carlo
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sabato 14 dicembre 2019
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una boiata pazzesca !!!
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Comincio con la famosa esclamazione di Villaggio, perchè qui non si contano le recensioni entusiastiche, per un film veramente brutto, ma nel senso di mal fatto, sciatto, volutamente (?) approssimativo, che fa finta di essere profondo solo perchè il personaggio è Faust e il regista è stimato. Confuso, sconnesso, tutto dialoghi accennati, caricature banali, guardate il Mefistofele come è ovvio, un vecchio ributtante e mellifuo, e il protagonista, dove esprime la sua ricerca incessante? fa il macellaio estraendo le budella, litiga col padre (l'unico che ne capisce, quando prende a bastonate il demonio, per nulla intimorito da quel vecchiaccio imbelle, poco carismatico.
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Comincio con la famosa esclamazione di Villaggio, perchè qui non si contano le recensioni entusiastiche, per un film veramente brutto, ma nel senso di mal fatto, sciatto, volutamente (?) approssimativo, che fa finta di essere profondo solo perchè il personaggio è Faust e il regista è stimato. Confuso, sconnesso, tutto dialoghi accennati, caricature banali, guardate il Mefistofele come è ovvio, un vecchio ributtante e mellifuo, e il protagonista, dove esprime la sua ricerca incessante? fa il macellaio estraendo le budella, litiga col padre (l'unico che ne capisce, quando prende a bastonate il demonio, per nulla intimorito da quel vecchiaccio imbelle, poco carismatico.) E poi che noia la lussuria e la bellezza, la recitazione straniata di Margherita. E il finale ? cosa centra il ghiacciaio ? basta coprire di pietre il diavolo per zittirlo? che vuol dire? consiglio chi ha a cuore l'arte cinematografica di non perdere tempo con questo sopravvalutato film che esprime ben poco, o lo fa anche male.
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alexander 1986
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venerdì 5 giugno 2015
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il faust di dostoevskij, non di goethe
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Liberamente ispirato alla prima parte dell'omonima opera di Goethe. Il dottor Faust, scienziato, filosofo e alchimista, consuma una vita misera nella ricerca del senso ultimo di ogni cosa. Tutto il suo sapere non gli dà neppure di che mangiare. Due sole persone potranno aiutarlo a uscire dalle tenebre: una è la ragazza disposta a donargli il suo cuore; l'altro è nientemeno che Mefistofele. Fra deliri metafisici e più terrene disavventure, lo sventurato dottore dovrà capire se la sua felicità possa fare a meno della libertà.
Premiato nel 2011 con il Leone d'oro a Venezia. Il regista russo Sokurov completa con questa pellicola una tetralogia dedicata al "potere" e lo fa ispirandosi a una delle figure archetipiche, per l'appunto, più potenti della storia della letteratura.
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Liberamente ispirato alla prima parte dell'omonima opera di Goethe. Il dottor Faust, scienziato, filosofo e alchimista, consuma una vita misera nella ricerca del senso ultimo di ogni cosa. Tutto il suo sapere non gli dà neppure di che mangiare. Due sole persone potranno aiutarlo a uscire dalle tenebre: una è la ragazza disposta a donargli il suo cuore; l'altro è nientemeno che Mefistofele. Fra deliri metafisici e più terrene disavventure, lo sventurato dottore dovrà capire se la sua felicità possa fare a meno della libertà.
Premiato nel 2011 con il Leone d'oro a Venezia. Il regista russo Sokurov completa con questa pellicola una tetralogia dedicata al "potere" e lo fa ispirandosi a una delle figure archetipiche, per l'appunto, più potenti della storia della letteratura. Il suo Faust ha però poco dell'originale tedesco, e molto invece dei turbamenti dostoevskijani: la sua "morale" di fondo è l'impossibilità della purezza, etica e persino fisica, laddove Goethe ne affermava il primato. Il valore di questa pellicola non può comunque essere definito dalla descrizione del suo contenuto, così come quello di un quadro non deriva dal soggetto. Inoltre - mi duole dirlo - tale valore è destinato a rimanere precluso alla gran parte del pubblico. "Faust" parla infatti una lingua alta, fatta di sottili citazioni letterarie, artistiche e persino metacinematografiche, purtroppo difficili da afferrare se non si dispone di una conoscenza profonda delle fonti utilizzate dal regista. Questo elitarismo, per certi versi spregiudicato, ha inevitabilmente generato quel paradosso che sempre si verifica intorno a pellicole simili: il numero dei plaudenti è superiore non solo a quello dei contestatori, ma persino a quello di coloro che, più modestamente, ammettono di non averci capito granché. Sarò conformista e applaudirò anche io, riservandomi di non reputare questo ''Faust'' un capolavoro assoluto: lo sarebbe stato per me se avesse tratto più di una "libera ispirazione" alla storia originale di Goethe. Quest'ultima, come un corpo, aveva una testa e un cuore; la versione di Sokurov ha solo una gran testa. Abbastanza per entrare nel novero dei grandi film d'autore, epigono di un cinema davvero d'altri tempi. Anche se l'estenuazione orgogliosa della sua "diversità" rispetto alle opere di consumo è terribilmente attuale; più del Faust che firma col sangue un contratto col diavolo.
