giacomo93
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martedì 3 gennaio 2017
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tre uomini e un'occasione (sprecata)
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Peccato, hanno sprecato un'occasione. Anno 2041: tre invecchiati (in tutti i sensi) Aldo, Giovanni e Giacomo si rincontrano in un vecchio ospizio-luna park per celebrare i 25 anni di attività, dimostrando di avere ancora voglia di vivere e scappando a Rio De Janeiro per ricominciare. Il film, che si dà un tono surreale, è una scusa per riciclare se stessi e i vecchi sketch di una volta, quelli che facevano ridere, e ficcarli a forza dentro un film che sa di vecchio fin dall'inizio, fin dal trailer, fin dal titolo. L'idea, di per sé, era molto buona, pregnata di quel surrealismo al quale in Italia spesso non siamo abituati. Purtroppo soffre di una scrittura riuscita male e gestita peggio. Nel film vengono proposti vecchi sketch, vecchie gag e vecchi personaggi, che si muovono, completamente a caso, stanchi e svogliati, su uno spettro di trama inesistente.
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Peccato, hanno sprecato un'occasione. Anno 2041: tre invecchiati (in tutti i sensi) Aldo, Giovanni e Giacomo si rincontrano in un vecchio ospizio-luna park per celebrare i 25 anni di attività, dimostrando di avere ancora voglia di vivere e scappando a Rio De Janeiro per ricominciare. Il film, che si dà un tono surreale, è una scusa per riciclare se stessi e i vecchi sketch di una volta, quelli che facevano ridere, e ficcarli a forza dentro un film che sa di vecchio fin dall'inizio, fin dal trailer, fin dal titolo. L'idea, di per sé, era molto buona, pregnata di quel surrealismo al quale in Italia spesso non siamo abituati. Purtroppo soffre di una scrittura riuscita male e gestita peggio. Nel film vengono proposti vecchi sketch, vecchie gag e vecchi personaggi, che si muovono, completamente a caso, stanchi e svogliati, su uno spettro di trama inesistente. Quello che si vede è un tentativo (dichiarato) di riciclarsi, che però riesce male. Ed è un peccato aver sprecato una bella occasione, invece, per rinascere. Hanno preferito riproporsi come se stessi, come se il tempo non fosse passato. Invece per loro, come nel film, il tempo degli albori è passato, le battute, sempre quelle, adesso fanno fare solo qualche sporadica risata, e il pubblico li anticipa nelle battute che ormai sa a memoria. Forse a teatro è diverso: il comico lo hai lì, e in quel "tempio sacro" del ricordo riesce comunque a trascinarti con sé a strapparti qualche risata. Ma il cinema è diverso. Quando si è stati importanti, quando si è fatta la storia (nel bene o nel male) del panorama italiano per vent'anni, quando le proprie battute sono diventate storia, citazione e mantra, non si può riciclare se stessi all'infinito, perché il pubblico ormai ti conosce a memoria. E a nulla valgono gli espedienti (poveri) di tre anziani uomini e una donna, la moglie di uno dei tre, a risollevare le risate di una sala cinematografica. Aldo Giovanni e Giacomo si lasciano prendere la mano dalla moda dei reboot, dei sequel, del "citare se stessi" per tirare avanti con un altro film che, purtroppo, esce mediocre, e che "affoga" tra la moltitudine dei cine-panettoni e sfornati per questo Natale. La preghiera, per quel trio che, volenti o nolenti, è stato grande nel panoramica televisivo, teatrale e cinematografico italiano, che ha segnato un'epoca con le proprie gag e le proprie battute, è di ritrovare se stessi, quelli degli inizi. Lo sappiamo, non è facile invecchiare nel mondo del cinema: le idee invecchiano, le forze mancano, e il riciclo è la via più facile per "tirare avanti". Ma abbiate cura della vostra comicità, di quello che è stata, e di quello che potrebbe ancora essere, se vi prendeste il tempo di scrivere, di pensare, se trovaste di nuovo la voglia di giocare con voi stessi e, magari, collaboratori migliori.
