gigetto
|
venerdì 8 dicembre 2006
|
più che discreto!!!
|
|
|
|
|
|
[+] lascia un commento a gigetto »
[ - ] lascia un commento a gigetto »
|
|
d'accordo? |
|
claudia
|
giovedì 7 dicembre 2006
|
fantastico!
|
|
|
|
da vedere un film italianissimo!
|
|
[+] lascia un commento a claudia »
[ - ] lascia un commento a claudia »
|
|
d'accordo? |
|
max
|
giovedì 7 dicembre 2006
|
democrazia??!
|
|
|
|
Scusate se torno sull'argomento ma nella recensione mi ero dimenticato di un piccolo importante particolare: nel film il maggiore Strucchi (il sempre bravo Alessandro Haber) rivolgendosi alla popolazione locale parla della "nostra" "Democrazia": capisco il riferimento all'Irak ma francamente il plot viene tirato per i capelli a dismisura! Ma figuriamoci se un ufficiale medico italiano nel 1941 parlava di "democrazia": è come mettere in bocca al Capo dei Visigoti termini di bon ton!! Mah.... Quando la Storia è un optional...
|
|
[+] lascia un commento a max »
[ - ] lascia un commento a max »
|
|
d'accordo? |
|
max
|
giovedì 7 dicembre 2006
|
un'occasione sprecata...
|
|
|
|
Essendo un appassionato di cinema e di guerra d'Africa, ero incuriosito da questo film. Al di là del rispetto che si deve ad un Maestro del Cinema italiano che a 90 anni suonati si dedica anima e corpo a quest'impresa, debbo dire che il risultato è modesto. La sceneggiatura mostra limiti evidenti. Con la guerra non si scherza. Si capisce che l'avventura bellica dell'Italia sabauda e fascista in Africa Settentrionale è solo un pretesto ma francamente tutto questo lascia il sapore di un'opera relizzata a metà. Troppi episodi macchiettistici e poca visione d'insieme. Nessun personaggio che si incarichi di rappresentare la gravità della guerra. Se nei casi migliori (l'episodio del soldato che muore perchè lascia la pagnotta al bambino, la morte del maremmano (interpretato - mi sembra - da Claudio Bigagli) o il matrimonio celebrato per procura sulla tomba del malcapitato soldato), il film richiama felicemente la tradizione monicelliana altrove si perde senza raggiungere il risultato.
[+]
Essendo un appassionato di cinema e di guerra d'Africa, ero incuriosito da questo film. Al di là del rispetto che si deve ad un Maestro del Cinema italiano che a 90 anni suonati si dedica anima e corpo a quest'impresa, debbo dire che il risultato è modesto. La sceneggiatura mostra limiti evidenti. Con la guerra non si scherza. Si capisce che l'avventura bellica dell'Italia sabauda e fascista in Africa Settentrionale è solo un pretesto ma francamente tutto questo lascia il sapore di un'opera relizzata a metà. Troppi episodi macchiettistici e poca visione d'insieme. Nessun personaggio che si incarichi di rappresentare la gravità della guerra. Se nei casi migliori (l'episodio del soldato che muore perchè lascia la pagnotta al bambino, la morte del maremmano (interpretato - mi sembra - da Claudio Bigagli) o il matrimonio celebrato per procura sulla tomba del malcapitato soldato), il film richiama felicemente la tradizione monicelliana altrove si perde senza raggiungere il risultato. Nella foga di essere antimilitaristi a tutti i costi poi, viene piazzato in ognidove il generalone (Tatti Sanguinetti) bolso, retorico e ridicolo. Poteva essere un cammeo isolato e concreto ma disperderlo così, sulla scena, come una marionetta toglie davvero credibilità al personaggio. Non che non vi fossero ufficiali mediocri (certo che c'erano!) ma rappresentarli così... Si vada a vedere come sono stati ben rappresentati gli ufficiali nella fiction su Cefalonia o ci si studi come si sono comportati ad El Alamein i nostri ufficiali (due per tutti: Arena alla guida dell'Ariete e Frattini nella Folgore). Peccato, perchè pur nella ristretteza dei mezzi, le location e la fotografia sono curati e gli attori tutti bravi (con una menzione particolare per Michele Placido nei panni dell'assai pragmatico frate pugliese). Se volete vedere o rivedere un bel film (quasi un capolavoro!) sulla guerra d'Africa andate a ripescare il dvd di "El Alamein. La linea del fuoco" di Monteleone (2002). Un saluto.