Titolo originale | Okuribito |
Anno | 2008 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Giappone |
Durata | 130 minuti |
Regia di | Yojiro Takita |
Attori | Masahiro Motoki, Ryoko Hirosue, Tsutomu Yamazaki, Kazuko Yoshiyuki, Takashi Sasano Kimiko Yo, Tetta Sugimoto, Toru Minegishi, Tatsuo Yamada, Yukari Tachibana, Tarô Ishida, Sanae Miyata, Ryôsuke Ôtani, Mitsuyo Hoshino, Tatsuhito Okuda. |
Uscita | venerdì 9 aprile 2010 |
Tag | Da vedere 2008 |
Distribuzione | Tucker Film |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,57 su 13 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 29 dicembre 2020
Un violoncellista fallito si ritira con la moglie nel suo villaggio natale. Dopo la morte del padre, stringerà amicizia con l'eccentrico becchino locale... Ha vinto un premio ai Premi Oscar, In Italia al Box Office Departures ha incassato 711 mila euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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Dopo lo scioglimento dell'orchestra, il violoncellista Daigo (Motoki Masahiro) rimane senza lavoro e decide di ritornare al paese d'origine. Assieme alla moglie Mika (Hirosue Ryoko), docile e mansueta come poche, si trasferisce nella sua vecchia casa in campagna alle porte di Yamagata. Qui comincia a cercare lavoro e si imbatte in un annuncio interessante, raggiunge l'agenzia e scopre che i viaggi dell'inserzione non sono vacanze alle Maldive ma dipartite nel mondo dell'aldilà. Titubante all'inizio, si lascia convincere dagli insegnamenti del capo, il becchino Sasaki (Yamazaki Tsutomu), e ritrova il sorriso perso da tempo. Quando la moglie scopre l'identità del suo nuovo mestiere, scappa di casa e lo abbandona solo in paese, dove in molti cominciano a snobbarlo. Ma il destino sta nuovamente per sorprenderlo, costringendolo a fare i conti con il passato, la morte della madre e l'allontanamento precoce del padre, fuggito chissà dove e mai più rivisto.
Il rito della deposizione - la cura del nokanshi - è una tradizione giapponese, un modo prezioso per dare l'estremo saluto alla persona deceduta: la pulizia del corpo, il trucco sul viso e la vestizione sono le ultime simboliche carezze fatte alla persona cara, prima di lasciarla andar via per sempre. Quando Daigo legge l'annuncio sul giornale, viene sedotto dalla parola 'partenze' e crede di candidarsi per un lavoro in un'agenzia di viaggi. In quel gioco equivoco di significati metaforici è racchiuso il segreto del film: la morte è un commiato, più che un semplice passaggio in un mondo altro e sconosciuto. In questo senso, il rito di nokanshi rappresenta la necessità di prepararsi alla dipartita, creando una liturgia laica, utile soprattutto a chi rimane, per impossessarsi dell'ultima delicata riconciliazione con il defunto. I vecchi rancori vengono messi da parte e la voglia di pace trova il giusto spazio e il modo per esprimersi. Il laconico capo Sasaki, interpretato con grande intensità dal raffinato attore Yamazaki Tsutomu, già alle prese con la celebrazione delle esequie in The Funeral di Juzo Itami, scardina la qualificazione macabra e tetra che solitamente accompagna il mestiere di becchino per sostituirla con una cerimonia rispettosa che, in composto e discreto silenzio, dice molto più di lunghe prediche sacerdotali.
Il rapporto con un padre assente, l'amore incondizionato per la figura materna e la difesa del valore poetico della vita sono i temi che ritmano il raggiungimento della maturità di Daigo. Il protagonista conosce così i suoi limiti, accetta di non essere un musicista talentuoso, abbandona le vecchie abitudini e scopre un'incredibile vocazione per l'arte della sepoltura. La sua rinascita spirituale supera le convenzioni sociali, e lo mette di fronte alla drammaticità della morte, in un equilibrio di tragedia compassionevole e umorismo grottesco. L'espressività del volto di Daigo, arrabbiato, sereno, disgustato e perplesso, racconta allo spettatore le fasi di accettazione della fine, intesa come corrispondenza di arrivo e partenza.
