mauro.t
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martedì 15 novembre 2022
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il girone infernale della cucina
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Andy, stimato cuoco di un ristorante londinese, inizia il suo turno arrivando in ritardo. Lo affliggono alcuni problemi personal con la ex moglie e il figlio. Sul luogo di lavoro di problemi ne trova altri: una ispezione che declassa il ristorante, lavapiatti gravemente ritardatari, un aiuto chef con richieste sindacali, una manager non in sintonia con la cucina, tensioni tra i lavoranti e clienti molto molto difficili. Come ciliegina sulla torta, a complicare il tutto, arriva all’ insaputa di Andy il suo vecchio mentore Alistair, chef stellato ora star televisiva e al contempo finanziatore dell’attività, che si presenta a cena con una nota critica gastronomica e con richieste pesantissime sul piano personale e gestionale.
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Andy, stimato cuoco di un ristorante londinese, inizia il suo turno arrivando in ritardo. Lo affliggono alcuni problemi personal con la ex moglie e il figlio. Sul luogo di lavoro di problemi ne trova altri: una ispezione che declassa il ristorante, lavapiatti gravemente ritardatari, un aiuto chef con richieste sindacali, una manager non in sintonia con la cucina, tensioni tra i lavoranti e clienti molto molto difficili. Come ciliegina sulla torta, a complicare il tutto, arriva all’ insaputa di Andy il suo vecchio mentore Alistair, chef stellato ora star televisiva e al contempo finanziatore dell’attività, che si presenta a cena con una nota critica gastronomica e con richieste pesantissime sul piano personale e gestionale. La serata diventa, in un crescendo diabolico, una vera discesa agli inferi. (Il sottotitolo “il disastro è servito” può indurre a pensare a un film comico, ma è una vera tragedia). Il film si sviluppa in un unico piano sequenza che proietta lo spettatore all’interno del ristorante e della cucina dalla parte dello staff. Lo spettatore percepisce tutto il disagio e la tensione del luogo di lavoro, e può colpire come un pugno in faccia chi ha frequentato i ristoranti solo come consumatore. Il lavoro di Barantini è un thriller atipico, una presa di distanza dalla rappresentazione glamour e patinata dell’arte culinaria, e insieme un omaggio al personale della ristorazione. La cucina viene ritratta correttamente come un luogo di lavoro ad altissimo stress. In questo caso oltretutto diventa amaro considerare che difficilmente l’infortunio da stress potrà essere annoverato tra gli incidenti sul lavoro. Bravi tutti gli attori. Un grande film.
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paolorol
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giovedì 2 febbraio 2023
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una cena o una battaglia ?
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Unità di tempo e luogo per questa tragedia moderna e claustrofobica che permette a Barantini di dipingere un quadro a tinte fosche che rappresenta in modo efficace il "dietro le quinte" di un ristorante stellato. Non tutto è oro quel che luccica, e la realtà è spesso molto lontana dalla rappresentazione patinata data da innumerevoli trasmissioni televisive dedicate alla ristorazione. Geniale la scelta del lungo piano sequenza, perfetta per restituire con verismo un racconto dall'impianto teatrale. Scene di ordinaria follia che coinvolgono lo spettatore grazie alla perfetta interpretazione di tutti gli attori, di primo e secondo piano. Ogni scena trasmette lo stress ed il disagio di chi non si trova semplicemente dietro ad un fornello a cucinare cibi ma anche e soprattutto impegnato in una lunga corsa ad ostacoli, un crudele gioco dell'oca che ad ogni step regala imprevisti e sorprese non sempre gradevoli: personale ingestibile, controlli sanitari sadici, clienti pazzi ed arroganti, critici gastronomici isterici e capricciosi.
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Unità di tempo e luogo per questa tragedia moderna e claustrofobica che permette a Barantini di dipingere un quadro a tinte fosche che rappresenta in modo efficace il "dietro le quinte" di un ristorante stellato. Non tutto è oro quel che luccica, e la realtà è spesso molto lontana dalla rappresentazione patinata data da innumerevoli trasmissioni televisive dedicate alla ristorazione. Geniale la scelta del lungo piano sequenza, perfetta per restituire con verismo un racconto dall'impianto teatrale. Scene di ordinaria follia che coinvolgono lo spettatore grazie alla perfetta interpretazione di tutti gli attori, di primo e secondo piano. Ogni scena trasmette lo stress ed il disagio di chi non si trova semplicemente dietro ad un fornello a cucinare cibi ma anche e soprattutto impegnato in una lunga corsa ad ostacoli, un crudele gioco dell'oca che ad ogni step regala imprevisti e sorprese non sempre gradevoli: personale ingestibile, controlli sanitari sadici, clienti pazzi ed arroganti, critici gastronomici isterici e capricciosi.
Ultimo ostacolo, ma non l'ultimo fra i vari problemi, la presa di potere da parte dei social, capitanati da influencer che, attraverso giudizi superficiali e spesso incompetenti sono in grado di determinare con altrettanta facilità gloria o rovina, ben più dei vari distributori di stelle, assegnate con criteri tutt'altro che limpidi.
L'alta cucina può uccidere ? Forse è questo il messaggio che il regista intende inviare agli spettatori ma più del messaggio conta la forma attraverso la quale viene inviato. Ed in uesto caso la forma è perfetta.
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