rikitikitawi
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martedì 10 maggio 2022
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impossibile !
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Impossibile che in un film tutto sia perfetto ! Qui centra la benedizione dei Maya.....E' un film capolavoro , da cineteca , coinvolgente , pauroso , recitazioni magistrali ,ambientazioni da colossal, regia perfetta , lo rivedrò ancora mille volte .
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poldo
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sabato 5 febbraio 2022
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l''americanata non manca mai.
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Si sfata il mito del selvaggio buono, qui sono cattivi e crudeli come i conquistatori spagnoli. L'americanata solita non manca, non è possibile essere trapassato una volta e colpito una seconda vicino al cuore e sopravvivere, anzi correre più veloce che all'Olimpiadi. Il lieto fine ci deve essere sempre. La fine reale sarebbe dovuta essere la morte del giovane e la sopravvivenza della moglie con i due figli. Poi tanto ci pensavano gli spagnoli a completare l'opera.
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simonetta de negri
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sabato 13 marzo 2021
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a proposito dello splendido apocalypto
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Sono d'accordo in pieno. Ma il film avrebbe meritato assai di più dalla critica ufficiale, perché è davvero "grande cinema"! E con ciò intendo uno spettacolo di tale forza espressiva, storico-antropologica ed interpretativa, da avete lasciato un'impronta, a mio avviso, profonda e inestinguibile. Questo è Cinema ( con la C maiuscola per davvero!) che rimarrà nei decenni a venire, come tanti "filmoni storici" del passato ( Ben Hur, il primo della lista!) di cui, a volte, si tende a sorridere quasi con aria di sufficienza! Troppo pathos emotivo, troppi effetti speciali, comparse, costumi... ed espedienti strumentali utilizzati per far salire in modo esponenziale il climax emotivo, dal primo secondo all'ultimo! Eppure, questo è il Cinema! Enfatico, rutilante, fantasmagorico, ipnotizzante.
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Sono d'accordo in pieno. Ma il film avrebbe meritato assai di più dalla critica ufficiale, perché è davvero "grande cinema"! E con ciò intendo uno spettacolo di tale forza espressiva, storico-antropologica ed interpretativa, da avete lasciato un'impronta, a mio avviso, profonda e inestinguibile. Questo è Cinema ( con la C maiuscola per davvero!) che rimarrà nei decenni a venire, come tanti "filmoni storici" del passato ( Ben Hur, il primo della lista!) di cui, a volte, si tende a sorridere quasi con aria di sufficienza! Troppo pathos emotivo, troppi effetti speciali, comparse, costumi... ed espedienti strumentali utilizzati per far salire in modo esponenziale il climax emotivo, dal primo secondo all'ultimo! Eppure, questo è il Cinema! Enfatico, rutilante, fantasmagorico, ipnotizzante... persino con il suo protocollare corredo di "errori storici" che, fino a prova contraria, non fanno danni a nessuno, visto che non stiamo parlando dell'enciclopedia Treccani o di pubblicazioni storiche destinate ad una platea di docenti accademici o laureandi in Antropologia culturale! Gli svarioni storici sono del tutto irrilevanti, se sono funzionali alla dinamica drammaturgica che, infatti, è straordinaria e capace di creare un climax narrativo praticamente perfetto! Io ho un modo un po'naif, se vogliamo, di giudicare un "gran film", in grado anche di resistere al passare degli anni... con una consustanziale capacità di farsi rivedere, più e più volte a distanza di tempo, senza MAI stancare. "Apocalypto" per me ha superato brillantemente questo test, dato che, almeno ogni due anni, sento l'impulso di rivederlo (o condividerlo) sia da sola che in compagnia... proprio come Ben Hur! Perché sono due film che, seppur in maniera diversa ( vabbe', il secondo... irraggiungibile, come la nebulosa di Andromeda!) mi regalano sempre e infallibilmente, emozioni primarie, inebrianti e totalizzanti... da " cinematografo" di grande tradizione, cui andrebbe fatto, in verità, tanto di cappello! Altro che industriarsi a cercare di "fargli le pulci", essendo stato diretto da un Mel Gibson ( in stato di grazia, a mio avviso!) che, notoriamente, sta sulle scatole a tanta critica fortemente schierata e politicizzata che, poi magari, va in brodo di giuggiole per certi prodotti inguardabili, ma che hanno il grandissimo pregio di risultare per lo più noiosi e "incomprensibili" al grande pubblico... e questo, si sa, per certa critica "militante" (sopratutto a sinistra, ca va sans dire!) è a tutti gli effetti, il loro maggior pregio! In conclusione, tanto di cappello ad un personaggio eclettico, vulcanico, passionale, istrionico e talentuoso come Mel Gibson! Che nell'arco della sua ormai lunga carriera, non ha mai perso il gusto di ricercare, studiare, approfondire e crescere professionalmente. Pienamente consapevole del fatto che la Grande Magia dello spettacolo cinematografico va ricercata con grande dispendio di immaginazione, lavoro ( da soli e in equipe!), Energia e Amore per ciò che si vuole realizzare e poi donare al grande pubblico. E "l'Amore è Servizio", si sa, anche nel Cinema. Sopratutto se si pensa a quanta Felicità (imperitura) un bel "filmone" potrà donare sempre e a chiunque, con la modica spesa di qualche euro. (Simonetta, Perugia)
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nini1226
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domenica 10 maggio 2020
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orribile
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giovedì 9 gennaio 2020
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apocalypto
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Egr. Dott.Farinotti, per fortuna avevo già visto il film altrimenti avrei potuto farne a meno visto che ne ha descritto “minuziosamente” lo svolgimento..a parte ciò, concordo.
