L'amore ritrovato |
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Un film di Carlo Mazzacurati.
Con Stefano Accorsi, Maya Sansa, Marco Messeri, Luisanna Pandolfi.
continua»
Sentimentale,
durata 108 min.
- Italia, Francia 2004.
uscita giovedì 16 settembre 2004.
MYMONETRO
L'amore ritrovato
valutazione media:
2,54
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Adulterio piccolo borghesedi Tina GalanteFeedback: 0 |
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lunedì 22 gennaio 2007 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il lungometraggio tratto da un romanzo di Cassola parla della storia d’amore tra Giovanni e Maria. È una relazione tormentata il cui Leitmotiv è rappresentato dal “ritrovarsi” costantemente. Iniziata come avventura di gioventù, rinasce quando Giovanni è ormai sposato e padre di famiglia. Tutta la storia viaggia sulle note della nostalgia conferendo al film una sorta di immobilismo ed una povertà di dialoghi. Lunghe scene silenziose dove si distingue una superba fotografia, non riescono a rendere ragione del tormento d’amore. La nostalgia è comunque vissuta tutta al maschile. È Giovanni che ricorda, che continuamente rimpiange il passato ricercandolo senza sosta. La figura femminile ne esce sbiadita, priva di connotati. Maria è solamente colei che si dà, e colei che dà. Del suo mondo, della sua sofferenza, nel film non v’è traccia, tranne una lacrima che solca il viso in una sola inquadratura. Maria sorride, sorride sempre. È una figura silenziosa che vive nell’ombra di un rapporto clandestino. Riesce ad uscirne solo quando la realtà le si prospetta con la crudezza della verità. Rimane inalterato l’egoismo maschile, che tutto pretende e nulla dà. Giovanni comincia la relazione attratto soprattutto dal profumo del sesso, ed è solo questo aspetto che lo coinvolge inizialmente. Poi, Maria diventa la sua ossessione, se ne innamora e arriva a considerarla una sorta di proprietà privata. Il regista si sofferma sulla sua sofferenza. Indugia compiaciuto nel dolore della rinuncia ad un amore. Tuttavia il sentimento di Giovanni per Maria ha ben poco della vera passione, al primo ostacolo arranca e si ferma. Ciò che ne esce fuori è un banalissimo adulterio dai connotati piccolo borghesi tipico dell’Italia fascista. Giovanni è un grigio impiegato di banca, con tutti i limiti e le miserie di chi non è disposto a barattare le proprie precarie sicurezze, con qualcosa di grandioso, come dovrebbe essere il vero amore. L’espressione inebetita di Accorsi rende ancora più pregnante l’indifferenza del protagonista nella conduzione banale della sua trasgressione extraconiugale. Il film si chiude con un finale aperto, che lascia intravedere una possibilità di riscatto per la coppia di amanti regolata, anche, da una sorta di legge del contrappasso.
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