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roby 82
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sabato 17 dicembre 2016
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promosso ma con riserva
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Allora mettiamo i puntini sulla I. Non è un film, ma semplicemente un modo molto scocciante per regalare ai fan che non sono andati a teatro per mostrargli due tre pezzetti del loro spettacolo dei 25 anni. In un intervista il trio ha dichiarato che le riprese sono durate 4 settimane...bè per quello che si è visto anche troppo. Mi dispiace dirlo ma lo confermo, Silvana Fallisi è un intruso all'interno del trio, non si riesce a capire cosa ci azzecchi, e per noi nostalgici di Aldo Giovanni e Giacomo, Marina Massironi rimane la 4 componente, e vedere la Fallisi da quasi fastidio. Cosi come ho trovato fastidioso che il trio non ricordi le battute. Pdor è un esempio di come Giovanni non ricordi nulla.
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Allora mettiamo i puntini sulla I. Non è un film, ma semplicemente un modo molto scocciante per regalare ai fan che non sono andati a teatro per mostrargli due tre pezzetti del loro spettacolo dei 25 anni. In un intervista il trio ha dichiarato che le riprese sono durate 4 settimane...bè per quello che si è visto anche troppo. Mi dispiace dirlo ma lo confermo, Silvana Fallisi è un intruso all'interno del trio, non si riesce a capire cosa ci azzecchi, e per noi nostalgici di Aldo Giovanni e Giacomo, Marina Massironi rimane la 4 componente, e vedere la Fallisi da quasi fastidio. Cosi come ho trovato fastidioso che il trio non ricordi le battute. Pdor è un esempio di come Giovanni non ricordi nulla. Per il resto lascia una nota di malinconia, fa pensare anche agli anni passati per noi fan, rivedere Nico, Johnny Glamour, Rolando, e Flanagan e cosi via, mette malinconia dei tempi passati. Insomma, il film non è da cinema, e trovo anche fastidioso che il trio impedisca ai propri fan di vedere un loro spettacolo per intero senza tagli, visto che questo non può essere considerato il nuovo "film" di A.G.G ma una specie di Anplagghed con qualche spezzone qua e la. Voto 6
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[+] tanta nostalgia, ma più sorrisi che risate
(di antonio montefalcone)
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no_data
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martedì 27 dicembre 2016
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non è un film
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Spiace dare un commento negativo ad un film del trio milanese, che ancora una volta dimostra di non avere i tempi comici necessari a un'opera cinematografica. Il ricorso a gag datate, a personaggi resi famosi dalle loro apparizioni televisive e teatrali, a filmati di repertorio (perchè?), a situazioni surreali ma senza un vero e proprio filo conduttore impoveriscono una trama già di per sé appena tratteggiata, nonostante lo spunto (un parco giochi che è in realtà un luogo di detenzione per anziani "inutili") non sia affatto banale. Ma la banalità e la noia affiorano presto nelle battute - soprattutto quelle di Aldo, il più sacrificato -, nei personaggi di contorno (la "megera" sovrappeso che dirige il luna park, oppure i gemelli "omozigoti" Ficarra e Picone, degnati di un piccolo cameo iniziale), nell'ambientazione monocorde, a parte la Milano da cartolina del finale.
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Spiace dare un commento negativo ad un film del trio milanese, che ancora una volta dimostra di non avere i tempi comici necessari a un'opera cinematografica. Il ricorso a gag datate, a personaggi resi famosi dalle loro apparizioni televisive e teatrali, a filmati di repertorio (perchè?), a situazioni surreali ma senza un vero e proprio filo conduttore impoveriscono una trama già di per sé appena tratteggiata, nonostante lo spunto (un parco giochi che è in realtà un luogo di detenzione per anziani "inutili") non sia affatto banale. Ma la banalità e la noia affiorano presto nelle battute - soprattutto quelle di Aldo, il più sacrificato -, nei personaggi di contorno (la "megera" sovrappeso che dirige il luna park, oppure i gemelli "omozigoti" Ficarra e Picone, degnati di un piccolo cameo iniziale), nell'ambientazione monocorde, a parte la Milano da cartolina del finale. Dalla evanescenza del film (?) salverei solamente la scena delle ombre cinesi, questa sì ben fatta, che ricorda da vicino i cartoni animati, ma non bastano pochi minuti di divertimento per giustificare un film intero di "ritagli". Un'ultima osservazione: a un trio comico così affermato e di grande bravura servirebbero un soggetto e una sceneggiatura di livello: non sempre il fai da te è una scelta vincente...
