ruttoman
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venerdì 3 febbraio 2017
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insulso!
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Tempo perso in tutto e per tutto,sto film non vale manco la pellicola su cui e' stato impresso,una noia mortale una trama che manco il gabibbo poteva scriverla,insomma il nulla assoluto!!!
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dian71cinema
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venerdì 2 dicembre 2016
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la bellezza non sempre e' lo specchio dell'anima..
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SCRIVO QUESTA OPINIONE UN PO' A FATICA.. E ONESTAMENTE A DISTANZA DI QUASI UN MESE DALLA VISIONE.. IL FILM NEL COMPLESSO E' "TECNICAMENTE" BELLO.. LE ATMOSFERE AMBIENTALI.. LA FOTOGRAFIA.. COLONNE SONORE E SAPIENTE USO DEL CONTRASTO DI LUCI MISTO A CAPACITA' NELL'USO DELLA TELECAMERA.. BELLISSIME DONNE (CAPACI ANCHE DI MOSTRARE SUFFICIENTI ORE A CORSI DI RECITAZIONE..WOW...).. E UNA VOLUTA OSTENTAZIONE ISTRIONICA..FORSE.. MA EFFICACE NEL MOSTRARE IL "CRUDELE" MONDO DELLA MODA.. (DEL CINEMA..DELLO SPETTACOLO IN GENERE ..PROBABILMENTE..).. MODELLE CHE VENGONO RAFFIGURATE STUPENDE FUORI ..MA CON CUORI DI GHIACCIO DENTRO.. DELLE VERE E PROPRIE "STREGHE".
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SCRIVO QUESTA OPINIONE UN PO' A FATICA.. E ONESTAMENTE A DISTANZA DI QUASI UN MESE DALLA VISIONE.. IL FILM NEL COMPLESSO E' "TECNICAMENTE" BELLO.. LE ATMOSFERE AMBIENTALI.. LA FOTOGRAFIA.. COLONNE SONORE E SAPIENTE USO DEL CONTRASTO DI LUCI MISTO A CAPACITA' NELL'USO DELLA TELECAMERA.. BELLISSIME DONNE (CAPACI ANCHE DI MOSTRARE SUFFICIENTI ORE A CORSI DI RECITAZIONE..WOW...).. E UNA VOLUTA OSTENTAZIONE ISTRIONICA..FORSE.. MA EFFICACE NEL MOSTRARE IL "CRUDELE" MONDO DELLA MODA.. (DEL CINEMA..DELLO SPETTACOLO IN GENERE ..PROBABILMENTE..).. MODELLE CHE VENGONO RAFFIGURATE STUPENDE FUORI ..MA CON CUORI DI GHIACCIO DENTRO.. DELLE VERE E PROPRIE "STREGHE".. FIN QUI NULLA DA ECCEPIRE.. TUTTO E' RAPPRESENTATO CON MAESTRIA..ATTENZIONE AI DETTAGLI .. ED E' UN FILM CHE DIVIDE IN EFFETTI COME GIUSTAMENTE HA SCRITTO QUALCUNO LE OPINIONI IN SALA.. QUESTO FILM PUO' PIACERE MOLTISSIMO COME ESSERE GIUDICATO DETESTABILE.. PERSONALMENTE MI PONGO IN UNA POSIZIONE MEDIANA... NON SEMPRE E' SEMPLICE APPROFONDIRE CIO' CHE IL REGISTA VUOLE SOTTOLINEARE ED "ENTRARE" NELLA SUA MENTE.. QUELLO CHE POSSO GIUDICARE E' CHE NON C'E' SPAZIO PER I SENTIMENTI.. NEMMENO NEL PERSONAGGIO PRINCIPALE.. CHE PER QUANTO VIENE RAPPRESENTATO INZIALMENTE COME "AL DI FUORI" DEL "MALE" CHE LA CIRCONDA.. NE DIVENTA SUCCUBE.. VITTIMA E ANCHE, SOTTO UN CERTO PUNTO DI VISTA PIU' SOTTILE ANCHE UN PO' CARNEFICE.. PERTANTO VA PRESO PER QUEL CHE E' UNA RAPPRESENTAZIONE CINEMATOGRAFICA BEN IDEATA E BEN REALIZZATA..CHE HA PERO' UNA GRANDE PECCA.. FORSE VOLUTA DALLA REGIA (ED IN QUESTO CASO AMMIREVOLE PER L'UMILTA') QUELLA DI VOLER EDUCARE LO SPETTATORE AD UNA ANALISI.. MA A MIO GIUDIZIO DI NON ESSERCI RIUSCITO.. FORSE PER UNA RINDONDANTE ED OSSESSIVA MANIFESTAZIONE DEL TEMA PRINCIPALE ..SENZA NESSUNA POSSIBILITA' DI FUGA O SOLUZIONI ALTERNATIVE.. CHE NON ESISTONO..APPARENTEMENTE.. PERTANTO UN FILM PESSIMISTICO.. UN PO' CINICO..APPREZZABILE TECNICAMENTE MA CHE NONOSTANTE CIO' NON LASCIA SPAZIO ALL'EMOZIONE POSITIVA.. ALLA REDENZIONE.. AD UNA POSSIIBLE VIA DI USCITA (AMMETTIAMOLO.. CI PIACE PENSARE CHE OGNI TANTO IL BENE TRIONFA SULLA TERRA....ALMENO QUALCHE VOLTA..) DA QUESTO PUNTO DI VISTA IL FILM MI PIACE BOCCIARLO IN PIENO ..PERCHE' NON SOLO NON VI RIESCE MA PARE NON CI SI PROVI NEMMENO COME SI EVIDENZIA E SI EVINCE NEL FINALE CHE VA NEL SURREALE E CON MOLTA "NON CHALANCHE" VUOLE SUPERARE LE RIGHE.. DI OGNI MORALITA'.. SCONFINANDO NEL "BORDERLINE" VOTO 6-
