Shortbus - Dove tutto è permesso

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Un film di John Cameron Mitchell. Con Lee Sook-Yin, Paul Dawson, Lindsay Beamish, PJ DeBoy, Raphael Barker.
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Titolo originale Shortbus. Drammatico, durata 102 min. - USA 2006. - Bim Distribuzione uscita venerdì 24 novembre 2006. MYMONETRO Shortbus - Dove tutto è permesso * * * - - valutazione media: 3,03 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
dr.apocalypse giovedì 30 novembre 2006
shortbus,la fantastica apoteosi del sesso! Valutazione 4 stelle su cinque
73%
No
27%

Riecco John Cameron Mitchell! Il genio newyorkese, animatore della scena gay della grande mela, torna al cinema dopo il pluripremiato e acclamato Hedwig, con un'altra opera controversa, irriverente, polemica, dove il vero protagonista del film è il sesso, in tutte le sue forme, varianti e perversioni. I protagonisti del film si ritrovano in una New York totalmente ricostruita digitalmente, tra luci che si accendono e spengono, tra black out e lumi di candela, all'interno di un locale per "diversamente abili", per tutti quei freaks della società comune che la società stessa spinge ai margini, escludendoli perchè "diversi". Questo fantastico posto è lo ShortBus, che prende il nome dai pulmini scolastici americani per handicappati, ipercolorato locale notturno underground gestito da un fantastico travestito, dove tutto è possibile, tra stanze del sesso realizzate come gironi dell'inferno ed esibizioni live d'artisti di strada, frequentato da ex sindaci di New York come dal gruppo di personaggi su cui il film è incentrato. [+]

[+] eh già... (di nico)
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mario domenica 14 gennaio 2007
un urlo all'america perchè si svegli Valutazione 5 stelle su cinque
75%
No
25%

Questi film può essere letto su più piani e forse per questo può essere frainteso. A parte la banale offesa del pudore perbenista e bigotto ... è un film che parla , cerca di parlare ad un America ( intesa come USA ) ancora sotto shock per le Torri Gemelle e pressata dalla Guerra in Iraq, dall'odio quindi. La risposta vorrebbe essere come quella dei tempi ormai lontani del Vietman , Peace and Love. Certo i tempi sono cambiati e ci dimezzo l'Aids, il preservativo e qualcosa che impedisce il contatto la comunicazione... Allora tutto viene svolto nell'undergound, come negli anni 60 prima dell'esplosione della rivolta di Berkley e della contestazione. Un film bello ed anche commuovente in cui i due protagonisti, il ragazzo gay che non riesce ad amare il suo migliore amico e la sessuologa che non riesce ad avere un orgasmo com l'uomo che ama di più compiono un ricerca interiore fino ad arrivare ad un crescendo che porta ad un orgasmo cosmico che riaccende le luci di una splendida città (NY in cartapesta, bella anche questa trovata scenica ) riprende gradualmente luce e colore. [+]

[+] se lo dici tu (di nico)
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silvia giovedì 9 agosto 2007
bello Valutazione 4 stelle su cinque
74%
No
26%

ovviamente tutti concordiamo almeno su un fatto: non si tratta di un film porno, non mi pare di aver sentito grugnire nessuno di piacere, né visto facce stravolte dal ludibrio. (e comunque anche se fosse stato cosi che problema ci sarebbe?). ho visto dolcezza, sofferenza, dolore e tanta ironia. perversione ha detto qualcuno? ma da quando in qua i sentimenti sono perversi? secondo me la perversione è un'altra cosa, viviamo nell'epoca dei serial killer, basta leggere il giornale o accendere la televisione, omicidi suicidi in familgia, bambini nella spazzatura, torture di ogni genere, film e libri che non parlano d'altro... basta entrare in una qualsiasi libreria per rendersi conto dello spazio dedicato al thriller! questa si che è perversione. [+]