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woody62
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sabato 31 dicembre 2016
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impari confronto tra passato e presente
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Ironia, occhio disincantato, capacità di ridere di tutto e sopratutto di sé stessi. Sono qualità che vanno riconosciute ad Aldo, Giovanni e Giacomo, specialmente in questo ultimo film ove il trio celebra una carriera trentennale (iniziata con “Tre uomini e una gamba” nel 1997) da una prospettiva proiettata una ventina d'anni nel futuro, quando i tre si ritrovano, ottantenni, in una inquietante casa di riposo per anziani, il “Reuma park”, piuttosto originale tra vecchie giostre, autoscontri, baracconi e attrazioni da festa paesana. Qui avranno l'occasione di rivedere scene e personaggi della loro carriera, tratti dalla produzione teatrale e televisiva (ci sono praticamente tutti i vecchi protagonisti di “Mai dire gol”).
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Ironia, occhio disincantato, capacità di ridere di tutto e sopratutto di sé stessi. Sono qualità che vanno riconosciute ad Aldo, Giovanni e Giacomo, specialmente in questo ultimo film ove il trio celebra una carriera trentennale (iniziata con “Tre uomini e una gamba” nel 1997) da una prospettiva proiettata una ventina d'anni nel futuro, quando i tre si ritrovano, ottantenni, in una inquietante casa di riposo per anziani, il “Reuma park”, piuttosto originale tra vecchie giostre, autoscontri, baracconi e attrazioni da festa paesana. Qui avranno l'occasione di rivedere scene e personaggi della loro carriera, tratti dalla produzione teatrale e televisiva (ci sono praticamente tutti i vecchi protagonisti di “Mai dire gol”). L'idea è interessante e tra una gag e una battuta, si presta anche a qualche amara considerazione sulla condizione degli anziani nella società schiava della produttività e dell'iperattivismo. Eppure qualcosa non funziona. E non per colpa del ricorso al flash back e alle continue citazioni dei successi passati del trio: trattandosi della “celebrazione” di una carriera il tutto è funzionale allo scopo. Quello che stride è invece l'impari confronto tra la freschezza, l'immediatezza e l'originalità della vecchia produzione del trio – che fa ridere ancora oggi – rispetto al momento attuale, con battute e situazioni comiche che strappano a stento qualche risata in una imbarazzante sala semi vuota. E questa è l'altra grande novità che vorrà pur dire qualcosa. I campioni degli incassi nella storia del cinema italiano con oltre 150 milioni di euro per una decina di film (il picco per Chiedimi se sono felice – quasi 30 milioni di incasso), con questo film faticano ad arrivare a 2 milioni, insomma un vero flop. Anche perché gli unici spunti davvero interessanti sono all'inizio del film, con l'inedito trio siciliano Baglio, Ficarra e Picone, dove i due giovani gemelli infingardi scaricano l'anziano papà – che sembra rimbambito ma che è molto più lucido di loro – al Reuma Park. E il finale in una Milano notturna e surreale tra piazza Duomo e i navigli. Molto meno originale l'idea della fuga dall'ospizio-prigione. Sembra tratta pari pari da una delle sei storie di “Cloud Atlas” (2012), quella dell'anziano editore Timothy Cavendish, ambientata a S.Francisco nel 1973. Rinchiuso dal fratello per una vendetta personale, riuscirà a scappare dalla “Aurora House” con un gruppetto di arzilli compagni. Anzi qui il finale è ancor più simpatico. Rintracciati in un pub scozzese dalla perfida e gigantesca infermiera (c'è anche qui) e dai suoi sgherri, saranno salvati dagli avventori del pub cui chiedono aiuto spacciando comuni origini scozzesi. Non vorremmo che anche per Aldo Giovanni e Giacomo, come per altri grandi comici del passato, l'inevitabile esaurirsi della vena comica segni l'inizio del malinconico viale del tramonto. Speriamo di sbagliarci.