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kyotrix
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sabato 19 novembre 2016
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orrendo
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Film visionaro artistico, orrendo per la maggior parte della gente, guardatelo solo se vi piace il genere.
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cucuman
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domenica 30 ottobre 2016
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meglio la corrazzata potiomkin
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una cagata pazzesca, ah, però, chiedo scuna alle cagate
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super2davide
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domenica 23 ottobre 2016
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bravo refn
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Bel film diretto magistralmente da Refn.
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super2davide
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domenica 23 ottobre 2016
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buon film
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Ottimo film, bravi attori, bella fotografia e magnifici costumi.
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gianleo67
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lunedì 3 ottobre 2016
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la morte dell'altra...ti fa bella
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Appena arrivata a Los Angeles per intraprendere la carriera di modella, la giovane Jesse viene ingaggiata da un famoso guru della moda, entrando nelle mire di tre inquietanti colleghe morbosamente attratte dall'ideale di candore e di bellezza che la ragazza sembra incarnare.
Oggetto un pò misterioso di una disinvolta ambizione festivaliera, questa ennesima riproposizione del mondo dell'effimero come paradigma faustiano di perdizione e dannazione eterna sembra il facile clichè per una messa in scena grandguignolesca che, se non aggiunge nulla ad un immaginario già consolidato da opere di ben altro spessore, benchè dal registro assai diverso (per dire, da 'Mulholland Drive' a 'La morte ti fa bella'), dall'altro sembra di confermare la regola d'oro secondo cui quando il successo rischia di darti alla testa sarebbe bene pensare di prendersi un anno sabbatico, piuttosto che ridursi a siglare le proprie opere con un pretenzioso marchio di fabbrica (NWR) al pari di un CR7 qualunque.
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Appena arrivata a Los Angeles per intraprendere la carriera di modella, la giovane Jesse viene ingaggiata da un famoso guru della moda, entrando nelle mire di tre inquietanti colleghe morbosamente attratte dall'ideale di candore e di bellezza che la ragazza sembra incarnare.
