oscar15781
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domenica 4 agosto 2013
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sei tu che devi ricordare che sei mio padre
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Puo' darsi che per qualcuno Solitary Men descriva solo un uomo assurdo, che non è neanche un eroe negativo. Invece già dal titolo ci annuncia qualcosa della nostra epoca di solitudine, di crisi e di ripiegamento. La posizione di Ben Kalmen si inserisce nel quadro di una serie vastissima di addiction, di sindromi della coazione a ripetere il proprio sintomo, come schiavi di un proprio super-io feroce. Ben Kalmen dice di sè "Ero un leone, ora sono invisibile", era il miglior venditore d'auto, che stava sulle reti nazionali, conosciuto da tutti. A quei tempi il suo Ego era gonfiato a dismisura, a evitare ogni incertezza sul piano del desiderio, con un matrimonio che era un mattone essenziale del suo successo.
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Puo' darsi che per qualcuno Solitary Men descriva solo un uomo assurdo, che non è neanche un eroe negativo. Invece già dal titolo ci annuncia qualcosa della nostra epoca di solitudine, di crisi e di ripiegamento. La posizione di Ben Kalmen si inserisce nel quadro di una serie vastissima di addiction, di sindromi della coazione a ripetere il proprio sintomo, come schiavi di un proprio super-io feroce. Ben Kalmen dice di sè "Ero un leone, ora sono invisibile", era il miglior venditore d'auto, che stava sulle reti nazionali, conosciuto da tutti. A quei tempi il suo Ego era gonfiato a dismisura, a evitare ogni incertezza sul piano del desiderio, con un matrimonio che era un mattone essenziale del suo successo. La moglie era li' mentre faceva gli spot televisivi, ha accompagnato l'ascesa del marito a costo del mettere fra parentesi i propri desideri.La moglie interpretata dalla grande Susan Sarandon, ha avuto nodo di liberarsi di questo ideale di matrimonio, allorchè ha scoperto che Ben la tradiva. Invece Ben Kalmen riceve una sentenza dal proprio corpo, anziche avere consapevolezza, scatta in lui la volontà di dribblare la morte con una strategia perversa, ingannatoria: andrà a truffare L'Altro della Buona Fede. Cioè di pari passo, ingannerà l'Altro del patto matrimoniale, tradendo la moglie con le ragazze che trova e ingannerà l'Altro del Buon padre di famiglia, organizzando truffe sui leasing e i contratti di vendita d'auto. Chi non è visto, non è preso (pas vu, pas pris). Insomma la fragile tenuta dell'Altro cede, Ben con la futura moglie su una panchina del Campus e con l'amico del bar dell'università che gli prepara il suo panino, sono solo un ricordo. "Se vai su o giu' gli amici spariscono", Ben perde tutto quando viene scoperto, ma il suo mondo dopo questo "segno" dal corpo ignorato è un universo immaginarizzato, Ben è tutto teso in questa battaglia "a fottere l'Altro", nemmeno la figlia e il nipote sono piu' che "oggetti indisciminati", La figlia Susan dopo che il padre è uscito con una sua amica, gli annuncia che chiude con lui, non vedrà più il nipote. Ben si sente solo sfidato in questa sua "caccia grossa".. Ben tradisce persino Jordan la sua nuova compagna perversa (moglie di un uomo potentissimo), con la figlia Allison appena diciannovenne. Kant parlava di amare la dama e meritare la forca, per Ben il rischio è assoluto. Questo dà il gusto del proibito, un capriccio più grande, ma non ha nulla a che fare col desiderio. Allison lo perderà, lo getterà, dopo aver appreso tecniche amatorie, lo "farà fuori", dicendo alla madre, che Ben il suo compagno, l'ha avuta, Di nuovo perderà tutto, dovrà scappare lontano dalla fuiria di Jordan. Ma il bar del suo amico che lo assume è presso l'Ateneo, cosi la vendetta di Jordan a mezzo di un ex poliziotto lo fa finire all'ospedale. Qui recupera la figlia, che ha dovuto cavarsela nonostante un padre cosi' e nel momento in cui rischia di perderlo, può raccoglierne l'eredità simbolica "sono ancora la tua bambina". Ma Ben non sa vedere le mani tese della ex-moglie, del giovane Cheston, mentre gli altri crescono, il suo sguardo si posa sulla prossima ragazza, sul suo sintomo.
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mauro lanari
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martedì 14 ottobre 2014
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a proposito di (auto)biopic.
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Mauro Lanari e Orietta Anibaldi
Nel 2009 Clooney sembrava aver messo in scena la propria vita calandosi nei panni del protagonista d'"Up in the Sky", personaggio ondivago tra la fedeltà monogamica (=Canalis?) e un'esistenza votata alla promiscuità. L'anno successivo esce, si fa per dire, questo film straripante d'analogie su e con Michael Douglas: meglio il matrimonio a fianco della Zeta-Jones o le dicerie su un ripetutamente smentito problema di "sex[ual] addiction"? Tanto gigioneggiava da impareggiabile ruffiano Clooney quanto invece Douglas s'espone in chiave drammatica, per nulla lieve e nemmeno indolente, ma dolente, da loser contro la propria volontà.
