Pain Hustlers - Il business del dolore |
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Un film di David Yates.
Con Emily Blunt, Chris Evans, Chloe Coleman, Catherine O'Hara.
continua»
Titolo originale Pain Hustlers.
Drammatico,
durata 122 min.
MYMONETRO
Pain Hustlers - Il business del dolore
valutazione media:
2,69
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La venditrice di Farmacidi JonnyLoganFeedback: 24009 | altri commenti e recensioni di JonnyLogan |
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venerdì 27 ottobre 2023 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
“Hai una settimana per far prescrivere a un medico il tuo farmaco. Basta una ricetta e sai quanto porta ? 40,000” “All’anno?” “No. Al mese.”
Apice e crollo di una venditrice di farmaci, tema che Antonio Morabito con il suo Il venditore di medicine pellicola del 2013, aveva già trattato con estrema attenzione, avvicinandosi a un mondo, quello degli informatori medico - scientifici, che possono cadere in disgrazia perché accusabili del reato di comparaggio.
In tal caso Emily Blunt ci offre lo sguardo su un mondo, quello del mercato americano, libero e per questo concorrenziale, in cui una donna senza preparazione, ma con una grande dose di faccia tosta e una disperata necessità economica, s'improvvisa esperta di farmaci oncologici. Chris Evans, ex Captain America e Torcia umana, e Andy Garcia l’affiancano impersonando due uomini d'affari appartenenti a un mondo economicamente florido e pericoloso, nel quale i medicinali sono prescritti alla stregua di un prodotto da banco. Unico scopo il profitto aziendale che in breve tempo permetterà tutti di arricchirsi, ma ponendo Liza davanti a un interrogativo, ovvero fino a dove ci si possa spingere per ottenere tutto questo. Un tema che la pellicola tratta e sviscera esattamente come le due recenti miniserie Dopesick - Dichiarazione di dipendenza (Dopesick; 2021) e Painkiller (id.; 2023) riguardanti il mondo dei farmaci a base di oppioidi, ma aggiungendovi anche un'ascesa economica improvvisa e degna del Jordan Belfort impersonato da Leonardo DiCaprio per il quale assieme al profitto aumentavano anche party ai limiti dell'orgiastico cos' come il motto "tutto è permesso" purché si guadagni. Basato sul libro inchiesta di Evan Hughes riguardante il caso INSYS e tratto da un suo precedente articolo apparso sul New York Times magazine nel 2018, la pellicola di Yates funziona egregiamente in termini di tempi e di recitazione, ma la resa non è completamente all'altezza di aspettative disattese forse proprio per la sovrabbondanza di prodotti che cercano d'indagare un mondo, quello delle case farmaceutiche, che troppo assomiglia a quello di Wall Street. Finale pseudo conciliante, d'altro canto il mondo del cinema a stelle strisce ci ha abituato a film tratti da storie vere che terminano con il vissero (quasi) felici e contenti, ma senza aggiungere molto rispetto a un mondo per il quale non ci si meraviglia più di troppo.
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