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ilcinefilo
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giovedì 24 maggio 2018
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la fine di aldo, giovanni e giacomo
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Scrivo questo mio pensiero con quasi due anni di ritardo rispetto all'uscita del film...ma il disgusto che questa porcheria mi ha provocato mi ha impedito, in questo lungo lasso di tempo, di avvicinarmi alla tastiera ed esprimermi a riguardo...bene, è arrivato il momento di parlare: Aldo Baglio, Giovanni Storti e Giacomo Poretti sono arrivati, veramente, alla fine del loro percorso artistico e umanamente concepibile.
Fin dal suo primo esordio a teatro e in televisione, il trio comico più famoso d'Italia ci ha regalato(ormai molti anni fa)momenti di autentica ilarità, supportati da un autenticità e un carisma umoristico come molto di rado si era in visto in quel periodo: i tiranox, Johnny Glamour, Te chi el telun, Ampplagghed, i corti.
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Scrivo questo mio pensiero con quasi due anni di ritardo rispetto all'uscita del film...ma il disgusto che questa porcheria mi ha provocato mi ha impedito, in questo lungo lasso di tempo, di avvicinarmi alla tastiera ed esprimermi a riguardo...bene, è arrivato il momento di parlare: Aldo Baglio, Giovanni Storti e Giacomo Poretti sono arrivati, veramente, alla fine del loro percorso artistico e umanamente concepibile.
Fin dal suo primo esordio a teatro e in televisione, il trio comico più famoso d'Italia ci ha regalato(ormai molti anni fa)momenti di autentica ilarità, supportati da un autenticità e un carisma umoristico come molto di rado si era in visto in quel periodo: i tiranox, Johnny Glamour, Te chi el telun, Ampplagghed, i corti...piccole irresistibili perle che ci hanno fatto ridere, commuovere, emozionare e consegnando al pubblico italiano il più bel regalo che si potesse desiderare: un terzetto di uomini spumeggianti e grandiosi nella loro semplicità e spontaneità, gag folgoranti e di fenomenale impatto sullo stato d'animo di tutti coloro(me compreso, ai bei vecchi tempi)che hanno assistito ai loro spettacoli fin dai primordi della loro carriera.
Al cinema, sono arrivati con il meraviglioso Tre uomini e una gamba...che è, a tutt'oggi, il loro più grande capolavoro, l'unico completamente in grado di reinventare e rielaborare la lezione di autori come Blake Edwards e Billy Wilder e porre il loro talento su di uno scalino posto al di sopra dell'arte stessa.
Il loro genio comico è proseguito, successivamente, con Così è la vita e Chiedimi se sono felice: altre due opere capitali nell'itinerario sarcastico del trio, e che hanno sbancato i botteghini in tutto il paese.
Bene...che ne è stato di questi tre grandi uomini? dove sono andati a finire? che ne è stato della loro arte, della loro autenticità, la loro spontaneità? domande che rimarranno tragicamente senza risposta.
L'involuzione è incominciata, ufficialmente e non, nel 2004 con l'inquietante Tu la conosci Claudia? e dove si potevano già ravvisare, a tratti sempre più frequenti, i primi segnali di un indiscutibile crollo qualitativo(sia nelle battute verbali che in quelle slap-stick)destinato ineluttabilmente a perdurare e peggiorare sempre di più nel corso degli anni, fino ad arrivare a Il cosmo sul comò, la banda dei babbi natale, il ricco il povero e il maggiordomo e, soprattutto, a questo aborto cinematografico di Fuga da Reuma park.
Nel corso degli anni Aldo Giovanni e Giacomo hanno subito una raccapricciante trasformazione sia nel loro modo di intendere e interpretare i gusti del pubblico, sia negli elementi basilari di quelli che, fino a Chiedimi se sono felice, erano stati i loro principali punti di forza: la spontaneità e la verità...che si sono trasformati ben presto in finzione estrema e menzogna radicale.
Ci avevano abituati a vederli interpretare se stessi, e facendosi amare per questo...e adesso tradiscono tutto quello che hanno rappresentato fino a quel momento tramutandosi in stereotipi ambulanti, fasulli e irritanti di quell'Italietta media che un tempo, invece, sembravano quasi ben propensi a criticare.