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estonia
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lunedì 21 luglio 2014
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criptico e complesso
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Faust, dottore in medicina e filosofia, non riesce a placare la sua sete di conoscenza, a risolvere i dubbi sulla vita e sulla morte, ridotto entro i confini angusti dei suoi bisogni carnali: la fame e la passione. Aspira all'onnipotenza ma è incatenato alla sua umana limitatezza. Eternamente alla ricerca di risposte e perennemente insoddisfatto, si imbatte nelle lusinghe ingannevoli del demonio, un usuraio vecchio e deforme che, in cambio della sua anima, gli promette l'accesso alla verità e ai piaceri dei sensi.
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Faust, dottore in medicina e filosofia, non riesce a placare la sua sete di conoscenza, a risolvere i dubbi sulla vita e sulla morte, ridotto entro i confini angusti dei suoi bisogni carnali: la fame e la passione. Aspira all'onnipotenza ma è incatenato alla sua umana limitatezza. Eternamente alla ricerca di risposte e perennemente insoddisfatto, si imbatte nelle lusinghe ingannevoli del demonio, un usuraio vecchio e deforme che, in cambio della sua anima, gli promette l'accesso alla verità e ai piaceri dei sensi.
Opera complessa, densa, brulicante di individui che incessantemente si muovono, si spingono, si accalcano in spazi stretti e luridi, in situazioni caotiche e grottesche, in un rincorrersi di dialoghi e parole anch'essi incessanti e sfiancanti. Immagini sghembe, deformate, dilatate, con colori sgranati e innaturali e luci sovraesposte sottolineano il fascino visionario e il gusto pittorico del regista. Una vertigine sensoriale di atmosfere opprimenti che rende concreto e palpabile il disagio esistenziale, la fatica di vivere.
La corsa di Faust nell'inferno di ghiaccio del finale è l'emblema della sua volontà di continuare a cercare, di oltrepassare nuovi confini, ma è allo stesso tempo la cifra della sua eterna solitudine.
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estonia
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lunedì 14 luglio 2014
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criptico e complesso
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Faust, dottore in medicina e filosofia, non riesce a placare la sua sete di conoscenza, a risolvere i dubbi sulla vita e sulla morte, ridotto entro i confini angusti dei suoi bisogni carnali: la fame e la passione. Aspira all'onnipotenza ma è incatenato alla sua umana limitatezza. Eternamente alla ricerca di risposte e perennemente insoddisfatto, si imbatte nelle lusinghe ingannevoli del demonio, un usuraio vecchio e deforme che, in cambio della sua anima, gli promette l'accesso alla verità e ai piaceri dei sensi.
Opera complessa, densa, brulicante di individui che incessantemente si muovono, si spingono, si accalcano in spazi stretti e luridi, in situazioni caotiche e grottesche, in un rincorrersi di dialoghi e parole anch'essi incessanti e sfiancanti.
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Faust, dottore in medicina e filosofia, non riesce a placare la sua sete di conoscenza, a risolvere i dubbi sulla vita e sulla morte, ridotto entro i confini angusti dei suoi bisogni carnali: la fame e la passione. Aspira all'onnipotenza ma è incatenato alla sua umana limitatezza. Eternamente alla ricerca di risposte e perennemente insoddisfatto, si imbatte nelle lusinghe ingannevoli del demonio, un usuraio vecchio e deforme che, in cambio della sua anima, gli promette l'accesso alla verità e ai piaceri dei sensi.
Opera complessa, densa, brulicante di individui che incessantemente si muovono, si spingono, si accalcano in spazi stretti e luridi, in situazioni caotiche e grottesche, in un rincorrersi di dialoghi e parole anch'essi incessanti e sfiancanti. Immagini sghembe, deformate, dilatate, con colori sgranati e innaturali e luci sovraesposte sottolineano il fascino visionario e il gusto pittorico del regista. Una vertigine sensoriale di atmosfere opprimenti che rende concreto e palpabile il disagio esistenziale, la fatica di vivere.
La corsa di Faust nell'inferno di ghiaccio del finale è l'emblema della sua volontà di continuare a cercare, di oltrepassare nuovi confini, ma è allo stesso tempo la cifra della sua eterna solitudine.
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antonio canzoniere
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lunedì 9 settembre 2013
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sokurov all'attacco
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Il Male è, secondo molti, la coda che il "cane" (l'uomo) vorrebbe ma non può mordere. Che succede però, quando l'oggetto del desiderio ti è offerto su un piatto d'argento? Per secoli l'uomo ha cercato la risposta: Bernanos, da gran frigido, per esempio, diceva che il Male governa il mondo e la luce di Dio è l'unica fonte di forza e conoscenza. Ma secoli di esperienza e di talento lo contraddicevano: da Marlowe a de Sade; da Emily Bronte a Georges Bataille, il Male ha regalato felicità ed ispirazione ai geni di mezzo mondo e lo stesso vale per Sokurov. Ecco la versione di Aleksandr: in tutti noi si nasconde un piccolo Faust, una vittima che sogna di essere carnefice, un essere spaurito di fronte alla realtà che sogna l'amore e l'appagamento dei sensi.
