renato volpone
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mercoledì 20 giugno 2012
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il rock non morirà mai
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Dopo "burlesque" ecco un altro splendido musical. Nasce un po' in sordina, quasi leggermente noioso, ma ben presto si riprende e sulle note di famosissime canzoni ecco delle voci grandiose che ti lasciano senza fiato. Bravissimo Tom Cruise nel ruolo del rocker sul viale del tramonto, ma bravissimi anche tutti gli altri. E se la sceneggiatura è un po' frivola, scontata, è anche molto divertente e piacevole. Ma la grande protagonista è la musica innanzitutto e più la senti più vorresti sentirne, un invito per tornare a rivederlo.
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donni romani
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domenica 1 luglio 2012
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grandioso cast per un omaggio al rock anni 80
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Adam Shankam torna al musical dopo Hairspray e conferma le sue doti con un film di grande effetto, con magnifica musica e ottimi interpreti. Tratto dallo spettacolo teatrale omonimo Rock of Ages è un potente omaggio al rock Anni Ottanta - la colonna sonora infatti è un susseguirsi di Hits di quegli anni - con protagonista assoluto l'American Dream, incarnato da due giovani provinciali che sognano di sfondare nel mondo della musica a Los Angeles. Il palcoscenico del loro sogno, e del loro amore - perchè come da tradizione i due protagonisti, giovani, ingenui e pieni di fiducia, si innamorano se non al primo al secondo sguardo - è il Bourbon, storico locale dove si sono esibiti i più grandi artisti del rock Anni Settanta, gestito da un Alec Baldwin impareggiabile nel tratteggiare un ex hippy in bilico fra rassegnazione e voglia di mantenere vivo lo spirito più puro del rock.
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Adam Shankam torna al musical dopo Hairspray e conferma le sue doti con un film di grande effetto, con magnifica musica e ottimi interpreti. Tratto dallo spettacolo teatrale omonimo Rock of Ages è un potente omaggio al rock Anni Ottanta - la colonna sonora infatti è un susseguirsi di Hits di quegli anni - con protagonista assoluto l'American Dream, incarnato da due giovani provinciali che sognano di sfondare nel mondo della musica a Los Angeles. Il palcoscenico del loro sogno, e del loro amore - perchè come da tradizione i due protagonisti, giovani, ingenui e pieni di fiducia, si innamorano se non al primo al secondo sguardo - è il Bourbon, storico locale dove si sono esibiti i più grandi artisti del rock Anni Settanta, gestito da un Alec Baldwin impareggiabile nel tratteggiare un ex hippy in bilico fra rassegnazione e voglia di mantenere vivo lo spirito più puro del rock. Intorno ai due giovani ruotano i veri protagonisti del musical, infatti oltre a Baldwin troviamo una perfetta Catherine Zeta-Jones moglie del sindaco che capeggia un gruppo di moraliste signore convinte che il rock sia la maggior piaga della società, un Paul Giamatti cinico manager dallo sguardo piovresco e soprattutto un immenso Tom Cruise, idolo rock in caduta libera fra alcool e donne facili, capace di mangiare la scena ad ogni apparizione, riuscendo a creare un personaggio ambiguo, sopra le righe, ironico e malinconico, e tornando finalmente a recitare dopo tanti film sicuramente divertenti dove però la vera mission impossible era dare spessore al personaggio. Le scene sono scintillanti, il montaggio da videoclip è elettrico e le scenografie perfettamente eseguite, dando al film non solo un tocco vintage, ma un gran ritmo visivo e musicale. Riuscitissimo l'equilibrio fra le note brillanti e quelle più amare del film, lasciate in secondo piano come è giusto che sia in una pellicola decisamente brillante, ma che non nascondono i pericoli del fanatismo, della fama rincorsa a tutti i costi e dell'arrivismo più sfrenato. Due ore di grande spettacolo quindi in cui è impossibile non ritrovarsi a cantare una delle tante icone degli Anni Ottanta, qui perfettamente inserite nel contesto della trama, ma anche, e ancora, dei grandissimi pezzi di rock.