Malgrado poi la sceneggiatura scelga di sottolineare i passaggi con simbolismi semplici, un po' troppo esplicativi e chiarificatori, come la pietra regalata dal genitore che ritorna puntualmente ad ogni risoluzione di conflitti (tra padre e figlio, tra moglie e marito), il film ci accompagna per mano in un viaggio fatto di dignità e rispetto. Senza virtuosismi di macchina o eccessi estetizzanti, ci lascia, alla fine, con una conquista in più, raccontandoci emozioni e sentimenti a misura d'uomo.
“Assistiamo coloro che partono per dei viaggi” agenzia NK L’ambiguità di questo annuncio che il giovane ex-violoncellista Daigo Kobayashi legge sul giornale cercando proposte di lavoro lo inganna e lo induce a recarsi all’agenzia per il colloquio. Oltre ad accettare l’imprevedibile lavoro, finirà con l’accettare anche il viaggio [...] Vai alla recensione »
Inizio con il dire che questo film è pura poesia, è un inno alla vita, a quella vera, quella con cui ogni persona prima o poi si deve scontrare, fatta di momenti semplici ma puri e reali. Il significato intrinseco che ho voluto vedere io (perchè a mio avviso spesso registi e sceneggiatori non cercano per forza il significato nascosto...) è quello di fermarsi e riflettere.
Daigo è un ottimo suonatore di violoncello, ma l'orchestra per cui suona viene sciolta; è così costretto a cercarsi un nuovo lavoro e rinunciare alla sua passione di sempre. Dedice di rispondere all'annuncio di un'agenzia che si occupa di viaggi, ma giunto sul posto per il colloquio, scopre che essa non si occupa di viaggi per vacanze verso mete lontane, bensì [...] Vai alla recensione »
La morte, quale evento nella vita di ciascuno, e` un soggetto difficile da trattare in un film e Departure lo affronta con grazia, dignita` e bellezza. Il simbolismo, elemento chiave nella cultura giapponese, si rivela attraverso la fusione del circolo della vita con il susseguirsi delle stagioni. L’attaccamento alla vita e` espresso attraverso [...] Vai alla recensione »
L’orchestra sinfonica è improvvisamente sciolta e Daigo, un giovane violoncellista, preso dallo sconforto abbandona il suo strumento e Tokyo per fare ritorno a Yamagata, il suo paesino. Qui trova lavoro come nakanshi, l’antico mestiere di chi che prepara i corpi lavandoli, vestendoli e truccandoli prima dell’ultimo viaggio. Lentamente la tanathoestetica gli si rivela come un’a [...] Vai alla recensione »
Il giovane violencellista Daigo è alle prese con una crisi di identità: lo scioglimento dell'orchestra in cui suona segna la fine di un sogno coltivato sin da bambino, forse perchè iniziatovi dal padre (che se ne è andato molti anni prima, lasciandolo solo con la madre), ma per il quale non si era mai sentito veramente dotato.
Departures del regista giapponese Yojiro Takita e' un film sublime , senza dubbio la miglior pellicola dell'ultimo anno e il suo oscar per il miglior film straniero e' strameritato. E' la storia di Daigo , giovane violencillista, che perso il lavoro nell'orchestra della sua citta', decide di tornare nel paese natio con la propria ragazza.