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Il Male è, secondo molti, la coda che il "cane" (l'uomo) vorrebbe ma non può mordere. Che succede però, quando l'oggetto del desiderio ti è offerto su un piatto d'argento? Per secoli l'uomo ha cercato la risposta: Bernanos, da gran frigido, per esempio, diceva che il Male governa il mondo e la luce di Dio è l'unica fonte di forza e conoscenza. Ma secoli di esperienza e di talento lo contraddicevano: da Marlowe a de Sade; da Emily Bronte a Georges Bataille, il Male ha regalato felicità ed ispirazione ai geni di mezzo mondo e lo stesso vale per Sokurov. Ecco la versione di Aleksandr: in tutti noi si nasconde un piccolo Faust, una vittima che sogna di essere carnefice, un essere spaurito di fronte alla realtà che sogna l'amore e l'appagamento dei sensi. Il nostro universo è un presepe sconsacrato, dove l'uomo vaga senza cognizione di tempo o luogo, in pieno stile dantesco; dove la morale e le leggi abbrutiscono la bellezza e i sentimenti più puri. Era Bresson a dire che il corpo è la prigione dell'anima: Sokurov lo ribadisce, espandendo il pensiero del regista francese a livello universale e rappresentando il microcosmo intorno al ridicolo protagonista con accenti espressionisti, grotteschi, barocchi e metafisici, resi grazie al fotografo, Bruno Delbonnel. E' come se la limpidezza e il rigore di Goethe si fossero fusi con le atmosfere del Beckett più allucinato e il tocco epico di Brecht, con influenze di Friedrich e del demonismo selvaggio così tipico dei primi brividi del Romanticismo Tedesco. Un mix perfetto che ha rapito il cuore ad Aronosfky e al festival di Venezia 2011. Il finale pseudo-apocalittico (girato in Islanda con sapienza tarkovskijana) è eloquente: c'è sempre un prezzo da pagare per la felicità. Il caro dottor Faust lo sa bene...
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weach
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sabato 9 giugno 2012
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dispersi nella ricerca dell'uomo
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la danza avvelenata del male ?
Il viaggio?
Seduti sui carboni ardenti?
Lontani dalla luce alla ricerca dell'anima?
Il movimento energetico proposto, a tratti, si condensa in immagini surreali ; in altri in dialoghi intensi e struggenti;altrove disperdendosi nelle vibrazioni musicali che interrompono silenzi ingombranti; ma nche in percorsi magici potenti. Opera da assaporare senza fretta , offrendo la nostra disponibilità , negandoci eccessive distrazione.
Preferisco immaginare la pellicola come " il viaggio"!!!!!!!!!
ll nostro........viaggio dell' uomo è imprevisto, imprevedibile, pieno di trappole ;chi si addormenta nel viaggio non veda il film perché chi perderà l'attenzione e non potrà sopportare le pause introspettive proposte dalla regia.
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la danza avvelenata del male ?
Il viaggio?
Seduti sui carboni ardenti?
Lontani dalla luce alla ricerca dell'anima?
Il movimento energetico proposto, a tratti, si condensa in immagini surreali ; in altri in dialoghi intensi e struggenti;altrove disperdendosi nelle vibrazioni musicali che interrompono silenzi ingombranti; ma nche in percorsi magici potenti. Opera da assaporare senza fretta , offrendo la nostra disponibilità , negandoci eccessive distrazione.
Preferisco immaginare la pellicola come " il viaggio"!!!!!!!!!
ll nostro........viaggio dell' uomo è imprevisto, imprevedibile, pieno di trappole ;chi si addormenta nel viaggio non veda il film perché chi perderà l'attenzione e non potrà sopportare le pause introspettive proposte dalla regia.
Cercando di non banalizzare dobbiamo un tributo a questo grande regista russo per la sua forza interiore nell' andare contro corrente, con la determinazione di chi sempre è tentato dal capire, decifrare l'essenza della vita . Da questo mondo soporifero Sokurov vorrebbe risvegliarci !! Ma non siamo andati troppo lontani e ..........dentro una palude dove è oramai impossibile districarsi ?
Mentre si dipana il film , due anime differenti si confrontano quella pittorica estetica e quella filosofica introspettiva.
Quale prevale ? Nessuna delle due perché si compenetrano facendo vibrare nelle nostre coscienze un film che merita tutta la nostra attenzione e rispetto : complimenti .
Il faust di Aleksander Sokurov,libera trasposizione della tragedia di Johann Wolfgang Goethe ,é piuttosto incursione filosofica sulle aspettative dell'essere umano, rappresentate come qualcosa di veramente imperfetto come il mondo che lo permea.La scelta Aleksander Sokurov,nell'ambito della sua ricerca esistenziale sul potere , stigmatizza le dinamiche dell' essere umano che scivolano all'interno di un groviglio esistenziale .
