dr.apocalypse
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giovedì 30 novembre 2006
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shortbus,la fantastica apoteosi del sesso!
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Riecco John Cameron Mitchell!
Il genio newyorkese, animatore della scena gay della grande mela, torna al cinema dopo il pluripremiato e acclamato Hedwig, con un'altra opera controversa, irriverente, polemica, dove il vero protagonista del film è il sesso, in tutte le sue forme, varianti e perversioni.
I protagonisti del film si ritrovano in una New York totalmente ricostruita digitalmente, tra luci che si accendono e spengono, tra black out e lumi di candela, all'interno di un locale per "diversamente abili", per tutti quei freaks della società comune che la società stessa spinge ai margini, escludendoli perchè "diversi".
Questo fantastico posto è lo ShortBus, che prende il nome dai pulmini scolastici americani per handicappati, ipercolorato locale notturno underground gestito da un fantastico travestito, dove tutto è possibile, tra stanze del sesso realizzate come gironi dell'inferno ed esibizioni live d'artisti di strada, frequentato da ex sindaci di New York come dal gruppo di personaggi su cui il film è incentrato.
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Riecco John Cameron Mitchell!
Il genio newyorkese, animatore della scena gay della grande mela, torna al cinema dopo il pluripremiato e acclamato Hedwig, con un'altra opera controversa, irriverente, polemica, dove il vero protagonista del film è il sesso, in tutte le sue forme, varianti e perversioni.
I protagonisti del film si ritrovano in una New York totalmente ricostruita digitalmente, tra luci che si accendono e spengono, tra black out e lumi di candela, all'interno di un locale per "diversamente abili", per tutti quei freaks della società comune che la società stessa spinge ai margini, escludendoli perchè "diversi".
Questo fantastico posto è lo ShortBus, che prende il nome dai pulmini scolastici americani per handicappati, ipercolorato locale notturno underground gestito da un fantastico travestito, dove tutto è possibile, tra stanze del sesso realizzate come gironi dell'inferno ed esibizioni live d'artisti di strada, frequentato da ex sindaci di New York come dal gruppo di personaggi su cui il film è incentrato.
Abbiamo una terapista del sesso che non è mai riuscita a raggiungere l'orgasmo, una coppia di omosessuali in crisi che cerca di allargare il rapporto per un menàge a trois, una ragazza che non riesce ad avere rapporti interpersonali e si prostituisce con clienti masochisti che disprezza, insomma un mondo di perversioni dove il tema dominante è uno solo: il sesso!
Ma Mitchell non scende mai nella volgarità, ha un tocco da maestro con la cinepresa e attraverso una sottile ed irresistibile ironia riesce a non far scadere mai il film nel porno, anche con scene iper esplicite!
Il sesso come soluzione, all'interno di una vita fatta di malinconia, paranoie, depressione, paure, il sesso come medicina, per riuscire a liberarsi dalle ansie che il mondo post 11 settembre quotidianamente finisce per vivere sulla propria pelle.
Strepitosa la colonna sonora, irriverente, grottesca e goliardica la prima parte,PAZZESCA l'ultima mezz'ora, mai banale la regia, divertente e ben scritta la sceneggiatura, sorprendente il cast, consideranco che si parla di attori tutti non professionisti, divertentissime alcune scene, su tutte quella del menage a trois omosessuale, dove uno dei 3 canta l'inno americano nel sedere dell'altro!
Un film che riesce a far sorridere, a commuovere, a far riflettere su quanto sia liberatorio e incredibile il sesso, in ogni sua forma, non solo quella tradizionale.
Inspiegabile la censure di molti esercenti, che si sono rifiutati di proiettare il film, portava avanti probabilmente senza nemmeno aver visto la pellicola.
Consigliabilissimo, andate a vederlo in MASSA, ne uscirete sicuramente soddisfatti!
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[+] eh già...