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glenn_glee
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martedì 26 giugno 2012
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tutti amano il rock
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Questo film mi ha stupita in maniera decisamente positiva sia per la qualità del cast sia per l'energia che sembra sprizzare ogni canzone, ogni dialogo e ogni attore. Il film è ambientato in un'epoca in cui in realtà il rock stava davvero per morire, infatti da lì a dieci anni il teen pop avrebbe travolto il mondo con le boyband, le spice girls, britney spears e le sue cloni, mentre in quegli anni le case discografiche strizzavano l'occhio alle prime boyband(si pensi ai New Kids On the Block diventati famosi in USA proprio tra il 1986 e il 1988), però non bisogna scordarsi che per quanto il rock sembra vivere un momento di crisi in quell'anno, i Guns and Roses e i Nirvana sarebbero comunque rimasti sulla cresta dell'onda per qualceh anno ancora.
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Questo film mi ha stupita in maniera decisamente positiva sia per la qualità del cast sia per l'energia che sembra sprizzare ogni canzone, ogni dialogo e ogni attore. Il film è ambientato in un'epoca in cui in realtà il rock stava davvero per morire, infatti da lì a dieci anni il teen pop avrebbe travolto il mondo con le boyband, le spice girls, britney spears e le sue cloni, mentre in quegli anni le case discografiche strizzavano l'occhio alle prime boyband(si pensi ai New Kids On the Block diventati famosi in USA proprio tra il 1986 e il 1988), però non bisogna scordarsi che per quanto il rock sembra vivere un momento di crisi in quell'anno, i Guns and Roses e i Nirvana sarebbero comunque rimasti sulla cresta dell'onda per qualceh anno ancora.Oltre a mostrare un intenso e totale amore per il rock, il film ci dà anche un senso di malinconia per un'epoca che è ormai al tramonto e quindi per la fine di tutti quei miti come Stacee Jaxx che hanno ispirato milioni di ragazzi e fatto innamorare milioni di ragazze. L'incarnazione di questa inquietudine per il presente instabile e il passato glorioso è incarnata dalla rockstar interpretata da un bravissimo Tom Cruise che ha una presenza scenica potente e che sprigiona sensualità da ogni muscolo e da ogni espressione del viso. I due giovani protagonisti, invece, se la cavano bene anche se non hanno il mestiere di altri colleghi con più esperienza e la loro storia è probabilmente la più prevedibile(ricorda vagamente Glee) ma si sa che i musical come questi preferiscono l'happy ending che comunque ci sta tutto. Coppia ben assortita è quella di Baldwin e Brand che ci regalano qualche battuta divertente e che si propongono come i pionieri del Bourbon e del rock in generale. Per quanto all'inizio sembri che gli avversari del rock siano i bigotti e i conservatori che protestano fuori dal locale capeggiati da una bellisssima e straordinaria Zeta-Jones,ex groupie dal cuore spezzato, ci si rende conto nella seconda parte, quando seguiamo il tentativo di realizzare i propri sogni di gloria di Drew che il vero pericolo sono le case discografiche che puntano sulla moda del momento, sul tipo di musica che può vendere, e il menager interpretato dall'ottimo paul Giamatti, che cerca di cambiare il giovane rockettaro inserendolo in una boyband per fare successo, anche se a guardare il viso pulito e la voce "pop" del ragazzo sembra proprio che sarebbe azzeccato. Il tutto si conclude al concerto degli Arsenal dove i due giovani hanno il loro quarto d'ora di gloria, Stacee Jaxx finalmente ha trovato una donna con cui avere una relazione stabile, dove tutti, anche temibile nemica del rock, si divertono a cantare le canzoni della band, come a dire: che importa se il rock sta morendo e morirà? Tanto lo ameranno sempre tutti.