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Mauro Lanari e Orietta Anibaldi
Nel 2009 Clooney sembrava aver messo in scena la propria vita calandosi nei panni del protagonista d'"Up in the Sky", personaggio ondivago tra la fedeltà monogamica (=Canalis?) e un'esistenza votata alla promiscuità. L'anno successivo esce, si fa per dire, questo film straripante d'analogie su e con Michael Douglas: meglio il matrimonio a fianco della Zeta-Jones o le dicerie su un ripetutamente smentito problema di "sex[ual] addiction"? Tanto gigioneggiava da impareggiabile ruffiano Clooney quanto invece Douglas s'espone in chiave drammatica, per nulla lieve e nemmeno indolente, ma dolente, da loser contro la propria volontà. Eccelsa la cifra autoriale di Koppelman (produce pure Soderbergh) che toglie al film l'inimmaginabile, come se il destino di Douglas fosse già scritto e dunque il "Solitary Man" non disponesse d'alcuna reale possibilità d'interagire col resto dell'altrimenti ottimo cast. C'è una panchina da cui bisognerebbe alzarsi per decidere (nessun rimando a "Forrest Gump" o a, orrore, "Caos calmo"), tuttavia il finale resta sospeso: sebbene Douglas abbia davvero optato per l'avventura nuziale, col suo alter-ego davanti alla mdp pare intenda dirci che è stato solo per predeterminismo, per un fato che ci consegna in dotazione un'indole che non lascia scampo. Storia insomma d'una discesa agl'inferi, d'una catàbasi dove forse è doveroso non indagare su ulteriori affinità tra Michael e le tematiche aggiuntive della vecchiaia e della malattia. Privo intenzionalmente d'ogni appeal per un pubblico sempre più alla ricerca d'effetti facili e/o speciali, qui in Italia la pellicola ha bypassato la distribuzione in sala ed è terminata subito nel giro dell'homevideo. Visto per caso in tv qualche tempo fa, ha l'ulteriore impagabile merito di lasciare l'enorme dubbio che il sillogismo "tutte le donne sono uguali, ergo lo stare a fianco sempre della stessa o il cambiare partner a ripetizione è un distinguo insignificante" sia fallace nella premessa maggiore.
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mauryt
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martedì 31 maggio 2011
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bravi attori sprecati in film mediocre
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Che cosa ci fanno attori come: Michael Douglas, Susan Sarandon, Danny de Vito e anche Jenna Fischer e Jesse Eisenberg in una pellicola così mediocre? La storia: un manager che non vuole invecchiare specialmente dopo aver ricevuto il responso medico che il cuore sta traballando, la ex moglie nell’ombra, la nuova compagna algida e fredda, la di lei figlia che diventa l’amante di lui per una notte, più altre amanti occasionali, la figlia naturale che tenta di condurlo sulla retta via, il nipotino che lo adora, la perdita del lavoro e della sicurezza economica. In un primo momento ho pensato fosse colpa del doppiaggio (pessimo!) così ne ho guardato un pezzo in inglese, niente! Il film rimane quello che è: scarso.
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Che cosa ci fanno attori come: Michael Douglas, Susan Sarandon, Danny de Vito e anche Jenna Fischer e Jesse Eisenberg in una pellicola così mediocre? La storia: un manager che non vuole invecchiare specialmente dopo aver ricevuto il responso medico che il cuore sta traballando, la ex moglie nell’ombra, la nuova compagna algida e fredda, la di lei figlia che diventa l’amante di lui per una notte, più altre amanti occasionali, la figlia naturale che tenta di condurlo sulla retta via, il nipotino che lo adora, la perdita del lavoro e della sicurezza economica. In un primo momento ho pensato fosse colpa del doppiaggio (pessimo!) così ne ho guardato un pezzo in inglese, niente! Il film rimane quello che è: scarso. Peccato, questi attori hanno bisogno di altro per risaltare, lavorare di più sulla psicologia dei personaggi e meno sulla trama sarebbe stato meglio. Il finale a sorpresa (?) poi messo lì tanto per stupire e non ci riesce.
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cronix1981
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giovedì 3 novembre 2011
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inconcludente
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Il cast è decisamente di prim'ordine. Il film invece è di quelli di cui se ne può fare volentieri a meno, e di cui ci si dimentica in poco tempo. Buona la recitazione (Michael Douglas in primis), peccato che nel complesso il film sia poco consistente: sceneggiatura banale e dialoghi quasi mai profondi.
La crisi di mezz'età (?) di un ricco rivenditore di auto è il nocciolo della questione: difficile appassionarsi ad un soggetto di questo tipo. Michael Douglas è Ben Kalmen il protagonista di questo storia, l’unico personaggio di cui si riesce ad inquadrare in profondità la psicologia.
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Il cast è decisamente di prim'ordine. Il film invece è di quelli di cui se ne può fare volentieri a meno, e di cui ci si dimentica in poco tempo. Buona la recitazione (Michael Douglas in primis), peccato che nel complesso il film sia poco consistente: sceneggiatura banale e dialoghi quasi mai profondi.
La crisi di mezz'età (?) di un ricco rivenditore di auto è il nocciolo della questione: difficile appassionarsi ad un soggetto di questo tipo. Michael Douglas è Ben Kalmen il protagonista di questo storia, l’unico personaggio di cui si riesce ad inquadrare in profondità la psicologia. Purtroppo gli altri personaggi appaiono più come comparse stereotipate che non come soggetti veri e propri.
Peccato perché da un cast come questo ci si aspetta un film decisamente diverso, più corale e più profondo. In questo caso il difetto peggiore è la banalizzazione sia dei temi trattati che dei personaggi. Il finale è lo specchio fedele del film: inconcludente.
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