paolp78
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giovedì 24 gennaio 2019
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non lascia il segno
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Confuso e deludente
Non riesce ad avvincere lo spettatore, in quanto inconsistente e privo di ritmo
Eccessivamente autoreferenziale, si avvita su se stesso, perdendo la presa sul pubblico e non destandone l'interesse
In alcune parti risulta affetto da imperfezioni di sceneggiatura e da sequenze chiaramente forzate
Della trilogia preferisco di gran lunga la prima pellicola, che era molto affascinante e lasciava il segno, questo invece si dimentica subito. Non ci sono novità rilevanti rispetto ai precedenti due film, infatti non vengono introdotti nuovi personaggi di rilievo, eccezion fatta per la dottoressa che però non colpisce particolarmente.
Anche la conclusione non è un granchè, compresa l'immancabile sorpresa finale, che stavolta è tutto sommato ben poca cosa.
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Confuso e deludente
Non riesce ad avvincere lo spettatore, in quanto inconsistente e privo di ritmo
Eccessivamente autoreferenziale, si avvita su se stesso, perdendo la presa sul pubblico e non destandone l'interesse
In alcune parti risulta affetto da imperfezioni di sceneggiatura e da sequenze chiaramente forzate
Della trilogia preferisco di gran lunga la prima pellicola, che era molto affascinante e lasciava il segno, questo invece si dimentica subito. Non ci sono novità rilevanti rispetto ai precedenti due film, infatti non vengono introdotti nuovi personaggi di rilievo, eccezion fatta per la dottoressa che però non colpisce particolarmente.
Anche la conclusione non è un granchè, compresa l'immancabile sorpresa finale, che stavolta è tutto sommato ben poca cosa. Inoltre c'è da dire che l'introduzione di questo elemento di sorpresa è diventato un vero e proprio marchio di fabbrica del regista, tanto che ormai ce lo si aspetta a tal punto che il vero colpo di scena sarebbe che per una volta Shyamalan vi rinunciasse.
Gli attori sono sicuramente bravi, soprattutto McAvoy, ma la sua performance è la stessa offerta nel film precedente, pertanto si passa dall'ammirazione che aveva destato la prima volta ad una certa assuefazione in questa seconda.
Una considerazione finale: fa quasi tristezza vedere Bruce Willis così invecchiato
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cinefoglio
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mercoledì 23 gennaio 2019
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istantanea di glass
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Siamo tornati dalla proiezione, chi entusiasta e chi deluso, da un film pieno di aspettative, e dal ritorno sullo schermo di personaggi indimenticabili, icone del genere, ma non sempre sfruttati al massimo.
Unire due universi, apparentemente alieni tra loro, è un compito arduo (sicuramente previsto dal genio-ideatore di M.
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Siamo tornati dalla proiezione, chi entusiasta e chi deluso, da un film pieno di aspettative, e dal ritorno sullo schermo di personaggi indimenticabili, icone del genere, ma non sempre sfruttati al massimo.
Unire due universi, apparentemente alieni tra loro, è un compito arduo (sicuramente previsto dal genio-ideatore di M. Night Shyamalan), che necessita della migliore scrittura, ma che, in generale, si affida più a degli escamotage narrativi in tutta la prima parte della visione, i cui particolari, tralasciati nel prologo, verranno ripresi solo successivamente grazie all’ausilio di flashback ed il recupero storico dei precedenti capitoli, forzando letteralmente l’incontro degli eroi-villain nell’ospedale psichiatrico.
Tema omnicomprensivo e trasversale è la retorica sul super-eroe, e l’immagine del super-uomo nella società attuale, interamente veicolato dal discorso sui fumetti: interessante come approccio critico, ma sfiancante se evoluto a leit motiv unico per più di due ore di girato. Motivo che cerca di guadare il confine tra poteri speciali e sovrannaturali, e i rari sintomi di patologie nascoste, meccanismo questo, che porterà a dubitare lo stesso uomo invincibile della propria condotta morale, ma che lascia, ahimè, perplessi gli spettatori super partes.
Il film, poi, si dilunga in sessioni da psicoanalisi per adolescenti ed effusioni empatiche da sindrome di Stoccolma, con scene di action un po’ prive di “azione”, sperimentando con l’iper-realtà, ma tradendosi in errori tecnici e di raccordo tra le sequenze.
Le interpretazioni sono sicuramente gli elementi più attesi.
Finalmente, dopo il primo capitolo dedicato al sopravvissuto Dunn, di Bruce Willis, che dal lontano 2000 eredita l’espressione dell’incomunicabilità, dopo il più recente Split (2016), nel quale la molteplicità attoriale di James McAvoy viene alla luce nella costante attesa e terrore, anticipato del risveglio della Bestia, anche Samuel L. Jackson nel ruolo della grande “Mente”, apparentemente innocuo e fragile uomo di vetro, legge il suo nome in copertina.