[+] bello de che? (di nico)
[+] pornografico=grugnire di piacere (di nico)
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giulio "sageowl" pasotti domenica 29 luglio 2007
sesso, polica e splendide atmosfere surreali. Valutazione 4 stelle su cinque
60%
No
40%

Un film veramente particolare, onirico, mai volgare nonostante le scene di sesso esplicito, corroborato da una strepitosa colonna sonora (una su tutte l'esilarante "Kolla Kolla" di Almodovariana memoria). I protagonisti denotano una freschezza e una naturalità che nessuna star avrebbe potuto donare al film che cala, con disarmante nostalgia, in un mondo che tenta di restare a galla dopo le paure nate dall'undici settembre. Tristi, sconsolati, problematici e genialmente folli, i protagonisti ben rappresentano tutte le nostre paure represse e ci portano ad identificarci, non senza una certa invidia, in loro. Chi non desidererebbe entrare, almeno per una volta, nel fantastico "Shortbus" e lasciarsi andare ai propri sogni più sfrenati, sogni senza volgarità, dettati solo dal desiderio e dalla voglia di sentirsi vivi in un mondo agonizzante.

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cosmixo martedì 7 agosto 2007
sesso e realtà quotidiana Valutazione 4 stelle su cinque
58%
No
42%

Ammetto che nei film con troppe (e per di più esplicite) scene di sesso ho una certa difficoltà a capirne l'artisticità e soprattutto la non gratuità. Dopottutto guardo e giudico. Senza moralismi. E ad una prima vista anche in questo caso mi ero lasciato un pò pensare. Gli attori sono bravi. La storia è convincente. Buona la sceneggiatura. Il sesso..necessario. Dopotutto è di questo che si parla. Tutto ruota attorno al sesso (o giù di lì). Ce n'è di tutti i tipi. Ma non ci si sofferma sul sesso in quanto tale e in quanto "fatto". Ma si cerca di capire come la nostra società guarda al sesso ed è influenzata dal sesso. Sesso gay, lesbo, etero, sadico e chi più ne ha più ne metta. E perchè mai uscire dalla sala (e non è un singolo caso!!!) senza aver finito di vedere il film?! Qualcuno per caso ha qualcosa da nascondere o ha semplicemente qualcosa di cui aver paura? E' vero che l'argomento è trattato con l'ausilio di immagini esplicite e che nulla (o poco) lasciano all'immaginazione. [+]

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v4v venerdì 21 settembre 2007
valori e antivalori Valutazione 3 stelle su cinque
47%
No
53%

Se dovessi dare un aggettivo a questo film direi che "interessante" sia quello giusto. Mentre al sesso esplicito non è affatto una novità nei film USA (anche se oltreoceano le polemiche moralizzatrici sono molto più amplificate). Abbiamo già visto molto ed esplicito da "Ken Park" fino al James Van Der Beek modello cinico libertino in "Le regole dell'attrazione" (in chiave pseudo-adolescenziale). In comune hanno l'intenzione: scavare nel complesso disagio dell'uomo contemporaneo. Un disagio fatto di una totale perdita di sicurezza, l'"effetto onda" dell'11 settembre che ha creato una generazione di disillusi, ribelli coscienti e non, tempestati in maniera così pressante dal materialismo al punto dal diventare materialisti controvoglia (Il pianto convulso della Mistress che vorrebbe essere solo un'artista ma "tutto costa così tanto"), la perdita della sensibilità nella sua accezione più generica (Il male del non sentire, drammatico "spleen" del nuovo millennio?) nonchè il suo diffuso consumo di droga ormai a livelli tanto paurosi che l'antiproibizionismo come "soluzione ragionevole" prende spesso insospettabili consensi. [+]

[+] non "etichettiamo" chi questo film non ama. (di nico)
[+] ? (di v4v)
[+] v4v (di neil)
[+] dubbi sul finale (di babar)
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bartleby corinzio sabato 2 marzo 2013
vengo subito Valutazione 3 stelle su cinque
43%
No
57%

