marezia
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martedė 28 dicembre 2010
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lettera a michele placido
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Non dia retta a Farinotti perché intanto non è il Padreterno per cui la sua opinione è una tra le tante e poi il suo pensiero non è nemmeno tanto comprensibile perché puzza un po' di esercizio intellettualoide. In alre parole, non genuino. Riprendendo le parole dello scritto, dopo un cappello elogiativo (secondo me per prepararsi il terreno) non fa altro che ribadire il concetto "siamo sempre allo zero, dunque niente serve a niente" dandoLe a momenti una lezione di bon ton (la Presidente soffre davvero, ha capito?) per poi affondare nella sua passata cinematografia per stabilire che Lei ha sbagliato ad affrontare QUESTA AVVENTURA perché rappresenta un tradimento nei contronti del commissario Cattani.
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Non dia retta a Farinotti perché intanto non è il Padreterno per cui la sua opinione è una tra le tante e poi il suo pensiero non è nemmeno tanto comprensibile perché puzza un po' di esercizio intellettualoide. In alre parole, non genuino. Riprendendo le parole dello scritto, dopo un cappello elogiativo (secondo me per prepararsi il terreno) non fa altro che ribadire il concetto "siamo sempre allo zero, dunque niente serve a niente" dandoLe a momenti una lezione di bon ton (la Presidente soffre davvero, ha capito?) per poi affondare nella sua passata cinematografia per stabilire che Lei ha sbagliato ad affrontare QUESTA AVVENTURA perché rappresenta un tradimento nei contronti del commissario Cattani. TUTTO QUESTO ha un senso? TUTTO QUESTO ha una logica? Morale: Lei per qualcuno sarà PER SEMPRE il commissario Cattani e non un regista VIVENTE E INDIPENDENTE, lo tenga presente al momento della scelta del prossimo copione. Parola di Farinotti.
Amen.
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martalari
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venerdė 3 dicembre 2010
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niente male, buona la regia
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Vallanzasca, niente male, buona la regia di Placido,recitazione con alti e bassi comunque interessante.
"Le armi non servono a sparare ma a spaventare" ribadisce Vallanzasca interpretato da kim rossi stuart, nella prima mezz'ora del film sembra quasi di vedere una scena del vecchio sceneggiato "La piovra" (tanto fedele al regista di questo film e interprete di quella serie tv) mischiata a scene da rivalsa stile romanzo criminale.
Nelle prime scene vediamo un manipolo di spocchiosi amanti delle armi e delle rapine che sognano e realizzano la loro ascesa al potere del crimine.
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Vallanzasca, niente male, buona la regia di Placido,recitazione con alti e bassi comunque interessante.
"Le armi non servono a sparare ma a spaventare" ribadisce Vallanzasca interpretato da kim rossi stuart, nella prima mezz'ora del film sembra quasi di vedere una scena del vecchio sceneggiato "La piovra" (tanto fedele al regista di questo film e interprete di quella serie tv) mischiata a scene da rivalsa stile romanzo criminale.
Nelle prime scene vediamo un manipolo di spocchiosi amanti delle armi e delle rapine che sognano e realizzano la loro ascesa al potere del crimine.
Vediamo anche la donna di kim/vallanzasca interpretata da valeria solarino, da lei avra' un figlio...
Naturalmente dimenticate il kim romano del film della archibugi o quello di romanzo criminale,qui kim parla in dialetto lombardo, non e' facile concentrarsi su di lui, ma ti fidi seguendo i suoi occhi e i suoi sguardi con fiducia anche se le prime scene sconfortano poi il ritmo sale.
Ma il confronto con altri film e altre interpretazioni come Nemico Pubblico (un capolavoro) e con Vincent Cassel sono inevitabili. Non e' esterofilia quello e' un film di respiro e spessore internazionale quello di Placido a livello di regia non e' male, anzi,ottimo, a livello recitativo non eccelle sempre ma neanche delude,anzi : kim ce la mette tutta (6+) si vede, anche se dopo romanzo criminale sembra aver gia' visto tutto, non ti aspetti qualcosa di nuovo, giusto e dosato nei movimenti e nella recitazione Francesco Scianna (7), non al massimo Filippo Timi (6), nell'esasperazione e la drammaticita' del suo personaggio non riesce pero'ad emozionarci o coinvolgerci. Gli altri hanno facce molto interessanti.
Interessante la ricostruzione storica, dalle macchine alla scenografia, non ci ha entusiamato la musica e la fotografia, ma ci e' piaciuta molto la regia che appare piacevolmente discontinua, con cambi di stile continui.
Non un capolavoro del genere, ma comunque interessate e da vedere.
Voto 6+ a tratti 6 1/2
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marezia
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venerdė 22 ottobre 2010
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cari internauti,
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posso INIZIARE, in un certo senso, a recensire il film partendo dalla STRAORDINARIO libro da cui è tratto ossia "Il fiore del male": avvincente, coraggioso, brillante e AMBIGUO, NON NELLA ENUNCIAZIONE DEI SUOI INTENTI (enunciazione peraltro CHIARISSIMA) MA NELLA LORO RICADUTA SUI LETTORI. Confesso che alla fine della lettura mi sono sentita un po' come la Leosini in "Storie maledette": ho ascoltato" la sua storia sorprendendomi di non provare orrore ma un interesse umano da psicologo o da prete per cui concludo dicendo che questo film (che potrebbe essere in una decina di modi diversi perché il materiale da cui partire è pieno di sfaccettature) SARA' RIUSCUTO SE RIPROPORRA' INTATTO questo sguardo che penso sia stato anche quello di Placido.
