shingo tamai
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giovedì 12 gennaio 2017
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perchè questo finale??
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Prima di tutto un sincero applauso a Goodman che credo sia uno dei pochi attori in circolazione che può interpretare Fred Flintstone o uno psicopatico agghiacciante con la medesima naturalezza e bravura.
Dopo i doverosi complimenti,anche se a dirla tutta anche il resto del Cast non è malvagio,la parte iniziale della pellicola aveva suscitato il mio interesse e non poco.
Con il passare dei minuti mi chiedevo quante verità ci fossero nei racconti nel padrone di casa,quante bugie,quanto avrebbero resistito i "condomini",cosa ci fosse realmente all'esterno dell'appartamento,etc.etc.
Insomma la curiosità mi aveva provocato una sana acquolina in bocca.
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Prima di tutto un sincero applauso a Goodman che credo sia uno dei pochi attori in circolazione che può interpretare Fred Flintstone o uno psicopatico agghiacciante con la medesima naturalezza e bravura.
Dopo i doverosi complimenti,anche se a dirla tutta anche il resto del Cast non è malvagio,la parte iniziale della pellicola aveva suscitato il mio interesse e non poco.
Con il passare dei minuti mi chiedevo quante verità ci fossero nei racconti nel padrone di casa,quante bugie,quanto avrebbero resistito i "condomini",cosa ci fosse realmente all'esterno dell'appartamento,etc.etc.
Insomma la curiosità mi aveva provocato una sana acquolina in bocca.
C'era anche un misterioso giallo in sottofondo su questa ipotetica figlia di Howard ed aspettavo millle ficcanti risposte da cosa in realtà fosse accaduto in passato e cosa sarebbe accaduto nel finale.
Ebbene ragazzi ,affermare solamente che la tensione si appiatisce nel finale è davvero poco,diciamola tutta: E' una vera schifezza.
Non voglio rovinare la sorpresa a chi non ha avuto il piacere (chiamiamolo così) di aver visto gli ultimi minuti ma si scatenano degli eventi a dir poco paradossali,sia all'interno che all'esterno del bunker.
Perchè carissimo Trachtenberg hai rovinato quanto di buono fatto in circa 105 minuti con gli ultimi 15 che sembravano provenire direttamente da produzioni in stile "Resident Evil"?
So che non avrò mai una risposta ma rimarrò con il semplice dubbio che l'ultimo quarto d'ora l'abbia girato un altro regista.
Occasione perduta anzi perdutissima.
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laurence316
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martedì 11 luglio 2017
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buon thriller d'atmosfera, migliore di cloverfield
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Seguito solo nominale del catastrofico Cloverfield, il film di Trachtenberg è in realtà una storia a sé stante, collegata solo a posteriori e abbastanza forzatamente con il suddetto film. Perché 10 Cloverfield Lane è, in realtà, un ottimo thriller psicologico d’atmosfera che inquieta senza il continuo e ridondante ricorso ad effetti speciali pacchiani o a riprese in stile “found-footage” come invece faceva il suo (mediocre) “predecessore”. Il film sceneggiato da J. Campbell, M. Stuecken e D. Chazelle (che in origine avrebbe dovuto anche dirigerlo) è ben congegnato e carico di tensione, riesce a non annoiare ed è sempre pervaso da una certa dose di ironia che non guasta mai.
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Seguito solo nominale del catastrofico Cloverfield, il film di Trachtenberg è in realtà una storia a sé stante, collegata solo a posteriori e abbastanza forzatamente con il suddetto film. Perché 10 Cloverfield Lane è, in realtà, un ottimo thriller psicologico d’atmosfera che inquieta senza il continuo e ridondante ricorso ad effetti speciali pacchiani o a riprese in stile “found-footage” come invece faceva il suo (mediocre) “predecessore”. Il film sceneggiato da J. Campbell, M. Stuecken e D. Chazelle (che in origine avrebbe dovuto anche dirigerlo) è ben congegnato e carico di tensione, riesce a non annoiare ed è sempre pervaso da una certa dose di ironia che non guasta mai. Il film (il cui titolo si riferisce, ovviamente, all’indirizzo dove si trova il bunker entro il quale si svolge gran parte della vicenda) è un buon horror a basso costo (15 milioni di dollari) reso ancor più efficace dalle ottime interpretazioni degli attori (una spanna sopra gli altri Goodman), il cui unico punto debole rimane il non proprio originalissimo finale (che comunque conserva una certa carica di suspense).
