|
La lentezza, cifra stilistica del cinema di Sorrentino, in questa pellicola è incarnata da un protagonista 'sui generis': nome indiano, trucco da rockstar, eloquio strascicato da ex-eroinomane, origini ebraiche. Una combinazione tanto improbabile quanto plausibile, che consente al regista napoletano di esplorare con sguardo incontaminato una Dublino depressa (indimenticabile l'icona della madre che fuma alla finestra in attesa del figlio smarrito) e il caleidoscopio americano, da New York allo Utah. Sean Penn, in stato di grazia, perfetto quando soffia via il ciuffo ribelle dalle labbra come quando si tira dietro il carrello della spesa o il trolley (nuova versione della coperta di Linus), cattura il pubblico per due ore senza problemi, e alla fine si svela in un sorriso alla Leonardo, libero da cerone e rotelle.
La musica di David Byrne si fonde con la storia, ma il pericolo del videoclip è abilmente evitato grazie a un solido impianto emotivo, psicologico ed estetico.
Da Oscar.
[+] lascia un commento a luigi spagnolo »
[ - ] lascia un commento a luigi spagnolo »
|