tina galante
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lunedì 22 gennaio 2007
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adulterio piccolo borghese
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Il lungometraggio tratto da un romanzo di Cassola parla della storia d’amore tra Giovanni e Maria. È una relazione tormentata il cui Leitmotiv è rappresentato dal “ritrovarsi” costantemente. Iniziata come avventura di gioventù, rinasce quando Giovanni è ormai sposato e padre di famiglia. Tutta la storia viaggia sulle note della nostalgia conferendo al film una sorta di immobilismo ed una povertà di dialoghi. Lunghe scene silenziose dove si distingue una superba fotografia, non riescono a rendere ragione del tormento d’amore. La nostalgia è comunque vissuta tutta al maschile. È Giovanni che ricorda, che continuamente rimpiange il passato ricercandolo senza sosta. La figura femminile ne esce sbiadita, priva di connotati.
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Il lungometraggio tratto da un romanzo di Cassola parla della storia d’amore tra Giovanni e Maria. È una relazione tormentata il cui Leitmotiv è rappresentato dal “ritrovarsi” costantemente. Iniziata come avventura di gioventù, rinasce quando Giovanni è ormai sposato e padre di famiglia. Tutta la storia viaggia sulle note della nostalgia conferendo al film una sorta di immobilismo ed una povertà di dialoghi. Lunghe scene silenziose dove si distingue una superba fotografia, non riescono a rendere ragione del tormento d’amore. La nostalgia è comunque vissuta tutta al maschile. È Giovanni che ricorda, che continuamente rimpiange il passato ricercandolo senza sosta. La figura femminile ne esce sbiadita, priva di connotati. Maria è solamente colei che si dà, e colei che dà. Del suo mondo, della sua sofferenza, nel film non v’è traccia, tranne una lacrima che solca il viso in una sola inquadratura. Maria sorride, sorride sempre. È una figura silenziosa che vive nell’ombra di un rapporto clandestino. Riesce ad uscirne solo quando la realtà le si prospetta con la crudezza della verità. Rimane inalterato l’egoismo maschile, che tutto pretende e nulla dà. Giovanni comincia la relazione attratto soprattutto dal profumo del sesso, ed è solo questo aspetto che lo coinvolge inizialmente. Poi, Maria diventa la sua ossessione, se ne innamora e arriva a considerarla una sorta di proprietà privata. Il regista si sofferma sulla sua sofferenza. Indugia compiaciuto nel dolore della rinuncia ad un amore. Tuttavia il sentimento di Giovanni per Maria ha ben poco della vera passione, al primo ostacolo arranca e si ferma. Ciò che ne esce fuori è un banalissimo adulterio dai connotati piccolo borghesi tipico dell’Italia fascista. Giovanni è un grigio impiegato di banca, con tutti i limiti e le miserie di chi non è disposto a barattare le proprie precarie sicurezze, con qualcosa di grandioso, come dovrebbe essere il vero amore. L’espressione inebetita di Accorsi rende ancora più pregnante l’indifferenza del protagonista nella conduzione banale della sua trasgressione extraconiugale. Il film si chiude con un finale aperto, che lascia intravedere una possibilità di riscatto per la coppia di amanti regolata, anche, da una sorta di legge del contrappasso.
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peppe
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sabato 22 aprile 2006
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o stelle
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enoc
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martedì 22 marzo 2005
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un anemico feuilleton
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Difficile trovare parole che non siano insulti per questo anemico feuilleton privo di passione, intensità ed essenzialità cinematografica. Mazzacurati gioca a fare Leconte ma non ci si avvicina neanche per sbaglio. La fotografia patinata, la ricostruzione leziosa, gli accenti languidamente erotici, le separazioni improvvise, la colonna sonora suadente: tutto contribuisce a fare di questa pellicola un melodramma laccato e accademico senza il benché minimo scatto di autenticità. Orribilmente impomatato, Accorsi ciondola da una parte all'altra con imbambolata inettitudine, forse incredulo che lo facciano ancora lavorare, Maya Sansa attraversa l'intero film con un sorriso sforzato stampato in faccia (grande prova attoriale di resistenza) e il poeta-ferroviere Marco Messeri declama rime stilnovistiche con raffinata galanteria, tanto per rinverdire i fasti della macchietta.
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Difficile trovare parole che non siano insulti per questo anemico feuilleton privo di passione, intensità ed essenzialità cinematografica. Mazzacurati gioca a fare Leconte ma non ci si avvicina neanche per sbaglio. La fotografia patinata, la ricostruzione leziosa, gli accenti languidamente erotici, le separazioni improvvise, la colonna sonora suadente: tutto contribuisce a fare di questa pellicola un melodramma laccato e accademico senza il benché minimo scatto di autenticità. Orribilmente impomatato, Accorsi ciondola da una parte all'altra con imbambolata inettitudine, forse incredulo che lo facciano ancora lavorare, Maya Sansa attraversa l'intero film con un sorriso sforzato stampato in faccia (grande prova attoriale di resistenza) e il poeta-ferroviere Marco Messeri declama rime stilnovistiche con raffinata galanteria, tanto per rinverdire i fasti della macchietta. Un film decisamente necessario.