(di nico)
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mario
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domenica 14 gennaio 2007
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un urlo all'america perchè si svegli
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Questi film può essere letto su più piani e forse per questo può essere frainteso.
A parte la banale offesa del pudore perbenista e bigotto ...
è un film che parla , cerca di parlare ad un America ( intesa come USA ) ancora sotto shock per le Torri Gemelle e pressata dalla Guerra
in Iraq, dall'odio quindi.
La risposta vorrebbe essere come quella dei tempi ormai lontani del Vietman , Peace and Love.
Certo i tempi sono cambiati e ci dimezzo l'Aids, il preservativo e qualcosa che impedisce il contatto
la comunicazione...
Allora tutto viene svolto nell'undergound, come negli anni 60 prima dell'esplosione della rivolta di Berkley e della contestazione.
Un film bello ed anche commuovente in cui i due protagonisti, il ragazzo gay che non riesce ad amare il suo migliore amico e la sessuologa che non riesce ad avere un orgasmo com l'uomo che ama di più compiono un ricerca interiore fino ad arrivare ad un crescendo che porta ad un orgasmo cosmico che riaccende le luci di una splendida città (NY in cartapesta, bella anche questa trovata scenica )
riprende gradualmente luce e colore.
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Questi film può essere letto su più piani e forse per questo può essere frainteso.
A parte la banale offesa del pudore perbenista e bigotto ...
è un film che parla , cerca di parlare ad un America ( intesa come USA ) ancora sotto shock per le Torri Gemelle e pressata dalla Guerra
in Iraq, dall'odio quindi.
La risposta vorrebbe essere come quella dei tempi ormai lontani del Vietman , Peace and Love.
Certo i tempi sono cambiati e ci dimezzo l'Aids, il preservativo e qualcosa che impedisce il contatto
la comunicazione...
Allora tutto viene svolto nell'undergound, come negli anni 60 prima dell'esplosione della rivolta di Berkley e della contestazione.
Un film bello ed anche commuovente in cui i due protagonisti, il ragazzo gay che non riesce ad amare il suo migliore amico e la sessuologa che non riesce ad avere un orgasmo com l'uomo che ama di più compiono un ricerca interiore fino ad arrivare ad un crescendo che porta ad un orgasmo cosmico che riaccende le luci di una splendida città (NY in cartapesta, bella anche questa trovata scenica )
riprende gradualmente luce e colore.
Una speranza , ancora una volta un messaggio positivo, dall'America. Speriamo tutti quanti allora !
Pace ed amore a tutti!
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[+] se lo dici tu
(di nico)
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silvia
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giovedì 9 agosto 2007
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bello
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ovviamente tutti concordiamo almeno su un fatto: non si tratta di un film porno, non mi pare di aver sentito grugnire nessuno di piacere, né visto facce stravolte dal ludibrio. (e comunque anche se fosse stato cosi che problema ci sarebbe?). ho visto dolcezza, sofferenza, dolore e tanta ironia. perversione ha detto qualcuno? ma da quando in qua i sentimenti sono perversi? secondo me la perversione è un'altra cosa, viviamo nell'epoca dei serial killer, basta leggere il giornale o accendere la televisione, omicidi suicidi in familgia, bambini nella spazzatura, torture di ogni genere, film e libri che non parlano d'altro... basta entrare in una qualsiasi libreria per rendersi conto dello spazio dedicato al thriller! questa si che è perversione.
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ovviamente tutti concordiamo almeno su un fatto: non si tratta di un film porno, non mi pare di aver sentito grugnire nessuno di piacere, né visto facce stravolte dal ludibrio. (e comunque anche se fosse stato cosi che problema ci sarebbe?). ho visto dolcezza, sofferenza, dolore e tanta ironia. perversione ha detto qualcuno? ma da quando in qua i sentimenti sono perversi? secondo me la perversione è un'altra cosa, viviamo nell'epoca dei serial killer, basta leggere il giornale o accendere la televisione, omicidi suicidi in familgia, bambini nella spazzatura, torture di ogni genere, film e libri che non parlano d'altro... basta entrare in una qualsiasi libreria per rendersi conto dello spazio dedicato al thriller! questa si che è perversione... ma nessuno se ne accorge più ormai.. tornando al film... delicato dolce soffice intenso e mai volgare.