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jaylee
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domenica 1 maggio 2016
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i mostri sono ovunque
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Che vi piaccia o no, JJ Abrams, il creatore di Lost in TV (che ha ridefinito il vero e proprio concept di serie TV) e il rifondatore sia di Star Trek e Star Wars (che può far immaginare quanto importante e considerato sia ad Hollywood, se è riuscito a mettere insieme le tribù dei fan delle due saghe) è la figura più influente dello schermo (piccolo e grande) al mondo. Come nessun altro ha integrato cultura pop, viralità dei messaggi e psicologia dei memi in una potente (a volte spaventosamente potente) architettura e strategia di conquista del mercato, mantenendo però qualità e spessore di intrattenimento.
Prendiamo 10 Cloverfield Lane, opera prima di Dan Trachtenberg, cosi come lo fu Cloverfield per Matt Reeves.
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Che vi piaccia o no, JJ Abrams, il creatore di Lost in TV (che ha ridefinito il vero e proprio concept di serie TV) e il rifondatore sia di Star Trek e Star Wars (che può far immaginare quanto importante e considerato sia ad Hollywood, se è riuscito a mettere insieme le tribù dei fan delle due saghe) è la figura più influente dello schermo (piccolo e grande) al mondo. Come nessun altro ha integrato cultura pop, viralità dei messaggi e psicologia dei memi in una potente (a volte spaventosamente potente) architettura e strategia di conquista del mercato, mantenendo però qualità e spessore di intrattenimento.
Prendiamo 10 Cloverfield Lane, opera prima di Dan Trachtenberg, cosi come lo fu Cloverfield per Matt Reeves. Il modo in cui viene integrato un nuovo episodio in una franchise che di fatto non era mai iniziata (il film Cloverfield è di 6 anni fa), ma nella quale evidentemente il buon JJ ci ha sempre creduto, ma che probabilmente lo farà ora, è impressionante, tanto che (ci permettiamo uno spoiler) finalmente si capirà da dove arrivava il misterioso titolo di quel film del 2009 (e che fu solo parzialmente spiegato), e come arriva nel film, davvero un colpo di scena degno del miglior Lost.
Non incidentalmente, la trama ricorda una sottotrama di quella serie, e risponde alla domanda: cosa succederebbe se tu fossi intrappolato con un pazzo, ma con la quasi certezza che fuori da quella prigione c’è la morte? È la storia di Michelle, che si trova in un bunker dopo un incidente: i suoi compagni sono il salvatore/carceriere Howard e il co-prigioniero Emmett.
Thriller claustrofobico, ma con risvolti fantascientifici sempre più evidenti (alla Lost, ovviamente ), ha davvero il potere di tenere incollati, anche perché se all’inizio siamo nei paraggi di Misery Non deve Morire (non a caso il carceriere è corpulento come la terribile infermiera del film di Reiner), poi si entra piano piano nei temi de L’Esercito delle 12 Scimmie, e alla fine… beh, ricordiamoci che il titolo richiama chiaramente Cloverfield.
Film con appena 5 attori visibili in tutto il film, di cui uno mera comparsa, ed uno con una parte piccola, ma molto significativa. Ed una curiosità : la voce al telefono della protagonista è quella di Bradley Cooper.
Rimangono gli altri 3, molto bravi: ottimo il buono e generoso John Gallagher jr nella parte di Emmett, molto convincente Mary Elizabeth Winstead/Michelle (che avevamo apprezzato nel remake de La Cosa di qualche anno fa, evidentemente è un genere che le si addice), mostruoso (insospettabilmente) John Goodman/Howard certamente un buon attore (con punte come in Argo del 2012, che avrebbe meritato un oscar), ma qui davvero al suo meglio, e che, ansimante, enigmatico, paternalistico, crudele, riempie la scena anche fisicamente e davvero ci ha fatto venire in mente Cathy Bates di Misery.
