malaffare, il ragazzo prova a vivere finalmente una vita normale ma l'ossessione di Rosalia e i fantasmi del passato finiranno per inghiottirlo, svelandogli un incubo (questa volta) reale.
L'opera prima di Fabiomassimo Lozzi ha il coraggio della dismisura del mélo: nel corpo degli attori ma anche e soprattutto nel linguaggio del cinema. In tempi di Tv-verità che mette in onda melodrammi patetici e imbrigliati in un registro linguistico di piatta neutralità, Stare fuori contrae il virus dell'eccesso e rispolvera il melodramma popolare. Il regista romano produce un film "materazziano" con la straordinaria Guia Jelo, che eredita le madri e le spose "tormentate" di Yvonne Sanson. Come nei film di Raffaello Matarazzo (Catene, Tormento, Vortice), la serenità familiare di Eugenio e Rosalia viene compromessa dall'intromissione di un personaggio esterno, portatore di un desiderio che invade lo schermo e il loro focolare. La struttura in cui si inseriscono i rapporti dei personaggi è quella del triangolo edipico con connotazioni incestuose (Rosalia - Giulio - Aurora), un triangolo perverso in cui la colpa è vissuta ed espiata con maggiore intensità dalla protagonista, che ripudiata dal giovane figlio e amante si sciupa e invecchia davanti alla macchina da presa.
Come in Angelo Bianco, Rosalia trova il suo appagamento di madre nella dedizione del figlio di un'altra madre (rimasta in Sicilia) e Giulio, condividendo il congelamento emotivo del personaggio di Amedeo Nazzari, insegue la sua abiezione e il fantasma di un passato amore. Stare fuori si mantiene sostanzialmente fedele al modello tradizionale, attualizzandolo e saturandolo di kitsch, folklore, commedia, tragedia, camp, travestitismo e omosessualità. Pur non riuscendo mai ad essere profondamente ambiguo e spiazzante, il mélo di Lozzi conserva comunque la vocazione del suo antecedente teatrale a farsi romanzo e ritratto d'epoca. Un'opera prima sovraccarica e traboccante di lacrime e flussi di sangue, a cui si perdonano ingenuità, cadute ritmiche e impennate sintattiche. Se il dramma amoroso sembra talune volte perdere quota, si ravviva e si infiamma quando compare l'infelice e smarrita protagonista, capace di dare volto e corpo a un dolore profondo, cupo, incolmabile.
Si vorrebbe vedere di più Nausicaa Benedettini, si vede anche troppo Ivo Micioni. Ma «auctoritas, non veritas, facit legem», quindi è il regista a decidere quali corpi esplorare con la macchina da presa. Così Stare fuori esibisce solo o fresche membra virili o stanche forme femminili. In una vicenda al confine fra triste gayezza e normalità per pura necessità, Ivo Micioni - alter ego del regista e [...] Vai alla recensione »
Si dice che le storie migliori siano quelle il cui protagonista è mosso da un' ossessione. Per non farsi mancare nulla, in Stare fuori lo sceneggiatore e regista Fabiomassimo Lozzi di personaggi ossessionati ce ne ha messi due: Giulio, aspirante scrittore siciliano che giunge a Roma alla ricerca di un amore perduto, e Rosalia, sua conterranea di mezza età perseguitata dal ricordo del figlio morto per [...] Vai alla recensione »