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giovanni
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mercoledì 24 aprile 2019
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... è solo un fumettone
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Non è un buon film, perché è solo un fumettone e come tale tre stelle ci possono stare. E' interessante ma non commovente, discretamente originale ma meccanico come un giocattolo a orologeria. Si può vedere una volta curiosi di vedere come va a finire, però il finale è ovvio (a parte la sorpresa dell'arrivo dei "bianchi", che non c'entra affatto con la storia, ma è un classico “deus ex machina” per risolvere una situazione troppo difficile). Le vicende del protagonista sono incredibili (appena accettabili in un fumetto, appunto) : trafitto da parte a parte, è alquanto dissanguato, ma corre come un maratoneta, si getta in una cascata, riemerge da certe strane sabbie mobili colore dell’inchiostro, non si fa raggiungere dagli inseguitori ma li uccide uno ad uno, salvo due che alla fine lo potrebbero uccidere, ma incredibilmente lo lasciano andare.
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Non è un buon film, perché è solo un fumettone e come tale tre stelle ci possono stare. E' interessante ma non commovente, discretamente originale ma meccanico come un giocattolo a orologeria. Si può vedere una volta curiosi di vedere come va a finire, però il finale è ovvio (a parte la sorpresa dell'arrivo dei "bianchi", che non c'entra affatto con la storia, ma è un classico “deus ex machina” per risolvere una situazione troppo difficile). Le vicende del protagonista sono incredibili (appena accettabili in un fumetto, appunto) : trafitto da parte a parte, è alquanto dissanguato, ma corre come un maratoneta, si getta in una cascata, riemerge da certe strane sabbie mobili colore dell’inchiostro, non si fa raggiungere dagli inseguitori ma li uccide uno ad uno, salvo due che alla fine lo potrebbero uccidere, ma incredibilmente lo lasciano andare. La fantasia del soggettista è scarsa, non va al di là di soluzioni già viste. Alla fine, quando la moglie e i figli dell'eroe stanno per affogare in un pozzo, il soggettista non sa trovare una soluzione per tirarli fuori, e dunque all’improvviso, senza spiegare come, stanno tutti bene, sani e salvi. Miracolo?
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pedrop61
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giovedì 5 ottobre 2017
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la decliinazione del potere
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Contrariamente a quanto hanno scritto molti, credo che il film sia incentrato sulla declinazione del Potere. Le società organizzate sono comandate da assassini e imbroglioni (guerrieri e sacerdoti o politici se rpeferite) il peggio del genere umano che vive come casta privilegiata sfruttando il lavoro di tutti gli altri facendoli schiavi. Per fare questo hanno bisogno di creare dei miti: la vendetta di Dio da placare, la supremazia della razza e della nazione, la sottomissione dei nemici, il pericolo di essere invasi. Apocalypto significa rivelazione. E' questa la rivelazione che ci fa Gibson. Raccontandoci l'avventura di un piccolo uomo individualista e anarchico che rifiuta e rifugge la civiltà organizzata, fatta di opere grandiose e monumenti sublimi roridi del sangue di migliaia di altri uomini.
