Il bene mio

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Un film di Pippo Mezzapesa. Con Sergio Rubini, Sonya Mellah, Dino Abbrescia, Francesco De Vito.
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Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 94 min. - Italia 2018. - Altre Storie uscita giovedì 4 ottobre 2018. MYMONETRO Il bene mio * * * - - valutazione media: 3,18 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
flyanto martedì 9 ottobre 2018
la difficoltà ad abbandonare il passato Valutazione 3 stelle su cinque
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No
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 “Il Bene Mio” è tutto ciò che il protagonista del film ha perso, cioè, la moglie ed una casa molto vicina al collasso, in seguito alle scosse di terremoto avvenute in Puglia e, più precisamente, nel paese di Provvidenza dove egli vive. Rimasto solo ed ancora profondamente addolorato per la perdita della consorte, egli vive le sue giornate sempre nel ricordo della defunta che a lui, peraltro,  sembra ancora ogni tanto di vedere e risiedendo ostinatamente nella propria casa che sta per essere abbattuta dalle autorità comunali in quanto pericolante. L’uomo non prende affatto in considerazione i consigli che quest’ultime, come anche due suoi amici, gli danno al fine di indurlo ad abbandonare il luogo e riuscire così anche a metabolizzare più velocemente la propria grande perdita. [+]

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domenicosaracino lunedì 8 ottobre 2018
un'ode ai custodi del tempo che fu Valutazione 5 stelle su cinque
63%
No
38%

Io ad Apice vecchia ci sono stato. Ho visto le insegne sbiadite, le case scorticate, i disegni dei bambini coi colori ingialliti, coi nomi dietro e le margherite più grandi di un portone, le pratiche edili coi progetti di chi non sapeva ancora. Che il 23 novembre 1980 la terra avrebbe tremato, e non ci sarebbe stato più tempo, più modo, di farli, quei progettiempo, più modo, di farli, quei progetti lì. Tra i vicoli invasi dalle erbacce, padrone dei luoghi senza più operosità, liberati dai rumori di chi visse, mi è parso di sentire le voci di chi li percorse, di chi li animò. Perché le anime lasciano tracce, lasciano odori, lasciano segni. [+]

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valterchiappa domenica 7 ottobre 2018
la necessità della memoria Valutazione 3 stelle su cinque
100%
No
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La nostra vita è racchiusa in mille oggetti, semplici cose deperibili: un vecchio giocattolo, il disegno di un bambino, l’insegna di un negozio. La loro fragilità e l’evanescenza della memoria procedono di pari passo e, come vento sulla polvere o risacca sulla sabbia, cancellano le orme del nostro passaggio. La custodia è necessaria. Già Orhan Pamuk aveva trattato il tema, scrivendo e costruendo “Il museo dell’innocenza”. Ma se lo scrittore turco legava la conservazione al bisogno di solidificare di un vissuto personale, il giovane Pippo Mezzapesa ne fa una questione sociale, ambientando “Il bene mio” in un paese, là dove l’identità del singolo e quella collettiva sono inscindibili, rendendo così unica la vitale esigenza del loro mantenimento. [+]

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michelecamero mercoledì 10 ottobre 2018
poesia e nostalgia non bastano a fare buon cinema Valutazione 2 stelle su cinque
67%
No
33%

 A seguito di un terremoto che ha provocato morti anche nel fabbricato che ospitava la Scuola Elementare, il paese di Provvidenza viene abbandonato per essere ricostruito altrove. Resiste caparbiamente solo un abitante, Elia, cui presta volto sofferente e corpo sgangherato Sergio Rubini, il quale per essere salvaguardato, vi deve essere allontanato a cura del Sindaco, suo cognato. Elia vive nel ricordo della moglie deceduta all’interno della scuola dove insegnava e forse anche nel rimorso di non essere stato presente in paese al momento del sisma perché fuori con un suo amico titolare di una agenzia viaggi. La sua solitudine viene interrotta solo dalle visite di questo amico che di tanto in tanto porta al vecchio paese comitive di turisti stranieri (frecciatina al cosiddetto turismo del macabro) ed una ex collega della moglie che gli porta il necessario a vivere la quale in cuor suo spera di convincerlo a trasferirsi nelle nuove case per unire la sua solitudine sofferta a quella dolorosa di Elia. [+]