Auto-fellatio o selfsucking. A me viene subito in mente Ron Jeremy, detto uomo baobab ma anche Giullare. Auto-fellatio e quindi solitudine a prescindere con la variante, nell'apice, di un cum swapping. Auto-swapparsi. Se qualcuno in questo momento sta davvero leggendo quanto sto scrivendo e se questo qualcuno si sta chiedendo di che diavolo sto parlando, be', la domanda è legittima. Con un sontuoso sunto posso riassumere il tutto con: solitudine. Non masturbazione ma solitudine. Ove la masturbazione è un ponte che può sfaldarsi. Arrivare a me, venire a me, tramite lo sfregamento, il su e giù, l'introiezione. Arrivare a me perché mi sento dannatamente tormentato e devo porvi rimedio. [+]

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alèxandros lunedì 20 agosto 2007
un cabaret newyorkese Valutazione 4 stelle su cinque
40%
No
60%

Un novello "Cabaret", rivisitato in chiave contemporanea e smaliziata. Tutto ruota attorno al locale "Shortbus", proprio come nel celeberrimo film con Liza Minelli. Fuori il mondo si accende e si spegne, groud zero fuma ancora nel cuore di Manhattan, ma i protagonisti sono tutti concentrati sul sesso. Richiede adattamento la visione esplicita e non filtrata di membri e atti sessuali, ma è ben stemperata dall'ironia. Memorabile l'Inno cantato durante il threesome dei Jamies. Ottima la colonna sonora, bella la sceneggiatura, sapiente la fotografia. Un film da vedere e, magari, rivedere. Una colonna sonora da tenere sull'I-pod.

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stefano65 mercoledì 10 settembre 2008
un buon film con molti bassi Valutazione 0 stelle su cinque
21%
No
79%

Un film di buoni propositi ma con troppi bassi e pochi alti. Quasi un "underground" documentaristico anni '70. Tra i bassi: una superflua esposizione di genitali, masturbazioni, fellatio, orge, etc. che tutto sommato non era necessaria e che poteva benissimo essere più soft senza nulla togliere al racconto. Poi la figura della sessuologa alla "disperata" ricerca dell'orgasmo e il ragazzo "guardone" e omnipresente. Due figure un pò stiracchiate e forzate, pur ben recitate. Poi il finale eccessivamente ottimistico da "happy end". Tra gli alti, soprattutto la coppia gay che ho trovato bellissima nella sua normalità estetica e comportamentale. Uno dei due ha la depressione che lo divora dentro lasciandolo intatto esteriormente. [+]

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nico lunedì 27 agosto 2007
short bus........ Valutazione 1 stelle su cinque
30%
No
70%

Per favore..."Mitchell firma un'opera piacevole. Che niente ha a che fare con la pornografia, troppo spesso tirata in ballo per questo film". Scusa ma che cavolo dici Letizia della Luna...? E tu vorresti far credere che non sono immagini pornografiche quelle relative a tre ragazzi che si stanno facendo una fellatio reciproca? o quelle sulla coppia etero che usa posizioni di Kamasutra, dove tra l'altro in una c'è l'elevato rischio per lui che gli esca la "paposcia", ?...mmm, che bel film "piacevole"... Ma mi faccia il piacere! o hai visto male il film, o l'hai visto in parte...oppure non prendere in giro l'intelligenza delle persone. Se proprio il regista voleva "denunciare un malessere" di una società post 11 settembre (e bla bla bla) poteva evitare certe scene che è bene vedere a stomaco vuoto(e certe manco a stomaco vuoto). [+]

[+] no (di v4v)
[+] ?!? (di nico)
[+] bigottismo (di marta)
[+] bigottismo un paio di palle. (di nico)
[+] a volter basta guardare oltre (di mandri)
[+] non sono d'accordo (di luca-to)
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