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a max »
[ - ] lascia un commento a max »
|
|
d'accordo? |
|
p.a. rossi
|
lunedì 4 dicembre 2006
|
forse ho visto un altro film
|
|
|
|
Forse ho visto un altro film...sono uscito dalla sala arrabbiato con chi (Maurizio Porro sul Corriere) ha parlato di film da "stra-vedere", dandoglio ben 5 stelle: il massimo. Tanto di cappello ad un maestro come Monicelli che, a 91 anni, ha ancora la forza e la passione di voler comunicare dietro la macchina da presa ma il film, a mio modestissimo parere, è mal riuscito. Paragonarlo a La grande guerra, ai soliti ignoti..?!? è ben lontana la costruzione e lo spessore umano di quelle storie e di quei personaggi. Là veramente "poveri cristi" presentati a tutto tondo, qui (escludendo il personaggio di Michele Placido) "macchiette" che parlano spesso usando termini anacronistici, in un susseguirsi di episodi "buttati lì" uno dietro l'altro (la sceneggiatura!!).
[+]
Forse ho visto un altro film...sono uscito dalla sala arrabbiato con chi (Maurizio Porro sul Corriere) ha parlato di film da "stra-vedere", dandoglio ben 5 stelle: il massimo. Tanto di cappello ad un maestro come Monicelli che, a 91 anni, ha ancora la forza e la passione di voler comunicare dietro la macchina da presa ma il film, a mio modestissimo parere, è mal riuscito. Paragonarlo a La grande guerra, ai soliti ignoti..?!? è ben lontana la costruzione e lo spessore umano di quelle storie e di quei personaggi. Là veramente "poveri cristi" presentati a tutto tondo, qui (escludendo il personaggio di Michele Placido) "macchiette" che parlano spesso usando termini anacronistici, in un susseguirsi di episodi "buttati lì" uno dietro l'altro (la sceneggiatura!!). E certo le traversie produttive, con una conseguente pochezza di mezzi, non hanno certo giovato. In sintesi, veramente una occasione mancata. Non per Monicelli che, alla sua invidiabile età, non ha nulla da dover dimostrare ma per quel coro di critici che forse ha pensato più a rendere omaggio al regista (magari anche giustamente) e non allo spettatore.
[-]
[+] non sono....
(di reiner werner)
[ - ] non sono....
|
|
[+] lascia un commento a p.a. rossi »
[ - ] lascia un commento a p.a. rossi »
|
|
d'accordo? |
|
roberto bracciante
|
lunedì 4 dicembre 2006
|
salsicce da combattimento
|
|
|
|
Vedendo questo film mi è tornata in mente la graffiante definizione di Rommel sui soldati italiani (i soldati sono leoni, gli ufficiali salsicce, i comandi letame), e mi sono tornati alla mente L'armata Brancaleone e La Grande Guerra.
Forse perchè la mia aspettativa era grande, non ho gradito molto questo film.
E sono uscito dalla sala un pò deluso, avendo in mente tali precedenti.
Il film racconta con un registro tra il comico e l'amarcord una storia a tutti nota, dal punto di vista di un drappello di ufficiali e soldati della sanità, impegnati a sopravvivere muniti dell'italico spirito di adattamento in un ambiente estraneo, ostile e ingannatore. I personaggi spesso sono grossolanamente abbozzati, e risultano superficiali e poco credibili.
