peer gynt
|
domenica 20 gennaio 2019
|
miti di vetro, o della fragilità dei supereroi
|
|
|
|
Ecco un film che sicuramente non piacerà alla maggior parte del pubblico. Perché? Perché se uno si aspettava il thriller condito di tensione, viene illuso dai primi 20 minuti e poi rischia di arrabbiarsi. Mentre se uno si aspettava il film con supereroi, ne trova tre talmente atipici, che soprattutto combattono poco e hanno pochissimi effetti speciali da mostrare, da far imbestialire tutti gli appassionati di fumetti e film Marvel.
Ma allora questo film cos'è? E soprattutto, vale qualcosa?
La valutazione che abbiamo dato, che a molti sembrerà troppo elevata, è dovuta a due doti che a Shyamalan non si possono negare: coraggio e originalità.
[+]
Ecco un film che sicuramente non piacerà alla maggior parte del pubblico. Perché? Perché se uno si aspettava il thriller condito di tensione, viene illuso dai primi 20 minuti e poi rischia di arrabbiarsi. Mentre se uno si aspettava il film con supereroi, ne trova tre talmente atipici, che soprattutto combattono poco e hanno pochissimi effetti speciali da mostrare, da far imbestialire tutti gli appassionati di fumetti e film Marvel.
Ma allora questo film cos'è? E soprattutto, vale qualcosa?
La valutazione che abbiamo dato, che a molti sembrerà troppo elevata, è dovuta a due doti che a Shyamalan non si possono negare: coraggio e originalità. Coraggio per l'idea di confezionare un film che narrativamente ha numerosi punti non chiari e alcune banalità sconcertanti, che è in buona parte troppo parlato e che sa di deludere le aspettative della maggior parte degli spettatori. Originalità perché questo non è un film con supereroi, ma un film sui supereroi, sulle tecniche narrative e metanarrative che ne regolano il complesso mondo fantastico, quasi quasi sembra un saggio letterario piuttosto che un film d'intrattenimento. E come ogni testo saggistico genera noia ma nello stesso tempo ti invita a riflettere e a ripensare a quanto dice, ed è capace di aprire prospettive inaspettate.
Ad esempio le continue allusioni (e anche le feroci critiche) al cinema con supereroi contemporaneo, di cui questo sembra l'assoluto ed esatto contrario, quasi come l'Uomo di vetro Elijah Price è l'assoluto ed esatto contrario dell'Infrangibile David Dunn. Che poi la "supereroicità" (esibita in tutti i film di supereroi ma qui addirittura messa in dubbio) che i nostri tre protagonisti possiedono e che cattive forze esterne (i veri villain del film) cercano di sopprimere e nascondere possa essere metafora di qualcosa che non va perso (la fantasia? l'individualità? il fine ultimo della propria esistenza?) direi che può essere vero come no, e magari non è nemmeno qualcosa cui Shyamalan ha davvero pensato (la cosiddetta "morale" del film). Comunque seppure latente c'è e ci ronza in testa quando usciamo dal cinema.
Insomma, una pellicola che non convince del tutto ma che comunque, stranamente, interessa molto e fa pensare. E anche questo è cinema.
[-]
[+] la presenza del diverso da noi e la fede in esso
(di antonio montefalcone)
[ - ] la presenza del diverso da noi e la fede in esso
|
|
[+] lascia un commento a peer gynt »
[ - ] lascia un commento a peer gynt »
|
|
d'accordo? |
|
gustibus
|
domenica 20 gennaio 2019
|
il vetro si rompe male!
|
|
|
|
Cocente delusione per questo "Glass"..Incrociando UNBREAKABLE e SPLIT si finisce il racconto dell'uomo di vetro,del vendicatore col poncio e dell'uomo dalle dieci personalita'tra la principale il mostro.Chi non ha visto UNBREAKABLE di 15anni fa non puo' comprendere appieno questo film.Ecco l'errore principale del regista Shyamalan.Poi a livello narrativo che dovrebbe scorrere.Si sofferma ben 30minuti sulle visite psichiatriche dei tre soggetti,direi troppo!La fine che ovviamente non diro'e'quasi comica.Come dico sempre spero abbia successo(oggi e' primo!)ma cio' non toglie che il buon regista de "il sesto senso"e'lontanoe'anni luce dal cinema di classe.
[+]
Cocente delusione per questo "Glass"..Incrociando UNBREAKABLE e SPLIT si finisce il racconto dell'uomo di vetro,del vendicatore col poncio e dell'uomo dalle dieci personalita'tra la principale il mostro.Chi non ha visto UNBREAKABLE di 15anni fa non puo' comprendere appieno questo film.Ecco l'errore principale del regista Shyamalan.Poi a livello narrativo che dovrebbe scorrere.Si sofferma ben 30minuti sulle visite psichiatriche dei tre soggetti,direi troppo!La fine che ovviamente non diro'e'quasi comica.Come dico sempre spero abbia successo(oggi e' primo!)ma cio' non toglie che il buon regista de "il sesto senso"e'lontanoe'anni luce dal cinema di classe.Il bello che si firma nella visione,come Hitchcok.Il primo quarto d'ora fa un cameo.Da vedere solo una volta.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a gustibus »
[ - ] lascia un commento a gustibus »
|
|
d'accordo? |
|
kaipy
|
domenica 20 gennaio 2019
|
sfuggente
|
|
|
|
Forse il limite più grande di questo film è il fatto che alla fine la trama non ha nulla di nuovo. Come nei fumetti tutti i personaggi sono uguali a se stessi e si comportano come hanno già fatto nei precedenti, la parte più interessante forse è stata la sequenza nella clinica, dove la dottoressa cercava di riportare alla realtà i tre superumani, creando una strana empatia con lo spettatore che a differenza della algida psichiatra crede fermamente nei super"eroi". Potevano esserci degli spunti interessanti da costruire sul figlio e sulla vittima di Split, ma tutto scorre e il film diventa più superficiale del voluto.
