Faust |
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Un film di Aleksandr Sokurov.
Con Johannes Zeiler, Anton Adasinsky, Isolda Dychauk, Georg Friedrich, Hanna Schygulla.
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Titolo originale Faust.
Drammatico,
durata 134 min.
- Russia 2010.
- Archibald Enterprise Film
uscita mercoledì 26 ottobre 2011.
MYMONETRO
Faust
valutazione media:
4,03
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Sokurov all'attaccodi Antonio CanzoniereFeedback: 3354 | altri commenti e recensioni di Antonio Canzoniere |
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lunedì 9 settembre 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il Male è, secondo molti, la coda che il "cane" (l'uomo) vorrebbe ma non può mordere. Che succede però, quando l'oggetto del desiderio ti è offerto su un piatto d'argento? Per secoli l'uomo ha cercato la risposta: Bernanos, da gran frigido, per esempio, diceva che il Male governa il mondo e la luce di Dio è l'unica fonte di forza e conoscenza. Ma secoli di esperienza e di talento lo contraddicevano: da Marlowe a de Sade; da Emily Bronte a Georges Bataille, il Male ha regalato felicità ed ispirazione ai geni di mezzo mondo e lo stesso vale per Sokurov. Ecco la versione di Aleksandr: in tutti noi si nasconde un piccolo Faust, una vittima che sogna di essere carnefice, un essere spaurito di fronte alla realtà che sogna l'amore e l'appagamento dei sensi. Il nostro universo è un presepe sconsacrato, dove l'uomo vaga senza cognizione di tempo o luogo, in pieno stile dantesco; dove la morale e le leggi abbrutiscono la bellezza e i sentimenti più puri. Era Bresson a dire che il corpo è la prigione dell'anima: Sokurov lo ribadisce, espandendo il pensiero del regista francese a livello universale e rappresentando il microcosmo intorno al ridicolo protagonista con accenti espressionisti, grotteschi, barocchi e metafisici, resi grazie al fotografo, Bruno Delbonnel. E' come se la limpidezza e il rigore di Goethe si fossero fusi con le atmosfere del Beckett più allucinato e il tocco epico di Brecht, con influenze di Friedrich e del demonismo selvaggio così tipico dei primi brividi del Romanticismo Tedesco. Un mix perfetto che ha rapito il cuore ad Aronosfky e al festival di Venezia 2011. Il finale pseudo-apocalittico (girato in Islanda con sapienza tarkovskijana) è eloquente: c'è sempre un prezzo da pagare per la felicità. Il caro dottor Faust lo sa bene...
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