In memoria di me |
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Un film di Saverio Costanzo.
Con Christo Jivkov, Filippo Timi, Marco Baliani, André Hennicke, Fausto Russo Alesi.
continua»
Drammatico,
durata 115 min.
- Italia 2006.
- Medusa
uscita venerdė 9 marzo 2007.
MYMONETRO
In memoria di me
valutazione media:
3,10
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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lucidi pavimenti dell'animadi gigiFeedback: 0 |
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mercoledė 21 marzo 2007 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
i lucidi pavimenti del corridoio ora lunghissimo e infinito ora ristretto e claustrofobico rispecchiano non solo le ombre dei corpi che si muovono nel silenzio ma anche quelle delle anime o degli animi per usare un termine pių laico. č tutto li. su quel pavimento. che rispecchia la fredda passione di andrea, quella tiepida di zanna, quella calda che fa sbattere la testa al muro. quella contrita e indifferente degli altri che non hanno voce per un silenzio nč imposto nč scelto. semplicemente perchč non hanno niente da dire. i lucidi pavimenti rispecchiano la fede anch'essa a temperature progressive. non emerge dalle freddure dei marmi nč la falsa passione ad un cristo percepito come sposo o compagno o dio-a-cui-tutto-l'essere-č votato, nč ad un cristo-dio-austero-e-giudice. č tutto un noviziato. un noviaziato del proprio sč prima che del proprio sč-in-rapporto-al-dio. il dio č ancora troppo nel fondo, come afferma il superiore, e aspetta solo un silenzio assoluto per emergere. il dio č ancora in lā. e questo dio-sospeso č, secondo me la sensazione pių mistica che saverio abbia potuto rappresentare. un dio-sospeso che per motivi diversi interroga e promuova riflessioni. un dio che "sta alla porta e bussa" che non č ancora entrato nč nelle menti nč negli animi, nč č percepibile sui pavimenti lucidi. via immagini di santi e dei, via preghiere, via candele. sobrio. per lasciare spazio a sguardi che rispecchiano animi, sensazioni, pensieri. ancora troppo umani. contrapposti non a quelli di icone o statue, ma a quelli freddissimi di un superiore che non riesce a mostrare neanche lui la passione del dio in cui crede, preso comč a barrica tra i suoi muscoli (quelli del viso specialmente) i suoi di timori e di paure che l'hanno consumato. č un incontro freddo quello dei novizi con il dio loro proposto. non serio. freddo. e nel caso in cui quell'immagine riflessa corrisponde e placa timori e paure, ecco l'incantesimo di sorrisi che appiono su volti rilassati e chiusure di portoni di chiese alle spalle. ma nel caso in cui a rispecchiarsi č un dio-lontano dalle paure e dai timori, ecco l'allontanamento e la provocazione. nč l'uno nč l'altro modo rappresenta quel "rinnegare sč stesso" quel costante dimenticare sč stesso con lo sgurado rivolto non troppo in alto, ma affianco. meriti a costanzo per aver proposto una lettura laica degli animi, anzi no, semplicemente umana. perchč umano, squisitamente umano č il modo che dio sceglie per chiamare. perchč nessuno se non il dio saprebbe spiegare i movimenti degli animi che si aggirano in quei corridoi. e il senso e il significato degli allontanamenti e degli avvicinamenti, degli sguardi e dei moti delle viscere sono in tutto che č difficile da cogliere in un momento storico quando la storia č ancora in movimento. meriti a costanzo per l'elogio della sospensione del dio, degli animi, del giudizio. per avere descritto uomini che hanno vissuto se stessi muovendosi in lucidi pavimenti dell'anima.
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