film intenso, commovente su un argomento tabù che è quello dell'ultimo saluto alla persona cara deceduta. Grazie al lavoro prezioso del "tanato-esteta" che come un sacerdote prepara il defunto al trapasso lavandolo e vestendolo con abiti preziosi, il momento del distacco del morto da coloro che restano viene sublimato e il corpo viene preparato ad affrontare una nuova vita, piena di aspettativa (sembrerebbe [...] Vai alla recensione »
“Departures” è un film delicato ma fortemente suggestivo. Parla di “viaggi”, più precisamente dell’ultimo viaggio che facciamo tutti in vita nostra, ma è anche un viaggio nel Giappone, ci fa conoscere appunto le sue suggestioni. Soprattutto ci rappresenta i suoi riti, è il film dei riti giapponesi: dall’arte di preparare i cadaveri prima della cremazione al rito del bagno pubblico, a quello del pasto [...] Vai alla recensione »
Sulle note di un violoncello solitario dentro il panorama di piccola città del Giappone sullo sfondo di grandi montagne si svolge l’originale apprendistato di un giovane musicista disoccupato a tanathos esteta: sgomento, avvilimento del nostro già depresso protagonista con deliziosa moglie al seguito. Ed ecco che nel silenzio attonito rispetto, cura, sapienza dei gesti , in una parola ritualità [...] Vai alla recensione »
Daigo (Motoki), violoncellista piuttosto imbranato nella vita, perso il lavoro torna nella cittadina in cui era nato e trova lavoro in un’azienda che prepara le persone per il Viaggio, la morte. Inizierà un percorso di crescita che lo cambierà profondamente. Preparato per oltre dieci anni, è uno dei migliori prodotti del cinema giapponese moderno, che ha conquistato [...] Vai alla recensione »
FILM DEPARTURES Una riflessione sulla vita e la morte. Un capolavoro che fa riflette sul trapasso da questa vita, attraverso la morte, verso un’altra vita migliore. “La morte non è che un cancello… con la morte non finisce niente. E’ un cancello che si deve attraversare per proseguire il viaggio”. Un film molto profondo, filosofico, che fa riflettere sul significato [...] Vai alla recensione »
Daigo, giovane violoncellista, perde il posto perché la sua orchestra viene sciolta e, abbattuto dalla terribile notizia, decide di abbandonare la musica e di tornare a vivere con la moglie nel piccolo paesino in cui crebbe allevato dalla madre ora morta. Il padre di Daigo è sparito da più di trent’anni e non si sa che fine abbia fatto.
Il regista riesce a non eccedere con la commozione. Ma sa dove andare, si accontenta di una raffigurazione semi-poetica e si perde volentieri in un rispetto a tutti i costi e risaputo per la vita e le cose della vita. Gentilezza e sensibilità, ricorsi alla convenzione, non pochi cedimenti all'approssimazione, ma c'è un fondo di sincerità che prende.
I film giapponesi sono spesso delle speculazioni filosofiche sulla vita e sulla morte, riflessioni sui rapporti familiari e sui cambiamenti generazionali e il film “Departures” non fa eccezione. Io bel titolo originale è “Okuribito” che vuol dire “la persona che accompagna alla partenza”. Daigo Kobayashi (interpretato da Motoki Masahiro) è un violoncellista [...] Vai alla recensione »
Daigo Kobayashi è un mite giovane di periferia che lavora come discreto violencellista per un' orchestra di Tokyo. A causa della crisi economica il propietario del teatro è costretto a sciogliere il collettivo, fonte di reddito che consentiva a Daigo di mantenere se stesso e la dolcissima moglie Mika, entrambi obbligati a tornare nel paesino d' origine.
L’avanguardia nipponica garantisce ormai da anni ottimi film. Pertanto un film d’autore giapponese è quasi sempre anche un buon lungometraggio (se non uno che spicca nel panorama dei festival internazionali) ma presenta anche inscindibili limiti riscontrabili nella pellicola stessa. È il caso di Departures frutto del non troppo originale (basti pensare a Six Feet Under), anche [...] Vai alla recensione »
Giappone. Un giovane violoncellista vede di colpo sfumare la sua carriera nell'orchestra a causa dello scioglimento della stessa. L'uomo allora decide di tornare al suo paese natale insieme alla moglie per sfuggire al costo degli affitti della capitale. Una volta sul posto, il ragazzo troverà lavoro come tanatoesteta. Questo inizialmente sconvolgerà sia lui che la moglie ma entrambi [...] Vai alla recensione »
capolavoro di Yōjirō Takita, pochi occidentali possono capirlo dato che bisogna sapere alcune cose sul mondo nipponico.Il protagonista, è il classico prodotto della società moderna: un uomo che dedica tutta la sua vita ad un sogno, trasferendosi dalla campagna alla cità col suo Cello, cercando di far fortuna come musicista professionista nella grande Tokyo.