Oggetto un pò misterioso di una disinvolta ambizione festivaliera, questa ennesima riproposizione del mondo dell'effimero come paradigma faustiano di perdizione e dannazione eterna sembra il facile clichè per una messa in scena grandguignolesca che, se non aggiunge nulla ad un immaginario già consolidato da opere di ben altro spessore, benchè dal registro assai diverso (per dire, da 'Mulholland Drive' a 'La morte ti fa bella'), dall'altro sembra di confermare la regola d'oro secondo cui quando il successo rischia di darti alla testa sarebbe bene pensare di prendersi un anno sabbatico, piuttosto che ridursi a siglare le proprie opere con un pretenzioso marchio di fabbrica (NWR) al pari di un CR7 qualunque. Capita quindi che nell'esaltare la pretesa superficialità dei temi con l'attesa superficialità del format, si confonda intenzionalmente la legittima aspirazione a trasformare l'ispirazione in una coerente struttura formale con la provocatoria volontà di ridurre quest'ultima allo scopo ultimo della rappresentazione cinematografica. Se il demone della vanità si è impossessato di me, sembra dire NWR, allora mi perdoneranno per certo se ne riduco la celebrazione ad un mero esercizio di stile. Il diavolo sta nei dettagli insomma, ma qui sembrano essercene troppi, compresa la classica discesa agli inferi, nel regno dello squallore e della perdizione, tra i laidi recessi di in universo violento e selvaggio e la crudele sublimazione di un posticcio ideale di bellezza che si nutre del sangue e della carne di giovani prede da sacrificare sull'altare di una immonda bramosia di vanità. The Neon Demon, la geometrica, abbacinante, ipnotica divinità dell'effimero diventa quindi lo specchietto per le allodole per un pubblico da stordire con un impianto visivo di primordine (tra vertiginosi piano sequenza, luci stroboscopiche, musiche psichedeliche, ridontanti cromatismi e chi più ne ha più ne metta) ed una pretestuosa superficialità narrativa in cui la frammentarietà delle scene e la spiazzante incoerenza dei nessi logici sono l'armamentario un pò spuntato di chi vorrebbe decretare anzitempo l'inesorabile declino della settima arte (The Canyons - 2013). L'impianto favolistico di questo pastiche misogino in salsa horror soggiace quindi un pò enfaticamente ad un plot di genere con molte concessioni al kitsch e qualche citazione di troppo (Polanski, Lynch, De Palma...persino Argento!) che ne fanno un prodotto derivativo dalla messa in scena estetizzante e pretenziose ambizioni d'autore non andate a buon fine. Alternano soluzioni visive di indubbio fascino ad imbarazzanti cadute di gusto, il film di Refn oscilla pericolosamente tra il sublime e il ridicolo, agitando sotterranee pulsioni ferali (sessuali, macabre, mortifere) che emergono con sconcertante superficialità nei riti ancestrali di un club locale di giovani streghe o nello sfiancante corteggiamento di una irriducibile ragazza frigida. Finale cruento e stomachevole, non esattamente per tutti i gusti.
Nemmeno l'Inferno conosce la furia di una donna che e stata respinta...sopratutto se a respingerla è un'altra donna!
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sickboy
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giovedì 15 settembre 2016
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labbra scarlatte
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L'eterea Jesse è una giovanissima ragazza con il sogno della moda. A tale scopo, si reca a Los Angeles e riesce a farsi reclutare da un magnate del settore. Sotto la guida dell'ambigua truccatrice Ruby, fra luci psichedeliche, flash e set fotografici, la ragazza scoprirà a sue spese quali famelici demoni accende la sua diafana bellezza e la sua virginea innocenza.
Film particolarissimo, di sicuro non destinato al largo consenso popolare. Ma evidentemente non è questo aspetto che preoccupa il giovane regista Refn, che in quanto a talento visionario e senso della messa in scena, ne ha da vendere. In questo senso, il film è ammaliante, tanto quanto le modelle che vediamo comparire in mezzo a musiche elettroniche ed effetti di luce di ogni sorta.
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L'eterea Jesse è una giovanissima ragazza con il sogno della moda. A tale scopo, si reca a Los Angeles e riesce a farsi reclutare da un magnate del settore. Sotto la guida dell'ambigua truccatrice Ruby, fra luci psichedeliche, flash e set fotografici, la ragazza scoprirà a sue spese quali famelici demoni accende la sua diafana bellezza e la sua virginea innocenza.
Film particolarissimo, di sicuro non destinato al largo consenso popolare. Ma evidentemente non è questo aspetto che preoccupa il giovane regista Refn, che in quanto a talento visionario e senso della messa in scena, ne ha da vendere. In questo senso, il film è ammaliante, tanto quanto le modelle che vediamo comparire in mezzo a musiche elettroniche ed effetti di luce di ogni sorta. Ma i demoni sono in agguato, pronti a risvegliarsi, catalizzati dalla protagonista (la bravissima Elle Fanning) e l'inferno a neon si palesa in tutta la sua irruenza. Film di non facile decifrazione, aperto a diverse interpretazioni, una delle quali potrebbe trovarsi nell'alienazione di una società votata a fagocitare e divorare le innocenze, trasformandole in altro. La purezza è tabù, in quanto non serve agli scopi dell'immagine e del consumo ossessivo e va quindi estinta, cannibalizzata. La critica si è divisa, come spesso capita di fronte ad opere altamente autoriali come questa. Inutile cercare difetti di sceneggiatura o di altro tipo: lo stesso regista è stato chiaro, dichiarando che le sue intenzioni non sono quelle di girare film, ma di creare esperienze. Prendere o lasciare.