Il contrasto della pellicola di Sokurov fra una ricerca estetica esasperata ed un ambientazione opaca, piena di sporcizia, quasi melmosa è la caratterizzazione che di primo acchito traspare del film .Ma è il gioco maligno, perfido,disperato ,nichilista il vero vestito del film .
Lo studio medico del dott. Faust è ,quasi stanza di tortura, con strumenti sacrificali tipici del medioevo, uno studio dove la morte e la violenza contaminano ogni inquadratura. Un Dio pervadente è ovunque come il suo interlocutore ossessivo Il diavolo,ma a volte abbiamo bisogno di totem ed ecco apparire il nostro diavolo personificato che assume le sembianze di un 'orribile vecchio deforme che elargisce comunque potere, di vita ,di morte e di ossessione .
La bruttezza e l'orrore del mondo che vengono rappresentati da Aleksander Sokurov, hanno in se un potente contenuto pittorico, molto studiato a tavolino , con una fotografia spesso surreale , onirica introspettiva.. Disse Aleksander Sokurov prima del festival di Venezia:"sarò a Venezia ma è un film transeuropeo...........essere in gara non era la mia massima aspirazione, trovo che la moderna competitività sia fuori dai miei canoni." ......".la vendita del film è importante..altrimenti non potrei continuare il discorso che ho già aperto con il pubblico.".......ancora ........"poi se aggiungiamo che è un film europeo, con attori europei e che racconta una storia europea, è logico che il pubblico sia parte integrante del progetto: parlo della loro storia. della filosofia e cultura."
Le interpretazioni esegetiche e teatrali dei protagonisti,una fotografia che predilige colori "tenebrosi",un 'angoscia funerea che non concede spazio all'ironia o al sentimento,una libera trasposizione della tragedia di Johann Wolfgang Goethe espressione della la profondità e personalità di una regia fuori dagli schemi e sempre libera nell' interpretare : tutte queste ingredienti fanno il film.
Il viaggio nella contaminazione dell'essere prosegue con intensità introspettiva lasciando lo spettatore appollaiato su se stesso nel tentativo di decifrare messaggi che la regia forse tiene ben celati: del resto la centralità dello spettatore che osserva e rielabora è la chiave unica per non far disperdere un'opere cinematografica.
La salvezza dell'anima si è persa inevitabilmente il nostro ex medico è oramai all'interno del suo girone dantesco.
Per concludere questo lavoro cinematografico è lontano da Faust di Goethe ,ma anche dalle filmografie che hanno caratterizzato la regia di Sokurov; come qualcuno ha detto è un poco un film "alieno " che tenta la su strada di leggere l'infinito contatto dell' uomo con la parte negativa di cui è parte, un contatto ,senza tempo, originale,dentro al viaggio dell' uomo che rende l'anima al diavolo.
Il tema del "Patto con il male" è stato ampiamente trattato in molte filmografie :vedi il dott. Parnassus l'uomo che voleva ingannare il diavolo Devil.s Advocate, Dorian Gray , oppure oppure Rosmarie Baby di Roman Polanski. La figura del diavolo ,Mr Nick., interpretata da uno speciale Tom Weit, non ha nulla da invidiare alle interpretazioni del maligno di Robert Deniro in Angel Hert né a quella di Pacino in "Devil's Advocate.
Preferiamo ricordare Parnassus l'uomo che voleva ingannare il diavolo,per la regia di Terry Gilliam , anche sceneggiatore unitamente a Charles McKeown, film che fu girato interamente fra Londra e Vancouver con un pieno di fantasia e creatività.
Ma come è il diavolo nel nostro Faust??
Affatto intrigante, per nulla accattivante.........Non ci tenta proprio: è solo oscuro ,onirico, destabilizzante , senza speranze, ha un lento incedere ossessivo .
Il Faust di Aleksander Sokurov ci ricordare che non siamo all'interno di una spettacolarizzazione del conflitto esistenziale dell'uomo ;piuttosto , al cospetto di una sorta di girone dantesco dove la speranza sembra perdere ogni senso:è una grande sofferta ricerca dentro.
Quindi ,con il giusto spirito di chi accetta di assaggiare il dolore , affrontiamo quest'opera che spero,non aumenti ulteriormente la nostra propensione al delirio.
Rivedo il giudizio espresso senza l'adeguata riflessione è lo riposiziono nel suo rango di alto profilo ; vale piuttosto quattro importanti stelle d'oro.
buona visione
weach illuminati
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venerdì 8 giugno 2012
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àgàpe del yin e dello yang
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a danza avvelenata del male ?
Il viaggio?
Seduti sui carboni ardenti?
Lontani dalla luce alla ricerca dell'anima?
Il movimento energetico proposto, a tratti, si condensa in immagini surreali ; in altri in dialoghi intensi e struggenti;altrove disperdendosi nelle vibrazioni musicali che interrompono silenzi ingombranti; manche in percorsi magici potenti. Opera da assaporare senza fretta , offrendo la nostra disponibilità , negandoci eccessive distrazione.
