Mulholland Drive

Incuriosito dal rango numero uno occupato nella classifica BBC dei migliori film dal 2000 ho deciso di investire 2 ore e ventisei minuti della mia vita nella visione di mulholland drive. Sconsiglio vivamente di adottare la stessa temerarietà. Per la cinematografia universale, sarebbe stato più utile dedicare almeno una parte della pellicola alle gesta del facocéro (occhio all'accento) del Botswana, ma il nostro caro David ha pensato bene di utilizzarla per dare corpo e vita ad una sceneggiatura che sembra scritta dalla scimmia di Borel. Molti giustificano questa trama sbilenca, questo inguacchio cinematografico con il termine onirico, ma per quale ragione avvalersi di un cineasta quando ognuno è il regista dei propri sogni? I sogni degli altri sono veramente poco interessanti e Lynch non fa eccezione. Sotto questo punto di vista anche le scene lesbo ripetutamente e quasi ossessivamente reiterate nella seconda parte del film sembrano imposte più dalla debolezza della trama che non da una effettiva esigenza artistica. Un infantile scimmiottare Polanski, Bergman e Kubrick non avendo di nessuno la genuinità, teso soltanto a far abboccare critici di serie B pronti a gridare al capolavoro. Su tutto aleggia l'ombra sinistra di Laura Palmer, grazie anche alla colonna sonora, probabile avanzo di tween peaks. Unico punto a favore, peraltro non si sa se volontario o meno, la stratosferica interpretazione di Naomi Watts, resa ancor più raggiante da un cast che farebbe senz'altro miglior figura in un cinodromo.
Mi limiterò a dare una stella visto che non si possono dare 3 buchi neri e mezzo.