Il film è ambientato in Giappone dove il giovane protagonista Daiko lavora per un’orchestra suonando il violoncello. Il giovane è sposato con una ragazza molto accondiscendente e innamorata che accetta tutte le decisioni che il marito prende senza curarsi di consultarla. Quando questi perde l’impiego, decide di tornare nel paese natale assolutamente appoggiato dalla trepida consorte.
Pessimo! Sicuramente il peggior film che abbia visto di recente... Departures sembra scritto da uno studente del liceo... dialoghi ridicoli, ritmo inesistente, personaggi senza spessore... senza psicologia... per non parlare dello svolgimento del tema, a dir poco ridicolizzato da un buonismo fuori luogo, una comicità degna dei KITANO in veste Tv e un direttore della luce senza idee che non crea [...] Vai alla recensione »
Un film difficile da inquadrare, questo Departures. I primi 40 minuti si snodano in un’atmosfera spiazzante; le vicende del protagonista hanno le cadenze del dramma (sostenute da una “pesantissima” voce fuori campo) ma alcune trovate si lasciano a degli sprazzi di ironia abbastanza insoliti nel cinema giapponese. Lo spettatore rimane con il dubbio sulle intenzioni del regista e, [...] Vai alla recensione »
L’impressione sul film,dopo più di due ore,è che di una buona mezz’ora avremmo fatto volentieri a meno.Okuribito ha un grande difetto,non conosce la misura,e non si tratta solo di durata.E’ la misura che fa dire il necessario sfrondando il superfluo,rapisce lo spettatore con alchimìe sottilissime che non sentano la necessità di esibire simbolismi e squadernare con didascalica diligenza repertori di [...] Vai alla recensione »
L'ho visto un anno fa trionfare al "Far East Film" di Udine (Premio del Pubblico e Premio Black Dragon: mai successo!) e non vedo l'ora di rivederlo. Ricordo lo straordinario equilibrio fra commedia e dramma, la profondità del disegno dei personaggi, l'imprevedibilità della trama e il fascino per una cultura e una visione della morte dalla quale il mondo occidentale [...] Vai alla recensione »
Nel 1956 Luchino Visconti, presidente di giuria a Venezia, fece fuoco e fiamme perchè non fosse assegnato il Leone d'oro a 'L'arpa birmana' di Ichicawa. Era un film che divideva: per certi versi ingenuo, zuccheroso, verboso e didascalico, per altri sinceramente emozionante nella sua parabola sulla morte. 'Departures' mi ha dato le stesse contraddittorie sensazioni, ma al di là dei difetti che gli [...] Vai alla recensione »
film come pochi, ti da delle emozioni uniche
Un film diverso, che trasuda le origini orientali nel suo approccio alle pause, ai primi piani e ai silenzi da saper ascoltare. Va oltre le sue origini universalizzando il suo messaggio, senza vestirsi eccessivamente o insistentemente di costumi colori o espressioni giapponesi, lasciando invece spazio a campi aperti e rieccheggi di musiche ben conosciute a noi occidentali.
Che dire davvero un capolavoro sfornato dal giappone. Di un'infinita dolcezza, che permette allo spettatore di immergersi completramente in un rito, quello della preparazione delle salme, che noi ce lo sogniamo! Molto diffuso li, il culto dei morti, con la preparazione spirituale del corpo, che tramite questo rito, aiutano l'anima a raggiungere l'aldila, e un'ultima occasione per "salutare" il defunto. [...] Vai alla recensione »
Che dire davvero un capolavoro sfornato dal giappone. Di un'infinita dolcezza, che permette allo spettatore di immergersi completramente in un rito, quello della preparazione delle salme, che noi ce lo sogniamo! Molto diffuso li, il culto dei morti, con la preparazione spirituale del corpo, che tramite questo rito, aiutano l'anima a raggiungere l'aldila, e un'ultima occasione per [...] Vai alla recensione »
Un bel film, ben fatto e ben recitato anche se ho qualche dubbio sul doppiaggio italiano... non appena mi procurerò il dvd sicuramente lo vedrò in lingua originale.
