The Neon Demon |
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Un film di Nicolas Winding Refn.
Con Elle Fanning, Karl Glusman, Jena Malone, Bella Heathcote.
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Titolo originale The Neon Demon.
Horror,
Ratings: Kids+13,
durata 110 min.
- USA, Francia, Danimarca 2016.
- Koch Media
uscita mercoledì 8 giugno 2016.
- VM 14 -
MYMONETRO
The Neon Demon
valutazione media:
2,48
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un indigesto mix di troppi ingredienti diversidi andrejFeedback: 4625 | altri commenti e recensioni di andrej |
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sabato 25 marzo 2017 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Thriller-horror discontinuo, ibrido e frastornante, il film parte discretamente ma dopo la prima ora si fa sempre piu’ confuso e bizzarro, passando da minuti di pura noia (come nella lunghissima, per nulla bella e totalmente superflua scena della sfilata, durante poco meno di 5 minuti e che si sarebbe potuta tranquillamente tagliare per intero, con gran beneficio della pellicola) a bruschi cambiamenti stile e registro espressivo, con abbondanza di eccessi e stranezze di ogni tipo, per poi crollare definitivamente in un finale assurdo e incompiuto. A fine visione lo spettatore resta confuso e perplesso, quasi incredulo davanti a una conclusione cosi’ inadeguata e repentina, e indisposto e irritato dalla cacofonica dissonanza di stili e di generi cui lo si e’ crudelmente sottoposto. L’impressione e’ che regia e sceneggiatura non siano state capaci di operare le necessarie scelte circa la direzione su cui indirizzare la pellicola, il genere cinematografico cui attenersi, lo stile prevalente da usare, volendo fare e inserire nel film troppe cose troppo diverse tra loro, col risultato di creare una indigesta e pesantissima insalata russa, destinata a rimanere a lungo sullo stomaco della stragrande maggioranza degli spettatori. Si parte coi toni e i modi di una normale commedia (cui ci si sarebbe potuti mantenere fedeli o da cui si sarebbe potuto poi legittimamente passare alla commedia drammatica) e questa prima parte e’ senza dubbio la parte migliore del film; scricchiolii e dissonanze iniziano a farsi sentire quando all’interno della storia “principale” (trattata in modo piuttosto tradizionale e realistico) si aprono lunghe e infelici parentesi dallo stile espressivo completamente diverso: scene oniriche e riprese tecniche di reportage modaioli che, per quanto perfettamente pertinenti all’argomento del film, sono purtroppo realizzate con mano pesante e poco felice, penalizzate da ambizioni simboliche tanto enigmatiche quanto posticce e da scelte cromatiche e musicali complessivamente sgradevoli nonche’ da uno stile astratto, metaforico o da videoclip pubblicitaria che troppo contrasta con quello del resto della vicenda, causando dissonanze stridenti e fastidiose incongruenze. Ma dove a mio parere il film crolla senza scampo e’ nella brusca virata in direzione horror che caratterizza il finale (maldestramente sanguinolento, inutilmente grandguignolesco e stilisticamente incerto fra compiacimento splatter e ironia, con risultato fallimentare su entrambi i fronti), nell’ultima scena di set fotografico (lentissima e di rara bruttezza) e nella conclusione repentina e monca. Superfluo aggiungere che nel complesso questo film non mi e’ piaciuto per niente, anche se ho seguito con curiosita’ e interesse la prima parte di esso e non ho mancato di apprezzare alcune scene coraggiose e originali, come quella umoristica e politicamente scorrettissima dell’albergatore pedofilo (interpretato da un Keanu Reeves in insolite vesti da cattivo), quella delle serrate, irriducibili avances della truccatrice lesbica nei confronti della ingenua protagonista ritrosa e quella che vede la medesima impegnata in una dettagliata scena di necrofilia lesbica con il cadavere di una bella ragazza simile a colei di cui si e’ invaghita: scena che sfida uno dei piu’ forti tabu’ cinematografici e lo fa al tempo stesso con audacia ed eleganza. Peccato che i pregi della pellicola non bastino a controbilanciare i gravi difetti di cui sopra. In conclusione: ad oggi l’opera in assoluto meno convincente del regista Nicolas Refn.
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