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shanks
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giovedì 5 luglio 2012
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kitsch, strabordante, chiassoso, divertente. rock
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Un esplosione di colori, lustrini e paiette, il tutto in salsa ultra kitsch. Ecco la ricetta del film diretto da Adam Shankman, gia avvezzo ad operazioni simili. Una trama classica, infarcita di clichè narrativi (riscatto personale, ricerca dell'amore, credere in se stessi) che comunque non appiattisce il risultato finale, grazie alla miscelazione di un contorno musicale di grande impatto. La giovane Sherry, arriva a Los Angeles carica di grandi ambizioni e di sogni adolescenziali, ma l'avventura non comincia sotto il miglior auspicio; derubata risale la china grazie soprattutto all'amicizia di Drew, anch'esso speranzoso di "arrivare", con cui condividerà passioni professionali e non, raggiungendo il sospirato happy ending.
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Un esplosione di colori, lustrini e paiette, il tutto in salsa ultra kitsch. Ecco la ricetta del film diretto da Adam Shankman, gia avvezzo ad operazioni simili. Una trama classica, infarcita di clichè narrativi (riscatto personale, ricerca dell'amore, credere in se stessi) che comunque non appiattisce il risultato finale, grazie alla miscelazione di un contorno musicale di grande impatto. La giovane Sherry, arriva a Los Angeles carica di grandi ambizioni e di sogni adolescenziali, ma l'avventura non comincia sotto il miglior auspicio; derubata risale la china grazie soprattutto all'amicizia di Drew, anch'esso speranzoso di "arrivare", con cui condividerà passioni professionali e non, raggiungendo il sospirato happy ending. E' un opera che piace, che trascina lo spettatore in un mondo fatto di estremi marcati, che muove gli arti dello stesso; è difficile infatti restare indifferenti sulla poltrona senza tenere il tempo, come è difficile uscire dalla sala senza quella sensazione di benessere tipica del post concerto. Potere della musica diranno in molti, certo, ma in questo caso siamo al cospetto di un gruppo di attori in vena, alcuni dei quali sosprendenti: Paul Giamatti per citarne uno. Ma il vero valore aggiunto di tutta la storia ha il nome di Stacee Jaxx, un grande, grandissimo Tom cruise in palla ed ironico come ai tempi di Tropic Thunder, che aggiunge questa perla alla sua carriera. Benvenuti "to the paradise city", benvenuti al cinema che diverte.
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flyanto
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martedì 26 giugno 2012
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una ben ricostruita rappresentazione degli anni '8
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Film concepito come un musical ambientato alla fine degli anni '80 il cui maggior pregio, al di là della trama alquanto banale, sta appunto nel riproporre fedelmente quel decennio e soprattutto molte delle sue famose musiche rock. La colonna sonora pertanto è strepitosa come il cast nutrito da grandi nomi quali, per esempio, Tom Cruise, Alec Baldwin, Paul Giamatti e Catherine Zeta-Jones. Tutti ottimi nelle loro performances ma chi spicca notevolmente sugli altri sono Tom Cruise nella parte del divo cantante rock (che ricorda per il suo appeal sexy e satanico il personaggio già da lui interpretato in "Magnolia") e Paul Giamatti in quella dell' agente musicale privo di scrupoli.
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Film concepito come un musical ambientato alla fine degli anni '80 il cui maggior pregio, al di là della trama alquanto banale, sta appunto nel riproporre fedelmente quel decennio e soprattutto molte delle sue famose musiche rock. La colonna sonora pertanto è strepitosa come il cast nutrito da grandi nomi quali, per esempio, Tom Cruise, Alec Baldwin, Paul Giamatti e Catherine Zeta-Jones. Tutti ottimi nelle loro performances ma chi spicca notevolmente sugli altri sono Tom Cruise nella parte del divo cantante rock (che ricorda per il suo appeal sexy e satanico il personaggio già da lui interpretato in "Magnolia") e Paul Giamatti in quella dell' agente musicale privo di scrupoli. Molto nostalgiso nell'insieme di quei favolosi anni ormai passati.
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giorpost
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lunedì 28 ottobre 2013
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sorprendente musical-comedy con un cruise da paura
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La mia umilissima “carriera” di appassionato di Cinema ha finora registrato una certa avversione per il genere musical, pur essendo il sottoscritto un grande appassionato sia di musica che di colonne sonore. Nel corso degli anni ho avuto comunque modo di vedere diverse opere in stile Broadway, fino ad arrivare a questa che si è rivelata, personalmente, un’ autentica sorpresa: “Rock of Ages”(USA, 2012).
