mickey97
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martedì 18 giugno 2013
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buon thriller psyco che si lascia guardare
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Jennifer Lawrence dopo aver ottenuto il meritatissimo oscar come miglior attrice protagonista in un film brillante come il Lato Positivo, ritorna al cinema con un psyco thriller non horror che trova modo di svilupparsi nei misteri che albergano nella casa alla fine della strada.
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Jennifer Lawrence dopo aver ottenuto il meritatissimo oscar come miglior attrice protagonista in un film brillante come il Lato Positivo, ritorna al cinema con un psyco thriller non horror che trova modo di svilupparsi nei misteri che albergano nella casa alla fine della strada. Elissa è una ragazza di diciasette anni che si è appena trasferita con la madre in un nuovo quartiere di periferia, ma nella casa di fronte alla loro è avvenuto un duplice omicidio, una bambina di nome Anna Katherine ha ucciso entrambi i genitori, il misterioso e il solitario Bryan è l' unico superstite del crimine. House at the end of the street è un buon psyco thriller che attraverso le false illusioni di una trama ingannatrice, si fa quasi odiare dallo spettatore che nel mentre viene pervaso da domande, per le quali non riesce a trovare una risposta. Nonostante il film presenti una struttura confusionaria, si lascia guardare per intensità ritmica, tralasciando la lentezza di qualche scena non particolarmente significativa. Un attimo prima del finale, lo spettatore si dichiara definitivamente sconfitto e al momento della dichiarazione il film sfoggia l'effetto sorpresa in un finale lontano dalla nostra immaginazione. Davvero un finale geniale e ben studiato che mette da parte quelle fastidiose domande e lascia spazio a risposte concrete per il fine di chiarire i dubbi che tormentavano la mente di uno spettatore che data la resa finale deve cambiare il suo giudizio, anche per via Dell' alta psicologia di cui gode il protagonista maschile Max Thieriot, il quale si trova soggetto di una notevole complessità interiore. La bravissima Jennifer Lawrence che dimostra di essere un' attrice alquanto valida anche nei generi più sofisticati come il Thriller e l' attrice Elisabeth Sue, del tutto idonea per il ruolo di una mamma che cerca di recuperare il rapporto con la figlia, vengono chiamate ad essere partecipi di segreti pericolosi per la casa alla fine della strada che alla fine risulta meno fatale della casa nel bosco. Nel complesso è un psyco thriller che svolge il suo dovere, riesce ad intrattenere, il finale fa la sua parte e ci concede il suo bel colpo di scena, è vero, ma in realtà risulta capace di sorreggere un' intero film in cui il ritmo ha prevalso su una trama che all'apparenza sembra insignificante. A colpire realmente è stato il finale, ritmo e trama si sono incontrati solo in quest'ultimo mentre per il resto della pellicola sono risultate due cose distinte e separate, e per la mancata fusione sia ritmica e narrativa, il film psyco thriller risulta scomposto e forte solo nel finale, comunque si lascia guardare e merita ugualmente l' ammirazione dello spettatore nonostante questo sia pienamente consapevole che si poteva fare di meglio.
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vincenzo iennaco
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venerdì 21 giugno 2013
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l'erba del vicino non è sempre più verde.
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Stabilitesi in una tranquilla cittadina, Sarah e la figlia Elissa vengono a conoscenza del duplice omicidio avvenuto quattro anni prima nella casa di fronte alla loro. E fanno la conoscenza del suo unico residente, Ryan Jacobson, un ragazzo garbato e introverso, “intrappolato” nell'isolamento di giudizi arbitrari ed alienanti del vicinato. Ma ben presto Elissa, sempre pronta ad empatizzare verso situazioni di disagio psicologico e sociale, instaura un legame sempre più intimo col ragazzo, malgrado i timori e gli osteggiamenti della madre. Si ritroverà così a scoprire, nel corso degli eventi, l'altra “faccia della luna” di Ryan, ben più misteriosa e oscura e che cela terribili segreti e fantasmi del passato.