Laddovè prima avevano battute divertenti abbiamo ora, nel loro ultimo film(e che sia davvero l'ultimo, a questo punto!)squallidi e dimenticabili siparietti con Aldo e Giovanni che suonano trombette e gonfiano pesci di gomma..e questo quando non sono impegnati a grugnire noiose e incomprensibili battutine da filmucolo comico di serie z.
La computer grafica utilizzata per la famosa gag delle ombre fa vomitare, per quanto è brutta e fasulla...
Inspiegabile, inoltre, la presenza di un malato che parla come fosse una telecronaca calcistica e che non si capisce dove quando e perché dovrebbe strappare una qualsivoglia risata, sia pure di striscio...e ora arriviamo a uno dei problemi più drammatici e insostenibili di questo"film", oltre che di tutta quanta la loro produzione recente: Silvana Fallisi.
Silvana Fallisi è, semplicemente, l'anticristo del cinema di Aldo, Giovanni e Giacomo: fin da Chiedimi se sono felice la sua presenza scenica con annessi momenti ironici valgono meno di niente...eppure continua a imperversare, ossessivamente e diabolicamente su(quasi)tutti i loro film ed essendone, al contempo, una delle principali cause di devastazione.
Non mi permetto, ovviamente, di giudicare la Fallisi nel privato non avendone ne i mezzi ne il diritto per farlo...ma ritengo di poter esprimermi su di lei circa la sua attività"artistica"all'interno dell'ormai mefistofelico trio.
Silvana Fallisi è il male, e nessuno del trio ha il coraggio di opporsi...e più si avanti negli anni e più la sua presenza scenica diventa tanto inutile quanto ingombrante, tanto vuota e per nulla divertente quanto fastidiosamente ripetetitiva.
Non riesce a offrire al pubblico assolutamente niente...perché è quello che lei è, sul piano squisitamente teatrale e cinematografico: il niente.
Detto questo, non mi resta che tirare le somme di questo scempio: Aldo, Giovanni e Giacomo sono praticamente finiti, ed è meglio che facciano un favore a se stessi prima ancora che a noi: che si ritirino e lascino perdere il grande schermo, del cui profondo linguaggio espressivo, ormai, non conoscono più nemmeno il significato...esattamente come Dario Argento, un altro regista finito.
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fabrizio friuli
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lunedì 30 maggio 2022
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uno spreco di soldi sbalorditivo
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I tre iconici Aldo , Giovanni e Giacomo sono ormai entrati nell' età avanzata , ed ora devono vivere in uno stravagante centro per anziani , gestito da una misteriosa ed austera donna che si esprime con un accento straniero che controlla l'intera struttura. Dopo essersi ritrovati, i tre eroi decidono di abbandonare quel posto, tutti e tre insieme, ed ovviamente ci saranno degli ostacoli da superare, e gli stessi ostacoli verranno superati ed anche l' antagonista degli eroi fugge via con loro.
Nonostante il tentativo di realizzare una pellicola differente dalle solite commedie del Trio composto da Aldo Baglio , Giovanni Storti e Giacomo Poretti , Fuga da Reuma Park è assolutamente privo di umorismo, come i film che l' hanno preceduto, privo di una sceneggiatura adeguata e soprattutto, hanno messo una scena dove vengono visti nella televisione i loro spettacoli, per garantire agli spettatori un tuffo nel passato , e non è sufficiente una scena simile per consentire a questa commedia di essere una commedia idonea, perché tutto il resto non va per niente bene , come se non bastasse , nemmeno Giacomo Poretti che impersona il ruolo del burbero con la voce buffa riesce a rendere il film gradevole o divertente , mentre il personaggio interpretato dalla moglie di Aldo Baglio sembra essere la parodia di un antagonista di un film americano, per via del suo accento russo, e forse , potrebbe ricordare anche il personaggio cattivo del film Qualcuno volò sul nido del cuculo.
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I tre iconici Aldo , Giovanni e Giacomo sono ormai entrati nell' età avanzata , ed ora devono vivere in uno stravagante centro per anziani , gestito da una misteriosa ed austera donna che si esprime con un accento straniero che controlla l'intera struttura. Dopo essersi ritrovati, i tre eroi decidono di abbandonare quel posto, tutti e tre insieme, ed ovviamente ci saranno degli ostacoli da superare, e gli stessi ostacoli verranno superati ed anche l' antagonista degli eroi fugge via con loro.
