À l'intérieur |
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Un film di Alexandre Bustillo, Julien Maury.
Con Alysson Paradis, François-Régis Marchasson, Jean-Baptiste Tabourin, Dominique Frot, Aymen Saïdi, Emmanuel Lanzi.
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Horror,
durata 83 min.
- Francia 2007.
MYMONETRO
À l'intérieur
valutazione media:
3,52
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Thriller fallito, horror riuscitodi andrejFeedback: 4625 | altri commenti e recensioni di andrej |
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giovedì 13 aprile 2017 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Film violentissimo e sconcertante, la pellicola ha diversi pregi indiscutibili: solida regia, ottima fotografia, montaggio efficace, buona recitazione. Purtroppo pero’ ha anche un enorme difetto, che la penalizza in modo gravissimo: la totale inverosimiglianza, non solo di qualche scena o particolare o dettaglio, ma dell'intera vicenda, dall'inizio alla fine, e soprattutto della maggior parte degli snodi principali di essa. Ma come? Una donna presumibilmente normale che, dopo un aborto dovuto a un incidente d’auto, si trasforma in una sanguinaria pluriomicida inarrestabile, riesce a penetrare senza rumore in case ben chiuse, ammazza, armata solo di un paio di grosse forbici e di uno spillone, non solo dei civili ma anche vari poliziotti ben armati e alla fine riesce anche a sopravvivere a tutto questo e’ una cosa davvero ardua da credere … Imperativo sarebbe stato quanto meno attribuirle chiaramente un background di conclamati e gravi squilibri mentali ed anche giustificare in qualche modo (per esempio con pregresse esperienze in polizia, nell’esercito o meglio ancora nel mondo criminale) la sua straordinaria efficienza omicida, degna di un istruttore della Delta Force o di un killer ninja. Invece, cosi’ come ci viene presentata, la storia non regge minimamente. Nonostante cio', il film riesce comunque egregiamente a tenere lo spettatore incollato alla poltrona fino all'ultimo minuto e a coinvolgerlo e turbarlo con la crudezza efferata di certe scene e la co protagonista assassina e’ una dark lady di quelle davvero difficili da dimenticare: inquietante come una strega delle fiabe nordiche, nerovestita, onnipresente ed elusiva come un fantasma o un demone di un horror giapponese. Pertanto, anche se come thriller non convince per via della sua totale inverosimiglianza, il film si potrebbe pero' definire (anche in assenza di elementi manifestamente soprannaturali, soltanto per l’atmosfera orrifica e per la disinvolta rinuncia ad ogni credibilita’ logica) come un buon esempio di agghiacciante favola horror.
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