Apocalypto |
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Un film di Mel Gibson.
Con Rudy Youngblood, Dalia Hernandez, Jonathan Brewer, Morris Birdyellowhead, Carlos Emilio Baez.
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Azione,
durata 139 min.
- USA 2006.
- Eagle Pictures
uscita venerdì 5 gennaio 2007.
- VM 14 -
MYMONETRO
Apocalypto
valutazione media:
3,45
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un film adatto solo ai cristianidi Queen of HeartsFeedback: |
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lunedì 20 giugno 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Parte tutto con una bella ambientazione serena, una musica dolce e pacifica, in un contesto di ragazzi appena diplomati che si preparano ad affrontare le prime lezioni universitarie. Parte tutto, insomma, come un film che sa già a chi riferirsi, ovvero giovani e adolescenti con un sogno nel casseto. Ed è su questo filo che il film si sviluppa, portando avanti l'idea di una realtà idealizzata dove ogni cosa appare irreale, tranne che al ragazzo spettatore immerso nell'atmosfera, che subito si immedesima con l'unico personaggio controcorrente che emerge da un mondo che lo vuole sopprimere rifiutando ogni compromesso e costringendolo ad indirizzare il suo pensiero al conformismo: ecco il suo ruolo, sconfiggere quel nemico impossibile con la sola forza della fede. Da qui si capisce già che il film parte con una trama quasi impossibile, ma non irrealizzabile, tant'é che lo hanno fatto, purtroppo ottenendo scarsi risultati. Chi ha visto il film ha semplicemente due motivi per averlo fatto: o è cristiano o ha creduto alla bravura immensa dello staff nel realizzare il film, ma la delusione per questi ultimi arriva presto, se ne vanno soddisfatti a casa solo gli infervorati di Dio. Partendo da una buona idea si finisce col cadere nella stereotipia, modellando battutte, personaggi e avvenimenti secondo schemi già macinati e vomitati ovunque da altri sceneggiatori e altri registi. Il tutto sembra lo sviluppo di una trama scritta da un ragazzo alle prime prese col suo romanzo cristiano, ma di fatto è a loro che tutto ciò è rivolto. Il film non soddisfa le aspettative, lascia molti punti interrogativi (che ti aspettavi?) e la voglia di fare uno zoom sui discorsi lasciati insospesi, sulle scene troppo corte, sulla personalità inesistente dei personaggi, sulle tante storie che vengono intrecciate da un filo sottile che alla fine viene perso, facendo diventare il tutto un collage di situazioni sconnesse, accomunate solo dall'occasione di redenzione divina nella vita di persone atee. Il tutto si conclude riaffermando quel che già è stato detto con l'invito finale di mandare un sms a quanti più contatti si può condividendo la frase portante del film "God's not dead". Di certo non basterranno le povere argomentazioni del protagonista Josh a far cambiare idea ad un convinto spettatore non religioso in sala, tanto da spingerlo a mandare il fatidico messaggio, ma il film rimane comunque un'occasione di divertimento per chi aderisce alle sue ideologie, un momento di incontro e consolidazione di idee e obiettivi già fissi in mente, niente di più.
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