Nonostante il tentativo di realizzare una pellicola differente dalle solite commedie del Trio composto da Aldo Baglio , Giovanni Storti e Giacomo Poretti , Fuga da Reuma Park è assolutamente privo di umorismo, come i film che l' hanno preceduto, privo di una sceneggiatura adeguata e soprattutto, hanno messo una scena dove vengono visti nella televisione i loro spettacoli, per garantire agli spettatori un tuffo nel passato , e non è sufficiente una scena simile per consentire a questa commedia di essere una commedia idonea, perché tutto il resto non va per niente bene , come se non bastasse , nemmeno Giacomo Poretti che impersona il ruolo del burbero con la voce buffa riesce a rendere il film gradevole o divertente , mentre il personaggio interpretato dalla moglie di Aldo Baglio sembra essere la parodia di un antagonista di un film americano, per via del suo accento russo, e forse , potrebbe ricordare anche il personaggio cattivo del film Qualcuno volò sul nido del cuculo. Esclusi questi dettagli, le sole virtù in possesso di questo film sono le interpretazioni dei tre comici che comunque indossano le maschere di loro stessi in un possibile futuro. Sebbene poi , il film non risulta essere eccessivamente lungo , lo scorrimento bradipale che lo caratterizza, insieme a tutte le componenti negative che esso possiede , rende il film incredibilmente tedioso e per nulla avvincente o dilettevole, ed eccomun altro problema di Fuga Da Reuma Park , è altamente tedioso, infatti , solamente qualche scenetta riesce a garantire una breve ridarella che però non supera i due secondi contati , ragion per cui , il film , intitolato Fuga Da Reuma Park è da considerare un mero spreco di denaro ed anche di tempo , per tanto , non è consigliabile, a meno che, qualcuno non sia un accanito stimato del trio , e in quel caso , la delusione è garantita , perciò, chiunque voglia vederlo , non deve avere nessun tipo di aspettativa.
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dqitos
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sabato 17 giugno 2017
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non forse quel divertimento sublime classico.
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Non male, eccoli li col divertimento del trio comico e un titolo
quasi in codice e quasi di divertimento assoluto,
periferia... di Milano, questo sito di pseudo fenomeni ossia
lo ospizio di tre gatti famosi non sembra
abbandonare niente al caso. Fuga da reauma park..., figuratevi,
col caos dilagante a reuma park e un susseguirsi di gag e comicità
e profughie alternative allo spettacolo classico con balle supersoniche
e di mascalzoni a go go, e che volevano farci la
morale... alcuni personaggi sortiti praticamente dal
niente, con balle supersoniche e comicismo alternativo, a
briscola sarebbe una specie
di primiera vivido ricordo e ancora vivo del comicismo di classe nazionale
e diurno e solare che il trio comico ha cmq posto in essere.
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Non male, eccoli li col divertimento del trio comico e un titolo
quasi in codice e quasi di divertimento assoluto,
periferia... di Milano, questo sito di pseudo fenomeni ossia
lo ospizio di tre gatti famosi non sembra
abbandonare niente al caso. Fuga da reauma park..., figuratevi,
col caos dilagante a reuma park e un susseguirsi di gag e comicità
e profughie alternative allo spettacolo classico con balle supersoniche
e di mascalzoni a go go, e che volevano farci la
morale... alcuni personaggi sortiti praticamente dal
niente, con balle supersoniche e comicismo alternativo, a
briscola sarebbe una specie
di primiera vivido ricordo e ancora vivo del comicismo di classe nazionale
e diurno e solare che il trio comico ha cmq posto in essere.Il divertimento è assicurato
se ne comprende il titolo e l'irriverenza nei
confronti di quelli che non aprrezzavano la comicità classica dei titoli
precedenti, altrettanto comunque rimangono
riflessioni e qualche argomento d'interesse mistico e di divertimento.