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Contrariamente a quanto hanno scritto molti, credo che il film sia incentrato sulla declinazione del Potere. Le società organizzate sono comandate da assassini e imbroglioni (guerrieri e sacerdoti o politici se rpeferite) il peggio del genere umano che vive come casta privilegiata sfruttando il lavoro di tutti gli altri facendoli schiavi. Per fare questo hanno bisogno di creare dei miti: la vendetta di Dio da placare, la supremazia della razza e della nazione, la sottomissione dei nemici, il pericolo di essere invasi. Apocalypto significa rivelazione. E' questa la rivelazione che ci fa Gibson. Raccontandoci l'avventura di un piccolo uomo individualista e anarchico che rifiuta e rifugge la civiltà organizzata, fatta di opere grandiose e monumenti sublimi roridi del sangue di migliaia di altri uomini. E' la storia dell'uomo che egli (Mel) ci vuole narrare e delle mostruosità che l'organizzazione delle civiltà umane (nessuna esclusa) crea per portare l'inferno sulla terra promettendo il paradiso. In quei sacrifici umani possiamo vedere le stragi dei conquistadores, le crociate, le guerre che insanguinarono l'Europa da quelle di religione alle spedizioni napoleoniche per giungere ai giorni nostri; le strategie di sterminio per il predomino di una razza o di una idea di mondo, da Auschwitz alla Cambogia. Nessuno di noi si salva. Solo un piccolo uomo individualista e anarchico che con la sua compagna decide di tornare nella foresta abbandonandoci tutti.
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eleonora panzeri
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domenica 2 ottobre 2016
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l’insaziabile sete dell’uomo
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Un film particolare, girato in lingua maya, che racconta la vita di una piccola e pacifica tribù di cacciatori, con le sue routine primordiali ed essenziali. Gli uomini cacciano, le donne si occupano della casa e della prole, senza lussi o particolari confort, nel cuore della foresta. Una comunità cosa e connessa con le sue leggende e le sue leggi, dai forti valori.
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Un film particolare, girato in lingua maya, che racconta la vita di una piccola e pacifica tribù di cacciatori, con le sue routine primordiali ed essenziali. Gli uomini cacciano, le donne si occupano della casa e della prole, senza lussi o particolari confort, nel cuore della foresta. Una comunità cosa e connessa con le sue leggende e le sue leggi, dai forti valori. Tutto però cambia quando una tribù venuta da chi sa dove, brutale e belligerante fa razzia del villaggio. In questo delirio di violenza imprevista i caduti sembrano tuttavia essere più fortunati dei superstiti che vengono crudelmente trascinati via dalla loro casa. Inizia qui un lungo e tormentato viaggio, verso una delle colossali città che ha reso famoso questo popolo. Sotto la pietra che è giunta fino a noi, aridi e sterili sembrano essere i cuori degli uomini, ormai corrotti e privi di compassione ed umanità. In questo universo delirante e quasi infernale tuttavia non muoiono speranza, amore e coraggio, incarnate perfettamente in Zampa di Giaguaro, figlio del capo della piccola tribù devastato dall’orda di selvaggi/civilizzati. Un film sicuramente non leggero, diretto ed interpretato magistralmente in location stupefacenti ed in sintonia con l’essere primordiale. Non vengono risparmiante scene feroci e cruente e soprattuto verso la fine la trama cade nel cliché del super eroe americano, che in situazioni disperate ed al limite del possibile riesce ad aver la meglio. L’epilogo tuttavia è inaspettato, un monito a come nei fatti la tanto amata civilizzazione ed evoluzione sia invece un’involuzione che ci allontana dalle nostre radici animali e dalla madre Terra.
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aristoteles
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domenica 31 luglio 2016
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zampa di gallina non ha paura
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Oltre che grande attore,il buon Mel Gibson sa fare anche il regista.
Se siete leggermente deboli di stomaco meglio rivolgersi altrove,perchè le scene sono veramente nude e crude e ti lasciano senza fiato.
Eccessiva violenza ??? Non credo proprio,piuttosto doverosa realtà,quella di vecchie tribù.
La fotografia è semplicemente meravigliosa.
Mai visto così da vicino(perchè le inquadrature spesso sono molto "strette" sui volti e sui corpi dei protagonisti)tanti dettagli,tatuaggi e incisioni.
Anche l'ambientazione vi colpirà, tra villaggi e foreste immense vi sentirete tirati fuori dalle vostre abitazioni,come vi sentirete letteralmente terrorizzati dai sacrifici proposti.
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Oltre che grande attore,il buon Mel Gibson sa fare anche il regista.
Se siete leggermente deboli di stomaco meglio rivolgersi altrove,perchè le scene sono veramente nude e crude e ti lasciano senza fiato.
