figliounico
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domenica 18 giugno 2023
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dramma o thriller
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L’eclettico Mark Tonderai realizza un film dal genere ambiguo e dall’esito controverso. E’ un drammatico con un antefatto horror che si trasforma in un thriller convenzionale con un finale scontato. La sceneggiatura è carente, a tratti illogica ed inverosimile, e tuttavia il film si lascia vedere grazie alla bravura del cast, con la coppia protagonista in crisi nel classico rapporto problematico tra la madre in carriera e la figlia adolescente, interpretate rispettivamente da Elisabeth Shue e Jennifer Lawrence, il cui equilibrio viene minacciato destabilizzato ed infine risolto positivamente dal ragazzo solitario, traumatizzato dalla vita, Max Thieriot.
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elgatoloco
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domenica 4 luglio 2021
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horror non fantastico, discreto
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"Hates. House of the End of the Street"(Mark Tonderai, soggetot di Jonathan Moslow, screenplay di David Locuka, 2012), parla di una madre e di una figlia quasi diciottenne che, causa trasferimento per lavoro dlela madre ma anche ricostruzione di una storia familiare dopo il divozio della mdre, vanno altrove e trovano una bella casa sita vicinisisma a una casa dove anni prima c'era stato un delitto, attribuito alla figlia tredicenne, mentre il fratello l'aveva fatta cadere dall'altalena , causandole terribili feirite cerebrali che l'avrebbero condotta al delitto. Love story imprevista quanto ostacolata dalla madre tra il ragazzo e il famoso fratello della casa"hounted", con tanto di omicidio involotanrio e accidentlae compiuto dal fratello sulla sorella, ma questi la costituisce con una cameriera del locale bar, ma la ragazza scopre tutto e, anche quando viene fatta prigioniera, riesce, anche con l'aiuto di un poliziotto, amico della madre, a liberarsi e il giovane finitù in una clinica psichiatrica, con orrendi ricordi dietro di sé , che riaffiorano contianumente.
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"Hates. House of the End of the Street"(Mark Tonderai, soggetot di Jonathan Moslow, screenplay di David Locuka, 2012), parla di una madre e di una figlia quasi diciottenne che, causa trasferimento per lavoro dlela madre ma anche ricostruzione di una storia familiare dopo il divozio della mdre, vanno altrove e trovano una bella casa sita vicinisisma a una casa dove anni prima c'era stato un delitto, attribuito alla figlia tredicenne, mentre il fratello l'aveva fatta cadere dall'altalena , causandole terribili feirite cerebrali che l'avrebbero condotta al delitto. Love story imprevista quanto ostacolata dalla madre tra il ragazzo e il famoso fratello della casa"hounted", con tanto di omicidio involotanrio e accidentlae compiuto dal fratello sulla sorella, ma questi la costituisce con una cameriera del locale bar, ma la ragazza scopre tutto e, anche quando viene fatta prigioniera, riesce, anche con l'aiuto di un poliziotto, amico della madre, a liberarsi e il giovane finitù in una clinica psichiatrica, con orrendi ricordi dietro di sé , che riaffiorano contianumente. Thriller-con elementi horror e gore-non fantastico(anche se su questo termine ci si dovrebbe intndere meglio: per la chiarezza accenn solo al fatto che non ci sono fantasmi, né poltergeist. né "presenze varie", né zombies né animlai mitologici evocati né altro ancora- discreto,"Hates..."avrebbe un elemento che non sfrutta adeguatamente. il bosco, che"contorna"la vicenda, ma non emrge abbastanza, rimane in qualche modo un elemento"vacuo", "afono", quando invece avrebbe dovuto essere inserito quasi come protagonista o almeno come"terzo incomodo"nella folle e impossibile love story da jeu au massacre dei due giovnai e ivnce rimane là, come elemento decorativo....Il contrasto familiare come back-ground, nella famiglia"normale"delle due donne(con relativi conflitti tra madre e figlia, "fisiologici" e il vissuto che sta dietro ma ritorna sempre, come se fosse legato a una"coactio repetundi"per nulla"misteriosa", anzi quasi banale, Non viene adeugatramente approfindito-usato(per non dire sfruttato). Brava la protagonista Jennifer Lawrence, mentre Max Thieriot(il ragazzo )e Gil Bellows(La madre)avrebbero potuto dare ai rispettivi ruoli un carattere più sfumato e inquietante, che invece rimane"fuori". El Gato
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toty bottalla
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venerdì 10 febbraio 2017
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thriller lento e noioso che recupera nel finale!
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Ci si annoia per un bel pò, poi, gli sviluppi arcani della storia vengono fuori in un susseguirsi di scene al patos che svegliano parte del pubblico, l'impressione è che il racconto avrebbe meritato più attenzione magari con una sceneggiatura più sintetica e intrigante specie nella prima parte, sufficiente a mio avviso la proca corale degli interpreti per cui la mia valutazione è di 2,5 stelle. Saluti.
