leonardo96
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venerdì 4 maggio 2012
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siamo una bella razza di guardoni!
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Una tra le migliori pellicole di Alfred Hitchcock.
Jeff (un maturo e perspicace James Stewart), costretto a stare nel proprio appartamento nel Greenwich Village a causa di una gamba ingessata, scopre che il proprio vicino sia un assassino.
Da buon fotoreporter, Jeff dà inizio alle indagini, con l'aiuto della bella fidanzata (una Grace Kelly sensuale e intraprendente) e della spassosa infermiera (una frizzante Thelma Ritter).
Trama coinvolgente e stuzzicante, riprese precise e magistrali di un quartiere che funge da perfetto palcoscenico per un'avventura lineare e avvincente; battute sferzanti in contrappunto con la musica in sottofondo; Edith Head, costumista, è artefice dei meravigliosi costumi anni '50; questa è la vera interpretazione di Grace Kelly che spiega l'ossimoro "ghiaccio bollente" dedicatole da Hitchcock.
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Una tra le migliori pellicole di Alfred Hitchcock.
Jeff (un maturo e perspicace James Stewart), costretto a stare nel proprio appartamento nel Greenwich Village a causa di una gamba ingessata, scopre che il proprio vicino sia un assassino.
Da buon fotoreporter, Jeff dà inizio alle indagini, con l'aiuto della bella fidanzata (una Grace Kelly sensuale e intraprendente) e della spassosa infermiera (una frizzante Thelma Ritter).
Trama coinvolgente e stuzzicante, riprese precise e magistrali di un quartiere che funge da perfetto palcoscenico per un'avventura lineare e avvincente; battute sferzanti in contrappunto con la musica in sottofondo; Edith Head, costumista, è artefice dei meravigliosi costumi anni '50; questa è la vera interpretazione di Grace Kelly che spiega l'ossimoro "ghiaccio bollente" dedicatole da Hitchcock.
Baci, litigi, inseguimenti, obiettivi che spiano il muoversi delle persone: il tutto ha inizio da una finestra sul cortile, e da lì finisce. Film da vedere e rivedere... ottimo lavoro, Mister Hitchcock!
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alex41
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sabato 9 ottobre 2010
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questo piccolo grande capolavoro!
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Il maestro del brivido Alfred Hitchcock ha creato un film perfetto di suspence, thrilling e poliziesco. I primi dieci minuti sono lenti e un po' pesantucci, ma al momento di quando la bella Grace Kelly avverte James Stewart che alla finestra di fronte crede di aver visto compiersi un omicidio da parte del misterioso Thorwald. L'uomo, con una gamba ingessata a causa di un incidente sul lavoro, seguirà col binocolo il vicino dalla finestra di casa sua, seguendo passo dopo passo i suoi piani, fino a quando penserà davvero che ha ammazzato la moglie. Premetto, è forse uno dei migliori film di Alfred, con una buona regia, grande tensione, bravissimi gli attori protagonisti, un giallo thriller nato da un'idea semplice, ma che colpisce come una lama nel cuore.
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Il maestro del brivido Alfred Hitchcock ha creato un film perfetto di suspence, thrilling e poliziesco. I primi dieci minuti sono lenti e un po' pesantucci, ma al momento di quando la bella Grace Kelly avverte James Stewart che alla finestra di fronte crede di aver visto compiersi un omicidio da parte del misterioso Thorwald. L'uomo, con una gamba ingessata a causa di un incidente sul lavoro, seguirà col binocolo il vicino dalla finestra di casa sua, seguendo passo dopo passo i suoi piani, fino a quando penserà davvero che ha ammazzato la moglie. Premetto, è forse uno dei migliori film di Alfred, con una buona regia, grande tensione, bravissimi gli attori protagonisti, un giallo thriller nato da un'idea semplice, ma che colpisce come una lama nel cuore. In tutti i suoi film, Hitchcock usa gli oggetti come fonte di paura: uccelli volanti assassini, paura della vertigine, nodi alla gola e perfino vicini di casa serial killer. Un piccolo grande capolavoro, con un finale pazzesco.