Preferisco immaginare la pellicola come " il viaggio"!!!!!!!!!
ll nostro.
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a danza avvelenata del male ?
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Seduti sui carboni ardenti?
Lontani dalla luce alla ricerca dell'anima?
Il movimento energetico proposto, a tratti, si condensa in immagini surreali ; in altri in dialoghi intensi e struggenti;altrove disperdendosi nelle vibrazioni musicali che interrompono silenzi ingombranti; manche in percorsi magici potenti. Opera da assaporare senza fretta , offrendo la nostra disponibilità , negandoci eccessive distrazione.
Preferisco immaginare la pellicola come " il viaggio"!!!!!!!!!
ll nostro........viaggio dell' uomo è imprevisto, imprevedibile, pieno di trappole ;chi si addormenta nel viaggio non veda il film perché chi perderà l'attenzione e non potrà sopportare le pause introspettive proposte dalla regia.
Cercando di non banalizzare dobbiamo un tributo a questo grande regista russo per la sua forza interiore nell' andare contro corrente, con la determinazione di chi sempre è tentato dal capire, decifrare l'essenza della vita . Da questo mondo soporifero Sokurov vorrebbe risvegliarci !! Ma non siamo andati troppo lontani e ..........dentro una palude dove è oramai impossibile districarsi ?
Mentre si dipana il film , due anime differenti si confrontano quella pittorica estetica e quella filosofica introspettiva.
Quale prevale ? Nessuna delle due perché si compenetrano facendo vibrare nelle nostre coscienze un film che merita tutta la nostra attenzione e rispetto : complimenti .
Il faust di Aleksander Sokurov,libera trasposizione della tragedia di Johann Wolfgang Goethe ,é piuttosto incursione filosofica sulle aspettative dell'essere umano, rappresentate come qualcosa di veramente imperfetto come il mondo che lo permea.La scelta Aleksander Sokurov,nell'ambito della sua ricerca esistenziale sul potere , stigmatizza le dinamiche dell' essere umano che scivolano all'interno di un groviglio esistenziale .
Il contrasto della pellicola di Sokurov fra una ricerca estetica esasperata ed un ambientazione opaca, piena di sporcizia, quasi melmosa è la caratterizzazione che di primo acchito traspare del film .Ma è il gioco maligno, perfido,disperato ,nichilista il vero vestito del film .
Lo studio medico del dott. Faust è ,quasi stanza di tortura, con strumenti sacrificali tipici del medioevo, uno studio dove la morte e la violenza contaminano ogni inquadratura. Un Dio pervadente è ovunque come il suo interlocutore ossessivo Il diavolo,ma a volte abbiamo bisogno di totem ed ecco apparire il nostro diavolo personificato che assume le sembianze di un 'orribile vecchio deforme che elargisce comunque potere, di vita ,di morte e di ossessione .
La bruttezza e l'orrore del mondo che vengono rappresentati da Aleksander Sokurov, hanno in se un potente contenuto pittorico, molto studiato a tavolino , con una fotografia spesso surreale , onirica introspettiva.. Disse Aleksander Sokurov prima del festival di Venezia:"sarò a Venezia ma è un film transeuropeo...........essere in gara non era la mia massima aspirazione, trovo che la moderna competitività sia fuori dai miei canoni." ......".la vendita del film è importante..altrimenti non potrei continuare il discorso che ho già aperto con il pubblico.".......ancora ........"poi se aggiungiamo che è un film europeo, con attori europei e che racconta una storia europea, è logico che il pubblico sia parte integrante del progetto: parlo della loro storia. della filosofia e cultura."
Le interpretazioni esegetiche e teatrali dei protagonisti,una fotografia che predilige colori "tenebrosi",un 'angoscia funerea che non concede spazio all'ironia o al sentimento,una libera trasposizione della tragedia di Johann Wolfgang Goethe espressione della la profondità e personalità di una regia fuori dagli schemi e sempre libera nell' interpretare : tutte queste ingredienti fanno il film.
Il viaggio nella contaminazione dell'essere prosegue con intensità introspettiva lasciando lo spettatore appollaiato su se stesso nel tentativo di decifrare messaggi che la regia forse tiene ben celati: del resto la centralità dello spettatore che osserva e rielabora è la chiave unica per non far disperdere un'opere cinematografica.
La salvezza dell'anima si è persa inevitabilmente il nostro ex medico è oramai all'interno del suo girone dantesco.
Per concludere questo lavoro cinematografico è lontano da Faust di Goethe ,ma anche dalle filmografie che hanno caratterizzato la regia di Sokurov; come qualcuno ha detto è un poco un film "alieno " che tenta la su strada di leggere l'infinito contatto dell' uomo con la parte negativa di cui è parte, un contatto ,senza tempo, originale,dentro al viaggio dell' uomo che rende l'anima al diavolo.