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mercoledì 27 luglio 2016
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capolavoro horror
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Non ricordo di aver mai visto nulla del genere,nel Genere. Esteticamente quest'opera è di valore assoluto,laddove immagini e musica sono di abbacinante accuratezza,onanistica ricerca del bello. A restare due passi indietro è,quasi inevitabilmente,il coinvolgimento. Il film è freddo e distante,poco commestibile,ma resta un opera d'arte per forme,colori,luci ed ombre. E la morale,se c'é,è spietata. Crudele e grottesco. Evviva i registi che osano e,in questo caso,fanno centro.
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francesco2
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venerdì 15 luglio 2016
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icone congelate nella plastica
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Jesse è come il protagonista di "Drive": è eterea, seppure in un senso completamente diverso;
Al tassista del film citato, probabilmente, nessuno avrebbe voluto assomigliare. E' solo, ai
margini, tanto che alla fine sceglie la strada -anche letteralmente, forse- di un "non eroe "solo. ,
Jesse, invece, è un 'eroina, un fascio di luce (auto?) condannato(si?) ad essere visto.
Il titolo stesso potrebbe suscitare ulteriori riflessioni. Il demoniaco "fascio di luce" -perché un
neon, alla fine, non è che questo- potrebbe non essere SOLO il "sole ingannatore"
rappresentato dal mondo dello spettacolo.
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Jesse è come il protagonista di "Drive": è eterea, seppure in un senso completamente diverso;
Al tassista del film citato, probabilmente, nessuno avrebbe voluto assomigliare. E' solo, ai
margini, tanto che alla fine sceglie la strada -anche letteralmente, forse- di un "non eroe "solo. ,
Jesse, invece, è un 'eroina, un fascio di luce (auto?) condannato(si?) ad essere visto.
Il titolo stesso potrebbe suscitare ulteriori riflessioni. Il demoniaco "fascio di luce" -perché un
neon, alla fine, non è che questo- potrebbe non essere SOLO il "sole ingannatore"
rappresentato dal mondo dello spettacolo. In questo caso, Refn nulla aggiungerebbe,
tanto per fare un esempio, al lynchiano "Mudholland Drive", cui maliziosamente -?- sembra
avere qua e là attinto. Un potenziale neon è anche la luna, prima in assoluto ad avere ispirato i
sogni della giovanissima protagonista. Sempre che la sua sia stata una luce ammaliatrice, e non
uno dei presagi che nel film non mancano: si pensi alla scena iniziale, un anticipo di quello ch
avverrà alla fine, ma anche al felino che anticipa la nuova dimensione, esplicitata
nel finale, ferina e selvaggia come anche i movimenti -oltre che il comportamento- del
personaggio interpretato da Reeves, ma al contempo vogliosa di costruire quella plastica
perfezione per cui la "nuova arrivata" sembra il modello.
Ma un altra luce(tta?), potenzialmente demoniaca, potrebbe essere persino la protagonista
stessa: per i tre quarti del film rappresenta l'innocenza, ma poi le parole della madre -rivelate
da lei stessa-, potrebbero farcela vedere sotto una luce -appunto- differente. Né sulla suddetta
ingenuità si deve nutrire assoluta sicurezza: come interpretare quella bellissima scena in cui,
avvolta da una musica seducente, cambia look ma anche trucco e sguardo . E ' un sogno, un
cambiamento impostole, o non è un altro aspetto del suo carattere che non ci era stato
rivelato?
Allora, oltre che chiedersi se Refn non abbia copiato quello o quest'altro, dovremmo forse
domandarci se Jesse non sia un'altro personaggio solo ed iconico, che all'inizio, ma solo li,
sembra destinato ad una sorte migliore. Tornando ai presagi, del resto, non si potrebbe
ipotizzare che la solitudine iniziale del personaggio di "Drive" anticipi quella finale?
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