Eccessiva violenza ??? Non credo proprio,piuttosto doverosa realtà,quella di vecchie tribù.
La fotografia è semplicemente meravigliosa.
Mai visto così da vicino(perchè le inquadrature spesso sono molto "strette" sui volti e sui corpi dei protagonisti)tanti dettagli,tatuaggi e incisioni.
Anche l'ambientazione vi colpirà, tra villaggi e foreste immense vi sentirete tirati fuori dalle vostre abitazioni,come vi sentirete letteralmente terrorizzati dai sacrifici proposti.
Il nostro eroe "Zampa di Gallina" cercherà in tutti i modi di proteggere la propria famiglia,con tutto l'indomito spirito di cacciatore e guerriero che lo accompagnerà in una lunga lotta per la sopravvivenza all'ultimo respiro.
Impossibile annoiarsi,impossibile non rimanere catturati dallo spettacolo proposto.
Assolutamente imperdibile (i bambini lasciateli a dormire).
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queen of hearts
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lunedì 20 giugno 2016
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un film adatto solo ai cristiani
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Parte tutto con una bella ambientazione serena, una musica dolce e pacifica, in un contesto di ragazzi appena diplomati che si preparano ad affrontare le prime lezioni universitarie. Parte tutto, insomma, come un film che sa già a chi riferirsi, ovvero giovani e adolescenti con un sogno nel casseto. Ed è su questo filo che il film si sviluppa, portando avanti l'idea di una realtà idealizzata dove ogni cosa appare irreale, tranne che al ragazzo spettatore immerso nell'atmosfera, che subito si immedesima con l'unico personaggio controcorrente che emerge da un mondo che lo vuole sopprimere rifiutando ogni compromesso e costringendolo ad indirizzare il suo pensiero al conformismo: ecco il suo ruolo, sconfiggere quel nemico impossibile con la sola forza della fede.
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Parte tutto con una bella ambientazione serena, una musica dolce e pacifica, in un contesto di ragazzi appena diplomati che si preparano ad affrontare le prime lezioni universitarie. Parte tutto, insomma, come un film che sa già a chi riferirsi, ovvero giovani e adolescenti con un sogno nel casseto. Ed è su questo filo che il film si sviluppa, portando avanti l'idea di una realtà idealizzata dove ogni cosa appare irreale, tranne che al ragazzo spettatore immerso nell'atmosfera, che subito si immedesima con l'unico personaggio controcorrente che emerge da un mondo che lo vuole sopprimere rifiutando ogni compromesso e costringendolo ad indirizzare il suo pensiero al conformismo: ecco il suo ruolo, sconfiggere quel nemico impossibile con la sola forza della fede. Da qui si capisce già che il film parte con una trama quasi impossibile, ma non irrealizzabile, tant'é che lo hanno fatto, purtroppo ottenendo scarsi risultati. Chi ha visto il film ha semplicemente due motivi per averlo fatto: o è cristiano o ha creduto alla bravura immensa dello staff nel realizzare il film, ma la delusione per questi ultimi arriva presto, se ne vanno soddisfatti a casa solo gli infervorati di Dio. Partendo da una buona idea si finisce col cadere nella stereotipia, modellando battutte, personaggi e avvenimenti secondo schemi già macinati e vomitati ovunque da altri sceneggiatori e altri registi. Il tutto sembra lo sviluppo di una trama scritta da un ragazzo alle prime prese col suo romanzo cristiano, ma di fatto è a loro che tutto ciò è rivolto. Il film non soddisfa le aspettative, lascia molti punti interrogativi (che ti aspettavi?) e la voglia di fare uno zoom sui discorsi lasciati insospesi, sulle scene troppo corte, sulla personalità inesistente dei personaggi, sulle tante storie che vengono intrecciate da un filo sottile che alla fine viene perso, facendo diventare il tutto un collage di situazioni sconnesse, accomunate solo dall'occasione di redenzione divina nella vita di persone atee. Il tutto si conclude riaffermando quel che già è stato detto con l'invito finale di mandare un sms a quanti più contatti si può condividendo la frase portante del film "God's not dead". Di certo non basterranno le povere argomentazioni del protagonista Josh a far cambiare idea ad un convinto spettatore non religioso in sala, tanto da spingerlo a mandare il fatidico messaggio, ma il film rimane comunque un'occasione di divertimento per chi aderisce alle sue ideologie, un momento di incontro e consolidazione di idee e obiettivi già fissi in mente, niente di più.
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