Capolavoro!!! Non ci sono molte parole per definire un film che riesce a commuoverti, a farti pansare e riflettere su un tema come la morte. Film che ti apre totalmente la mente e ti fa prendere visione di una cosa che altro non è che un viaggio. L'ultimo viaggio, ma all'orientale. Non come lo intendiamo noi, ma inteso come "il viaggio", quello più importante.
DEPARTURES- non è soltanto un bel film; è una lezione terapeutica per noi occidentali che attraversiamo le nostre vite incapaci di affrontare la sua fine. Yojiro Takita, dalla sua finestra di tanato-esteta innalza l'ultimo sipario per applaudire alla vita dopo il suo tramonto. I suoi protagonisti Daigo, Mika e il maestro, sono sempre attenti a non arrivare allo struggimento dello spettatore; c'è sempre [...] Vai alla recensione »
Che delizia assistere al susseguirsi di sentimenti ed emozioni nel silenzio, senza esplicitare in continuazione con la parola quello che si prova nell'anima!
E'uno dei fim più belli che io abbia visto negli ultimi anni.La trama è delicata,profonda,ti fa pensare a tante cose,che tutto scorre,che la morte fa parte della vita e,quindi,bisogna accettarla come un evento naturale,che di fronte alla morte siamo tutti uguali e siamo nudi,senza distinzione alcuna che vada al di là del nostro corpo.Commovente l'amore con cui i giapponesi accompagnano al viaggio i [...] Vai alla recensione »
Questo film è ben girato, la fotografia è bella, le scene sono curate, gli attori non sono niente male...insomma è ben fatto, ma ha un di più: ti tocca le corde che hai dentro e così ti emoziona. Pochi, credo, non restano commossi: il tema è che la vita e la morte non sono due cose, ma un tutt'uno che passa da uno stato a un altro. Questo passaggio è misterioso e doloroso e l'unica cosa che si può [...] Vai alla recensione »
Splendido film, figlio di una cultura lontana dalla nostra, che avrebbe delle cose da insegnarci. Amore, speranza, rimpianto, rispetto e tolleranza in un intreccio mai scontato, a volte con una vena di surreale comicità che appassioniona lo spettatore.
Ho visto per ben due volte il film departures prima di accingermi a scrivere perchè è un film da non dare per scontato per il tema che tratta cioè la vita oltre la morte. E' un film che consiglio ad un pubblico adulto proprio per il tema che tratta perchè l'emozionalità che provoca dentro il cuore di chi lo vede è molto alta; sono due ore intense dove la morte non è più morte, ma diventa pura bellezza. [...] Vai alla recensione »
Che grande strumento è il cinema capace di mettere in contatto culture diversissime tra loro.In questo caso grazie ad una storia graziosa e delicata si assaporano riti e tradizioni distanti anni luce da un occidente dove la morte è diventata ormai una faccenda da sbrigare nel minor tempo possibile.Gesti e sentimenti mischiati alla particolare(per noi)reciazione degli orientali [...] Vai alla recensione »
Un film insolito, che tratta un tema delicato con un tatto particolare e che riesce a far commuovere ma che allo stesso tempo sa regalare sorrisi con alcune scene ironiche e con un sarcasmo in pieno stile Jap. Consigliato!
Almeno tre motivi per non perdere questa proiezione: l'originalità del tema, la bravura degli attori, la scenografia essenziale quanto basta per rendere efficacemente l'atmosfera del Giappone, nel suo intrigante miscuglio di tradizione e modernità. Eccezionale, a mio avviso,la dinamica interiore dei personaggi : nessuno é fermo nel suo modo di intendere la vita ed i suoi valori, a cominciare dal protagonis [...] Vai alla recensione »
DEPARTURES è un film che ha il sapore dell'emozione!
mi è piaciuto , alla fine anche commovente!!!! grazie ancora mymovies
Probabilmente non sara' per tutti, ma resta comunque un film straconsigliato! Il finale e' abbastanza scontato ( me l'aspettavo gia' a meta' film ) ma e' comunque perfetto. A meta' film avrei detto: discreto film, particolare, carino. A tre quarti: Proprio un bel film! Alla fine: Stupendo! Impossibile non commuoversi alla caduta del sasso. Da vedere e rivedere!
