Tutta la vita davanti |
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Un film di Paolo Virzì.
Con Isabella Ragonese, Sabrina Ferilli, Valerio Mastandrea, Elio Germano.
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Commedia,
Ratings: Kids+16,
durata 117 min.
- Italia 2008.
- Medusa
uscita venerdì 28 marzo 2008.
MYMONETRO
Tutta la vita davanti
valutazione media:
3,35
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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VIRZI’ CONSACRA LA COMMEDIA NOSTRANAdi ANDREAFeedback: 0 |
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lunedì 31 marzo 2008 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il film “Tutta la vita davanti” di Virzì è un interessante e coinvolgente melodramma che, ambientato in un gigantesco call center alla periferia di Roma, riflette sull’ormai dilagante fenomeno del lavoro precario. Il call center ne è l’epicentro-simbolo che investe e violenta le vite delle lavoratrici e dei lavoratori. Le immagini surreali e caricaturali si succedono in una serie di scene dinamiche e vorticose che attirano lo spettatore in questo magico mondo telematico-profittuale ma parimenti destano sgomento per l’abbrutimento e il cinismo verso cui degrada il mondo del lavoro.Le abitudini, i comportamenti, il linguaggio dei personaggi sono i principali segni di un’identità smarrita e fagocitata da rituali di gruppo mostruosamente grotteschi e tribali. Emerge un inquietante mutamento antropologico che è conseguenza della pericolosa deriva di un’etica del lavoro ormai da rifondare o da riscoprire. Il regista adotta una tecnica narrativa scevra da pesanti analisi didascaliche e riesce a trattare un tema così drammatico privilegiando soltanto la quotidianità e la spontaneità dei personaggi portatori di vizi e virtù. Non mancano spunti ironici ed esilaranti. Virzì si è ispirato alla grande e indimenticata commedia dei Risi e dei Monicelli che con quella incisiva e mordace leggerezza ha segnato profondamente la storia del nostro cinema. Il film convice anche per la fresca e fruibile sceneggiatura nonché per la notevole capacità degli attori: Isabella Ragonese, studentessa di filosofia, laurea cum laude, timida ma non ingenua, determinata ma non aggressiva, disillusa di fronte al sindacalista Mastrandrea che cerca di proporsi sempre con generosità, nostalgia e un po’ di opportunismo; la fragile e commovente Micaela Ramazzotti, autentica rivelazione del film; l’insuperabile Elio Germano guerriero e vittima dei call center; eppoi Sabrina Ferilli e Massimo Ghini capi cinici e frustrati senza alcuna speranza di redenzione. Sono loro il quinto stato di Virzì.
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