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Stabilitesi in una tranquilla cittadina, Sarah e la figlia Elissa vengono a conoscenza del duplice omicidio avvenuto quattro anni prima nella casa di fronte alla loro. E fanno la conoscenza del suo unico residente, Ryan Jacobson, un ragazzo garbato e introverso, “intrappolato” nell'isolamento di giudizi arbitrari ed alienanti del vicinato. Ma ben presto Elissa, sempre pronta ad empatizzare verso situazioni di disagio psicologico e sociale, instaura un legame sempre più intimo col ragazzo, malgrado i timori e gli osteggiamenti della madre. Si ritroverà così a scoprire, nel corso degli eventi, l'altra “faccia della luna” di Ryan, ben più misteriosa e oscura e che cela terribili segreti e fantasmi del passato.
In linea con i canoni estetici e narrativi del thriller, il film sviluppa un impianto descrittivo a tratti prolisso ed a corrente alternata, inizialmente più statico e focalizzato principalmente sulle psicologie dei personaggi per poi acquisire un ritmo più serrato, con un rovesciamento di prospettiva che rimescola le carte in tavola spiazzando e confondendo dapprima lo spettatore per poi catapultarlo in un finale sincopato e di più consona tensione. Sebbene all'occhio più smaliziato degli amanti del genere potrà apparire abbastanza intuibile e dozzinale, rimane tutto sommato un discreto intrattenimento del dopocena.
Seppur apprezzabile ed efficace nel contesto, l'interpretazione della Lawrence appare forse un po' troppo “imbalsamata” in una caratterizzazione di genere, mentre il volto da bravo ragazzo di Thieriot gli fa conquistare qualche punticino in più con l'interpretazione antitetica e dualistica di Ryan.
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luigi chierico
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domenica 15 marzo 2015
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il ragazzo della porta d’accanto
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Quando in un film si assiste tra le prime scene ad una famiglia costretta a cambiare casa, si è abituati ad aspettarsi di incontrare fantasmi, spiriti del male, grandi e piccini assassini o vittime, anime in pena che non trovano
riposo e vengono a terrorizzare gli ignari nuovi inquilini o padroni di casa. Non mi riferisco ovviamente a film come “Totò cerca casa”.
I film di questo genere sono forse i più numerosi nella storia del cinema fatta di vampiri, di scheletri viventi, di zombi, fantasmi di ogni tempo ed estrazione..
Cosa c’è da aspettarsi dalla casa di cui prendono possesso Sarah Cassidy e la figlia Elissa, di bell’aspetto, accattivanti, desiderate da assassini e uomini di legge? Che sarà di Elissa, ai primi impulsi amorosi dagli ardori giovanili e presa dalla curiosità? Molto brava Jennifer Lawrence; questa giovane attrice, già premio Oscar, riuscirà a mostrare “Il lato positivo” in questo film negativo?
La vera sorpresa del film sta proprio nell’assenza assoluta di questi spettri che solitamente infestano queste tristi dimore tenebrose.
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Quando in un film si assiste tra le prime scene ad una famiglia costretta a cambiare casa, si è abituati ad aspettarsi di incontrare fantasmi, spiriti del male, grandi e piccini assassini o vittime, anime in pena che non trovano
riposo e vengono a terrorizzare gli ignari nuovi inquilini o padroni di casa. Non mi riferisco ovviamente a film come “Totò cerca casa”.
I film di questo genere sono forse i più numerosi nella storia del cinema fatta di vampiri, di scheletri viventi, di zombi, fantasmi di ogni tempo ed estrazione..
Cosa c’è da aspettarsi dalla casa di cui prendono possesso Sarah Cassidy e la figlia Elissa, di bell’aspetto, accattivanti, desiderate da assassini e uomini di legge? Che sarà di Elissa, ai primi impulsi amorosi dagli ardori giovanili e presa dalla curiosità? Molto brava Jennifer Lawrence; questa giovane attrice, già premio Oscar, riuscirà a mostrare “Il lato positivo” in questo film negativo?
La vera sorpresa del film sta proprio nell’assenza assoluta di questi spettri che solitamente infestano queste tristi dimore tenebrose. Questa volta non sono i morti a dar vita agli incubi ma i vivi in un crescendo di sorprese e di tensione fino ad arrivare ad una soluzione con spiegazione finale.