PURA POESIA! Raramente sono stati fatti film capolavoro simili. Definirne la storia è riduttivo. Perciò mi limiterò a dire che è un'opera che va vista e di cui bisogna favorire il circuito (che invece mi hanno detto ridottissimo: solo 20 pellicole in Italia). Indubbiamente è per persone meditative. Non è, però, un film sulla morte, ma un inno alla vita e all'amore per essa e ne favorisce il prolungamento [...] Vai alla recensione »
Vale la pena di vedere questa pellicola molto bella, per quanto lontana dalla sensibilità e dalla cultura italiana (a proposito, perché i cattolicissimi italiani hanno tanta paura della morte?)per riflettere sull'importanza di riconciliarci col nostro passato -per quanto ingrato esso sia-, ma soprattutto, di non rimandare il nostro 'incontro' con l'altro, cercando di incontrarci durante -e non dopo- [...] Vai alla recensione »
Film sorprendente nel tema che ci permette da occidentali da approcciarci almeno un poco con la cultura orientale. C'è un Giappone meno conosciuto, quelle delle periferie post industriali, la campagna solitaria, con i cicli della stagione e anche la favoloso fioritura. Si rimane affascinati dalle operazioni che compie il protagonista nell'espletare la sua professione.
Film molto bello, commovente fino al singhiozzo. Tocca le corde dell'anima più delicate e profonde. Unica pecca la mimica facciale, le reazioni del protagonista che sfocia nella tipica macchietta giapponese (o forse i giapponesi sono proprio così, diversi da noi, tanto da apparire eccessivi nelle loro manifestazioni di sorpresa?). Da vedere assolutamente.
Consiglio a tutti il film Departures che tratta con delicatezza e sensibilità il tema della morte, senza concedere nulla al gusto per il macabro, come si potrebbe temere.Penso che la morte sia rimasto uno degli ultimi tabù della nostra società.Un tempo anche in Italia erano importanti i riti legati alla morte: i tre giorni di veglia funebre con candele accese giorno e notte , la porta lasciata aperta [...] Vai alla recensione »
Departures mi ha stranamente ricordato il poema di Foscolo "I Sepolcri", così lontano sotto il profilo estetico, ma così vicino nel significato: come I Sepolcri servono ai vivi quale memoria dei grandi scomparsi, anche la tecnica orientale di ricomporre, abbellire, rendere ancora umani i morti serve a chi resta come ultimo omaggio al proprio defunto che poi sarà cremato.