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(di nico)
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[+] pornografico=grugnire di piacere
(di nico)
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giulio "sageowl" pasotti
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domenica 29 luglio 2007
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sesso, polica e splendide atmosfere surreali.
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Un film veramente particolare, onirico, mai volgare nonostante le scene di sesso esplicito, corroborato da una strepitosa colonna sonora (una su tutte l'esilarante "Kolla Kolla" di Almodovariana memoria).
I protagonisti denotano una freschezza e una naturalità che nessuna star avrebbe potuto donare al film che cala, con disarmante nostalgia, in un mondo che tenta di restare a galla dopo le paure nate dall'undici settembre.
Tristi, sconsolati, problematici e genialmente folli, i protagonisti ben rappresentano tutte le nostre paure represse e ci portano ad identificarci, non senza una certa invidia, in loro.
Chi non desidererebbe entrare, almeno per una volta, nel fantastico "Shortbus" e lasciarsi andare ai propri sogni più sfrenati, sogni senza volgarità, dettati solo dal desiderio e dalla voglia di sentirsi vivi in un mondo agonizzante.
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cosmixo
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martedì 7 agosto 2007
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sesso e realtà quotidiana
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Ammetto che nei film con troppe (e per di più esplicite) scene di sesso ho una certa difficoltà a capirne l'artisticità e soprattutto la non gratuità. Dopottutto guardo e giudico. Senza moralismi. E ad una prima vista anche in questo caso mi ero lasciato un pò pensare.
Gli attori sono bravi. La storia è convincente. Buona la sceneggiatura. Il sesso..necessario. Dopotutto è di questo che si parla. Tutto ruota attorno al sesso (o giù di lì). Ce n'è di tutti i tipi. Ma non ci si sofferma sul sesso in quanto tale e in quanto "fatto". Ma si cerca di capire come la nostra società guarda al sesso ed è influenzata dal sesso. Sesso gay, lesbo, etero, sadico e chi più ne ha più ne metta. E perchè mai uscire dalla sala (e non è un singolo caso!!!) senza aver finito di vedere il film?! Qualcuno per caso ha qualcosa da nascondere o ha semplicemente qualcosa di cui aver paura?
E' vero che l'argomento è trattato con l'ausilio di immagini esplicite e che nulla (o poco) lasciano all'immaginazione.
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Ammetto che nei film con troppe (e per di più esplicite) scene di sesso ho una certa difficoltà a capirne l'artisticità e soprattutto la non gratuità. Dopottutto guardo e giudico. Senza moralismi. E ad una prima vista anche in questo caso mi ero lasciato un pò pensare.
Gli attori sono bravi. La storia è convincente. Buona la sceneggiatura. Il sesso..necessario. Dopotutto è di questo che si parla. Tutto ruota attorno al sesso (o giù di lì). Ce n'è di tutti i tipi. Ma non ci si sofferma sul sesso in quanto tale e in quanto "fatto". Ma si cerca di capire come la nostra società guarda al sesso ed è influenzata dal sesso. Sesso gay, lesbo, etero, sadico e chi più ne ha più ne metta. E perchè mai uscire dalla sala (e non è un singolo caso!!!) senza aver finito di vedere il film?! Qualcuno per caso ha qualcosa da nascondere o ha semplicemente qualcosa di cui aver paura?
E' vero che l'argomento è trattato con l'ausilio di immagini esplicite e che nulla (o poco) lasciano all'immaginazione. Ma il film tratta l'argomento con dolcezza, semplicità e delicatezza. Aiutato da una regia particolare ed innovativa. Un film intelligente, interessante, veritiero e da vedere. Senza moralismi, ovviamente.