Non mancano momenti di tenerezza, di violenza e i soliti difficili rapporti tra madre e figlia. Il film come la storia ha un corso semplice ma scoorevole
Tra tantissimi filmetti che da due soldi in definitiva il film è certamente poco più che sufficiente per meritare il contributo di un biglietto d’ingresso al cinema. chibar22@libero.it
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figliounico
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domenica 18 giugno 2023
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dramma o thriller
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L’eclettico Mark Tonderai realizza un film dal genere ambiguo e dall’esito controverso. E’ un drammatico con un antefatto horror che si trasforma in un thriller convenzionale con un finale scontato. La sceneggiatura è carente, a tratti illogica ed inverosimile, e tuttavia il film si lascia vedere grazie alla bravura del cast, con la coppia protagonista in crisi nel classico rapporto problematico tra la madre in carriera e la figlia adolescente, interpretate rispettivamente da Elisabeth Shue e Jennifer Lawrence, il cui equilibrio viene minacciato destabilizzato ed infine risolto positivamente dal ragazzo solitario, traumatizzato dalla vita, Max Thieriot.
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elgatoloco
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domenica 4 luglio 2021
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horror non fantastico, discreto
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"Hates. House of the End of the Street"(Mark Tonderai, soggetot di Jonathan Moslow, screenplay di David Locuka, 2012), parla di una madre e di una figlia quasi diciottenne che, causa trasferimento per lavoro dlela madre ma anche ricostruzione di una storia familiare dopo il divozio della mdre, vanno altrove e trovano una bella casa sita vicinisisma a una casa dove anni prima c'era stato un delitto, attribuito alla figlia tredicenne, mentre il fratello l'aveva fatta cadere dall'altalena , causandole terribili feirite cerebrali che l'avrebbero condotta al delitto. Love story imprevista quanto ostacolata dalla madre tra il ragazzo e il famoso fratello della casa"hounted", con tanto di omicidio involotanrio e accidentlae compiuto dal fratello sulla sorella, ma questi la costituisce con una cameriera del locale bar, ma la ragazza scopre tutto e, anche quando viene fatta prigioniera, riesce, anche con l'aiuto di un poliziotto, amico della madre, a liberarsi e il giovane finitù in una clinica psichiatrica, con orrendi ricordi dietro di sé , che riaffiorano contianumente.
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"Hates. House of the End of the Street"(Mark Tonderai, soggetot di Jonathan Moslow, screenplay di David Locuka, 2012), parla di una madre e di una figlia quasi diciottenne che, causa trasferimento per lavoro dlela madre ma anche ricostruzione di una storia familiare dopo il divozio della mdre, vanno altrove e trovano una bella casa sita vicinisisma a una casa dove anni prima c'era stato un delitto, attribuito alla figlia tredicenne, mentre il fratello l'aveva fatta cadere dall'altalena , causandole terribili feirite cerebrali che l'avrebbero condotta al delitto. Love story imprevista quanto ostacolata dalla madre tra il ragazzo e il famoso fratello della casa"hounted", con tanto di omicidio involotanrio e accidentlae compiuto dal fratello sulla sorella, ma questi la costituisce con una cameriera del locale bar, ma la ragazza scopre tutto e, anche quando viene fatta prigioniera, riesce, anche con l'aiuto di un poliziotto, amico della madre, a liberarsi e il giovane finitù in una clinica psichiatrica, con orrendi ricordi dietro di sé , che riaffiorano contianumente. Thriller-con elementi horror e gore-non fantastico(anche se su questo termine ci si dovrebbe intndere meglio: per la chiarezza accenn solo al fatto che non ci sono fantasmi, né poltergeist. né "presenze varie", né zombies né animlai mitologici evocati né altro ancora- discreto,"Hates..."avrebbe un elemento che non sfrutta adeguatamente. il bosco, che"contorna"la vicenda, ma non emrge abbastanza, rimane in qualche modo un elemento"vacuo", "afono", quando invece avrebbe dovuto essere inserito quasi come protagonista o almeno come"terzo incomodo"nella folle e impossibile love story da jeu au massacre dei due giovnai e ivnce rimane là, come elemento decorativo....Il contrasto familiare come back-ground, nella famiglia"normale"delle due donne(con relativi conflitti tra madre e figlia, "fisiologici" e il vissuto che sta dietro ma ritorna sempre, come se fosse legato a una"coactio repetundi"per nulla"misteriosa", anzi quasi banale, Non viene adeugatramente approfindito-usato(per non dire sfruttato). Brava la protagonista Jennifer Lawrence, mentre Max Thieriot(il ragazzo )e Gil Bellows(La madre)avrebbero potuto dare ai rispettivi ruoli un carattere più sfumato e inquietante, che invece rimane"fuori". El Gato
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