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tony montana
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domenica 14 novembre 2010
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magistrale
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Jeff è un fotoreporter costretto in casa da una gamba ingessata. Ciò che riempie le sue noiose giornate è la vista che la finestra del soggiorno offre sugli appartamenti dei vicini, in cui egli ama sbirciare furtivo. Ma il passatempo diventa fissazione quando si convince che in uno di questi è accaduto qualcosa di sinistro…
Con la prima ufficiale tenutasi a New York nel 1954, vide la luce uno dei film più sorprendenti di tutta la storia del cinema, un’opera capace di gettarsi avanti nel tempo di decenni, tanto la sua concezione si rivelò innovativa in quel dato periodo storico. Sorprendente fu allora e sorprendente rimane ancora adesso, a dispetto del tempo e della vorticosa evoluzione cinematografica.
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Jeff è un fotoreporter costretto in casa da una gamba ingessata. Ciò che riempie le sue noiose giornate è la vista che la finestra del soggiorno offre sugli appartamenti dei vicini, in cui egli ama sbirciare furtivo. Ma il passatempo diventa fissazione quando si convince che in uno di questi è accaduto qualcosa di sinistro…
Con la prima ufficiale tenutasi a New York nel 1954, vide la luce uno dei film più sorprendenti di tutta la storia del cinema, un’opera capace di gettarsi avanti nel tempo di decenni, tanto la sua concezione si rivelò innovativa in quel dato periodo storico. Sorprendente fu allora e sorprendente rimane ancora adesso, a dispetto del tempo e della vorticosa evoluzione cinematografica. Uno dei pregi principali de “La finestra sul cortile”, difatti, sta proprio nel non portarsi appresso il peso degli anni; una prerogativa, questa, quasi esclusiva dei capolavori. Se la confezione non può non lasciar trapelare il distacco dalla modernità filmica, la genialità e la maestria che giacciono alle spalle di questa pellicola non possono altresì conoscere scadenza, ed anzi debbono rappresentare oggi un modello, un punto di riferimento e di comparazione per la cinematografia attuale, così immersa nel terzo millennio ma troppo spesso incapace, nella sua indolenza e faciloneria, di elevare un’idea semplice a livelli assoluti: esattamente quello che fece Alfred Hitchcock con questo suo film. Affascinante, intrigante, persino divertente, “Rear Window” è un’opera che avvolge splendidamente lo spettatore sin dai primissimi minuti per mano di una regia scrupolosamente dosata, con la macchina da presa che si muove sorniona scrutando ambienti ristretti come fossero immensi spazi aperti da setacciare, dando l’impressione che ci debba sempre essere qualche cosa di diverso e di interessante da mostrare in un’ambientazione circoscritta all’appartamento di Jeff e alla veduta del cortile con annesse abitazioni sovrastanti (uno dei set più imponenti mai costruiti sino ad allora dalla Paramount). Su quest’impalcatura Hitchcock (con il supporto dello sceneggiatore John Michael Hayes) si diverte, tramite il personaggio di James Stewart, a dare libero sfogo al suo debole per il voyeurismo, vero e proprio motore della vicenda, ma la grandezza del suo lavoro risiede soprattutto nell’aver saputo creare una straordinaria commistione di giallo-thriller, note da commedia e un pizzico di humour nero che a volte sfocia nel macabro appena accennato e mai evidenziato, sempre smorzato come si conviene all’atmosfera del film. I suddetti elementi beneficiano di un bilanciamento sottile e perfetto che li rende addirittura complementari l’uno con l’altro nel corso della narrazione, rendendola così ricca e sfaccettata, senza però mai penalizzare il crescendo di mistero proprio della storia di fondo. Hitchcock impartisce una vera e propria lezione di linguaggio visivo applicato alla cinematografia, comunicando con lo spettatore innanzitutto tramite le immagini, ovvero mostrandogli (non raccontandogli verbalmente, laddove le parole non siano necessarie), ciò che gli occorre sapere, e utilizzando oculatamente i dialoghi soprattutto per relazionare e quindi definire i personaggi nel migliore dei modi, rendendoli assolutamente piacevoli e interessanti. La relazione che intercorre fra Jeff e Lisa, il loro bizzarro interagire, incuriosisce ed intrattiene tanto quanto il mistero della vicina di casa svanita nel nulla, e le scene che coinvolgono i loro vivaci dibattiti costituiscono uno stacco perfetto e consistente da situazioni più cupe e di minore distensione per i protagonisti: una complessa, squisita alternanza di ironia e suspense. Se Grace Kelly si presenta a noi, fin dalla sua primissima apparizione (il bacio di Lisa a Jeff è nella sua semplicità uno dei più belli mai visti al cinema), come una vera gioia per gli occhi, completamente immersa e a suo agio in un personaggio creato su misura per lei, la nostra attenzione viene giocoforza catalizzata dal grande James Stewart, che attraverso il suo viso mobile e morbido riesce a rendere viva un’infinita gamma di stati d’animo: dalla curiosità all’ansia, dalla noia alla paura, dallo stupore all’apprensione; sempre con eguale efficacia e naturalezza. E’ lui il vero mattatore del film, seppure in un ruolo atipico e tutt’altro che comodo. Citazione doverosa anche per la brava Thelma Ritter nelle vesti di Stella, infermiera tuttofare al servizio del malconcio e spesso caustico Jeff. Con La finestra sul cortile, Hitchcock ci propone un microcosmo che racchiude un’infinità di situazioni comuni a contornare un accadimento invero brutale. Ma a dispetto di ciò, l’atmosfera che domina il film emana calore, intimità, condivisione, e immedesimandoci nel protagonista riusciamo a comprendere i motivi per i quali il personaggio interpretato da Stewart senta l’esigenza di interessarsi alle vicende che gli si parano dinanzi, di scrutarle attraverso l’obiettivo della sua macchina fotografica: egli è incerto, vulnerabile e insoddisfatto quanto le vite dei soggetti che osserva, e per questo ne è attratto in maniera quasi morbosa. Una sorta di metafora dell’ironia e dell’ambiguità della vita. Non termineremmo mai di spendere parole utili a porre in risalto tutti gli aspetti e le sottigliezze che rendono questo film del tutto unico e particolare, scena dopo scena: se ne potrebbero scrivere veri e propri trattati. E’ quindi per questo motivo che, giunti a questo punto, ci limiteremo a racchiuderne definitivamente la grandezza in un’unica, solenne definizione: capolavoro.
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il cinefilo
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mercoledì 4 agosto 2010
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una delle migliori pellicole di a.hitchcock
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TRAMA:Il fotografo Jeffrey(James Stewart)a causa di un incidente si ritrova ingessato nel suo appartamento e,per passare il tempo,si interessa a "scrutare" la vita dei vicini mediante l'uso di un cannocchiale,ma presto si convincerà di aver "scoperto" un omicidio...COMMENTO: Il grande regista Alfred Hitchcock confeziona,con questo film,una delle sue opere migliori e giustamente entrate nel mito della cinematografia americana.
Lo schema narrativo è costruito su un "impianto" che al giorno d'oggi si potrebbe definire "voyeuristico" ma il suo punto di forza principale,oltre che nelle strepitose performance dei protagonisti,si trova proprio su questo tipo di "voyeurismo cinematografico".
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TRAMA:Il fotografo Jeffrey(James Stewart)a causa di un incidente si ritrova ingessato nel suo appartamento e,per passare il tempo,si interessa a "scrutare" la vita dei vicini mediante l'uso di un cannocchiale,ma presto si convincerà di aver "scoperto" un omicidio...COMMENTO: Il grande regista Alfred Hitchcock confeziona,con questo film,una delle sue opere migliori e giustamente entrate nel mito della cinematografia americana.
