Il regista di matrimoni

Il film si apre con un matrimonio.Bellocchio indugia sui volti degli sposi.Un coretto gospel accompagna la cerimonia mentre folle di fotografi seguono l’evento.Fra gli invitati c’è anche il protagonista:Franco Elica.Anche lui si unisce ai fotografi per riprendere la cerimonia.Con grande sorpresa si accorge che la sposa è sua figlia,la chiama ripetutamente ma lei sembra impassibile,quasi una Madonna...un sogno,un incubo?Questo l’incipit del film.Certo è che il matrimonio non è reale;siamo di fronte ad una sorta di incubo in cui Elica esterna le proprie paure e i propri dubbi sul matrimonio della figlia.La scena è importante non solo perché preannuncia la componente onirica del film ma anche perché introduce un elemento fondamentale per comprendere il personaggio di Elica.Elica è un laico,lo si intuisce dal sorriso sornione che assume durante la cerimonia religiosa,dall’atteggiamento misto di sorpresa e di terrore nel vedere la figlia trasformata in una specie di Madonna.Questo elemento rappresenta una delle chiavi di lettura del film.Franco Elica è un affermato regista,ateo,che deve girare l’ennesimo film sui“Promessi Sposi”.Come trovare la giusta ispirazione,come girare un film che è stato già girato mille volte?Come può un ateo riuscire a trasporre nel film la spiritualità del libro?Questo il cruccio del regista.Ed ecco che alle immagini a colori fanno da contrasto le immagini in bianco e nero di una delle prime versioni cinematografiche dei “Promessi Sposi” (l'opposizione bianco/nero tornerà più volte nel film).Come superare il capolavoro,come allontanarsi dal modello?Elica ci riuscirà,il suo sorriso liberatorio alla fine del film ne è la prova ma per superare l’impasse dovrà allontanarsi dalla città e dal mondo frenetico del cinema e ricominciare da zero.L’occasione gli è offerta da uno scandalo che coinvolge la produzione.Elica abbandona la città e si rifugia in un paesino della Sicilia.È qui che comincia il sogno popolato di incontri, presenze,simboli e personaggi che sembrano usciti dal mondo delle favole(il Principe Gravina,Bona la principessa triste).É come se attraverso il sogno riuscissimo a penetrare nell’inconscio di Elica.Realtà e finzione diventano un tutt’uno.I personaggi che popolano le sue visioni prendono essi stessi le forme e i caratteri dei protagonisti dei Promessi Sposi,segno che anche durante il sogno il regista è ossessionato dal film da girare.L'incontro sulla spiaggia con un umile fotografo sarà fondamentale perché lo porterà come il Renzo dei Promessi Sposi ad una crescita,in questo caso una crescita artistica.Elica è davanti ad un bivio:continuare a sottomettersi al mondo spietato della cinematografia italiana dove sono i morti quelli che comandano oppure ritornare al cinema come arte partendo umilmente dal gradino più basso?E chiaro l’intento polemico di Bellocchio verso un cinema sempre più lontano dall’arte.Elica fa una scelta diversa da quella del suo alter ego dal nome improbabile,il regista Smamma,costretto a fingersi morto per vincere un David.Elica decide di ritornare al cinema come arte,illusione,passione,visione.Una delle scene finali del film è rivelatrice.Elica ha seguito Smamma in cima ad una torre.Davanti ad un enorme croce illuminata entrambi hanno la rivelazione(ironica la scelta della croce per una rivelazione che religiosa non è).Smamma capisce il suo sbaglio e si suicida.Elica, (sullo sfondo i fuochi d'artificio), finalmente comprende come superare l’impasse e ricominciare a fare cinema.