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v4v
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venerdì 21 settembre 2007
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valori e antivalori
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Se dovessi dare un aggettivo a questo film direi che "interessante" sia quello giusto.
Mentre al sesso esplicito non è affatto una novità nei film USA (anche se oltreoceano le polemiche moralizzatrici sono molto più amplificate). Abbiamo già visto molto ed esplicito da "Ken Park" fino al James Van Der Beek modello cinico libertino in "Le regole dell'attrazione" (in chiave pseudo-adolescenziale).
In comune hanno l'intenzione: scavare nel complesso disagio dell'uomo contemporaneo.
Un disagio fatto di una totale perdita di sicurezza, l'"effetto onda" dell'11 settembre che ha creato una generazione di disillusi, ribelli coscienti e non, tempestati in maniera così pressante dal materialismo al punto dal diventare materialisti controvoglia (Il pianto convulso della Mistress che vorrebbe essere solo un'artista ma "tutto costa così tanto"), la perdita della sensibilità nella sua accezione più generica (Il male del non sentire, drammatico "spleen" del nuovo millennio?) nonchè il suo diffuso consumo di droga ormai a livelli tanto paurosi che l'antiproibizionismo come "soluzione ragionevole" prende spesso insospettabili consensi.
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Se dovessi dare un aggettivo a questo film direi che "interessante" sia quello giusto.
Mentre al sesso esplicito non è affatto una novità nei film USA (anche se oltreoceano le polemiche moralizzatrici sono molto più amplificate). Abbiamo già visto molto ed esplicito da "Ken Park" fino al James Van Der Beek modello cinico libertino in "Le regole dell'attrazione" (in chiave pseudo-adolescenziale).
In comune hanno l'intenzione: scavare nel complesso disagio dell'uomo contemporaneo.
Un disagio fatto di una totale perdita di sicurezza, l'"effetto onda" dell'11 settembre che ha creato una generazione di disillusi, ribelli coscienti e non, tempestati in maniera così pressante dal materialismo al punto dal diventare materialisti controvoglia (Il pianto convulso della Mistress che vorrebbe essere solo un'artista ma "tutto costa così tanto"), la perdita della sensibilità nella sua accezione più generica (Il male del non sentire, drammatico "spleen" del nuovo millennio?) nonchè il suo diffuso consumo di droga ormai a livelli tanto paurosi che l'antiproibizionismo come "soluzione ragionevole" prende spesso insospettabili consensi.
Ma, ovviamente, come non parlare del sesso?
Ma il sesso mostrato in questo film non è attraente per un uomo etero e questa è una interessante scelta narrativa (molto sesso gay e poco etero, quasi nulla) il che lo fa essere molto inusuale. Ma la bontà di un film che vuole indagare la realtà si vede dalle conclusioni che trae. Molti film partono con buoni presupposti e poi si chiudono nel perbenismo altri scadono in una visione di cinica deprecazione senza neppure degnarsi di proporre qualcosa di costruttivo. In "Shortbus" la conclusione che sembra essere dietro particolari disseminati qua e là e sguardi muti che dovrebbero racchiudere il senso di una condizione d'essere è quella che la soluzione è nella socialità. L'orgia diviene quindi una metafora positiva di liberazione dai vincoli della nostra psiche censurante per una comunicazione reale ed una vera conoscenza che non passi per complessi rebus di convenienze imposte. I protagonisti vengono divisi dalla propria incomunicabilità, dalle proprie ossessioni ma quando sul mezzo "magico" della musica i sentimenti e i desideri vengono fatti fluire liberi l'armonia si ritrova ed ognuno trova il suo "posto" e può conoscere realmente sé stesso e gli altri e non la maschera che ci si abitua a mostrare.
E l'orgasmo diviene una sorta di specchio che riflette metaforizzando il piacere della libertà nella comunione (non in senso eucaristico...) che unisce le nostre migliaia di finestre. Sicuramente, anche e solo per non essere banale o forzato, questo film è varie spanne sopra gli esperimenti precedenti di indagine nel mondo di oggi.