Lo schema narrativo è costruito su un "impianto" che al giorno d'oggi si potrebbe definire "voyeuristico" ma il suo punto di forza principale,oltre che nelle strepitose performance dei protagonisti,si trova proprio su questo tipo di "voyeurismo cinematografico".
Il regista inquadra,oltre alla vicenda principale,anche quelle(con una tonalità solo apparentemente secondaria)di tutte le persone che,nel quartiere,"circondano" la vita del protagonista rendendola definitivamente il "perno centrale" della sceneggiatura e la macchina fotografica-cannocchiale ricopre pienamente,in chiave interpretativa,un certo simbolismo metaforico perfettamente integrato e funzionale alla narrazione e fondamentale all'obiettivo del regista e dello sceneggiatore.
La storia viene raccontata,come sempre(o quasi),con una vitalità e un sottofondo narrativo piacevolmente umoristico assolutamente irresistibili e rendono la pellicola capace di essere vista e rivista all'infinito e senza mai rivelarsi "datata" e la coppia James Stewart-Grace Kelly è una delle migliori che si possano vedere sullo schermo.
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mondolariano
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giovedì 14 aprile 2011
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una pietra miliare della cultura americana
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C’è poco da dire in un’opera perfetta come questa, la cui importanza trascende perfino i confini del cinematografo collocandosi tra le pietre miliari della cultura americana. Innanzi tutto: la deliberata staticità della scena e la capacità di raggiungere un elevato grado di suspense con un’energia che proprio della staticità sembra nutrirsi (invece del contrario come solitamente avviene). L’ambientazione cittadina è chiaramente avvertibile, con una New York immersa in un’atmosfera estiva e popolare come una borgata. Grande rilevanza assumono i rumori di fondo: le voci lontane, le musiche, i gorgheggi della cantante, le sirene delle navi e i clacson delle auto. Chi potrà mai dimenticare l’immagine del sigaro acceso che punteggia la stanza buia, o il rumore crescente dei passi nel finale? L’unico neo sta nella coppia male assortita di James Stewart (poco credibile come fotografo spericolato) e di Grace Kelly (troppo principesca e decisamente sorpassata per i gusti odierni, anche se nel 2001 Nicole Kidman imiterà la sua pettinatura in “The Others”).
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C’è poco da dire in un’opera perfetta come questa, la cui importanza trascende perfino i confini del cinematografo collocandosi tra le pietre miliari della cultura americana. Innanzi tutto: la deliberata staticità della scena e la capacità di raggiungere un elevato grado di suspense con un’energia che proprio della staticità sembra nutrirsi (invece del contrario come solitamente avviene). L’ambientazione cittadina è chiaramente avvertibile, con una New York immersa in un’atmosfera estiva e popolare come una borgata. Grande rilevanza assumono i rumori di fondo: le voci lontane, le musiche, i gorgheggi della cantante, le sirene delle navi e i clacson delle auto. Chi potrà mai dimenticare l’immagine del sigaro acceso che punteggia la stanza buia, o il rumore crescente dei passi nel finale? L’unico neo sta nella coppia male assortita di James Stewart (poco credibile come fotografo spericolato) e di Grace Kelly (troppo principesca e decisamente sorpassata per i gusti odierni, anche se nel 2001 Nicole Kidman imiterà la sua pettinatura in “The Others”).
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corry
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lunedì 7 settembre 2009
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la perfezione ne "la finestra sul cortile"
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La finestra sul cortile è uno tra i rari film (assieme a Sentieri Selvaggi e Un dollaro d'onore e pochi altri) i quali
pur guardandoli spesso non esitano mai di stupirmi per nuovi spunti riflessivi o per particolari sfuggiti o più semplicemente per la loro perfezione.Esso e riuscito nel difficile intento da parte di autori e cast tecnico per la perfetta coesione di attori superlativi e in grado di fornire uno standard reitativo di gruppo mozzafiato per la capacità di autocompletarsi a vicenda,merito questo di ottimi registi ma sopratutto di attori (jimmy Stewart in questo era un maestro,
di una bravura viscerale nel riuscire a calarsi nel ruolo conl'aggiunta del proprio carisma caratteriale (solo i vari Peck, C.
