Nel film di Benny Safdie, Leone d'Argento per la miglior regia a Venezia 82, l'attore regala una performance intensa e sorprendente. Dal 19 novembre al cinema.
Quello che abbiamo visto salire sul ring ipermuscoloso e con al faccia di chi vorrebbe improvvisamente spezzarti tutte le ossa, altri non è che il mito del wrestling The Rock. Lascia alquanto perplessi che un uomo che faccia quel tipo di mestiere possa imporsi come attore, ma vi possiamo dire che ha meritato le interpretazioni che gli vengono affidate. Costantemente in bilico fra performances caricaturali e comiche e altre più potenti ed estreme, ha fatto fortuna a Hollywood, sostenendo con disincanto ruoli di guerrieri accattivanti alla conquista di chissà quale terra... e in una maniera impeccabile.
Dal 19 novembre vedremo un'altra faccia di The Rock, quella vulnerabile del leggendario lottatore di arti marziali miste Mike Kerr, in una performance "a prova di Oscar" in The Smashing Machine di Benny Safdie, Leone d'Argento per la miglior regia a Venezia 82.
Figlio e nipote d'arte, dato che è rispettivamente figlio di Rocky Johnson e di Peter Maivia, entrambi wrestler professionisti, sceglie di portare avanti la tradizione lavorativa "di famiglia" e diventa anche lui un wrestler, mestiere che ha in comune anche con i suoi cugini Solfa Fatu Jr (Rikishi), Eddie Fatu (Umaga) e Rodney Anoa'i (Yokozuna). Da adolescente si impegna nel football, iniziando a giocare nel ruolo di difensore poi, successivamente reclutato dalla University of Miami, deve abbandonare la sua carriera nello sport per un grave infortunio. Decide di tentare con il wrestling e nell'estate del 1996, debutta sul ring con il nome di Rocky Maivia, fondendo il nome del padre e quello del nonno