Per quanto riguarda la realizzazione...bhè...nonostante un po' di chiarezza narrativa in più non guasterebbe (necessaria se non si vuole far uscire la maggior parte della sala che non ha capito nulla) tutto sommato è un lavoro per nulla da buttare via, un po' patinato ma a tratti elegante.
3/5 dovrebbe essere un voto equo.
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[+] non "etichettiamo" chi questo film non ama.
(di nico)
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bartleby corinzio
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sabato 2 marzo 2013
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vengo subito
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Auto-fellatio o selfsucking. A me viene subito in mente Ron Jeremy, detto uomo baobab ma anche Giullare. Auto-fellatio e quindi solitudine a prescindere con la variante, nell'apice, di un cum swapping. Auto-swapparsi. Se qualcuno in questo momento sta davvero leggendo quanto sto scrivendo e se questo qualcuno si sta chiedendo di che diavolo sto parlando, be', la domanda è legittima. Con un sontuoso sunto posso riassumere il tutto con: solitudine. Non masturbazione ma solitudine. Ove la masturbazione è un ponte che può sfaldarsi. Arrivare a me, venire a me, tramite lo sfregamento, il su e giù, l'introiezione. Arrivare a me perché mi sento dannatamente tormentato e devo porvi rimedio.
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Auto-fellatio o selfsucking. A me viene subito in mente Ron Jeremy, detto uomo baobab ma anche Giullare. Auto-fellatio e quindi solitudine a prescindere con la variante, nell'apice, di un cum swapping. Auto-swapparsi. Se qualcuno in questo momento sta davvero leggendo quanto sto scrivendo e se questo qualcuno si sta chiedendo di che diavolo sto parlando, be', la domanda è legittima. Con un sontuoso sunto posso riassumere il tutto con: solitudine. Non masturbazione ma solitudine. Ove la masturbazione è un ponte che può sfaldarsi. Arrivare a me, venire a me, tramite lo sfregamento, il su e giù, l'introiezione. Arrivare a me perché mi sento dannatamente tormentato e devo porvi rimedio.
Mi muovo, spaurito come un complemento di specificazione all'interno di una semantica ambigua. Cosa in realtà sono? Cosa in realtà sto scrivendo? Con chi in realtà sto vivendo? Cosa è poi questo: ? Il manico di un ombrello sopra una piccola pallina statica? Piove, piove ed io adopero l'ombrello al contrario. Tutto questo è inesorabilmente sbagliato.
Il sesso come ponte, verso me stesso e verso -di conseguenza- gli altri. Come Moravia, o meglio come Ernesto De Martino (in La fine del mondo) che riflette su Moravia e sulla portanza intermediaria della sessualità, il "residuo puro". Infatti, oltre al primato ontologico e al primato ontico individuati da Heidegger noi tutti possediamo un altro primato inscritto: possiamo scopare. Possiamo e dobbiamo farlo. Per star-CI bene, giacché come sostiene anche l'Anselmo del Monologion: le cose possiedono una loro bontà. E vi è certamente bontà nel sesso, nel sesso come atto di condivisione, di co-esistenza, di consenso, di dialogo. Cinematograficamente poi quale è stato l'ultimo messaggio lanciatoci da Kubrick? Che cosa dobbiamo fare adesso? Scopare.
Attenzione però. Attenzione non solo a non incrociare i flussi ma anche a non deragliare nel pacchiano essere. Come ci ricorda sempre il caro Anselmo, esiste una scala di valore nelle cose esistenti. E come ci ricorda il mio gommista: fai attenzione a non beccare i marciapiedi. Se becchi il marciapiede con la svirgola ti svirgoli la convergenza e se va peggio ti tocca pure cambiare il pneumatico. E sossoldi. Chi li ha i soldi? Io no. Ma questo ora non c'entra nulla.