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maurizio
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mercoledì 26 gennaio 2005
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difficile fare peggio
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un film lento, lento, lento, senza storia, con dialoghi scontati, una recitazione di Accorsi semplicemente imbarazzante con la solite due espressioni ripetute all'infinito in tutti i suoi utlimi film. lui in particolare e' uno dei piu sopravvalutati attori in circolazione, che con 3 espressioni in croce buone per tutte le stagioni, alla prima uscita sembrava realmente un attore bravo, qualcosa di nuovo, ma alla fine le 3 nuove espressioni erano le uniche che sapeva fare. regia pessima, saviamo la fotografia e la recitazione di Maya Sansa. tutto il resto e' noia
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(di paola d. g. 81)
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francesco
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sabato 2 ottobre 2004
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il tempo zippato:nove anni sono nove giorni.
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A parte le imprecisioni, le approssimazioni,alcune sequenze inverosimili, un commento musicale a volte fuori tema, il riferimento al contesto storico solo sfiorato (un ventenne americano mi chiedo sarebbe in grado,vedendo il film,di capire che questo si svolge nel periodo del ventennio fascista?) di cui " L'amore ritrovato" è costellato (qualcuna forse anche voluta),quel che assolutamente non convince del film (oltre al volto da "pesce morto" del nuovo A. Delòn del cinema italiano) è la freddezza che trasuda da un film che, pur parlando di sentimenti, non riesce a trasmettere emozioni.La sequenza finale del film appare illuminante (ma mi verrebbe da dire "agghiacciante"): il peso degli anni , i cambiamenti , le "mutazioni" che una guerra ( e che guerra!) inevitabilmente si porta dietro sono completamente annullati , assenti, quasi bastasse, un po' di macerie messa qua e là, per dire del dramma epocale vissuto da quella generazione.
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A parte le imprecisioni, le approssimazioni,alcune sequenze inverosimili, un commento musicale a volte fuori tema, il riferimento al contesto storico solo sfiorato (un ventenne americano mi chiedo sarebbe in grado,vedendo il film,di capire che questo si svolge nel periodo del ventennio fascista?) di cui " L'amore ritrovato" è costellato (qualcuna forse anche voluta),quel che assolutamente non convince del film (oltre al volto da "pesce morto" del nuovo A. Delòn del cinema italiano) è la freddezza che trasuda da un film che, pur parlando di sentimenti, non riesce a trasmettere emozioni.La sequenza finale del film appare illuminante (ma mi verrebbe da dire "agghiacciante"): il peso degli anni , i cambiamenti , le "mutazioni" che una guerra ( e che guerra!) inevitabilmente si porta dietro sono completamente annullati , assenti, quasi bastasse, un po' di macerie messa qua e là, per dire del dramma epocale vissuto da quella generazione.
Quanta differrenza , che salto , quale abisso da films come " Roma città aperta" scritti ancora nel ricordo dei morsi della fame!
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[+] chi conosce la guerra non ha bisogno di riviverla
(di claudia )
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lubisco
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giovedì 23 settembre 2004
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ce ne fossero di mazzacurati
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Prima di gettarsi nel j'accuse dei critici, indispettiti eccessivamente dalla mancata contestualizzazione storica della vicenda,potrebbe forse risultare utile soffermarsi sull'abilità registica di Mazzacurati;il manierismo,inevitabile per restituire l'epoca dell'ambientazione,non prende mai il sopravvento,collocando l'azione filmica in una dimensiona quasi a-temporale;operazione che permette di conservare la freschezza della storia senza apporre filtri alla fruizione dello spettatore.Il tessuto narrativo,nel suo insieme, sembra invece risentire di una certa mancanza di vitalità, pur essendo presenti spunti,sia per quanto riguarda lo specifico filmico sia per la sceneggiatura,non di poco valore.
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Prima di gettarsi nel j'accuse dei critici, indispettiti eccessivamente dalla mancata contestualizzazione storica della vicenda,potrebbe forse risultare utile soffermarsi sull'abilità registica di Mazzacurati;il manierismo,inevitabile per restituire l'epoca dell'ambientazione,non prende mai il sopravvento,collocando l'azione filmica in una dimensiona quasi a-temporale;operazione che permette di conservare la freschezza della storia senza apporre filtri alla fruizione dello spettatore.Il tessuto narrativo,nel suo insieme, sembra invece risentire di una certa mancanza di vitalità, pur essendo presenti spunti,sia per quanto riguarda lo specifico filmico sia per la sceneggiatura,non di poco valore.Ottima la fotografia,buoni i movimenti di macchina,i ritratti dei personaggi,dei paesaggi su cui il regista indugia non poco,proprio per quegli intenti rigeneranti.Gli attori si muovono a proprio agio sulla scena,con una discrezione che se da un lato li fa aderire ai personaggi rappresentati,dall'altro permetta la loro riattualizzazione.
