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Villa Arconati secondo Finazzer Flory

Finazzer Flory nella sua ricerca e nella sua azione ha esplorato tutte le discipline. Il docufilm Il mecenate racconta il mito della creazione di Arconati. Di Pino Farinotti.
di Pino Farinotti

venerdì 3 gennaio 2025 - Focus

Massimiliano Finazzer Flory. Personaggio unico nella cultura italiana. Valgono le motivazioni di due premi, fra i tanti, decisamente importanti. Quella dell’Ambrogino d’oro 2007: "in qualità di saggista, autore di teatro, editorialista e curatore di rassegne culturali ha fatto di Milano, in questi anni, il centro di una serie di eventi che coniugano partecipazione popolare e qualità di contenuto".
E poi Umberto Eco, che conferendogli il “Premio Cenacolo Editoria e Innovazione definisce Finazzer "Un modello di eccellenza e di integrazione tra produzione culturale e strategie di comunicazione". 
Finazzer Flory. Nella sua ricerca e nella sua azione ha esplorato tutte le discipline, creando modalità diverse. Sono molte, occorre fare delle scelte. 

Nella sua opera teatrale Essere Leonardo da Vinci, Finazzer racconta il genio inventore secondo una sua interpretazione visionaria, scovando in un’opera dove dominano il buio e la luce persino un segnale di cinema. L’opera è stata presentata in anteprima a Londra nel 2012 in occasione della mostra Leonardo da Vinci.
Painter at the court of Milan, viene allestita durante il periodo di EXPO 2015 a Milano. 
Nel maggio 2016 al Teatro Farnese di Parma debutta la sua opera di teatro-musica Verdi legge Verdi su testi autentici del compositore italiano
Nel 2021 in occasione del 700º anniversario dalla scomparsa di Dante Alighieri realizza il film cortometraggio Dante, per nostra fortuna.
Nel 2023 realizza in collaborazione con Rai Cinema il docufilm Altri Comizi d'Amore. Il docu prende spunto dall’anniversario dalla nascita di Pasolini che nel 1965 girò Comizi d’amore per rivederlo e rappresentarlo in una nuova prospettiva, un’inchiesta a lieto fine, un’indagine con quarantasei tesi sui sentimenti attraverso tutte le generazioni.

Quest’anno si è dedicato all Villa Arconati è una delle ville storiche del Parco delle Groane, situata a Bollate, a 24 chilometri da Milano. Si tratta di un esempio di barocchetto lombardo settecentesco ed è stata dichiarata monumento nazionale. Per la sua ampiezza e lo stile grandioso, nelle guide settecentesche era definita la "petite Versailles italienne".
Che poi tanto piccola non è, visti i suoi diecimila metri. Il parco e i giardini coprono dodici ettari di terreno.

Le prime notizie risalgono alla seconda metà del cinquecento, quando capitò da quella parti Carlo Borromeo e notò lo stato di abbandono della piccola chiesa che sarebbe stata la base della villa. Fu il marchese Guido Cusani a impegnarsi per costruire un nuovo edificio. Il vero primo motore della villa fu Galeazzo Arconati, autentico primo mecenate della modernità, che acquisì l’edificio, lo arricchì e lo rese  
Il magnifico monumento che è tuttora. Entri da quel cancello e per un momento rimani in apnea davanti a quella bellezza e a quella grandezza e alla leggenda che viene trasmessa.

Il docufilm Il mecenate, prodotto dalla Fondazione Augusto Rancilio, racconta il mito della creazione di Arconati. Ma c’è di più, molto di più, il Mecenate grande e generoso appassionato d’arte, ha raccolto nella Villa molti autentici tesori.
Senza di lui non avremmo una storia di grande bellezza. Non avremmo la magnifica e preziosa eredità di molte opere di Leonardo da Vinci custodite nella Biblioteca Ambrosiana. Un docu dove in 40 minuti si rivivono i miti, le vicende di Diana e di Ercole, di labirinti e di satiri in viaggio con il carro di Fetonte e la morte di Laocoonte. Attraverso anche il genere fiction il docu viaggia nel passato accompagnando il percorso storico della più grande statua romana presente nel nord Italia il “Pompeo Magno” della prima metà del I secolo d.C., il cui restauro ripreso
dalle camere svela sorprendenti storie della nostra tradizione. Arconati segna la svolta della storia dell’arte importando il mito a Milano, con un lascito che cambierà la visione della nostra cultura. Proprietario di dodici Codici di Leonardo tra cui il Codice Atlantico, Arconati lo donò all’Ambrosiana nel 1637 a quel suo cugino, raccontato dal Manzoni nel suo romanzo, protagonista per sempre della nostra identità. il Cardinale Federico Borromeo che per primo inaugurò la prima biblioteca pubblica. Aperta al popolo. 

Tra gli intervistati nel docufilm il prof. Pietro Marani, il più grande esperto mondiale di Leonardo da Vinci; lo scrittore Matteo Nucci, l’esperta di mitologia Silvia Romani, la Soprintendente Antonella Ranaldi, Mons. Marco Navoni Prefetto della Biblioteca Ambrosiana.
Massimiliano Finazzer Flory ha conservato il ruolo di regista, si è estromesso dal cast, lui sempre protagonista come attore delle sue opere. I suoi interventi avrebbero dato al racconto un contenuto di colore, letteratura, magari di poesia. Ma ha voluto privilegiare la verità, il rigore e la sostanza. Affidai a studiosi che fanno testo. E ha dato alla narrazione una cadenza che ricorda quei documentari, sempre rimpianti, degli anni cinquanta e sessanta. 


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