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La finestra sul cortile è uno tra i rari film (assieme a Sentieri Selvaggi e Un dollaro d'onore e pochi altri) i quali
pur guardandoli spesso non esitano mai di stupirmi per nuovi spunti riflessivi o per particolari sfuggiti o più semplicemente per la loro perfezione.Esso e riuscito nel difficile intento da parte di autori e cast tecnico per la perfetta coesione di attori superlativi e in grado di fornire uno standard reitativo di gruppo mozzafiato per la capacità di autocompletarsi a vicenda,merito questo di ottimi registi ma sopratutto di attori (jimmy Stewart in questo era un maestro,
di una bravura viscerale nel riuscire a calarsi nel ruolo conl'aggiunta del proprio carisma caratteriale (solo i vari Peck, C.Grant o Wayne erano al livello dell'intelligente sarcasmo e humor propri della caratura di questi maestri).
Capitolo a parte per il ruolo femminile di punta :che dire di Grace splendida e ottima interprete intelligente nel creare un perfetto connubio tra bellezza allo stato puro e ottime doti interpretative.Burr perfetto anche se in una parte riduttiva per le sue doti di otimo attore,Poi la scnografia,le splendide musiche jazz (moderne e adatte al tema del film)
e la bellezza dell'idea del microcosmo cortile-condominio con un corredo di ottima scelta del colore (molto anni '50) e il capolavoro è fatto.UNICO.
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samanta
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lunedì 9 luglio 2018
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un brivido di autore
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La finestra sul cortile è un film inserito dall'America Institute nella lista dei 100 film più belli della storia del cinema. Girato da Hitchkock quasi subito dopo il "Delitto perfetto" nel periodo dal 27 novembre '53 al 13 gennaio 54, i critici osservarono che Hitch quando iniziò le riprese aveva già nella sua testa tutto il film.
Hitch andò in controdenza con i gusti dell'epoca che per combattere la televisione, realizzavano colossal di genere storico o mitologico (La Bibbia, La Tunica, Quo Vadis, Ben Hur ... adesso ci sono i blockbuster carichi di effetti speciali sulle avventure dei super eroi) in questo caso riprese un'unica ambientazione consistente nell'alloggio che guarda un cortile e di fronte una casa abitata da vari inquilini, l'isolato venne realizzato negli studios della Paramount.
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La finestra sul cortile è un film inserito dall'America Institute nella lista dei 100 film più belli della storia del cinema. Girato da Hitchkock quasi subito dopo il "Delitto perfetto" nel periodo dal 27 novembre '53 al 13 gennaio 54, i critici osservarono che Hitch quando iniziò le riprese aveva già nella sua testa tutto il film.
Hitch andò in controdenza con i gusti dell'epoca che per combattere la televisione, realizzavano colossal di genere storico o mitologico (La Bibbia, La Tunica, Quo Vadis, Ben Hur ... adesso ci sono i blockbuster carichi di effetti speciali sulle avventure dei super eroi) in questo caso riprese un'unica ambientazione consistente nell'alloggio che guarda un cortile e di fronte una casa abitata da vari inquilini, l'isolato venne realizzato negli studios della Paramount.
La trama: Jeff (James Stewart) un fotografo noto è costretto a stare in casa per una frattura alla gamba e passa il tempo a spiare gli inquilini della casa di fronte con il teleobiettivo della sua macchina fotografica, interrompono il suo spionaggio le visite della terapista Stella (Thelma Ritter) e di Lisa (Grace Kelly) la fidanzata ragazza dell'alta società, che vuole sposarlo per indurlo a una vita più tranquilla. Da un grido nella notte Jeff sospetta che un dirimpettaio (Raymond Burr non ancora Perry Mason) abbia ucciso la moglie e l'abbia fatta a pezzi: con l'aiuto specie della fidanzata riuscirà a scoprire la verità ed inchiodare l'assassino.
