Parto con una premessa: ma chi ci hanno mandato a Cannes a fare i giudici?
Refn è sicuramente conosciuto per la sua principale caratteristica di dividere il pubblico, come da lui stesso affermato se non riuscisse in questo vorrebbe dire che il film non è riuscito. Secondo il mio modesto parere, il cinema deve suscitare emozioni, e se questo film lo si valuta sotto questo punto di vista stiamo parlando di apoteosi piena.
Importantissimo rimarcare che non è un film commerciale, in quanto destinato ad una categoria di persone con una apertura mentale (in senso cinematografico) molto ampia. Una visione ammaliante che gode di una fotografia con pochi eguali, grazie a giochi di luce e colori che vanno dal blu elettrico al femminile fucsia, questo fa sì che nessuna scena sia banale e fine a se stessa, rendendola un piacere per i sensi dello spettatore che si troverà completamente divorato e sommerso da ciò a cui sta assistendo, ripresa da angolazioni sempre interessanti e punti di vista che renderanno più semplice l'interpretazione. Giochi di sguardi, simbolismi, eccesso, perversione, fino alla necrofilia e al cannibalismo si evolvono in una pellicola che matura sempre di più durante la prima parte fino ad esplodere definitivamente nel finale.
La bellezza ha ovviamente il ruolo principale, mettendo in evidenza la follia e l'ossessione a cui porta la ricerca della perfezione, in un mondo dove i veri valori vengono messi da parte da quelle che sono le apparenze, senza poter sfuggire al mutamento che certi ambienti possono portare.
Insomma, Refn ha fatto nuovamente colpo, ci ha nuovamente divisi, ma la parte che ha apprezzato il suo nuovo film è uscita decisamente entusiasta e shockata dalla sala.
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gianlucaghetti
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venerdì 9 settembre 2016
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risposta ad icardi22
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Non so non sono del tutto d'accordo, sì certo fotografia e sonoro spettacolari, regia affascinante ma la sceneggiatura... Mi chiedo quanto ci abbia messo a scriverla, una notte? Il film mi sembra più un elogio alla sua bravura da regista( 8 milioni sono pochi), manca molto sulla storia in se per se che mi è sembrata inconsistente e a tratti assente. Dialoghi banali e a volte pure irreali per quanto mi riguarda se il film fosse stato girato con la metà delle parole sarebbe stato uguale se non meglio.Ma tutto sommato sono soddisfatto, ripeto forse solo "Grand hotel Budapest" e un "piccione seduto su un ramo.." hanno una fotografia così toccante. Mentre la musica mi ha toccato, proprio come mi ha toccato Beethoven in kubrik.
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Non so non sono del tutto d'accordo, sì certo fotografia e sonoro spettacolari, regia affascinante ma la sceneggiatura... Mi chiedo quanto ci abbia messo a scriverla, una notte? Il film mi sembra più un elogio alla sua bravura da regista( 8 milioni sono pochi), manca molto sulla storia in se per se che mi è sembrata inconsistente e a tratti assente. Dialoghi banali e a volte pure irreali per quanto mi riguarda se il film fosse stato girato con la metà delle parole sarebbe stato uguale se non meglio.Ma tutto sommato sono soddisfatto, ripeto forse solo "Grand hotel Budapest" e un "piccione seduto su un ramo.." hanno una fotografia così toccante. Mentre la musica mi ha toccato, proprio come mi ha toccato Beethoven in kubrik.Ciao
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icardi22
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venerdì 5 ottobre 2018
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per gianluca
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Ciao Gianluca. Non dimentichiamo che il cinema nasce muto, a volte non servono parole per comunicare qualcosa, ed è in questo che TND riesce eccome. La semplicità è la cosa più difficile, spesso ci si perde in dialoghi o trame superflue ed estremamente intricate inutilmente, quando si può tirar fuori una bellissima opera all'insegna della semplicità (riferito a trama e dialoghi).
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