The Sea Wall

Film 2008 | Drammatico 115 min.

Titolo originaleUn barrage contre le Pacifique
Anno2008
GenereDrammatico
ProduzioneFrancia, Cambogia
Durata115 minuti
Regia diRithy Panh
AttoriGaspard Ulliel, Isabelle Huppert, Vincent Grass, Lucy Harrison, Astrid Berges-Frisbey Randal Douc, Duong Vathon.
MYmonetro 2,50 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Rithy Panh. Un film con Gaspard Ulliel, Isabelle Huppert, Vincent Grass, Lucy Harrison, Astrid Berges-Frisbey. Cast completo Titolo originale: Un barrage contre le Pacifique. Genere Drammatico - Francia, Cambogia, 2008, durata 115 minuti. - MYmonetro 2,50 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Una madre temibile e risoluta è l'emblema vivente dell'ormai morente colonizzazione francese in Indocina.

Consigliato nì!
2,50/5
MYMOVIES 2,00
CRITICA
PUBBLICO 3,00
CONSIGLIATO NÌ
Il regista cambogiano Rithy Pahn racconta la propria terra attraverso le parole di Marguerite Duras.
Recensione di Marianna Cappi
Recensione di Marianna Cappi

Indocina, 1931. Una donna francese vive con i due figli, Joseph e Suzanne, su una concessione statale che ha pagato con tutti i suoi risparmi. Regolarmente, la sua terra viene inondata dalle acque del Pacifico e il raccolto finisce distrutto. La donna lotta contro la burocrazia corrotta del paese dove ha scelto di vivere e contro l'ineluttabile e prossimo distacco dai figli. Il progetto di costruire una diga insieme con i lavoratori delle risaie per salvare le terre che abitano diventa ossessione e ragione di vita.
Il romanzo di Marguerite Duras "Una diga sul Pacifico" torna sullo schermo per mano del regista cambogiano Rithy Pahn, già autore di "La macchina di morte dei Khmer rossi". Isabelle Huppert è la madre, che trascina con passo spedito la propria fragile immagine sotto un sole che non risparmia, incapace di arrendersi al crollo del miraggio coloniale, prima ancora che della diga stessa. Gaspard Ulliel e l'esordiente Astrid Berges-Frisbey sono i figli, a loro volta coltivatori infaticabili di un sogno di libertà che trova il suo maggior ostacolo nella madre tanto amata, nella sua ribellione e nella sua solitudine.
Fermo da capo a coda, impaludato, incapace di spogliare l'Huppert delle sue identità precedenti per darle la possibilità di vestirsi di nuovo, schiacciato persino, suo malgrado, dall'eco de L'Amante, The Sea Wall (Un Barrage contre le Pacifique) delude l'attesa. Letteralmente. Il cinema non arriva a riempire le attese che instaura e che nel romanzo si colmano con le parole, scelte e impietose, e solo con quelle. Non manca la fedeltà al testo, manca se mai lo scarto. Il film fugge il confronto, snatura il dialogo, rinuncia programmaticamente allo spettacolo del dramma lasciando fuori campo il crollo della diga ma non sa evitare, per esempio, la stilizzazione del personaggio di Mr. Jo. Di più. Sente il bisogno di giustificare la propria esistenza con un'immagine finale che riporta all'oggi, alle risaie coltivate in condivisione dai cambogiani, che Rithy Pahn ha già documentato (Rice People) e che rimangono l'unico punto di contatto che il cineasta ha individuato con il modello letterario: luogo del paradosso, paradiso geografico e inferno in cui va in fumo la dignità umana.
Lontanissima dal concetto di finzione, la Duras trasformava la realtà in letteratura senza bisogno di regole di narrazione, ma paradossalmente è solo inventando nuove regole e nuove forme che si può adattare la sua lettera per la realtà dello schermo. Rithy Pahn, per raccontare la resistenza e l'utopia, si limita a contaminare con qualche pennellata illustrativa uno sfondo realistico e si affida in toto al muto eloquio della storia politica del suo paese, cadendo egli stesso vittima di un'illusoria speranza.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
mercoledì 27 luglio 2011
BloodyDreadnought

L'ho trovato carino anche se un tantino noioso in alcuni punti

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Thomas Sotinel
Le Monde

"Un barrage contre le Pacifique" : la colonie vue de l'autre côté C'est une étrange alchimie qui opère au long de ces deux heures. Elle fait d'un cinéma classique, presque conformiste en apparence, un film tourmenté, gênant, passionnant. Cela tient au matériau d'origine, le roman de Marguerite Duras (disponible en Folio), qui aurait dû avoir le prix Goncourt en 1950 ; à Isabelle Huppert, qui joue [...] Vai alla recensione »

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