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andreacolombo
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mercoledì 21 dicembre 2016
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piacevole tuffo nel passato
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Parto dal fatto che secondo la mia opinione, questa ultima fatica cinematografica del trio, non è nata con l'idea di essere un film vero e proprio (come invece lo sono stati tutti i passati) ma molto più semplicemente hanno voluto chiudere il loro 25esimo anno di carriera (dopo l'enorme successo dello spettacolo teatrale) con una sorta di remake di tutti i loro personaggi e sketch che li hanno resi celebri e "regalarli" per l'ultima volta al loro pubblico. La trama non è certamente molto ricercata, con il trio che si ritrova dopo 20 anni in un ospizio-lager dal quale cercano di scappare, ma i personaggi dei vecchietti strappano sempre qualche risata (In particolare Giacomo che in questo ruolo è fenomenale) e i vari inserimenti dei vecchi personaggi (come Rolando e i sardi) e degli sketch storici rendono il film scorrevole e divertente.
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Parto dal fatto che secondo la mia opinione, questa ultima fatica cinematografica del trio, non è nata con l'idea di essere un film vero e proprio (come invece lo sono stati tutti i passati) ma molto più semplicemente hanno voluto chiudere il loro 25esimo anno di carriera (dopo l'enorme successo dello spettacolo teatrale) con una sorta di remake di tutti i loro personaggi e sketch che li hanno resi celebri e "regalarli" per l'ultima volta al loro pubblico. La trama non è certamente molto ricercata, con il trio che si ritrova dopo 20 anni in un ospizio-lager dal quale cercano di scappare, ma i personaggi dei vecchietti strappano sempre qualche risata (In particolare Giacomo che in questo ruolo è fenomenale) e i vari inserimenti dei vecchi personaggi (come Rolando e i sardi) e degli sketch storici rendono il film scorrevole e divertente. Resistere così a lungo non é mai facile per un sodalizio artistico, ma loro sembrano ancora divertirsi e divertire, soprattutto a teatro dove spero continuino a inscenare nuovi spettacoli (anche lasciando il cinema da parte per qualche anno) perchè sul palco,in Italia, nessuno diverte come loro.
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andreacolombo
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mercoledì 21 dicembre 2016
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piacevole tuffo nel passato
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Parto dal fatto che secondo la mia opinione, questa ultima fatica cinematografica del trio, non è nata con l'idea di essere un film vero e proprio (come invece lo sono stati tutti i passati) ma molto più semplicemente hanno voluto chiudere il loro 25esimo anno di carriera (dopo l'enorme successo dello spettacolo teatrale) con una sorta di remake di tutti i loro personaggi e sketch che li hanno resi celebri e "regalarli" per l'ultima volta al loro pubblico. La trama non è certamente molto ricercata, con il trio che si ritrova dopo 20 anni in un ospizio-lager dal quale cercano di scappare, ma i personaggi dei vecchietti strappano sempre qualche risata (In particolare Giacomo che in questo ruolo è fenomenale) e i vari inserimenti dei vecchi personaggi (come Rolando e i sardi) e degli sketch storici rendono il film scorrevole e divertente.
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Parto dal fatto che secondo la mia opinione, questa ultima fatica cinematografica del trio, non è nata con l'idea di essere un film vero e proprio (come invece lo sono stati tutti i passati) ma molto più semplicemente hanno voluto chiudere il loro 25esimo anno di carriera (dopo l'enorme successo dello spettacolo teatrale) con una sorta di remake di tutti i loro personaggi e sketch che li hanno resi celebri e "regalarli" per l'ultima volta al loro pubblico. La trama non è certamente molto ricercata, con il trio che si ritrova dopo 20 anni in un ospizio-lager dal quale cercano di scappare, ma i personaggi dei vecchietti strappano sempre qualche risata (In particolare Giacomo che in questo ruolo è fenomenale) e i vari inserimenti dei vecchi personaggi (come Rolando e i sardi) e degli sketch storici rendono il film scorrevole e divertente. Resistere così a lungo non é mai facile per un sodalizio artistico, ma loro sembrano ancora divertirsi e divertire, soprattutto a teatro dove spero continuino a inscenare nuovi spettacoli (anche lasciando il cinema da parte per qualche anno) perchè sul palco,in Italia, nessuno diverte come loro.
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