Quando si parla di mostri sacri del cinema c'è sempre una certa reticenza a esprimere giudizi poco lusinghieri, forse perchè sotto sotto ci si sente inadeguati a criticare chi ha così tanto, e per così tanti anni dato a quella che viene definita la settima arte. Tuttavia, in questo caso, non sarebbe giusto esprimere ammirazione per un film come "Le rose del deserto" solo perchè il regista si chiama Mario Monicelli e perchè la Supercazzola fa ridere nel 2006 tanto quanto nel 1975. Certo una prova discutibile non cancella una carriera strepitosa, tuttavia sono ben lontane le geniali battute di spirito e le mille invenzioni degli zingari di Amici Miei, che sapevano coniugare la sapida ironia alla drammaticità della condizione di chi non è pienamente soddisfatto della sua vita e, nonostante i ripetuti tentativi di modificarla, si accorge poi che la sua impresa è destinata a fallire. I personaggi di "Le rose del deserto" sono caricature senza anima, fanno vagamente ridere solo perchè buffe e assolutamente poco credibili, ma non possono certo essere considerati come modelli umani demistificati in funzione di un messaggio, quale che sia la sua natura. Si limitano a fornirci una serie di gags mediocri e talora gratuite che gettano ancora più interrogativi sulla natura e sugli intenti della pellicola.
Non è un film contro o a favore della guerra, perchè non contiene satire o esaltazione del "miles gloriosus", non è una commedia perchè (eccezion fatta per il riuscitissimo personaggio di Placido, Frate Simeone) non fa ridere, né si può chiamare dramma, perchè di drammatico ha solo la recitazione di Haber e Pasotti. Lo sfondo della guerra mondiale viene ribadito qualche volta dalle bombe e dai radiogiornali, altrimenti potremmo tranquillamente essere dinanzi a una lieta scampagnata nel deserto libico, tra cammelli, palme e tanta sabbia.
In sostanza potremmo definire l'ultima fatica di Monicelli come un ritratto abbozzato e superficiale di un gruppo di soldati-infermieri dalla natura grottesca e poco credibile, filmati tuttavia dalla mano di un maestro al quale si può concedere, ogni tanto, un passo falso... o almeno noi sentimentali e nostalgici della Supercazzola prematurata e delle sottocoppe di peltro, ci sentiamo di concederglielo!
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andrea
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lunedì 1 gennaio 2007
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film "tragicomico" assolutamente da non perdere
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Monicelli o non Monicelli il film che ho visto io e quantomeno esilarante con punte di magistrale interpretazione da parte di Haber e di un ritrovato (dopo il penoso scivolone come regista) Michele placido Placido.
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ter
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mercoledì 17 gennaio 2007
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un sorriso dal deserto
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grande genialità non scompare in questo film, comunicatore indiscusso Mario Monicelli arriva alle nuove generazioni così come nessun altro al momento è riuscito a fare. Da Guardie e Ladri...a una croce rossa da rubare x sfuggire alla morte.
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lorenzo
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venerdì 19 gennaio 2007
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anche a me non e' piaciuto
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Con questo soggetto si poteva fare molto meglio. Ci sono gli ingredienti per fare un grande film, e invece mi e' parso un film in cui tutto stride: situazioni, tempi, colonna sonora, battute, personaggi. Si salvano solo gli attori e le location.
[+] ciao lorenzo, troppo gentile.
(di emilio 3)
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