[+]
Vedendo questo film mi è tornata in mente la graffiante definizione di Rommel sui soldati italiani (i soldati sono leoni, gli ufficiali salsicce, i comandi letame), e mi sono tornati alla mente L'armata Brancaleone e La Grande Guerra.
Forse perchè la mia aspettativa era grande, non ho gradito molto questo film.
E sono uscito dalla sala un pò deluso, avendo in mente tali precedenti.
Il film racconta con un registro tra il comico e l'amarcord una storia a tutti nota, dal punto di vista di un drappello di ufficiali e soldati della sanità, impegnati a sopravvivere muniti dell'italico spirito di adattamento in un ambiente estraneo, ostile e ingannatore. I personaggi spesso sono grossolanamente abbozzati, e risultano superficiali e poco credibili. Il protagonista Il tenente Marcello Salvi poco più di una silhouette in movimento. Bella prova invece del missionario Michele Placido che risalta per propri meriti in mezzo alla mediocrità degli altri. Anche se a tratti è divertente (molto ben riuscita la parte del Generale Rombo del deserto di T. Sanguinetti), complessivamente risulta noioso e poco convincente. Coi soldi del biglietto vi consiglio di acquistare piuttosto un DVD degli altri film di Monicelli.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a roberto bracciante »
[ - ] lascia un commento a roberto bracciante »
|
|
d'accordo? |
|
goldy
|
domenica 3 dicembre 2006
|
gran film!
|
|
|
|
Gran film! Un grande linguaggio che sa come arrivare a molti destinatari.
Ai nostalgici dell’Italia di: “ quando c’era lui caro lei” magari potrebbe indebolire qualche certezza A coloro che si ritengono classe dirigente speriamo sappiano indignarsi di fronte al generale in motoretta più attento alla sua carriera personale che alle sorti della nazione in guerra. Ai travè che vivono nel culto della burocrazia speriamo sappiano recuperare il proprio discernimento in presenza di norme ottuse e disumane. Ai soldati che commettono azioni brutali e rifiutano il pane ai bambini “diversi” perché gli ricordi che la fame non ha frontiere. Ai sacerdoti perché apprendano che significa essere pastori di anime senza paludarsi dietro verità così improbabili da essere oggetto di infinite diatribe secolari.
[+]
Gran film! Un grande linguaggio che sa come arrivare a molti destinatari.
Ai nostalgici dell’Italia di: “ quando c’era lui caro lei” magari potrebbe indebolire qualche certezza A coloro che si ritengono classe dirigente speriamo sappiano indignarsi di fronte al generale in motoretta più attento alla sua carriera personale che alle sorti della nazione in guerra. Ai travè che vivono nel culto della burocrazia speriamo sappiano recuperare il proprio discernimento in presenza di norme ottuse e disumane. Ai soldati che commettono azioni brutali e rifiutano il pane ai bambini “diversi” perché gli ricordi che la fame non ha frontiere. Ai sacerdoti perché apprendano che significa essere pastori di anime senza paludarsi dietro verità così improbabili da essere oggetto di infinite diatribe secolari. Alla classe politica perché sappia essere generosa e sappia rinunciare a quelle idee che dividono invece di unire . Morte alla retorica, alla supponenza alla’arroganza Monicelli lei ci lascia la sua lettura della vita da grande regista quale è e mi spiace che festeggi il quarantennale dell’Armata Brancaleone con un film che sostanzialmente riflette lo stesso sbandamento che è tuttora presente in questo nostro povero grande paese.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a goldy »
[ - ] lascia un commento a goldy »
|
|
d'accordo? |
|
fedexx
|
sabato 2 dicembre 2006
|
e firma ancora un gran bel lavoro, monicelli!
|
|
|
|
Assolutamente un ottimo lavoro quest'ultimo di Monicelli..Il ritmo delle scene, la narrazione procedono in modo impeccabile..Solo il finale è un pò affrettato..Ma complessivamente ok davvero!
|
|
[+] lascia un commento a fedexx »
[ - ] lascia un commento a fedexx »
|
|
d'accordo? |
|
|