Non perfetto, ma davvero godibile, e superiore al suo predecessore, non per ultimo per il fatto che non utilizza lo stile videodocumentaristico che un po' aveva/ha stufato. Ingegnosa e perfettamente sintetica come poche altre volte la tagline del film: “i Mostri si presentano in diverse forme”. (www.versionekowalski.it)
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cinebura
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venerdì 12 agosto 2016
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un'esplosione di cinema!
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La scelta di vedere questo film è nata casualmente o meglio, è nata grazie al trailer e vorrei scrivere due parole anche su di esso. Credo che per ora sia il trailer più bello del 2016. Solitamente tendo a non guardare trailer, ma un giorno per caso mi è capitato sotto agli occhi questo e mi ha immediatamente colpito. Un trailer che a differenza di tutti i promo non fa capire la trama e la storia della pellicola, una serie di sequenze che fanno incuriosire, mi hanno fatto incuriosire al punto da farmi segnare immediatamente sulla mia lista dei film da vedere questo titolo. 10 cloverfield lane. Ho capito solo in seguito che quest’opera è il sequel di un altro film che non ho visto, quindi non ero a conoscenza dell’argomento dell’opera.
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La scelta di vedere questo film è nata casualmente o meglio, è nata grazie al trailer e vorrei scrivere due parole anche su di esso. Credo che per ora sia il trailer più bello del 2016. Solitamente tendo a non guardare trailer, ma un giorno per caso mi è capitato sotto agli occhi questo e mi ha immediatamente colpito. Un trailer che a differenza di tutti i promo non fa capire la trama e la storia della pellicola, una serie di sequenze che fanno incuriosire, mi hanno fatto incuriosire al punto da farmi segnare immediatamente sulla mia lista dei film da vedere questo titolo. 10 cloverfield lane. Ho capito solo in seguito che quest’opera è il sequel di un altro film che non ho visto, quindi non ero a conoscenza dell’argomento dell’opera. Fin dall’inizio tu spettatore corri, corri insieme alla protagonista Michelle. Corri ma ti fermi subito. Ti fermi chiudi gli occhi e ti ritrovi in un altro mondo. Il mondo che ti circonderà per quasi tutta la durata del film. Un mondo chiuso, claustrofobico, pieno di paura e pieno di sorprese. Sorprese che si succederanno fino all’ultimo fotogramma della pellicola. Un film che riesce anche a unire tantissimi generi diversi, a parer mio tutto è ben fatto, nulla è poco curato o trascurato, il tutto anche se girato in una sola location non annoia. Non voglio fare spoiler quindi non posso approfondire alcuni particolari che mi hanno colpito, dico solo che il finale è molto discutibile e qualcosa di quell’esplosione di situazioni diverse, spettacolari e inaspettate non l’ho apprezzata, però nel complesso rimane un gran film, che consiglierò sicuramente a tutti coloro che cercano qualcosa di diverso dal normale. Particolare, buio, ricco di suspance e con attori incredibilmente bravi. Prima di tirare le tende, di inserire il dvd nel lettore, di sedersi comodamente sul divano e di accendere il grande televisore, prima di tutto questo gli darò solo un consiglio. Lasciatevi colpire dalle diverse frecce di 10 cloverfield lane e non fatevi idee su questo film perché sicuramente alla fine saranno completamente stravolte. Anzi fatevele e sorridete ogni volta che questo film vi sorprenderà!
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jennyx
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venerdì 15 settembre 2017
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fatto molto bene
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Qualcuno storce il naso perche' il film verso il finale vira completamente di genere. Ma diciamoci la verita'....siamo così abituati al fatto che ogni genere resta tale dall'inizio alla fine (ad es il thriller resta thriller, la commedia resta commedia) che qualcosa di assolutamente innovativo e imprevedibile quasi turba chi ha bisogno di rassicurazioni sul fatto che certe regole non cambiano, neanche nel cinema. Invece io apprezzo che nell'arte non debbano esserci regole e invece di vederlo come un pasticcio, ho trovato il finale geniale e non scontato (nel solito thriller il cattivo era tolto di mezzo e amen!). Invito a vederlo con questa apertura mentale, credo sia l'inizio di una nuova era nel cinema in cui lo sperimentalismo lascia spazia alla mescolanza di generi e quindi a trame più fantasiose e meno scontate.