Il film, che all'epoca ebbe un grande successo commerciale, mostra tutta l'abilità di Hitch che malgrado la fissità dell'ambientazione riesce a creare un film avvincente carico di suspence, non c'è una ripresa o un dialogo di troppo, nei dialoghi traspare non solo l'umorismo di Hitch ma anche viene dato spazio al duetto amoroso tra Jeff e Lisa senza che questo disturbi la storia principale. James Stewart recita alla grande, così come è ottima Grace Kelly la cui sensualità è ammantata da un un distacco algido. Il regista aveva scoperto nel film precedente (vedi mia recensione) che Grace dietro un manto di rispettabilità aveva una notevole carica sessuale e utilizzò questo lato dell'attrice anche nel film successivo (Caccia al ladro). La morale del film è che essere voyeur è un aspetto della debolezza umana (ora ormai costume alla grande con le riviste o i talk show che investigano sui lati intimi dei vari personaggi). Jeff spiando scopre un caleidiscopio di umanità con vizi, caratteristiche, pregi i più vari: la zitella che cerca incontri occasionali, la ballerina che si esercita, la coppia di sposi attaccati a un cagnolino ... .Ci fu una relazione tra James Stewart e Grace Kelly?Forse no ma solo un occasionale flirt, a sentire i testimoni Grace fece una corte insistente a James che ne era lusingato. Un film capolavoro da vedere comprando il DVD o quando lo danno in TV.
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gianleo67
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sabato 19 maggio 2012
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voyerismo da antologia
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Un abile fotoreporter, costretto a casa da una frattura alla gamba per cause professionali, spia dalla finestra i suoi variegati dirimpettai. Durante queste osservazioni diuturne gli sembra di scoprire un terribile uxoricidio.Dovrà rischiare non poco per convincere l'amico poliziotto e la fidanzata che non è solo frutto della sua fervida immaginazione. L'autore è sempre affezionato allo schema usuale del testimone incompreso cui viene in soccorso la sua bella "occhio di lince" (una Grace Kelly di mirabile bellezza ed elegante talento) e cui si oppone la solità ottusità del poliziotto di turno. Ma questo è solo un pretesto per cotruire una personale e sublime teoria dello sguardo e della visione filmica.
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Un abile fotoreporter, costretto a casa da una frattura alla gamba per cause professionali, spia dalla finestra i suoi variegati dirimpettai. Durante queste osservazioni diuturne gli sembra di scoprire un terribile uxoricidio.Dovrà rischiare non poco per convincere l'amico poliziotto e la fidanzata che non è solo frutto della sua fervida immaginazione. L'autore è sempre affezionato allo schema usuale del testimone incompreso cui viene in soccorso la sua bella "occhio di lince" (una Grace Kelly di mirabile bellezza ed elegante talento) e cui si oppone la solità ottusità del poliziotto di turno. Ma questo è solo un pretesto per cotruire una personale e sublime teoria dello sguardo e della visione filmica. Si tratta di un brillante giallo da camera con epilogo al cardiopalma giocato su una apparentemente statica alternanza di campi medi e primi piani da cui origina una straordinaria e dinamica dialettica della narrazione visiva. Hitchcock definisce una vera e propria 'estetica del campo medio', una semiotica del linguaggio gestuale che sono l'elemento di descrizione visiva della narrazione. L'altro percorso, quello verbale, è invece affidato (quasi esclusivamente) al conciliabolo di deduzioni e contro-deduzioni che si svolge nell'appartamento dell'osservatore-testimone (ancora una volta uno Stuart di misurata perfezione). Questi due percorsi paralleli e in apparanza intangibili tracciano una drammatica intersezione nell'escamotage finale dell'anello rivelatore che Lisa mostra al suo innamorato dalla finestra di fronte, 'illuminando' così i sospetti dell'assassino sul suo misterioso accusatore. Straordinaria peraltro la funzione "meta-cinematografica" del teleobiettivo, utilizzato dal protagonista, sia come mero espediente narrativo, sia come tecnica naturale per