Dark Shadows |
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Un film di Tim Burton.
Con Johnny Depp, Michelle Pfeiffer, Helena Bonham Carter, Eva Green, Chloë Grace Moretz.
continua»
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 140 min.
- USA 2011.
- Warner Bros Italia
uscita venerdì 11 maggio 2012.
MYMONETRO
Dark Shadows
valutazione media:
3,20
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Una commistione di generi non riuscitadi EugenioFeedback: 34560 | altri commenti e recensioni di Eugenio |
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sabato 6 luglio 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Sono trascorsi ventisei anni dal primo lungometraggio del californiano Burtone molti sono stati i meritati successi che hanno consacrato il regista come uno dei più “esimi” rappresentanti del gotico/fantastico moderno. Impossibile rimanere indifferenti dinanzi allo spettacolo “glaciale” di “Edward mani di forbice”, alle cupe atmosfere di “Nightmare before Christmas”, ai classici e bianconeri desueti di “Ed Wood”,ai medievalismi barocchi di “Il mistero di Sleepy Hollow”, alla forza affabulatrice della parola e della musica (“Big Fish”) pertanto, quando i titoli di inizio scorrono sullo schermo, lo spettatore sa già cosa attendersi, il riuscito mix di romanticismo e gotico,cuore di ogni pellicola. Purtroppo la speranza si tramuta via via che i minuti passano in delusione, vuoi per l’assoluta mancanza di poesia e pathos che di una precisa direzione entro cui collocare la pellicola. Attraverso un lungo flash-back veniamo messi a conoscenza della vicenda dei Collins, i protagonisti di “Dark Shadows”, famiglia aristocratica inglese, che con il loro primogenito Barnabas (interpretato dal solito J. Depp), parte per gli Stati Uniti d'America, edificando nel Maine una magione e un'azienda ittica. Ma il male si insinua nella placida famigliola: Bouchard, domestica in servizio viene sedotta e abbandonata da Barnabas che preferirà Josette, dolce e irreprensibile figliola. La passionale Angelique per vendetta renderà la vita del giovane primogenito un “inferno”: attraverso un potente anatema, provocherà “ spiacevoli incidenti” che uccideranno la famiglia in primis, indurranno Josette al suicidio da una (suggestiva) scogliera e trasformeranno il meschino latin-lover in un vampiro istigando contro di lui i villici di Collinsport che lo seppeliranno vivo in una bara. Il prologo già dice tutto e non è difficile immaginare la parte “moderna” ambientata nel 1972: Barnabas viene liberato accidentalmente dalla sua tomba e, tornato alla sua villa scopre che la sua proprietà è caduta in rovina. In essa solo una serie di surreali anime popolano le duecento stanze: Elizabeth col fratello Robert e la stralunata figlia Carolyn, la dottoressa dalle “velleità immortali”, il triste servitore (malamente doppiato da Omero Antonutti) e immancabile, la strega che, incapace di trattenere il suo delirio di vendetta, è divenuta imprenditrice ostacolando e conducendo un spietata concorrenza verso l’azienda ittica degli stravaganti discendenti. L’incontro tra i due, a distanza di quasi duecento anni, sarà cuore della seconda parte della pellicola. Il grande spettacolo non basta, non è sufficiente ad affermare la paternità di un film che non ricorda minimamente le atmosfere di Burton: il regista ci appare confuso, incapace di comprendere come dirigere una trama che, partendo da presupposti non originali (i “vampiri moderni” sia metaforici che “cinematografici” abbondano sino a divenire troppo ridondanti) , non sa spiccare il volo cadendo in clichè da b-movie. Lo spaesamento di Barnabasin un mondo che non conosce, abbozza un flebile sorriso ma la consecutio degli eventi risulta disordinata, priva di spessore e si tramuta in un’accozzaglia di macchiette di sottogeneri.Cosa rimane dunque? La fotografia, la forza delle immagini, il velato gotico e un paio di scene di discreta fattura sono quell’unico mezzo salvifico ancora in grado di donare un po’ di gioia senza scaldare il cuore. E questo è tanto,per un cinema fatto di emozioni,risate e gusto fantastico.
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