Se probabilmente "L'amore ritrovato" non è il miglior film visto di recente,credo però che possa meritare una certa attenzione e rispetto piuttosto che uno snobbismo inutile;ce ne fossero di Mazzacurati,ce ne fossero.......
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mariella
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mercoledì 22 settembre 2004
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maya superlativa
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IL FILM MI è PIACIUTO MOLTISSIMO. NON CREDO SIA IMPORTANTE CHE NON RISPETTI LA STORIA NARRATA NEL ROMANZO DA CUI è TRATTO, Nè CHE IL PERIODO STORICO IN CUI SI MUOVE LA VICENDA SIA SOLO ACCENNATO. LA STORIA D'AMORE CHE RIPROPONE DOLOROSAMENTE ANCHE LA TEMATICA DEI RAPPORTI TRA CLASSI SOCIALI DIFFERENTI, PUò SEMBRARE BANALE E TRITA MA NON è FORSE LA VITA CON LE SUE PASSIONI VIOLENZE E DOLORI SEMPRE UGUALI AD ESSERE ALTRETTANTO TRITA PER CHI SOLO LA OSSERVA DALL'ESTERNO MENTRE PIENA DI PATHOS E DI SORPRESE PER CHI LA VIVE? I PROTAGONISTI VESTONO ALLA PERFEZIONE IL LORO RUOLO: ACCORSI IMPERSONA ALLA GRANDE LA GRETTEZZA LA SUPERFICIALITA IL PERBENISMO PICCOLO BORGHESE DI GIOVANNI CHE HA IL CORAGGIO DI OSARE E VIVERE LE SUE PASSIONI SOLO IN CLANDESTINITà TALE è IL TIMORE DI PERDERE IL PROPRIO MISERABILE BENESSERE, MENTRE MAYA DA' VITA AL MERAVIGLIOSO PERSONAGGIO DI MARIA CHE NON SI PUO' FARE A MENO DI AMARE PER I SUOI OCCHI CRUDELI TESTIMONI DI UNA VITA DI RINUNCE E PROMESSE NON MANTENUTE ED IL SUO SORRISO APERTO E GENEROSO , CON LA CORAGGIOSA CONSAPEVOLEZZA TUTTAVIA CHE LA FELICITA' NON DURA CHE UN ISTANTE .
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IL FILM MI è PIACIUTO MOLTISSIMO. NON CREDO SIA IMPORTANTE CHE NON RISPETTI LA STORIA NARRATA NEL ROMANZO DA CUI è TRATTO, Nè CHE IL PERIODO STORICO IN CUI SI MUOVE LA VICENDA SIA SOLO ACCENNATO. LA STORIA D'AMORE CHE RIPROPONE DOLOROSAMENTE ANCHE LA TEMATICA DEI RAPPORTI TRA CLASSI SOCIALI DIFFERENTI, PUò SEMBRARE BANALE E TRITA MA NON è FORSE LA VITA CON LE SUE PASSIONI VIOLENZE E DOLORI SEMPRE UGUALI AD ESSERE ALTRETTANTO TRITA PER CHI SOLO LA OSSERVA DALL'ESTERNO MENTRE PIENA DI PATHOS E DI SORPRESE PER CHI LA VIVE? I PROTAGONISTI VESTONO ALLA PERFEZIONE IL LORO RUOLO: ACCORSI IMPERSONA ALLA GRANDE LA GRETTEZZA LA SUPERFICIALITA IL PERBENISMO PICCOLO BORGHESE DI GIOVANNI CHE HA IL CORAGGIO DI OSARE E VIVERE LE SUE PASSIONI SOLO IN CLANDESTINITà TALE è IL TIMORE DI PERDERE IL PROPRIO MISERABILE BENESSERE, MENTRE MAYA DA' VITA AL MERAVIGLIOSO PERSONAGGIO DI MARIA CHE NON SI PUO' FARE A MENO DI AMARE PER I SUOI OCCHI CRUDELI TESTIMONI DI UNA VITA DI RINUNCE E PROMESSE NON MANTENUTE ED IL SUO SORRISO APERTO E GENEROSO , CON LA CORAGGIOSA CONSAPEVOLEZZA TUTTAVIA CHE LA FELICITA' NON DURA CHE UN ISTANTE .
UNA STORIA QUALUNQUE, E PROPRIO PER QUESTO UNA STORIA DI TUTTI CHE CI LASCIA UN BUCO NEL CUORE, UNA DOLCE MALINCONIA, IL GRANDE RIMPIANTO DI UN'OCCASIONE PERDUTA: ESSERE QUELLO CHE VOLEVAMO ESSERE ALMENO PER UNA VOLTA.
"CI VOLEVAMO COSì BENE" DICE GIOVANNI VERSO LA FINE, "ERAVAMO COSì FELICI...." E GLI OCCHI DI MARIA, COME PER GIOVANNI, CI SEGUIRANNO PER TANTO TANTO TEMPO.
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[+] complimenti!!!
(di ludovica)
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[+] perfetta descrizione. brava!
(di annarella06)
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