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posso INIZIARE, in un certo senso, a recensire il film partendo dalla STRAORDINARIO libro da cui è tratto ossia "Il fiore del male": avvincente, coraggioso, brillante e AMBIGUO, NON NELLA ENUNCIAZIONE DEI SUOI INTENTI (enunciazione peraltro CHIARISSIMA) MA NELLA LORO RICADUTA SUI LETTORI. Confesso che alla fine della lettura mi sono sentita un po' come la Leosini in "Storie maledette": ho ascoltato" la sua storia sorprendendomi di non provare orrore ma un interesse umano da psicologo o da prete per cui concludo dicendo che questo film (che potrebbe essere in una decina di modi diversi perché il materiale da cui partire è pieno di sfaccettature) SARA' RIUSCUTO SE RIPROPORRA' INTATTO questo sguardo che penso sia stato anche quello di Placido.
P.S. Leggete l'ultima parte del capitolo RELATIVO AL MILAN E A PANTANI e poi riflettete. Ne vale la pena.
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simone dato
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martedė 28 settembre 2010
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non tradisce
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la storia del bandito Vallanzasca, rivista e raccontata da Michele Placido nel film omonimo, convince.
Convince grazie ad una sceneggiatura incalzante, un gran ritmo, una regia pulita e funzionale, ed un'azzeccatissima scelta della colonna sonora, con le musiche che accompagnano magistralmente il susseguirsi dell'azione.
Altri giudizi, di tipo morale o moralistico, li lasciamo a chi pių bravo in tali ambiti.
Non č nč la prima, nč sara l'ultima volta, in cui un regista racconta la storia di un personaggio discutibile, o passato alla storia per azioni poco lusinghiere, nč, se vogliamo, spetta al regista o allo sceneggiatore la sentenza di assoluzione o condanna.
Quello che importa, agli appassionati di cinema, č godere di un prodotto di valore, e in questo il film di Placido non delude.
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la storia del bandito Vallanzasca, rivista e raccontata da Michele Placido nel film omonimo, convince.
Convince grazie ad una sceneggiatura incalzante, un gran ritmo, una regia pulita e funzionale, ed un'azzeccatissima scelta della colonna sonora, con le musiche che accompagnano magistralmente il susseguirsi dell'azione.
Altri giudizi, di tipo morale o moralistico, li lasciamo a chi pių bravo in tali ambiti.
Non č nč la prima, nč sara l'ultima volta, in cui un regista racconta la storia di un personaggio discutibile, o passato alla storia per azioni poco lusinghiere, nč, se vogliamo, spetta al regista o allo sceneggiatore la sentenza di assoluzione o condanna.
Quello che importa, agli appassionati di cinema, č godere di un prodotto di valore, e in questo il film di Placido non delude.
Ottima l'interpretazione di Kin Rossi Stuart, che dā anima e spessore al protagonista.
Ben tratteggiati anche i comprimari, sullo sfondo dell'Italia degli anni '70.
Per certi aspetti, il film di placido ricorda Public enemies di Michael mann, su vita e morte di John Dillinger.
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marezia
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sabato 25 settembre 2010
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lettera di farinotti
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enzo di punta
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martedė 7 settembre 2010
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solidarietā a michele placido
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Non ho ancora visto il film su Vallanzasca ma conto di farlo non appena lo stesso arriverā nelle sale cinematografiche del mio paese. Ho seguito le fasi del dibattito e concordo con le affermazioni di Michele Placido circa il fatto che nel parlamento c'č di peggio. Sono decisamente solidale con placido perchč ha il coraggio di dire quello che pensa. Per questa ragione mi piacerebbe inviargli una copia del mio libro di imminente pubblicazione, che č in perfetta sintonia con le dichiarazioni di placido. Ringrazio per la disponibilitā e saluto cordialmente. Vincenzo d'acquaviva
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marezia
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martedė 7 settembre 2010
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io tra di voi...
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Altro botto di inizio settembre: le dichiarazioni del sottosegretario ai Beni culturali Francesco Maria Giro. UNa PERONSLISSIMA "opinione" . Forza Placido, SEI UNICO. Tra critici, sottosegretari e Presideri ricordati: "Tanti nemici, tanto onore".
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marezia
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lunedė 6 settembre 2010
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come al solito in italia... (e per placido)
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Il Presidente delle Vittime del Dovere DEVE CAPIRE CHE il Cinema come la letteratura come il teatro hanno IL DIRITTO/DOVERE di raccontare la cronaca perché QUESTA è la funzione dell'ARTE. Non so che cosa Placido abbia detto per difendersi dagli attacchi OTTUSI che da mesi gli vengono messi ma mi auguro che si sia limitato a questo SENZA DARE SODDISFAZIONE A CHI VUOLE LA POLEMICA PER RIEMPIRE RIVISTE E GIORNALI INUTILI. Bastano, eccome!
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