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Qualcuno storce il naso perche' il film verso il finale vira completamente di genere. Ma diciamoci la verita'....siamo così abituati al fatto che ogni genere resta tale dall'inizio alla fine (ad es il thriller resta thriller, la commedia resta commedia) che qualcosa di assolutamente innovativo e imprevedibile quasi turba chi ha bisogno di rassicurazioni sul fatto che certe regole non cambiano, neanche nel cinema. Invece io apprezzo che nell'arte non debbano esserci regole e invece di vederlo come un pasticcio, ho trovato il finale geniale e non scontato (nel solito thriller il cattivo era tolto di mezzo e amen!). Invito a vederlo con questa apertura mentale, credo sia l'inizio di una nuova era nel cinema in cui lo sperimentalismo lascia spazia alla mescolanza di generi e quindi a trame più fantasiose e meno scontate. In fondo anche la vita vera passa dal dramma al comico senza avvisare nessuno. La visione del film secondo me e' piu' piacevole proprio se non si leggono spoilerate, se si guarda pensando a un thriller e invece c'è l'effetto sorpresa
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elgatoloco
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mercoledì 11 gennaio 2017
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non tanto desaster movie quanto psy thriller
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Devo premettere di conoscere il film del 2008, di cui questo è/sarebbe il sequel o la"ripresa"più sviluppata. Considerando il film di per sé, ossia senza riferimenti precedenti, senza considerare antefatti e prequel, dire che"10 Cloverfield Lane"(che è un indirizzo)sia il film del dubbio, in stile.-diremmo-con il postmodern: non si sa se la reclusione della protagonista e di un altro ospite, che verrà"eliminato")sia frutto della"paranoia"del protagonista o se il pericolo sia reale(alla fine del film qualche indizio risolutore c'è, ma non risolutivo)da parte di un'invasione di alieni o comunque di una sorta di"finis mundi", di"apocalisse"(nell'accezione non di"rivelazione"ma di fine di tutto, di disastro finale-totale), o se(possibilità forse remota, ma non del tutto da scartare)il tutto non sia frutto dell'incubo della protagonista, una sorta di solipsismo estremo.
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Devo premettere di conoscere il film del 2008, di cui questo è/sarebbe il sequel o la"ripresa"più sviluppata. Considerando il film di per sé, ossia senza riferimenti precedenti, senza considerare antefatti e prequel, dire che"10 Cloverfield Lane"(che è un indirizzo)sia il film del dubbio, in stile.-diremmo-con il postmodern: non si sa se la reclusione della protagonista e di un altro ospite, che verrà"eliminato")sia frutto della"paranoia"del protagonista o se il pericolo sia reale(alla fine del film qualche indizio risolutore c'è, ma non risolutivo)da parte di un'invasione di alieni o comunque di una sorta di"finis mundi", di"apocalisse"(nell'accezione non di"rivelazione"ma di fine di tutto, di disastro finale-totale), o se(possibilità forse remota, ma non del tutto da scartare)il tutto non sia frutto dell'incubo della protagonista, una sorta di solipsismo estremo. Le sequenze che si vedono, dall'inizio(incidente ed esplosione o qualcosa di paragonabile)alla lunga permanenza, conflittuale, nel bunker, alla "fuga"(sempre che sia questo)non ci danno una soluzione, per cui è dello spettatore(della spettatrice)il ventilare-proporre soluzioni, sempre provvisorie, sempre solo"probabilistiche", appunto. Un qualcosa di"aperto", appunto, un'"opera aperta", ammesso che il relativo concetto sia passato per la mente/sia noto agli autori del film, il che non è certo, non si può dare per scontato a priori, ma l'incertezza se v ediamo/abbiamo visto un SF(meno probabile, invero), un thriller psicologico, un"film da camera"o qualcosa d'altro(?Di nuovo, di ancora da definire...?)rimane, dove