Il film è tratto dall’ omonimo musical ideato da Chris D’ Arienzo e la scelta di mantenere il titolo è azzeccata, in quanto chi ama la musica, il rock in particolare e magari è pure cresciuto negli anni 80 facilmente ricorda i Def Leppard e la medesima title - track.
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La mia umilissima “carriera” di appassionato di Cinema ha finora registrato una certa avversione per il genere musical, pur essendo il sottoscritto un grande appassionato sia di musica che di colonne sonore. Nel corso degli anni ho avuto comunque modo di vedere diverse opere in stile Broadway, fino ad arrivare a questa che si è rivelata, personalmente, un’ autentica sorpresa: “Rock of Ages”(USA, 2012).
Il film è tratto dall’ omonimo musical ideato da Chris D’ Arienzo e la scelta di mantenere il titolo è azzeccata, in quanto chi ama la musica, il rock in particolare e magari è pure cresciuto negli anni 80 facilmente ricorda i Def Leppard e la medesima title - track. Dunque bravi i produttori ed il regista Adam Shankman nel predisporre le operazioni di marketing. A questo aggiungo la scelta del casting, straordinariamente eterogeneo, ben assortito e con alcune caratterizzazioni davvero squisite. Partendo da Alec Baldwin, il veterano del film si cala nei panni di Dennis Dupree, proprietario del Bourbon, leggendario locale di L.A. ormai in declino (assimilabile al Whisky a go go) che cerca di farne risollevare le sorti organizzando la serata d’ addio degli Arsenal, storico gruppo capitanato dal frontman Stacee Jaxx. Il look, la recitazione naif, lo stile seventeen che appronta Alec per questo personaggio sono da gustare senza pregiudizi, anche per chi non l’ ha particolarmente apprezzato in passato, compreso chi vi scrive. Poi c’è la Zeta-Jones che veste i panni della moglie bigotta del sindaco, la quale vuol distruggere il cliché che accompagna il binomio Los Angeles / rock, con il classico contorno di sesso e droga organizzando, in giro per la città, una serie di sermoni danzanti davvero simpatici, tra i quali spicca un non troppo velato omaggio a Michael Jackson ed ai mitici passetti visti nel video di Beat it. Ben integrati nell' opera anche i due protagonisti attorno ai quali gira la storia, ovvero il messicano Diego Boneta e la cantante country Juliannne Hough (rispettivamente Drew e Sherry), bravi nel canto e nella fisicità ben delineata ma mai troppo ostentata supportati da un gruppo di ottimi caratteristi (Cranston) e giovani on fire (Russell Brand).
Ma un discorso a parte meritano due attori che negli ultimi tempi hanno spesso prestato il volto a ruoli sui generis a metà strada tra il grottesco e la macchietta: Tom Cruise e Paul Giamatti. Iniziando dal secondo, l' interprete italo-americano ci ha oramai abituati ad ogni tipologia di personaggio, riuscendo sempre e comunque a farsi apprezzare non solo per lo stile ma soprattutto per i tempi comici. Davvero ben congeniata la parte di Paul Gill, manager sfrontato di una rockstar viziata che cerca nuovi talenti dopo essere stato scaricato. Imperdibili i duetti con Baldwin al telefono e con la scimmietta di Stacee, onnipresente durante il pazzo tour della band. Ma se Giamatti, truccato con baffoni anni 80 e coda di cavallo forzata, sembra essere il perfetto outsider della pellicola, a rubare letteralmente la scena ci pensa Tom Cruise. L’ attore di Syracuse si presta ad un ruolo molto particolare con un’ impressionante presenza scenica ed una straripante fisicità, oltre che permettersi il lusso di mostrare un’ inaspettata dote canora magari non eccelsa, ma efficacemente “rockeggiante”. Tom smette di essere Cruise ed entra totalmente nelle vesti di una rockstar in declino, dedita all’ alcool ed al sesso spicciolo, vestito di pelle e pellicciame, con tanto di già citata scimmietta a seguito (altro omaggio al compianto