Il tema del "Patto con il male" è stato ampiamente trattato in molte filmografie :vedi il dott. Parnassus l'uomo che voleva ingannare il diavolo Devil.s Advocate, Dorian Gray , oppure oppure Rosmarie Baby di Roman Polanski. La figura del diavolo ,Mr Nick., interpretata da uno speciale Tom Weit, non ha nulla da invidiare alle interpretazioni del maligno di Robert Deniro in Angel Hert né a quella di Pacino in "Devil's Advocate.
Preferiamo ricordare Parnassus l'uomo che voleva ingannare il diavolo,per la regia di Terry Gilliam , anche sceneggiatore unitamente a Charles McKeown, film che fu girato interamente fra Londra e Vancouver con un pieno di fantasia e creatività.
Ma come è il diavolo nel nostro Faust??
Affatto intrigante, per nulla accattivante.........Non ci tenta proprio: è solo oscuro ,onirico, destabilizzante , senza speranze, ha un lento incedere ossessivo .
Il Faust di Aleksander Sokurov ci ricordare che non siamo all'interno di una spettacolarizzazione del conflitto esistenziale dell'uomo ;piuttosto , al cospetto di una sorta di girone dantesco dove la speranza sembra perdere ogni senso:è una grande sofferta ricerca dentro.
Quindi ,con il giusto spirito di chi accetta di assaggiare il dolore , affrontiamo quest'opera che spero,non aumenti ulteriormente la nostra propensione al delirio.
Rivedo il giudizio espresso senza l'adeguata riflessione è lo riposiziono nel suo rango di alto profilo ; vale piuttosto quattro importanti stelle d'oro.
buona visione
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venerdì 8 giugno 2012
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pensierino della sera
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PER MARIANNA CAPPI?
che gusto 'cè nel denigrare una buona recensione ?
Sono qui senza obblighi di cassetta per il solo per piacere di "leggere"il cinema.
Non trovo bello che qualcuno imperversi nel sito sulle recensioni meritevoli consentendo lo scempio e metttendo in prima fila solo delle banalità.
Dovremmo privilegiare le migliori recensioni per il selo piaciere di essere letture edificanti................stimolando così anche l'intelleto di altri.
Ma è inutile parlare in un deserto...............il merito in questo mondo non conta vince l'ego.
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PER MARIANNA CAPPI?
che gusto 'cè nel denigrare una buona recensione ?
Sono qui senza obblighi di cassetta per il solo per piacere di "leggere"il cinema.
Non trovo bello che qualcuno imperversi nel sito sulle recensioni meritevoli consentendo lo scempio e metttendo in prima fila solo delle banalità.
Dovremmo privilegiare le migliori recensioni per il selo piaciere di essere letture edificanti................stimolando così anche l'intelleto di altri.
Ma è inutile parlare in un deserto...............il merito in questo mondo non conta vince l'ego.
Era solo un sogno
buona serata
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sabato 28 aprile 2012
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àgàpe del yin e dello yang
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la danza avvelenata del male ?
Il viaggio?
Seduti sui carboni ardenti?
Lontani dalla luce alla ricerca dell'anima?
Il movimento energetico proposto, a tratti, si condensa in immagini surreali ; in altri in dialoghi intensi e struggenti;altrove disperdendosi nelle vibrazioni musicali che interrompono silenzi ingombranti; manche in percorsi magici potenti. Opera da assaporare senza fretta , offrendo la nostra disponibilità , negandoci eccessive distrazione.
Preferisco immaginare la pellicola come " il viaggio"!!!!!!!!!
ll nostro.
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Il viaggio?
Seduti sui carboni ardenti?
Lontani dalla luce alla ricerca dell'anima?
Il movimento energetico proposto, a tratti, si condensa in immagini surreali ; in altri in dialoghi intensi e struggenti;altrove disperdendosi nelle vibrazioni musicali che interrompono silenzi ingombranti; manche in percorsi magici potenti. Opera da assaporare senza fretta , offrendo la nostra disponibilità , negandoci eccessive distrazione.
Preferisco immaginare la pellicola come " il viaggio"!!!!!!!!!
ll nostro........viaggio dell' uomo è imprevisto, imprevedibile, pieno di trappole ;chi si addormenta nel viaggio non veda il film perché chi perderà l'attenzione e non potrà sopportare le pause introspettive proposte dalla regia.
Cercando di non banalizzare dobbiamo un tributo a questo grande regista russo per la sua forza interiore nell' andare contro corrente, con la determinazione di chi sempre è tentato dal capire, decifrare l'essenza della vita . Da questo mondo soporifero Sokurov vorrebbe risvegliarci !! Ma non siamo andati troppo lontani e ..........dentro una palude dove è oramai impossibile districarsi ?
Mentre si dipana il film , due anime differenti si confrontano quella pittorica estetica e quella filosofica introspettiva.
Quale prevale ? Nessuna delle due perché si compenetrano facendo vibrare nelle nostre coscienze un film che merita tutta la nostra attenzione e rispetto : complimenti .