Pur dovendo essere Glass il centro narrativo del capitolo finale, si rivela infine essere il grande macchinatore solo a pellicola avviata. Dalla capigliatura sensazionale ed illusionista della mimica facciale, delude come evoluzione del personaggio, anche se tiene in serbo diversi colpi di scena corollati da uno showdown finale inaspettato.
L’immagine complessiva è un film pretenzioso, che cavalca la retorica a cui si ispira, ma non rende giustizia (o orgoglio) alla saga venutasi a creare, con la vaga idea di ispirazione noir, tanto cara a quei fumetti che della condizione umana e della sua unicità ne sono metafora.
21/01/2019
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essegi98
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martedì 22 gennaio 2019
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un film da evitare?
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Glass, è sicuramente un film che tutti attendevano e perchè poi entra in atto la delusione? perchè tutti puntano a criticare la sceneggiatura, forse a volte non vedendo il vero lato del film;come si dice per fare un buon film non servono eneormi effetti speciali, e non basta di certo avere degli attori che sanno fare un ottima intepretazione per salvare la pellicola. Sicuramente Glass non sarà il miglior film dell'anno ma ci sono film che sono più imbarazzanti di quest'ultimo.
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fabio
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martedì 22 gennaio 2019
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un pizzico di delusione
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Il gran finale arriva ma stavolta è un po' annacquato; il colpo di scena c'è ma dopo due ore di preparazione lo spettatore rischia di soffrirne. Specialmente la parte della "psicoterapia" appare troppo lunga e francamente improbabile. Ingenuità a parte, si poteva scrivere diversamente.
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andreabelisari
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lunedì 21 gennaio 2019
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indecente
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Questo è il peggior film di questo millennio e molto probabilmente anche del prossimo. annichilisce e distrugge i film precedenti di questa trilogia... protagonisti con storie importanti dietro fatti passare per fessi... tempi lunghi , morti e banali dentro all'ospedale.. il film poi ti prepara per una scena che non avverrà mai, e che forse avrebbe salvato questa pellicola. Insomma un bimbo di 10 anni avrebbe costruito un fil migliore.
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inesperto
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lunedì 21 gennaio 2019
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sì, mr.glass, hai vinto tu!
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Degna chiusura di una splendida trilogìa. Tre uomini dalle qualità straordinarie (Kevin, Elijah e David: l'anarchico, la mente e l'eroe riluttante) rinchiusi insieme in un ospedale psichiatrico e sottoposti alla cura della normalità. E una dottoressa, una donna ambigua, la quale cerca di convincerli che, in fondo, non è che siano proprio così speciali come credono di essere. Due di loro, l'Orda ed il Sorvegliante, stanno quasi per accettarlo, ma non il terzo, non mister Glass, la Mente Suprema, il vero vincitore finale. La conclusione è di un'eleganza eccezionale e ci rammenta che il seme deve morire, affinchè nasca la pianta. Per quanto Unbreakable e Split siano due film scollegati, questo Glass riesce a tirarne le fila ed a condurli insieme nella stessa direzione.
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Degna chiusura di una splendida trilogìa. Tre uomini dalle qualità straordinarie (Kevin, Elijah e David: l'anarchico, la mente e l'eroe riluttante) rinchiusi insieme in un ospedale psichiatrico e sottoposti alla cura della normalità. E una dottoressa, una donna ambigua, la quale cerca di convincerli che, in fondo, non è che siano proprio così speciali come credono di essere. Due di loro, l'Orda ed il Sorvegliante, stanno quasi per accettarlo, ma non il terzo, non mister Glass, la Mente Suprema, il vero vincitore finale. La conclusione è di un'eleganza eccezionale e ci rammenta che il seme deve morire, affinchè nasca la pianta. Per quanto Unbreakable e Split siano due film scollegati, questo Glass riesce a tirarne le fila ed a condurli insieme nella stessa direzione. Inutile negare che chi non abbia visto i precedenti non potrà comprendere ed apprezzare appieno il terzo. Ottime le recitazioni: James McAvoy riesce a doppiare la fantastica prestazione di Split; Anya Taylor-Joy è bravissima e carinissima; Samuel L. Jackson recita solo nella seconda parte, per ragioni di copione; Bruce Willis è il solito Bruce Willis.