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martedì 16 ottobre 2018
elia, l'ultimo granello della clessidra
100%
No
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“Forse Adelma è la città cui si arriva morendo e in cui ognuno ritrova persone che ha conosciuto. E’ segno che sono morto anch’io. E’ segno che l’Aldilà non è felice”. Italo Calvino.
Provvidenza è un paese fantasma, dopo il terremoto i suoi abitanti si sono trasferiti a valle, a Nuova Provvidenza.
Provvidenza vecchia è abitata da un unico, irremovibile e testardo abitante, Elia, che nel terremoto ha perso la moglie, la maestra, e si rifiuta di abbandonare il paese, la sua casa e di lasciare andare i ricordi d’amore che le sue mura racchiudono. Lui ha un grande rimorso; il giorno del terremoto non c’era in paese, era in viaggio con l’amico.
C’è un ponte che collega e separa Provvidenza vecchia e nuova, le collega nello spazio e le separa nel tempo del prima e del dopo. [+]

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yarince mercoledì 17 ottobre 2018
elia, l'ultimo granello della clessidra di yarince Valutazione 3 stelle su cinque
100%
No
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“Forse Adelma è la città cui si arriva morendo e in cui ognuno ritrova persone che ha conosciuto. E’ segno che sono morto anch’io. E’ segno che l’Aldilà non è felice”. Italo Calvino.
Provvidenza è un paese fantasma, dopo il terremoto i suoi abitanti si sono trasferiti a valle, a Nuova Provvidenza.
Provvidenza vecchia è abitata da un unico, irremovibile e testardo abitante, Elia, che nel terremoto ha perso la moglie, la maestra, e si rifiuta di abbandonare il paese, la sua casa e di lasciare andare i ricordi d’amore che le sue mura racchiudono. Lui ha un grande rimorso; il giorno del terremoto non c’era in paese, era in viaggio con l’amico. [+]

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mauridal lunedì 5 aprile 2021
bene mio core mio Valutazione 4 stelle su cinque
100%
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 Si possono cancellare i ricordi? Questo sembra il tema del film, ma a ben guardare nel racconto  il film aggiunge,  si può ricostruire una vita  o un luogo , senza una memoria del passato , abbandonando del tutto ciò che è stato , seppure distrutto o scomparso per eventi tragici il terremoto  ad esempio oppure per una morte dolorosa.  Il racconto tra realtà e fantasia onirica, trae spunto dalle vicende dei paesini terremotati dell’Irpinia e Basilicata dopo il terremoto dell’ 80 Il personaggio  protagonista Elia interpretato dall’ottimo Sergio Rubini , non vuole abbandonare il suo paese terremotato per trasferirsi nel nuovo insediamento ricostruito ,nuovo, senza storia e soprattutto senza memoria. [+]

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domenica 7 ottobre 2018
un'ode ai custodi del tempo che fu
50%
No
50%

Io ad Apice vecchia ci sono stato. Ho visto le insegne sbiadite, le case scorticate, i disegni dei bambini coi colori ingialliti, coi nomi dietro e le margherite più grandi di un portone, le pratiche edili coi progetti di chi non sapeva ancora. Che il 23 novembre 1980 la terra avrebbe tremato, e non ci sarebbe stato più tempo, più modo, di farli, quei progettiempo, più modo, di farli, quei progetti lì.

Tra i vicoli invasi dalle erbacce, padrone dei luoghi senza più operosità, liberati dai rumori di chi visse, mi è parso di sentire le voci di chi li percorse, di chi li animò. Perché le anime lasciano tracce, lasciano odori, lasciano segni. Li lasciano, questi tesori, per quelli che restano. [+]

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antoniol giovedì 6 dicembre 2018
un film di rara poesia
0%
No
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Elia, custode di un paese abbandonato e della memoria smarrita di una comunità, è un personaggio come non se ne trovano facilmente nel cinema italiano. Affidato a un Sergio Rubini in stato di grazia, che contrariamente a molti film precedenti non cade in eccessi e sbavature, è il pastore di un gregge smarrito, un profeta che resiste ingabbiato nella incapacità di eleborare il lutto. Grande fotografia e regia estremamente raffinata, che non cade mai nella retorica. La conferma di un talento del nostro cinema.

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ritabranca martedì 23 ottobre 2018
“la necessità della memoria ” Valutazione 5 stelle su cinque
33%
No
67%

Il bene mio (2018) film diretto da Pippo Mezzapesa con Sergio Rubini, Dino Abbrescia, Sonya Mellah, Teresa Saponangelo, Caterina Valente, Francesco de Vito e Michele Sinisi 

Sergio Rubini supera sé stesso in questo film poetico dalla prima all’ultima sequenza e la tentazione di alzarsi ad applaudire durante la proiezione è frequente.
Si tratta della storia semplice di un amore apparentemente moncato da un terremoto, come tanti nel mondo, che distrugge un piccolo paese pugliese dall’ironico nome di Provvidenza.
Tutti gli abitanti abbandonano il borgo, quasi completamente ridotto a ruderi, eccetto un pastore con le sue pecore ed Elia, interpretato da Rubini, vedovo di Maria, una delle maestre della scuola, anch’essa distrutta dal terremoto e dove la donna ha trovato la morte. [+]

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