potremmo dire che"l'enigma esiste", ancora una volta, contro supposizioni che andrebbero nella direzione contraria. contro la convinzione che tutto sia conoscibile o che comunque lo sarà, se non"a breve", comunque in un futuro ragionevolmente da considerare come tale... Ottima regia, attenta alla considerazione dei dettagli, ma ancora di più al fatto che i dettagli non oscurino il senso complessivo, mentre la"recitazione da camera"dei tre interpreti(Mary Elisabeth Winstead, solo apparentemente fisicamente inconsistente, mentre è vero il contrario...), John Goodman, John Gallenbergh, in un"gioco perverso"nel quale tutte le"pedine"sono mosse con estrema intelligenza... El Gato
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carloalberto
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domenica 7 febbraio 2021
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un regista di talento e uno straordinario goodman
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Dan Trachtenberg,giovane regista americano, autore di spot pubblicitari e di cortometraggi ignoti al grande pubblico, sorprende, al suo primo lungometraggio, con un avvincente ed intricato thriller psicologico in bilico fino alla fine con il disaster movie ed il più classico dei film di fantascienza e complice un John Goodman in gran forma, relegato purtroppo per troppo tempo in ruoli secondari, costruisce tensione ed attesa, nell’incertezza costante degli eventi che si svolgono fuori dal bunker e delle mosse che, all’interno, ognuno dei tre protagonisti farà, come in un gioco da tavola, tipo il monopoli, a cui il ragazzo propone di giocare, interminabile e dall’esito incerto.
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Dan Trachtenberg,giovane regista americano, autore di spot pubblicitari e di cortometraggi ignoti al grande pubblico, sorprende, al suo primo lungometraggio, con un avvincente ed intricato thriller psicologico in bilico fino alla fine con il disaster movie ed il più classico dei film di fantascienza e complice un John Goodman in gran forma, relegato purtroppo per troppo tempo in ruoli secondari, costruisce tensione ed attesa, nell’incertezza costante degli eventi che si svolgono fuori dal bunker e delle mosse che, all’interno, ognuno dei tre protagonisti farà, come in un gioco da tavola, tipo il monopoli, a cui il ragazzo propone di giocare, interminabile e dall’esito incerto.
E’ un piccolo gioiello, nella prima parte quasi una piece teatrale, che coniuga in modo intelligente generi diversi, ribaltando più volte lo scenario e le convinzioni che lo spettatore si fa empatizzando con i personaggi, che similmente passano dal dubbio alla certezza e poi di nuovo al dubbio su cosa stia accadendo realmente fuori e dentro la casa.
Quale sia la vera personalità del padrone del bunker, interpretato magistralmente da Goodman, rimarrà in ombra anche dopo la svolta che sembra chiarire e definire i contorni della vicenda. L’ambiguità del personaggio, che oscilla tra il salvatore generoso e disinteressato di vite umane dalla catastrofe o lo psicopatico assassino, maniaco della disciplina e della autorità imposta con la forza, a cui piace torturare psicologicamente i suoi ospiti prigionieri, costituisce il fascino sotterraneo della pellicola che inconsciamente lavora mentre il plot si sviluppa in modo imprevedibile distraendo l’attenzione dello spettatore sull’altra protagonista, interpretata da Mary Elizabeth Winstead, che, nell’affrontare prove inattese, scoprirà, con sua sorpresa, di essere una super eroina.
Il tema dell’affidabilità degli sconosciuti affonda le sue radici nell’atavico sospetto che chi si presenta come il nostro benefattore possa in realtà nascondere le peggiori intenzioni nei nostri confronti proiettandosi nell'immagine finale dei mostri alieni che come in un incubo ad occhi aperti incarnano la primordiale paura inconscia dell'estraneo, il diverso, l'ignoto, l'altro.
