Vipera

Un film di Sergio Citti. Con Giancarlo Giannini, Harvey Keitel, Elide Melli, Annalisa Schettino, Larissa Volpentesta.
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Drammatico, durata 90 min. - Italia 2001. MYMONETRO Vipera * * * - - valutazione media: 3,30 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Rosetta... "non essere": questo è il problema! Valutazione 2 stelle su cinque

di Antonello Chichiricco


Feedback: 2169 | altri commenti e recensioni di Antonello Chichiricco
martedì 19 agosto 2014

Di Sergio Citti avevo apprezzato, per motivi diversi, i precedenti "Casotto" e "Mortacci". Da questo suo film, "Vipera", invece, pur riconoscendo lo stile - mi si perdoni l'azzardo terminologico - post-pasoliniano, non posso che restare sconcertato. Nel dipanarsi del racconto c'è una frequente mancanza di logica continuità. A volte si ha la sensazione che al film siano stati tagliati passaggi importanti, diverse scene si succedono le une alle altre senza un legame, come quando il padre della ragazza muore all'improvviso e non si sa come. O così come nel corso della vicenda ci si trova inspiegabilmente sbalzati da una località all'altra. La scelta dei molti primissimi piani sul volto della protagonista dovrebbe aiutare lo spettatore a carpirne sentimenti, pensieri, stati d'animo, ma la fissità monoespressiva delle due interpreti (Rosetta da bambina e da adulta) riesce solo a rendere una inverosimile estraneità ai fatti che le riguardano. Parafrasando il Clint Eastwood di "Per un pugno di dollari" con le famose due espressioni con e senza il cappello - nel nostro caso - potremmo parlare impietosamente di due sole espressioni in entrambe le attrici: con o senza le lacrime. E va bene l'ancestrale cultura contadina, va bene la società arretrata, la decadenza, il fatalismo, ecc. ma la meschinedda più che "Rosetta" avrebbe dovuto chiamarsi "Nulletta": dall'inizio alla fine lei "non c'è" mai; è tutto un succedersi e un confermarsi della sua totale passività nei confronti di ciò che gli altri (uomini, donne, bambini e adulti) tassativamente decidono per lei, nelle piccole come nelle grandi decisioni. La violentano, le tolgono il figlio, la sbattono in collegio, la madre prima la ripudia, poi accetta di ospitarla, poi la caccia via, poi la vorrebbe con sé... Bravissimi, manco a dirlo, Giannini ("finalmente" nei panni di un balordo!) e Keitel. Scialba la fotografia (considerati gli scenari della vicenda si poteva fare molto di più) poco credibili le riprese di massa, e il commento musicale.. mah, se c'era non me ne sono accorto. La scena più incisiva e meritevole? l'articolata sequenza, quasi espressionistica, della pazzia di "Vipera", madre di Rosetta. E' per questa resa di umana tragicità che ho optato per il secondo asterisco. In ultimo due modesti appunti per la vostra Daniela recensitrice: il violentatore di Rosetta è solo il "fascistone", non certo il povero padre (questo almeno si capisce); e l'epoca dello stupro non mi sembra sia così facilmente individuabile negli anni Sessanta. Antonello Chichiricco

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