Jackson, visto che si parla di anni 80), una morale discutibile ma che si rivelerà, poi, più onesta di quanto si possa immaginare. Tutto ciò il ragazzo dal sorriso d’ oro lo interpreta magistralmente, in un folgorante ruolo svolto con accattivante realismo che raggiunge il culmine assoluto in una sequenza che secondo il mio più che modesto parere entrerà (col tempo) nella leggenda, ovvero l’ interpretazione di “Pour some sugar on me” (altra hit dei Def Leppard) in una performance straordinaria, seppur in playback per ovvie ragioni di opportunità: difficile girare una scena del genere con centinaia di comparse (il pubblico, la band al completo) e al contempo interpretare un cantante rock sul palco, al culmine della carriera, impegnato tra ancheggiamenti vari e l’ eccitare la folla. Non a caso ci scappa pure l’ errore, quando al minuto 2 della canzone Tom allontana il microfono dalla bocca nel momento sbagliato, perdonabile. Un personaggio, il suo, che ricorda in quanto a teatralità il funambolico Frank T.J. Mackey di Magolia (1999), mentre per comicità Cruise torna ai livelli di Les Grossman, divertentissimo produttore megalomane visto in Tropic Thunder (2008).
Frattanto la storia d’ amore tra Drew e Sherry prende strade in salita, fa la sua entrata in scena la brava Mary J. Blidge mentre il film scorre godibilissimo tra una canzone anni 80 e l’ altra con tanti titoli conosciut. La scena cult della pellicola è l’ imperdibile l’ abbraccio tra Cruise e Baldwin all’ ingresso secondario del locale, durante il quale parte un esilarante dialogo sul fatto che “neanche gli scarafaggi sono sopravvissuti alla bomba, tranne noi” o del tipo “dopo il concerto daremo fuoco a questo posto”. Ma vanno menzionati anche la surreale intervista nel backstage con la giornalista del Rolling Stone Malin Akerman (bella e talentuosa, apprezzata in Lo spacca cuori al fianco di Ben Stiller) iniziata con un “dov’ è Mick?” oltre che alla divertente scena di sesso tra i due sulle note della mitica I want to know what love is dei Foreigner, nella quale non si cade mai nel volgare ma, anzi, si sfiora il ridicule.
Shankman è prima di tutto un coreografo ed infatti il suo adattamento è ben curato sotto l’ aspetto dei costumi e degli ambienti: il Bourbon sembra davvero un locale decadente d’ epoca, le camere d’ albergo sono follemente addobbate per accontentare i viziacci di Jaxx. Il tutto accompagnato da una fotografia perfetta.
Due ore ottimamente spese, anche per i non amanti dei musical. Sottoscritto compreso.
Voto: 7.5
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narew
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domenica 12 agosto 2012
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l'immortalità di un'era
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Anni '80: due ragazzi si incontrano a Los Angeles, città meta di molti giovani che vi si recano per dare sfogo alle proprie passioni e coronare i sogni personali. Gli Anni '80 sono emblema di qualcosa, la Guerra Fredda sta finendo, ma non ancora e le paure dei quarant'anni precedenti confluiscono in molte valvole di sfogo e pensieri in controtendenza che, forse, sono i resideui del '68, ma tutto questo è solo lo sfondo: Rock of Ages è un musical che vuole essere non solo un inno al rock, ma anche alla vita. Se John Carpenter in "Fuga da L.A." aveva visto nei boulevards di Hollywood il simbolo della decadenza di una civiltà -quella occidentale- costruita solo sull'estetica e il vuoto spettacolo, qui Adam Shankman (regista già di Hairspray) colora Hollywood Boulevard di insegne e luci sparate negli occhi dei protagonisti, ognuno con una propria storia, ma, alla fine, confluente nello stesso sogno che non può che realizzarsi in un posto: sul palcoscenico, nella patria di Hollywood, dove "la realtà finisce" (come dice l'insegna entrando negli studios).