Aprire le porte dello Shortbus significa entrare in una sorta di campana di vetro smaltato. Al di fuori vi è Edvard Munch, lì bello che pronto a ritrarti. Dentro lo Shortbus Edvard Munch è impegnato a rimpinzarsi di popper-corn e a far due chiacchiere con l'uomo in lustrini, quello rosa vestito e con le labbra che sanno di fragola. Pamphlet e paillette. Palafitta sociale issata oltre la palta bigotta; paiola di corpi nudi. La pagania del penchant. La pallestesia vaginale programmatica. Più tutte le P di questo mondo.
Una vera e propria terapia sessuale di gruppo. Per porre finalmente un freno ai freni che mi bloccano nel mio essere instabile, nel mio sentirmi scontento, nel mio non riuscire ad avere un orgasmo, nel mio terrore esistenziale. Un aiuto. Un aiuto che può essere anche dato dall'osservare per poi provare, io da solo, a riscoprire (riscopare) me stesso. A sbattermi in faccia il mio non esistere in me, per prendere a colpi di gamba di manichino ogni orpello che ottunde la mia fottuta voglia di uscirne.
Lo Shortbus è l'uscita di sicurezza dalle insicurezze. E' anche un tirar via una delle prime maschere pirandelliane. Tirarla via, truccarla un po' e renderla più divertente. Muoversi di stanza in stanza, avventurandosi in un mondo di simulacri palesi altri. Tutto il mondo è palese ma quello in maschera e mascara lo è di più. Ed è un palese paradossale di maschere de-mascherate. Dall'esterno ogni tanto potrà capitare che ti tolgano la corrente e che tutto si faccia buio. E' normale che succeda, le cose si fanno spesso buie. Ma in cotale inferno di cecità, chiusura e ferite non è poi così inconsueto che qualcuno tiri fuori delle candele e che tu, ad un certo punto, ti unisca agli altri sorridendo nel cantare quella che è ben donde e oltremodo la fine.
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alèxandros
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lunedì 20 agosto 2007
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un cabaret newyorkese
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Un novello "Cabaret", rivisitato in chiave contemporanea e smaliziata.
Tutto ruota attorno al locale "Shortbus", proprio come nel celeberrimo film con Liza Minelli. Fuori il mondo si accende e si spegne, groud zero fuma ancora nel cuore di Manhattan, ma i protagonisti sono tutti concentrati sul sesso.
Richiede adattamento la visione esplicita e non filtrata di membri e atti sessuali, ma è ben stemperata dall'ironia. Memorabile l'Inno cantato durante il threesome dei Jamies.
Ottima la colonna sonora, bella la sceneggiatura, sapiente la fotografia.
Un film da vedere e, magari, rivedere. Una colonna sonora da tenere sull'I-pod.
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stefano65
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mercoledì 10 settembre 2008
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un buon film con molti bassi
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Un film di buoni propositi ma con troppi bassi e pochi alti. Quasi un "underground" documentaristico anni '70. Tra i bassi: una superflua esposizione di genitali, masturbazioni, fellatio, orge, etc. che tutto sommato non era necessaria e che poteva benissimo essere più soft senza nulla togliere al racconto. Poi la figura della sessuologa alla "disperata" ricerca dell'orgasmo e il ragazzo "guardone" e omnipresente. Due figure un pò stiracchiate e forzate, pur ben recitate. Poi il finale eccessivamente ottimistico da "happy end". Tra gli alti, soprattutto la coppia gay che ho trovato bellissima nella sua normalità estetica e comportamentale. Uno dei due ha la depressione che lo divora dentro lasciandolo intatto esteriormente.