passare dal campo medio ai piani racvvicinati. Tra tutte, due le sequenze che sublimano l'azione: la già citata scena dell'anello mostrato da Lisa dalla finestra e l'uso del flash come inusuale ed originale arma bianca con cui tenere a bada il minaccioso assassino. La messa in scena è di geniale semplicità ricalcando una struttura pseudo-teatrale con la prevalenza dei campi medi che inquadrano 'le finestre di fronte' come altrettanti e gustosi siparietti di vita privata:al piano terra una anziana signora col pallino della scultura e una zitella dalla disastrosa vita sentimentale ('cuore solitario'); al primo piano una avvenente 'ape regina' danzatrice classica, un pianista solitario in crisi creativa, una coppia di sposi novelli impegnati in estenuanti maratone amorose , un rappresentante di gioielli tiranneggiato dalla moglie allettata; all'ultimo piano una coppia di miti coniugi con barboncino che hanno eletto come stanza matrimoniale estiva il loro balcone.Tra questi, come in un comics degli anni '50, troverete l'assassino e la sua vittima designata.Non vi sveliamo il finale perchè siamo certi che lo conoscete già! Omaggiato splendidamente da B.De Palma nel suo "Two Sister" del 1973.
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emmylemmon xd
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martedì 16 luglio 2013
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puro alfred hitchcock
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Un fotoreporter di successo L.B. "Jeff" Jeffries (James Stewart), in seguito ad un incidente in serivizio, è costretto su una sedia a rotelle e, per ingannare il tempo durante gli afosi giorni estivi, osserva con curiosità il vicinato. Questo suo hobby lo distrae felicemente dalla sua bellissima fidanzata Lisa Freemont (Grace Kelly), che vorrebbe sposarlo. Ben presto, però, nota qualcosa di strano: la moglie di una delle tante coppie del vicinato, la signora Thorwad, sparisce senza lasciare traccia, e Jeff sospetta subito il marito (Raymond Burr)... Diretto dal "maestro del brivido" Alfred Hitchcock e tratto da un racconto di Cornell Woolrich, "La finestra sul cortile" è considerato, oltre che uno dei suoi più grandi capolavori, uno dei thriller più intriganti e geniali dell'intera storia del cinema.
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Un fotoreporter di successo L.B. "Jeff" Jeffries (James Stewart), in seguito ad un incidente in serivizio, è costretto su una sedia a rotelle e, per ingannare il tempo durante gli afosi giorni estivi, osserva con curiosità il vicinato. Questo suo hobby lo distrae felicemente dalla sua bellissima fidanzata Lisa Freemont (Grace Kelly), che vorrebbe sposarlo. Ben presto, però, nota qualcosa di strano: la moglie di una delle tante coppie del vicinato, la signora Thorwad, sparisce senza lasciare traccia, e Jeff sospetta subito il marito (Raymond Burr)... Diretto dal "maestro del brivido" Alfred Hitchcock e tratto da un racconto di Cornell Woolrich, "La finestra sul cortile" è considerato, oltre che uno dei suoi più grandi capolavori, uno dei thriller più intriganti e geniali dell'intera storia del cinema. E' inoltre interpretato da attori superbi: l'ottimo James Stewart, alla sua seconda collaborazione con il regista, si dimostra il perfetto eroe hitchconiano, un uomo comune coinvolto per caso in un crimine, la stupenda Grace Kelly si dimostra un'attrice capace, ma la vera "pietra miliare" è la frenetica Thelma Ritter, che, interpretando la simpatica infermiera di Jeff, da un pizzico di ironia al film. Piano zeppo di suspence e humor nero, "La finestra sul cortile" è la fusione perfetta di molti temi tipicamente hitchconiani: il rapporto di coppia, che il protagonista vede riflesso nel vicinato e che costituisce la vera "cornice" del film, il coinvolgimento protagonista- spettatore, il quale si trova "inchiodato alla poltrona" come James Stewart alla sedia a rotelle, e la tecnica del McGuffin, ossia un oggetto di poca importanza, ma che costituisce il vero nucleo narrativo della storia, rappresentato dalla gamba ingessata di Jeff. Per concludere "La finestra sul cortile" è un film travolgente ed originale, uno dei più indimenticabili di tutti i tempi.