|
|
[+] lascia un commento a kaipy »
[ - ] lascia un commento a kaipy »
|
|
d'accordo? |
|
carloalberto
|
sabato 19 gennaio 2019
|
la visione di shyamalan
|
|
|
|
Con un terzetto di attori del calibro di James McAvoy, Bruce Willis e Samuel Jackson si può tenere desta l’attenzione del pubblico per due ore anche con una sceneggiatura in gran parte rimaneggiata da Shyamalan dai suoi precedenti lavori, Split e Unbreakable - Il predestinato. La visione del mondo come velo di Maya, tipica della cultura e delle religioni orientali, cui il regista appartiene naturalmente per le sue origini indiane, pervade questo film e influenza Shyamalan sin dal suo primo successo, Sesto senso, rivelandosi anche in altri film come in The Village. Il mondo dei fumetti, la realtà apparente, l’inganno delle masse e l’aspetto psichiatrico dei protagonisti mal si conciliano in una pellicola che inizia come thriller, prosegue come rappresentazione di casi clinici e termina come fantascienza, sfociando in un complottismo convenzionale mutuato dai social network e lasciando interdetti sulla coerenza della trama.
[+]
Con un terzetto di attori del calibro di James McAvoy, Bruce Willis e Samuel Jackson si può tenere desta l’attenzione del pubblico per due ore anche con una sceneggiatura in gran parte rimaneggiata da Shyamalan dai suoi precedenti lavori, Split e Unbreakable - Il predestinato. La visione del mondo come velo di Maya, tipica della cultura e delle religioni orientali, cui il regista appartiene naturalmente per le sue origini indiane, pervade questo film e influenza Shyamalan sin dal suo primo successo, Sesto senso, rivelandosi anche in altri film come in The Village. Il mondo dei fumetti, la realtà apparente, l’inganno delle masse e l’aspetto psichiatrico dei protagonisti mal si conciliano in una pellicola che inizia come thriller, prosegue come rappresentazione di casi clinici e termina come fantascienza, sfociando in un complottismo convenzionale mutuato dai social network e lasciando interdetti sulla coerenza della trama. Una interpretazione metaforica più profonda come riflessione fantastica sulle cause che reprimono le potenzialità creative degli individui nelle moderne società di massa presupporrebbe una intenzionalità di Shyamalan, nel concepire messaggi profetici da mediare filmicamente, che probabilmente esiste soltanto in forma subliminale nel regista, come una delle 23 personalità che abitano la psiche del maniaco criminale interpretato magnificamente ancora una volta, come in Split, da James McAvoy. In Glass sembra prevalere, tuttavia, l’anima commerciale dello sceneggiatore di successo che punta soprattutto al ritorno moltiplicato dei capitali investiti nella produzione, piuttosto che la volontà messianica di rivelare al mondo sconvolgenti verità.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a carloalberto »
[ - ] lascia un commento a carloalberto »
|
|
d'accordo? |
|
fabio
|
venerdì 18 gennaio 2019
|
lo showdown mancato.
|
|
|
|
"Non un'edizione limitata ma una storia di origine". La svolta, il colpo di scena c'è ma arriva tardi, dopo due ore ed un bel po'' di pazienza chiesta al pubblico. Chi ama il fumetto saprà apprezzare quanto di buono c'è nel film, ingenuità a parte.
|
|
[+] lascia un commento a fabio »
[ - ] lascia un commento a fabio »
|
|
d'accordo? |
|
tylerdurden76
|
giovedì 17 gennaio 2019
|
una degna chiusura.
|
|
|
|
Una degna chiusura di una strana e lunghissima trilogia (Unbreakable Split e questo Glass). Certamente non il miglior film di Shyamalan ma neppure uno dei peggiori... Anzi a chi sono piaciuti i primi due, non potrà che piacere anche questo e le sue atmosfere! E poi c'è il grande Bruce Willis, basterebbe lui per dire che l'accoppiata Willis/Shyamalan è una garanzia!
|
|
[+] lascia un commento a tylerdurden76 »
[ - ] lascia un commento a tylerdurden76 »
|
|
d'accordo? |
|
|
martedì 15 gennaio 2019
|
|
|
|
|
Io mi darei all'ippica fossi in Lei! piuttosto che autoconvincermi di poter fare il critico cinematografico! Con Affetto
[+] mamma mia
(di gustibus)
[ - ] mamma mia
|
|
[+] lascia un commento a »
[ - ] lascia un commento a »
|
|
d'accordo? |
|
|