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gianleo67
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lunedì 19 settembre 2016
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il sonno della ragione...e la fuga dai mostri
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In fuga dalla città e da una storia d'amore fallimentare, la bella Michelle viene speronata dall'auto di un sedicente benefattore che la rapisce, conducendola in un bunker antiatomico che ospita già un altro ragazzo. La versione dell'uomo è quella di una contaminazione ambientale che ha reso l'aria tossica e di una misteriosa invasione aliena che avrebbe già decimato la popolazione americana. Come non credergli?
Psicodramma (sci-fi) da camera in cui l'ambiguità e la mistificazione sono la dinamo di una dialettica psicologica che sposta continuamente l'ago della bilancia dalla sopravvivenza alla reclusione a quella dall'esclusione, dal 'dentro' di una insostenibile condizione di subalternità al 'fuori' di un letale risiko dell'ignoto, dalla padella di una trappola per topi di inevitabile concupiscenza alla brace di un serraglio formato-pianeta in cui soccombere all'istituto predatorio di rapaci creature venute dallo spazio.
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In fuga dalla città e da una storia d'amore fallimentare, la bella Michelle viene speronata dall'auto di un sedicente benefattore che la rapisce, conducendola in un bunker antiatomico che ospita già un altro ragazzo. La versione dell'uomo è quella di una contaminazione ambientale che ha reso l'aria tossica e di una misteriosa invasione aliena che avrebbe già decimato la popolazione americana. Come non credergli?
Psicodramma (sci-fi) da camera in cui l'ambiguità e la mistificazione sono la dinamo di una dialettica psicologica che sposta continuamente l'ago della bilancia dalla sopravvivenza alla reclusione a quella dall'esclusione, dal 'dentro' di una insostenibile condizione di subalternità al 'fuori' di un letale risiko dell'ignoto, dalla padella di una trappola per topi di inevitabile concupiscenza alla brace di un serraglio formato-pianeta in cui soccombere all'istituto predatorio di rapaci creature venute dallo spazio. Già reduce da tre cortometraggi, l'esordiente Trachtenberg sembra allungare il sugo di un quarto fino alla misura del lungo, anche e soprattutto grazie all'ottima sceneggiatura a sei mani cui partecipa il premio Oscar Chazelle (Wiplash) ed al richiamo di un'ambientazione del primo capitolo del franchise (Cloverfield) cui ribaltare la prospettiva di una narrazione che evoca i mostri (della ragione) con cui ci si deve confrontare nelle situazioni del bisogno: da quella di un pacioso paranoico complottista a quella non meno rassicurante di un cestode quadrupede gigante mandato in avanscoperta.
Scommessa riuscita su come si possa alimentare tensione e spettacolo con un budget compatibile con un'ambientazione in interni e la superlativa prova di attori che reclamano la giusta parte del cachet, in una messa in scena che gioca le sue carte sulle invenzioni cunicolari e scenografiche degne del migliore Wes Craven (La casa nera) ed i continui ribaltamenti di una prospettiva del possibile che agita il sospetto di un pericolo esterno tanto sconosciuto quanto letale (Kynodontas). Tra il complesso di elettra di una M.E. Winstead in fuga da un amore fallito ed alla ricerca di una salvezza dall'ingombrante figura paterna di un John Goodman che vagheggia la promiscuità di una forzata convivenza senza data di scadenza, lo spunto drammaturgico risiede nel riscatto dall'inazione, nella necessità di una presa di posizione che renda utilizzabile un biglietto ormai scaduto e consenta di svoltare per Houston quale base (di controllo) per la resistenza dall'ennesimo nemico e la conquista dell'ennesima forma di libertà dall'oppressore: chi fugge dai propri fantasmi, hai visto mai contribuisca alla salvezza di tutti?!! Mantenuto su di un registro di crudele sarcasmo ed agitato da sotterrane tensioni sessuali, si avvale di una strana coppia di attori che la diversità rende complementari e da un soundtrack di spassoso gusto vintage che sottolinea ironicamente i momenti dell'azione (I Think we're alone now, Tell Him, Venus).
Per chi credeva che la la fantascienza dell'assedio non si potesse rinchiudere in casa.
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