La classe operaia va in paradiso

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Un film di Elio Petri. Con Gian Maria Volonté, Mariangela Melato, Flavio Bucci, Luigi Diberti, Salvo Randone.
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Drammatico, Ratings: Kids+16, durata 125 min. - Italia 1972. MYMONETRO La classe operaia va in paradiso * * * - - valutazione media: 3,44 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Acquista »
   
   
   
gianni lucini venerdì 14 ottobre 2011
a lulù piacciono poco gli intellettuali Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
0%

Nome cognome e provenienza? «Massa Ludovico, detto Lulù, Lombardia, quasi svizzera....» Così si presenta ai due giovani meridionali cui dovrebbe insegnare il lavoro Lulù, il protagonista del viaggio cinematografico di Elio Petri nel tunnel dell’alienazione e delle lotte dei primi anni Settanta per migliorare la condizione operaia. Non è un eroe Lulù, anzi è un fragile ingranaggio di una macchina che rischia a ogni passo di stritolarlo. Nella sua camera da letto, sopra la sveglia del comodino c’è lo scudetto del Milan. Il primo giornale che legge mentre fa colazione è il “Tuttosport” e la discussione con il figlio di Lidia che apre la giornata riguarda la campagna acquisti delle squadre di calcio. [+]

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ralphscott martedì 25 gennaio 2011
io sono brava,io me la merito la pelliccia Valutazione 4 stelle su cinque
82%
No
18%

Son passati quasi quarant'anni,ma questo resta un film attuale. Le rivendicazioni,i timori,l'alienazione dell'uomo nella fabbrica son sempre quelle. Mentre Mike Bongiorno torchia i concorrenti,in sottofondo,la vita degli operai nelle loro umili case va avanti,fin quando una sveglia,l'indomani,darà inizio ad altre fatiche. Accanto al "mostro" Volonté,troviamo una Melato eccentrica,commovente nel sognare una vita migliore,magari aiutata dalle parrucche e dal visone,a cui aspira. Risate amare

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faber venerdì 14 marzo 2008
scusate la prolissità,ma certe cose si chiariscono Valutazione 4 stelle su cinque
67%
No
33%

Io non voglio esaltare sproporzionatamente il film, che è un Capolavoro e se gli avessi assegnato meno di quattro stelle mi sarei sentito con la coscienza putrida, ma c'è un però. Innanzitutto, è vero che il film non sembra convincere poi tanto, giacchè tutta quela confusione, quest'atmosfera così insopportabilmente e fastidiosamente caotica, questo continuo rumore assordante che provoca una reppellenza angustiante già dai titoli di testa sembra essere stata creata volutamente, e forse anche troppo, tanto che non si capisce bene dovè che finisca l'intento artistico e dove cominci, dicamo così, la "pecca", ossia l'incompetenza, l'errore, lo si chiami come meglio aggrada. Ma non si può trascurare una cosa, che è l'elemento centrale del film, del suo periodo, del regista, molto probabilmente del protagonista: raccontare l'esperienza atroce ed asfissiante della condizione operaia (peraltro in un'annata come il '71 che si commenta da sola). [+]

[+] troppo lungo... (di milomar)
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filippo catani venerdì 30 novembre 2012
ma che è vita questa lulu? Valutazione 5 stelle su cinque
86%
No
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In una fabbrica metalmeccanica lombarda, c'è un operaio che riesce a produrre più pezzi di tutti. Lo scenario cambierà quando l'uomo, a causa del suo frenetico lavoro, perderà un dito e comincerà a prendere parte, insieme ad altri colleghi, alle lotte sindacali.
Forse il punto più alto del cinema impegnato e di denuncia sociale a firma di Elio Petri. Intanto vengono mostrate le terribili condizioni di uomini e donne nella fabbrica con turni massacranti che, nella stagione invernale, iniziavano con il buio e finivano con il buio. E poi il problema del cottimo che, per chi come il protagonista aveva due famiglie da mantenere, diventava un modo per portare a casa più stipendio ma rischiando di mettere a repentaglio la propria salute fisica e mentale. [+]

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antonio tramontano sabato 8 febbraio 2014
opera sociologica di un maestro del cinema Valutazione 4 stelle su cinque
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 “La religione è l’oppio dei popoli” scriveva Karl Marx. Secondo la dottrina del materialismo storico, la futura rivoluzione proletaria avrebbe inaugurato, dopo un periodo di dittatura, un nuovo ordine basato su una giustizia sociale tale da realizzare il paradiso sulla terra. Di tutt’altro avviso è quest’opera di Elio Petri, dove il paradiso degli operai è un sogno raccontato da Lulù Massa, instancabile lavoratore odiato dai “compagni” colleghi, mal visto da studenti ed intellettuali a causa della sua devozione ai “padroni”e al sistema del cottimo che concerne esasperanti ritmi di lavoro con la promessa di guadagni maggiori. [+]