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luigi chierico
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domenica 15 marzo 2015
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il ragazzo della porta d’accanto
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Quando in un film si assiste tra le prime scene ad una famiglia costretta a cambiare casa, si è abituati ad aspettarsi di incontrare fantasmi, spiriti del male, grandi e piccini assassini o vittime, anime in pena che non trovano
riposo e vengono a terrorizzare gli ignari nuovi inquilini o padroni di casa. Non mi riferisco ovviamente a film come “Totò cerca casa”.
I film di questo genere sono forse i più numerosi nella storia del cinema fatta di vampiri, di scheletri viventi, di zombi, fantasmi di ogni tempo ed estrazione..
Cosa c’è da aspettarsi dalla casa di cui prendono possesso Sarah Cassidy e la figlia Elissa, di bell’aspetto, accattivanti, desiderate da assassini e uomini di legge? Che sarà di Elissa, ai primi impulsi amorosi dagli ardori giovanili e presa dalla curiosità? Molto brava Jennifer Lawrence; questa giovane attrice, già premio Oscar, riuscirà a mostrare “Il lato positivo” in questo film negativo?
La vera sorpresa del film sta proprio nell’assenza assoluta di questi spettri che solitamente infestano queste tristi dimore tenebrose.
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Quando in un film si assiste tra le prime scene ad una famiglia costretta a cambiare casa, si è abituati ad aspettarsi di incontrare fantasmi, spiriti del male, grandi e piccini assassini o vittime, anime in pena che non trovano
riposo e vengono a terrorizzare gli ignari nuovi inquilini o padroni di casa. Non mi riferisco ovviamente a film come “Totò cerca casa”.
I film di questo genere sono forse i più numerosi nella storia del cinema fatta di vampiri, di scheletri viventi, di zombi, fantasmi di ogni tempo ed estrazione..
Cosa c’è da aspettarsi dalla casa di cui prendono possesso Sarah Cassidy e la figlia Elissa, di bell’aspetto, accattivanti, desiderate da assassini e uomini di legge? Che sarà di Elissa, ai primi impulsi amorosi dagli ardori giovanili e presa dalla curiosità? Molto brava Jennifer Lawrence; questa giovane attrice, già premio Oscar, riuscirà a mostrare “Il lato positivo” in questo film negativo?
La vera sorpresa del film sta proprio nell’assenza assoluta di questi spettri che solitamente infestano queste tristi dimore tenebrose. Questa volta non sono i morti a dar vita agli incubi ma i vivi in un crescendo di sorprese e di tensione fino ad arrivare ad una soluzione con spiegazione finale.
Non mancano momenti di tenerezza, di violenza e i soliti difficili rapporti tra madre e figlia. Il film come la storia ha un corso semplice ma scoorevole
Tra tantissimi filmetti che da due soldi in definitiva il film è certamente poco più che sufficiente per meritare il contributo di un biglietto d’ingresso al cinema. chibar22@libero.it
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elgatoloco
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venerdì 6 marzo 2015
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un thriller travestito da horror
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Volendo proprio rimanere alla distinzione di genere, dovremmo dire che"Hates.The house at the end of the street"spaccia un film thriller per horror; ma al di là di ciò(inessenziale, opinabile)il vero problema è l'inganno perpetrato praticamente all'inizio del film, dando un colpevole al posto di un altro...Ciò, o si"gestisce"in chiave particolare, ossia come gioco di specchi o come confronto di punti di vista(ci riuscirebbero/sarebbero riusciti Hitchcock o de Palma, non un regista modesto come Mark Tonderai), quasi a distruggre la verità del reale, come decostruzione ontologica del rapporto fantasma filmico-"realtà"oppure(come appunto qui)si rivela banalità.
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Volendo proprio rimanere alla distinzione di genere, dovremmo dire che"Hates.The house at the end of the street"spaccia un film thriller per horror; ma al di là di ciò(inessenziale, opinabile)il vero problema è l'inganno perpetrato praticamente all'inizio del film, dando un colpevole al posto di un altro...Ciò, o si"gestisce"in chiave particolare, ossia come gioco di specchi o come confronto di punti di vista(ci riuscirebbero/sarebbero riusciti Hitchcock o de Palma, non un regista modesto come Mark Tonderai), quasi a distruggre la verità del reale, come decostruzione ontologica del rapporto fantasma filmico-"realtà"oppure(come appunto qui)si rivela banalità. Banalità confermata da interpreti scadenti, da un"nulla di fatto", da ogni punto di vista... El Gato
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zero99
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mercoledì 24 dicembre 2014
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un buon thriller psicologico
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Secondo me è un buon film, che vale la pena vedere. non è proprio un horror ma è più un thriller. La storia mi è piaciuta, ci sono due colpi di scena molto buoni, gli attori sono stati bravi, la tensione e l'inquietudine ci sono per tutto il film, e la scoperta finale mi ha soddisfatta. il finale degli ultimi 2 minuti l'ho trovato abbastanza agghiacciante. Buono.
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liuk!
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giovedì 12 dicembre 2013
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storiaccia
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Se togliamo la bellissima coppia di biondine, figlia e madre, Jennifer Lawrence - Elisabeth Shue, tutto il resto è veramente patetico. Storia insulsa, colpi di scena scontati, il nulla.
Film da non vedere.