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Anni '80: due ragazzi si incontrano a Los Angeles, città meta di molti giovani che vi si recano per dare sfogo alle proprie passioni e coronare i sogni personali. Gli Anni '80 sono emblema di qualcosa, la Guerra Fredda sta finendo, ma non ancora e le paure dei quarant'anni precedenti confluiscono in molte valvole di sfogo e pensieri in controtendenza che, forse, sono i resideui del '68, ma tutto questo è solo lo sfondo: Rock of Ages è un musical che vuole essere non solo un inno al rock, ma anche alla vita. Se John Carpenter in "Fuga da L.A." aveva visto nei boulevards di Hollywood il simbolo della decadenza di una civiltà -quella occidentale- costruita solo sull'estetica e il vuoto spettacolo, qui Adam Shankman (regista già di Hairspray) colora Hollywood Boulevard di insegne e luci sparate negli occhi dei protagonisti, ognuno con una propria storia, ma, alla fine, confluente nello stesso sogno che non può che realizzarsi in un posto: sul palcoscenico, nella patria di Hollywood, dove "la realtà finisce" (come dice l'insegna entrando negli studios). L'atmosfera che si sente nel film è trascinante e non si può non viverla al cento per cento, chiunque avrebbe voluto essere nel bar dove la rockstar (fittizia) Stacee Jaxx ha fatto il suo debutto e ora, sembra, il suo ultimo concerto. è l'inno di una generazione del passato, forse perduta, che conserva il suo fascino ancora oggi. è un inno a quegli "ages" migliori della nostra vita, non solo gli anni '80, ma in generale, la nostra giovinezza: l'età in cui ognuno di noi sente una carica vitale che sembra inestinguibile, ma che, poi, è destinata a essere sopraffatta dalla vita reale. Ma questi sono gli anni in cui non si pensa, in cui si accetta il più squallido lavoro da cameriere pur di stare a contatto coi propri sogni e attendere che la stella fortunata ci tocchi, come a Drew e Sherrie, emblemi di una giovinezza frizzante e piena di vita che non aspetta altro che un'occasione per esprimersi.
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kiary83
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domenica 29 settembre 2013
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ritratto sbiadito del mondo del rock
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Da un film che celebra il mito del rock 'n roll ci si aspetterebbe qualcosa di più: la trama è banalissima e non si è riusciti a rappresentare in maniera adeguata quell'opulenta, eccessiva trasgressività che è tipica degli anni '80. O meglio, il regista ci ha provato, ma il risultato a mio avviso è goffo e stereotipato.
Tom Cruise è un volto ormai troppo noto per essere una rockstar credibile, non riesce inoltre a dare al personaggio la grinta necessaria.
I due protagonisti hanno la faccia troppo pulita per pote rappresentare due future star del rock 'n roll. Sembrano piuttosto usciti da Glee, con le loro voci esageratamente potenti per questo genere di musica.
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Da un film che celebra il mito del rock 'n roll ci si aspetterebbe qualcosa di più: la trama è banalissima e non si è riusciti a rappresentare in maniera adeguata quell'opulenta, eccessiva trasgressività che è tipica degli anni '80. O meglio, il regista ci ha provato, ma il risultato a mio avviso è goffo e stereotipato.
Tom Cruise è un volto ormai troppo noto per essere una rockstar credibile, non riesce inoltre a dare al personaggio la grinta necessaria.
I due protagonisti hanno la faccia troppo pulita per pote rappresentare due future star del rock 'n roll. Sembrano piuttosto usciti da Glee, con le loro voci esageratamente potenti per questo genere di musica.
Insomma dove sono la droga, alcool e l'eccesso? Quello vero intendo, che ha portato Ozzie Osbourne a mangiare un pisitrello sul palco osannato dalla folla. In questo film non si spacca neanche una chitarra.
Le interpretazioni eccezionali di Alec Baldwin e della Jones non bastano purtroppo a salvare un film che è solo un pallido riflesso di ciò che è stato il rock 'n roll.
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