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Un film di buoni propositi ma con troppi bassi e pochi alti. Quasi un "underground" documentaristico anni '70. Tra i bassi: una superflua esposizione di genitali, masturbazioni, fellatio, orge, etc. che tutto sommato non era necessaria e che poteva benissimo essere più soft senza nulla togliere al racconto. Poi la figura della sessuologa alla "disperata" ricerca dell'orgasmo e il ragazzo "guardone" e omnipresente. Due figure un pò stiracchiate e forzate, pur ben recitate. Poi il finale eccessivamente ottimistico da "happy end". Tra gli alti, soprattutto la coppia gay che ho trovato bellissima nella sua normalità estetica e comportamentale. Uno dei due ha la depressione che lo divora dentro lasciandolo intatto esteriormente. Due belle figure spontanee e persuasive. Credo si tratti di due gay "veri" considerate le scene hot alle quali partecipano. Recitano benissimo e sono molto credibili, da omosessuale mi hanno coinvolto molto e abbastanza commosso. Intensa anche la figura della ragazza sado-maso, tanto dura e bizzarra fuori quanto fragile dentro. Bello anche il cameo del vecchio ex sindaco e il suo monologo pieno di rimpianto e tristezza. Tutto sommato un buon film sull'amore non sempre "convenzionale" con troppe scene hard superflue ma una grande recitazione corale supportata, come al solito, da un grande doppiaggio italiano.
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nico
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lunedì 27 agosto 2007
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short bus........
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Per favore..."Mitchell firma un'opera piacevole. Che niente ha a che fare con la pornografia, troppo spesso tirata in ballo per questo film".
Scusa ma che cavolo dici Letizia della Luna...? E tu vorresti far credere che non sono immagini pornografiche quelle relative a tre ragazzi che si stanno facendo una fellatio reciproca? o quelle sulla coppia etero che usa posizioni di Kamasutra, dove tra l'altro in una c'è l'elevato rischio per lui che gli esca la "paposcia", ?...mmm, che bel film "piacevole"...
Ma mi faccia il piacere! o hai visto male il film, o l'hai visto in parte...oppure non prendere in giro l'intelligenza delle persone. Se proprio il regista voleva "denunciare un malessere" di una società post 11 settembre (e bla bla bla) poteva evitare certe scene che è bene vedere a stomaco vuoto(e certe manco a stomaco vuoto).
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Per favore..."Mitchell firma un'opera piacevole. Che niente ha a che fare con la pornografia, troppo spesso tirata in ballo per questo film".
Scusa ma che cavolo dici Letizia della Luna...? E tu vorresti far credere che non sono immagini pornografiche quelle relative a tre ragazzi che si stanno facendo una fellatio reciproca? o quelle sulla coppia etero che usa posizioni di Kamasutra, dove tra l'altro in una c'è l'elevato rischio per lui che gli esca la "paposcia", ?...mmm, che bel film "piacevole"...
Ma mi faccia il piacere! o hai visto male il film, o l'hai visto in parte...oppure non prendere in giro l'intelligenza delle persone. Se proprio il regista voleva "denunciare un malessere" di una società post 11 settembre (e bla bla bla) poteva evitare certe scene che è bene vedere a stomaco vuoto(e certe manco a stomaco vuoto). Ho visto pure annibal Holocaust, e schifezze di varia natura...fatte per il gusto di far schifo, cui si aggiunge verso la metà la noia. Che cazzo c'entra la denuncia? La denuncia è Cane di paglia(vero manuale sulla violenza), The day after, Fahrenheit 9/11, Finchè c'è guerra c'é speranza, Easy rider...ma questo è prendere per il culo chi va al cinema col pretesto di una pseudo denuncia.
Un film che poteva essere pure interessante è diventato per larghi tratti inguardabile. Grazie.
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[+] no
(di v4v)
[ - ] no
[+] ?!?
(di nico)
[ - ] ?!?
[+] bigottismo
(di marta)
[ - ] bigottismo
[+] bigottismo un paio di palle.
(di nico)
[ - ] bigottismo un paio di palle.
[+] a volter basta guardare oltre
(di mandri)
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[+] non sono d'accordo
(di luca-to)
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