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lunedì 21 gennaio 2019
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soldi e tempo sprecati
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Il peggior film che abbia visto negli ultimi anni, e si che di film ne ho assaporati tanti nella mia vita. un film che ha l'abilità di non coinvolgerti mai neanche nelle scene piu forti e cruente. Bruce Willis come altri grandi attori di hollywood ci ha abituato a essere essi stessi specchio per le allodole ma in film del genere la mediocrità ha serpeggitoa ovunque, per cui non mi sento di attribuire la colpa all'elemento di spicco. soldi e tempo sprecati
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andreabelisari
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lunedì 21 gennaio 2019
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indecente e osceno
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Qui non si chiedeva un film stile Marvel... ma non c’è cosa peggiore di un film che parla di super eroi e in due ore non rappresentare nulla di un super eroe... solo banalità (anche nei dialoghi infiniti) un super eroe dovrebbe mostrare i suoi poteri in azione. In due ore solo un paio di scontri... tra l’altro rivedibili.. Ancora sto aspettando una scena al grattacelo che avrebbe salvato il film... il film stesso crea aspettative per una scena che non c’è... proprio assurdo... poi conclusione no comment
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domenica 20 gennaio 2019
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samanta
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domenica 20 gennaio 2019
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i cattivi fanno squadra
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Il regista Shyamalan ha diretto il film, di cui è anche sceneggiatore che risulta in un certo senso un misto di sequel, spin off o cross over, in cui vengono raccontate delle vicende interpretate da personaggi tratti da due suoi precedenti film Unbreakable (Il predestinato) del 2000 e Split del 2016.
Mettiamo subito le mani avanti: il film non ha la genialità e l'inventiva di Sesto senso (il finale ritengo sia una scena memorabile della storia del cinema), di Signs o dello stesso Unbreakable, ma ha una caratura e una tensione più modeste, anche se è risultato uno spettacolo discreto.
Il regista ha preso, come si è detto come soggetto i protagonisti tratti da II predestinato in particolare: David Dunn (Bruce Willis) , Miste Glass (Samuel L.
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Il regista Shyamalan ha diretto il film, di cui è anche sceneggiatore che risulta in un certo senso un misto di sequel, spin off o cross over, in cui vengono raccontate delle vicende interpretate da personaggi tratti da due suoi precedenti film Unbreakable (Il predestinato) del 2000 e Split del 2016.
Mettiamo subito le mani avanti: il film non ha la genialità e l'inventiva di Sesto senso (il finale ritengo sia una scena memorabile della storia del cinema), di Signs o dello stesso Unbreakable, ma ha una caratura e una tensione più modeste, anche se è risultato uno spettacolo discreto.
Il regista ha preso, come si è detto come soggetto i protagonisti tratti da II predestinato in particolare: David Dunn (Bruce Willis) , Miste Glass (Samuel L. Jackson), il figlio di David Joseph (Spencer Tratta Clark) e tratti da Split: L'orda o Crubb (James McAvoy), Casey Cooke (Anya Taylor-Joy), ci sono poi nuovi personaggi, particolare importanza riveste la dott.ssa Ellie Staple (Sarah Paulson) che riveste il ruolo di direttore dell'Istituto psichiatrico di massima sicurezza in cui sono stati ricoverati, David, l'orda e Mister Glass e rinchiusi in camere blindate super sorvegliate.
David è stato ricoverato in questo Istituto sebbene abbia sventato un tentativo di massacro di 4 adolescenti rapiti da l'Orda che è anche lui per questo fatto è stato ricoverato nell' istituto insieme a Mister Glass che è ridotto in una carozzella ma che progetta sempre assassinii di massa. La dott.ssa Staple cerca di curare questi soggetti cercando di convincerli che non esistono esseri dotati di poteri sovraumani, che non esiste realtà superiori alla normale natura umana, ma sono solo delle deviazioni psicologiche. Ovviamente sarà un fallimento la sua cura, ma non diciamo il prosieguo della trama nè il finale che fa presagire un nuovo sequel.
A mio parere il discorso della Staple può avere avere varie interpretazioni: la prima razionalista non esistono cose, realtà che non sia conoscibili con la ragione o spiegabili scientificamente, un'interpretazione ateistica non esiste una realtà trascendente ma tutto si riduce al visibile, ovvero un'interpretazione demoniaca dato che questi soggetti hanno poteri super umani, chi sono questi superiori ignoti che li dirigono?
Ritornando al film mi sembra che Shyamalan abbia messo un pò troppa carne al fuoco, Glass è un poco horror, abbastanza un dramma e nella parte finale un thriller, il mescolare precedenti storie (richiamate da alcuni flash black) e i loro personaggi, appare una via di mezzo da un riciclo furbesco e un'invenzione intelligente. Peraltro sarebbe bello che un regista di intelligenza e capacità qual'è il nostro, facesse uno sforzo per cambiare genere. Il film comunque è ben diretto, discretamente avvincente anche se a mio avviso un pò sconclusionato nel finale. In ogni caso è supportato dalla bravura degli attori, specie: Bruce Willis ormai da tempo diventato un bravo attore completo,(quanto tempo è passato da Die Hard !), James McAvoy che è ormai un consolidato attore cinematografico e teatrale e Samuel Jackson che ormai è entrato nella lista dei 10 migliori attori di Hollywood, buona anche l'interpretazione degli altri attori anche se la recitazione di Sarah Paulson mi è sembrata un pò troppo monotona e priva di verve.
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