Sconfitti ma non rassegnati, abbattuti da furbe commediole o da giganteschi 3D, alcuni appassionati (ormai in estinzione e sbeffeggiati) di bel cinema, osano: andate a vedere Departures! Quando l' anno scorso vinse l' Oscar al miglior film straniero, battendo opere importanti come l' israeliano Valzer con Bashir e il francese La classe, quei pochi eletti ne sapevano qualcosa, e si pensò a una bizzarria [...] Vai alla recensione »
L'anno scorso ha sbaragliato, a sorpresa, La classe e Valzer con Bashir vincendo l'Oscar come miglior film straniero, e finalmente arriva anche sui nostri schermi questo delizioso film giapponese che tratta il tema della morte con una franchezza e una delicatezza insospettabili. Il protagonista è un violoncellista che, dopo aver perso il lavoro, si ricicla (e scopre la sua vera vocazione) come "preparatore [...] Vai alla recensione »
Il titolo significa, né più né meno, «decessi». Dipartite. Morti. Si poteva forse tradurlo dall'inglese, visto che il film è giapponese e si intitola, in originale, Okuribito. Ma non importa. Importa molto, invece, che questo notevole film esca in Italia per iniziativa del Cec di Udine e di Cinemazero di Pordenone che da anni organizzano in Friuli l'imprescindibile FarEastFestival, dove il film è passato. [...] Vai alla recensione »
Giovane violoncellista rimasto senza lavoro trova impiego in quella che crede un'agenzia turistica. E si ritrova a lavare, vestire, truccare, massaggiare salme prima dell'ultimo viaggio. È il soggetto di Departures, Oscar per il film straniero lo scorso anno, distribuito dalla nuovissima Tucker (benvenuta!). Detta così sembra macabro e prosaico. Invece il mestiere che tocca in sorte al protagonista [...] Vai alla recensione »
YOJIRO TAKITA has surprised American audiences before. In 1986, when he was known only as a director of the soft-core features called pink films, he broke into the Japanese mainstream with “Comic Magazine,” a low-budget guerrilla production about a self-loathing television reporter on the celebrity gossip beat. It snagged a spot in the New Directors/New Films series at the Museum of Modern Art; Vincent [...] Vai alla recensione »
Departures" is a gentle film about a quiet man in conflict with his world, his father, himself. It is also about death and its rituals. Yet the film manages to be anything but dark; whimsy and sweet irony are laced throughout, a warmhearted blend that turned it into the surprise winner of 2008's Oscar for foreign-language film. Daigo, its central character, is a cello player of great dedication but [...] Vai alla recensione »
Il cerimoniale degli addii appare spesso nella realtà e quasi mai al cinema. Departures racconta di un violoncellista che, chiusa l'orchestra, è dirottato dall'estetica musicale a Tokio all'estetica funeraria in provincia. Tornato al paese natio, piantato dalla moglie (Ryoko Hirosue), oggetto degli sfoghi dei parenti dei defunti, gli resta il ricordo della madre e il rancore per il padre.
Daigo Kobayashi, trentenne violoncellista classico di Tokyo (Masahiro Motoki), licenziato dopo lo scioglimento dell'orchestra, vende lo strumento (18 milioni di yen) e porta Mika, la moglie web-designer (Ryoko Hirosue) nella lontana Yamagata, a casa della madre scomparsa, dimenticando Beethoven, Bach e Gounod. Diventerà tanato-estetista, un talento della necrocosmesi, per merito della disoccupazione, [...] Vai alla recensione »
Il sogno di Daigo è di suonare il suo violoncello in una grande orchestra e passare la vita in tournée con la giovane moglie Mika. La vita o il destino o il caso ha deciso per lui tutt'altro. Lasciare il violoncello, trasferirsi da Tokyo in campagna e diventare un "nokanshi", un preparatore di salme. Una cosa orribile per la cultura popolare giapponese, dove la morte è vissuta come qualcosa di intoccabile [...] Vai alla recensione »
"Departures" : un Oscar et douze enterrements Si Departures reste dans l'histoire du cinéma, ce sera pour avoir ravi l'Oscar du meilleur film étranger à deux longs métrages qui lui sont infiniment supérieurs, Entre les murs de Laurent Cantet et Valse avec Bashir, d'Ari Folman. Le processus électoral par lequel cette bluette nécrophile s'est imposée reste plein de mystères, mais la statuette trône [...] Vai alla recensione »
It would be unfair to hold a grudge against Yojiro Takita’s “Departures” just because it won the Academy Award this year for best foreign-language film. Admirers of “Waltz With Bashir” and “The Class,” two exceptionally strong runners-up in that category, should not take their disappointment out on Mr. Takita’s entry, which doesn’t require comparison with those two formally innovative, thematically [...] Vai alla recensione »
È la morte, bellezza! La bellezza ricomposta da un cerimoniere di riti funebri, per restituire un raggio di Sol Levante anche quando è calata la notte senza fine: parliamo del miglior film straniero agli Oscar 2009, del giapponese Yojiro Tacita, qui da noi noto come "lo scippatore di Gomorra". Se i giudizi dell'Academy sono insindacabili, certo è uno sguardo molto più addomesticato di quello di Garrone, [...] Vai alla recensione »