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bertoldjacob
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sabato 6 luglio 2013
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sconvolgente....
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mai avrei pensato di vedere un attrice cosi' recitare in un fil del genere...
Qui si sfiora letteralmente il cinema di serie b...
trama cosi' scontata che l'ho interamente capita prima ancora di sedermi...
sono riusciti nel difficile intento di bruciarsi tutti i colpi di scena 15 minuti prima...:DDDD
che peccato...
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pensierocivile
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sabato 29 giugno 2013
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corri via, jennifer!
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Che Jennifer Lawrence sia molto bella non lo scopro certo io e comunque non è un pregio del film, semmai della mamma di Jennifer; che Tonderai sia fuori fase lo si capisce fin dalle prime scene, laddove azzecca il momento migliore, le piume insanguinate, ma inserisce "l'ordito" in un contesto da videoclip, incomprensibile e privo di senso, anche perché il racconto non ha nulla di "pop" e,questo, invece, è un grave difetto del film. Chiarito il concetto c'è poco altro da aggiungere, gli autori, forse intimoriti dal thriller, non nascondono niente, le sorprese sono palesi, telefonatissime, dopo le prime occhiate si capisce all'istante chi nasconda cosa o chi copra chi, in modo da spegnere anche l'interesse più cocciuto, la tensione non esiste, la storia in sé non esiste, lo schema è sempre lo stesso, il finale un calice amaro da bere ancora una volta.
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Che Jennifer Lawrence sia molto bella non lo scopro certo io e comunque non è un pregio del film, semmai della mamma di Jennifer; che Tonderai sia fuori fase lo si capisce fin dalle prime scene, laddove azzecca il momento migliore, le piume insanguinate, ma inserisce "l'ordito" in un contesto da videoclip, incomprensibile e privo di senso, anche perché il racconto non ha nulla di "pop" e,questo, invece, è un grave difetto del film. Chiarito il concetto c'è poco altro da aggiungere, gli autori, forse intimoriti dal thriller, non nascondono niente, le sorprese sono palesi, telefonatissime, dopo le prime occhiate si capisce all'istante chi nasconda cosa o chi copra chi, in modo da spegnere anche l'interesse più cocciuto, la tensione non esiste, la storia in sé non esiste, lo schema è sempre lo stesso, il finale un calice amaro da bere ancora una volta. Eppure ricordavo Jonathan Mostow, che compare come autore della storia, come un solido artigiano e lo ritrovo come altro cadavere, dopo Jim Sheridan, sacrificato sull'altare del dio denaro.
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vincenzo iennaco
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venerdì 21 giugno 2013
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l'erba del vicino non è sempre più verde.
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Stabilitesi in una tranquilla cittadina, Sarah e la figlia Elissa vengono a conoscenza del duplice omicidio avvenuto quattro anni prima nella casa di fronte alla loro. E fanno la conoscenza del suo unico residente, Ryan Jacobson, un ragazzo garbato e introverso, “intrappolato” nell'isolamento di giudizi arbitrari ed alienanti del vicinato. Ma ben presto Elissa, sempre pronta ad empatizzare verso situazioni di disagio psicologico e sociale, instaura un legame sempre più intimo col ragazzo, malgrado i timori e gli osteggiamenti della madre. Si ritroverà così a scoprire, nel corso degli eventi, l'altra “faccia della luna” di Ryan, ben più misteriosa e oscura e che cela terribili segreti e fantasmi del passato.
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Stabilitesi in una tranquilla cittadina, Sarah e la figlia Elissa vengono a conoscenza del duplice omicidio avvenuto quattro anni prima nella casa di fronte alla loro. E fanno la conoscenza del suo unico residente, Ryan Jacobson, un ragazzo garbato e introverso, “intrappolato” nell'isolamento di giudizi arbitrari ed alienanti del vicinato. Ma ben presto Elissa, sempre pronta ad empatizzare verso situazioni di disagio psicologico e sociale, instaura un legame sempre più intimo col ragazzo, malgrado i timori e gli osteggiamenti della madre. Si ritroverà così a scoprire, nel corso degli eventi, l'altra “faccia della luna” di Ryan, ben più misteriosa e oscura e che cela terribili segreti e fantasmi del passato.
In linea con i canoni estetici e narrativi del thriller, il film sviluppa un impianto descrittivo a tratti prolisso ed a corrente alternata, inizialmente più statico e focalizzato principalmente sulle psicologie dei personaggi per poi acquisire un ritmo più serrato, con un rovesciamento di prospettiva che rimescola le carte in tavola spiazzando e confondendo dapprima lo spettatore per poi catapultarlo in un finale sincopato e di più consona tensione. Sebbene all'occhio più smaliziato degli amanti del genere potrà apparire abbastanza intuibile e dozzinale, rimane tutto sommato un discreto intrattenimento del dopocena.
Seppur apprezzabile ed efficace nel contesto, l'interpretazione della Lawrence appare forse un po' troppo “imbalsamata” in una caratterizzazione di genere, mentre il volto da bravo ragazzo di Thieriot gli fa conquistare qualche punticino in più con l'interpretazione antitetica e dualistica di Ryan.
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