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valetag
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mercoledì 26 febbraio 2014
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faremmo meglio a guardare in casa nostra.
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“Jeff” Jefferson, fotografo giramondo, costretto a restare chiuso in casa per una gamba rotta, trascorre le giornate spiando dalla finestra gli inquilini dei palazzi che si affacciano sulla corte. Una notte, si accorge dello strano comportamento di uno dei vicini, e inizia a sospettare che sia stato commesso un omicidio.
Con l’aiuto dell’infermiera Stella, della fidanzata Lucy, e di Doyle, l’investigatore malcredente, compone i vari pezzi, fino ad arrivare alla soluzione del caso.
Alla trama s’intrecciano i problemi di coppia, non solo quelli del protagonista, ma anche quelli degli altri personaggi. Se notiamo, infatti, nessuno dei vicini ha una storia amorosa felice e stabile.
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“Jeff” Jefferson, fotografo giramondo, costretto a restare chiuso in casa per una gamba rotta, trascorre le giornate spiando dalla finestra gli inquilini dei palazzi che si affacciano sulla corte. Una notte, si accorge dello strano comportamento di uno dei vicini, e inizia a sospettare che sia stato commesso un omicidio.
Con l’aiuto dell’infermiera Stella, della fidanzata Lucy, e di Doyle, l’investigatore malcredente, compone i vari pezzi, fino ad arrivare alla soluzione del caso.
Alla trama s’intrecciano i problemi di coppia, non solo quelli del protagonista, ma anche quelli degli altri personaggi. Se notiamo, infatti, nessuno dei vicini ha una storia amorosa felice e stabile.
Tra gli elementi più preziosi troviamo l’interpretazione sublime di Grace Kelly: con quegli occhi di ghiaccio , chiede insistentemente la nostra attenzione, proprio come nel film cerca quella di Jeff. AncheThelma Ritter dimostra grandi capacità nel rappresentare la simpatia e l’ironia dell'infermiera Stella.
Hitchcock utilizza tecniche di ripresa interessanti ed innovative, come quando ci invita ad osservare con l’obiettivo-telecamera attraverso le finestre: è proprio come guardare uno schermo dentro lo schermo, assistere ad uno spettacolo nello spettacolo. Inoltre, destreggiandosi con i primi piani, ci mostra i particolari necessari per risolvere il caso, proprio come se le telecamere fossero gli occhi di Jeff.
Le musiche non sono state composte appositamente per il film, ma il risultato è molto gradevole. Unica pecca, durante la scena in cui viene ritrovato il cane morto, al posto della motivo allegro credo fosse meglio sfruttare una melodia tragica per sottolineare il momento di pathos.
Curioso anche l’ammonimento che ci dà il regista: Jeff, all’inizio ha una gamba ingessata, ma alla fine del film se ne ritrova due, perché questo è il prezzo da pagare per non essersi fatto gli affari propri.
<<Siamo diventati una razza di guardoni, la gente dovrebbe guardare un po’ in casa propria tanto per cambiare>> . Ovviamente l’ammonimento di Stella non è rivolto solo a Jeff, ma a tutti gli spettatori, che fin dall'inizio si sentono coinvolti.
Film capolavoro, da vedere e rivedere all'infinito.
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