Il faust di Aleksander Sokurov,libera trasposizione della tragedia di Johann Wolfgang Goethe ,é piuttosto incursione filosofica sulle aspettative dell'essere umano, rappresentate come qualcosa di veramente imperfetto come il mondo che lo permea.La scelta Aleksander Sokurov,nell'ambito della sua ricerca esistenziale sul potere , stigmatizza le dinamiche dell' essere umano che scivolano all'interno di un groviglio esistenziale .
Il contrasto della pellicola di Sokurov fra una ricerca estetica esasperata ed un ambientazione opaca, piena di sporcizia, quasi melmosa è la caratterizzazione che di primo acchito traspare del film .Ma è il gioco maligno, perfido,disperato ,nichilista il vero vestito del film .
Lo studio medico del dott. Faust è ,quasi stanza di tortura, con strumenti sacrificali tipici del medioevo, uno studio dove la morte e la violenza contaminano ogni inquadratura. Un Dio pervadente è ovunque come il suo interlocutore ossessivo Il diavolo,ma a volte abbiamo bisogno di totem ed ecco apparire il nostro diavolo personificato che assume le sembianze di un 'orribile vecchio deforme che elargisce comunque potere, di vita ,di morte e di ossessione .
La bruttezza e l'orrore del mondo che vengono rappresentati da Aleksander Sokurov, hanno in se un potente contenuto pittorico, molto studiato a tavolino , con una fotografia spesso surreale , onirica introspettiva.. Disse Aleksander Sokurov prima del festival di Venezia:"sarò a Venezia ma è un film transeuropeo...........essere in gara non era la mia massima aspirazione, trovo che la moderna competitività sia fuori dai miei canoni." ......".la vendita del film è importante..altrimenti non potrei continuare il discorso che ho già aperto con il pubblico.".......ancora ........"poi se aggiungiamo che è un film europeo, con attori europei e che racconta una storia europea, è logico che il pubblico sia parte integrante del progetto: parlo della loro storia. della filosofia e cultura."
Le interpretazioni esegetiche e teatrali dei protagonisti,una fotografia che predilige colori "tenebrosi",un 'angoscia funerea che non concede spazio all'ironia o al sentimento,una libera trasposizione della tragedia di Johann Wolfgang Goethe espressione della la profondità e personalità di una regia fuori dagli schemi e sempre libera nell' interpretare : tutte queste ingredienti fanno il film.
Il viaggio nella contaminazione dell'essere prosegue con intensità introspettiva lasciando lo spettatore appollaiato su se stesso nel tentativo di decifrare messaggi che la regia forse tiene ben celati: del resto la centralità dello spettatore che osserva e rielabora è la chiave unica per non far disperdere un'opere cinematografica.
La salvezza dell'anima si è persa inevitabilmente il nostro ex medico è oramai all'interno del suo girone dantesco.
Per concludere questo lavoro cinematografico è lontano da Faust di Goethe ,ma anche dalle filmografie che hanno caratterizzato la regia di Sokurov; come qualcuno ha detto è un poco un film "alieno " che tenta la su strada di leggere l'infinito contatto dell' uomo con la parte negativa di cui è parte, un contatto ,senza tempo, originale,dentro al viaggio dell' uomo che rende l'anima al diavolo.
Il tema del "Patto con il male" è stato ampiamente trattato in molte filmografie :vedi il dott. Parnassus l'uomo che voleva ingannare il diavolo Devil.s Advocate, Dorian Gray , oppure oppure Rosmarie Baby di Roman Polanski. La figura del diavolo ,Mr Nick., interpretata da uno speciale Tom Weit, non ha nulla da invidiare alle interpretazioni del maligno di Robert Deniro in Angel Hert né a quella di Pacino in "Devil's Advocate.
Preferiamo ricordare Parnassus l'uomo che voleva ingannare il diavolo,per la regia di Terry Gilliam , anche sceneggiatore unitamente a Charles McKeown, film che fu girato interamente fra Londra e Vancouver con un pieno di fantasia e creatività.
Ma come è il diavolo nel nostro Faust??
Affatto intrigante, per nulla accattivante.........Non ci tenta proprio: è solo oscuro ,onirico, destabilizzante , senza speranze, ha un lento incedere ossessivo .
Il Faust di Aleksander Sokurov ci ricordare che non siamo all'interno di una spettacolarizzazione del conflitto esistenziale dell'uomo ;piuttosto , al cospetto di una sorta di girone dantesco dove la speranza sembra perdere ogni senso:è una grande sofferta ricerca dentro.
Quindi ,con il giusto spirito di chi accetta di assaggiare il dolore , affrontiamo quest'opera che spero,non aumenti ulteriormente la nostra propensione al delirio.
Rivedo il giudizio espresso senza l'adeguata riflessione è lo riposiziono nel suo rango di alto profilo ; vale piuttosto quattro importanti stelle d'oro.
buona visione
weach illuminati
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weach
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giovedì 26 aprile 2012
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buio dell anima perfido nichilista
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Seduti sui carboni ardenti?
Lontani dalla luce alla ricerca dell'anima ?
Preferisco il viaggio
ll nostroviaggio dell' uomo è imprevisto, imprevedibile, pieno di trappole ;chi si addormenta nel viaggio non veda il film perché chi perde l'attenzione non può sopportare le pause introspettive proposte dalla regia.