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luca scialò venerdì 5 agosto 2011
pregi e difetti dei movimenti degli anni '70 Valutazione 3 stelle su cinque
100%
No
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Lulu' Massa (GianMaria Volontè) è un operaio stacanovista, il quale, per i suoi eccellenti ritmi di lavoro e di produzione di cottimo, è malvisto dai suoi colleghi. Anche la sua vita privata non è delle migliori. Separato, deve mantenere la moglie e il figlio, mentre convinve con una parrucchiera e il suo bambino. Anch'essa (Mariangela Melato) critica verso di lui, soprattutto per la sua scarsa vena sessuale, dovuta proprio allo stress da lavoro. Ma un giorno la sua vita cambia. Perde un dito e così viene coinvolto nelle lotte sindacali e studentesche della sinistra in fermento d'inizio anni '70. Movimenti fino a quel momento snobbati. Ma ne assaggerà anche le utopie e le contraddizioni, con la paura di finire in manicomio come un altro ex operaio, anch'egli troppo zelante. [+]

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great steven martedì 9 giugno 2015
spietata e veritiera analisi di un folle sistema. Valutazione 3 stelle su cinque
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No
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LA CLASSE OPERAIA VA IN PARADISO (IT, 1972) diretto da ELIO PETRI. Interpretato da GIAN MARIA VOLONTé, MARIANGELA MELATO, SALVO RANDONE, GUERRINO CRIVELLO, GINO PERNICE, LUIGI DIBERTI, MIETTA ALBERTINI, DONATO CASTELLANETA, ADRIANO AMIDEI MIGLIANO, EZIO MARANO, FLAVIO BUCCI
Lulù lavora in un’industria milanese come saldatore, e grazie al suo lavoro ininterrotto e svolto con meticolosità mantiene due famiglie. È criticato dai colleghi per il suo eccessivo servilismo nei confronti dei padroni e deve subire le lamentele della compagna, con la quale non riesce ad avere rapporti intimi per la stanchezza che accumula lavorando. Un giorno gli capita un incidente mentre traffica vicino ad un macchinario, e perde un dito. [+]

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libero contumace venerdì 11 febbraio 2011
la consolazione dell'aldilà Valutazione 4 stelle su cinque
50%
No
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Il messaggio del film sta nel titolo.
L'unica consolazione che può avere la classe degli sfruttati è il "paradiso", ammesso che esista, e ammesso che non si vada a finire all'inferno.
La classe operaia non può dunque che sperare.
Infatti ogni tentativo di cambiamento radicale porta solo guai: Lulù perde il posto di lavoro, si avvicina pericolosamente alla pazzia, iniziano le crisi con la compagna.
Il regista, notoriamente di sinistra, da un lato riconosce e denuncia le pessime condizioni di lavoro degli operai negli anni settanta, ma al contempo critica i paladini della rivoluzione, studenti e (una minoranza fra gli) operai. [+]

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dandy giovedì 1 ottobre 2020
cottimo. Valutazione 3 stelle su cinque
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Come per il precedente "Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto",un altro film "scomodo" per l'epoca in cui uscì,sulle condizioni degli operai nelle fabbriche(girato nella fabbrica bloccata Ascensori Falconi a Novara).Col senno di oggi il discorso su capitalismo e cultura di massa(non a caso il nome del protagonista) appare meno lucido,merito di una regia che non azzecca del tutto il connubio tra cinema impegnato,commedia,discorsi politici(con anessi studenti rivoluzionari) e toni grotteschi.Ma l'interpretazione esagitata e sanguigna di Volontè è come sempre impeccabile,e la contraddizione sul sindacato nel finale è azzeccata. [+]

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flyingfrank giovedì 19 novembre 2020
assordante, alienante, disturbante... raro capolavoro Valutazione 5 stelle su cinque
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Il secondo capitolo della trilogia sul potere vede ancora una volta tre mostri sacri in azione: un incredibile Gian Maria Volonté, il genio registico di Petri e la sinistra quanto inebriante colonna sonora del grande Morricone.
Lulù Massa è un operaio espertissimo del cottimo, ovvero un ottimo modo per aumentare la produzione in fabbrica senza realmente premiarne l'artefice. Quando Lulù perderà un dito a causa del suo "orgoglio cottimista", la sua vita rischia di cambiare profondamente.
Un film rumoroso: la colonna sonora richiama il continuo funzionamento delle macchine in fabbrica, e non solo sovrasta le urla continue di Lulù e compagni, ma sembra quasi fondersi con le loro voci. I primi piani ravvicinati, forzati e angoscianti rimangono un punto di forza del cinema politico di Petri. [+]

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