Cercando di non banalizzare dobbiamo un tributo a questo grande regista russo per la sua forza interire nel andare contro corrente, con la determinazione di chi sempre è tentato dal capire, decifrare l'essenza della vita .
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Seduti sui carboni ardenti?
Lontani dalla luce alla ricerca dell'anima ?
Preferisco il viaggio
ll nostroviaggio dell' uomo è imprevisto, imprevedibile, pieno di trappole ;chi si addormenta nel viaggio non veda il film perché chi perde l'attenzione non può sopportare le pause introspettive proposte dalla regia.
Cercando di non banalizzare dobbiamo un tributo a questo grande regista russo per la sua forza interire nel andare contro corrente, con la determinazione di chi sempre è tentato dal capire, decifrare l'essenza della vita . Da questo mondo soporifero Sokurov vorrebbe risvegliarci!!Ma non siamo andati troppo lontani e ..........dentro una palude dove è oramai impossibile districarsi ?
Mentre si dipana il film , due anime differenti confrontano quella pittorica estetica e quella filosofica introspettiva.
Quale prevale ? Nessuna delle due perché si compenetrano facendo vibrare nelle nostre coscienze un film che merita tutta la nostra attenzione e rispetto : complimenti .
Il faust di di Aleksander Sokurov,libera trasposizione della tragedia di Johann Wolfgang Goethe é piuttosto incursione filosofica sulle aspettative dell'essere umano, rappresentato come qualcosa di veramente imperfetto che del resto lo è tutto ciò che lo circonda.
La scelta Aleksander Sokurov,nell'ambito della sua ricerca esistenziale sul potere , stigmatizza le dinamiche dell' essere umano mentre scivolano all'interno di un groviglio esistenziale .
Il contrasto della pellicola di Sokurov fra una ricerca estetica esasperata ed un ambientazione opaca, piena di sporcizia, quasi melmosa è la caratterizzazione che di primo acchito del film traspare .
Lo studio medico del dott. Faust è ,quasi stanza di tortura, con strumenti sacrificali tipici del medioevo, uno studio dove la morte e la violenza contaminano ogni inquadratura. Un Dio pervadente è ovunque come il suo interlocutore ossessivo Il diavolo,ma a volte abbiamo bisogno di totem ed ecco apparire il nostro diavolo personificato che assume le sembianze di un 'orribile vecchio deforme che elargisce comunque potere, di vita ,di morte e di ossessione .
La bruttezza e l'orrore del mondo che vengono rappresentati da Aleksander Sokurov, hanno in se un potente contenuto pittorico, molto studiato a tavolino , con una fotografia spesso surreale , onirica introspettiva.
Il viaggio nella contaminazione dell'essere prosegue con intensità introspettiva lasciando lo spettatore appollaiato su se stesso nel tentativo di decifrare messaggi che la regia forse tiene ben celati: del resto la centralità dello spettatore che osserva e rielabora è la chiave unica per non far disperdere un'opere cinematografica.
La salvezza dell'anima è persa inevitabilmente il nostro ex medico è oramai all'interno del suo girone dantesco.
Per concludere questo lavoro cinematografico è lontano da Faust di Goethe , dalle filmografie che hanno caratterizzato la regia di Sokurov; come qualcuno ha detto è un poco un film "alieno " che tenta la su strada di leggere l'infinito contatto dell' uomo con la parte negativa di cui è parte, un contatto ,senza tempo, originale,dentro al viaggio dell' uomo che rende l'anima al diavolo.
Il tema del "Patto con il male" è stato ampiamente trattato in molte filmografie :vedi il dott. Parnassus l'uomo che voleva ingannare il diavolo Devil.s Advocate, Dorian Gray , oppure oppure Rosmarie Baby di Roman Polanski. La figura del diavolo ,Mr Nick., interpretata da uno speciale Tom Weit, non ha nulla da invidiare alle interpretazioni del maligno di Robert Deniro in Angel Hert né a quella di Pacino in "Devil's Advocate.
Preferiamo ricordare Parnassus l'uomo che voleva ingannare il diavolo,per la regia di Terry Gilliam , anche sceneggiatore unitamente a Charles McKeown, film che fu girato interamente fra Londra e Vancouver con un pieno di fantasia e creatività.
Ma come è il diavolo nel nostro Faust??
Affatto intrigante, per nulla accattivante.........Non ci tenta proprio: è solo oscuro ,onirico, destabilizzante , senza speranze, ha un lento incedere ossessivo .
Il Faust di Aleksander Sokurov ci ricordare che non siamo all'interno di una spettacolarizzazione del conflitto esistenziale dell'uomo ;piuttosto , al cospetto di una sorta di girone dantesco dove la speranza sembra perdere ogni senso.
Quindi ,con il giusto spirito di chi accetta di assaggiare il dolore , affrontiamo quest'opera che spero,non aumenti ulteriormente la nostra propensione al delirio.
buona visione
weach illuminati
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