giulio andreetta
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lunedì 19 ottobre 2020
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ottimo film
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Robert Zemeckis è sicuramente regista di indubbio talento, e nel quale è sempre presente una forte fascinazione per il mondo dei viaggi e dell'avventura. Cast away è una pellicola interessante sotto il profilo estetico, perché permette di attribuire moltissime interpretazioni ad una trama che in realtà sulla carta è estremamente semplice e lineare. Un Tom Hanks brillante, e assolutamente calato in profondità in un personaggio psicologicamente ben indagato, re-interpreta in chiave contemporanea il mito di Robinson Crosue. Il naufrago finito in un'isola sperduta del pacifico dovrà cavarsela affrontando un'assoluta solitudine, e la totale mancanza di mezzi di primaria sussitenza.
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Robert Zemeckis è sicuramente regista di indubbio talento, e nel quale è sempre presente una forte fascinazione per il mondo dei viaggi e dell'avventura. Cast away è una pellicola interessante sotto il profilo estetico, perché permette di attribuire moltissime interpretazioni ad una trama che in realtà sulla carta è estremamente semplice e lineare. Un Tom Hanks brillante, e assolutamente calato in profondità in un personaggio psicologicamente ben indagato, re-interpreta in chiave contemporanea il mito di Robinson Crosue. Il naufrago finito in un'isola sperduta del pacifico dovrà cavarsela affrontando un'assoluta solitudine, e la totale mancanza di mezzi di primaria sussitenza. L'esperienza offre in realtà l'occasione di approfondire cinematograficamente l'aspetto di maturazione interiore del personaggio, sempre ben tratteggiato da Zemeckis. Dal punto di vista tecnico ci troviamo di fronte senz'altro ad un film ineccepibile, come tutti quelli di questo regista. Ma è soprattutto il lavoro sull'attore che è importantissimo, dal momento che per quasi tutta la durata del film vi sarà un solo personaggio a combattere contro le forze distruttive della natura. 4 stelline.
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agatino fassari
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domenica 12 aprile 2020
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zemeckis la tecnica, tom hanks one man show
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Un grande Tom Hanks con una presenza costante per tutta la pellicola, con metamorfosi fisica che colpisce. Scena del disastro aereo che gela lo spettatore, tipico di Zemeckis. Complessivamente c'è un gran lavoro e si vede. Un film merita di essere visto soprattutto se può arricchire e Cast away racconta una storia di coraggio, ma soprattutto Chuck Noland che resta su uno scoglio deserto potresti essere anche tu.
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maria teresa
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lunedì 11 novembre 2019
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la vita è un miracolo, non un caso
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Un film inaspettato, sconcertante. Si può sopravvivere 4 anni naufrago in un'isoloa deserta? Si, se si è forti, coraggiosi e il cuore è profondamente convinto che vivere e amare è un dono impareggiabile. Tuttavia la realtà per il solo superstite Chuck Nolan, presenta una durezza inesorabile. Bere, fra tanta acqua, è conquista, così cibarsi, camminare in terra e in mare, accendere il fuoco. Può un "paradiso terrestre" essere così inospitale? Il film ha una necessaria lentezza che non spinge ad allontanarsene. Qualche conforto è concesso: la foto della amata Kelly, un pallone alter ego come eco alla propria voce.
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Un film inaspettato, sconcertante. Si può sopravvivere 4 anni naufrago in un'isoloa deserta? Si, se si è forti, coraggiosi e il cuore è profondamente convinto che vivere e amare è un dono impareggiabile. Tuttavia la realtà per il solo superstite Chuck Nolan, presenta una durezza inesorabile. Bere, fra tanta acqua, è conquista, così cibarsi, camminare in terra e in mare, accendere il fuoco. Può un "paradiso terrestre" essere così inospitale? Il film ha una necessaria lentezza che non spinge ad allontanarsene. Qualche conforto è concesso: la foto della amata Kelly, un pallone alter ego come eco alla propria voce. Ci si domanda come possa un regista riportare in patria, sano di mente, un uomo provato in maniera così estrema.Siamo di fronte ad un eroe omerico che gli dei sembrano aver abbandonato. Dopo 4 anni salvato e riportato fra le folle della terraferma non troverà una Penelope ad attenderlo. Lui era morto, si capisce, in patria aveva perfino la tomba.Lei ancora lo amava, ma il tempo è un tiranno inesorabile e il dolore vuole conforto: ha un marito ed un figlia. Era stata, per il naufrago una costante presenza, lume di speranza in quell'esilio tremendo, ora era lontana. La sua vita ora è un'affollata solitudine dove occorreva tuttavia seguitare a respirare," perchè sempre esistono sorprese che non ci aspettiamo":possiamo naufragare per affrontare prove tremende ed essere salvati quando abbiamo ormai accettato di morire. C'è chi è profondamente convinto che non è il caso a regolare la vita, certo c'è una legge di necessità, ma a ciascuno è data la possibilità di un ascolto profondo, di una attenzione rigorosa, cui può occorrere condizione estreme per realizzare un destino. Ascolto fondo, che a Kelly è forse mancato....o forse era quello il suo destino. Che un naufrago sperduto capiti, compagno di naufragio fra tanti altri, un pacco con dei pattini la cui affilata lama lo aiuterà a sopravvivere, sembra proprio un caso, ma l'idea di riportarlo alla mittente, una volta tornato in patria, è una ispirazione miracolosa. La giovane donna che lo riceverà ci è presentata sorridente, bella, e piena di vita....e, perchè no, possibile affine di un umo così tenace e coraggioso. La narrazione procede fra una serie di splendide immagini e l'attore è bravissimo.
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fabio
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lunedì 11 novembre 2019
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bellissimo
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lo torno a guardare ogni volta: ha il fascino immortale dei racconti di mare.
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andrea
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venerdì 14 giugno 2019
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fuoco
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GUARDATE COSA HO SCOPERTO HO FATTO IL FUOCO !
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iltrequartista
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lunedì 3 luglio 2017
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mi dispiace wilson!
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Ci sono degli elementi davvero degni di nota: La spettacolarità dell'incidente aereo,la teatrale piccola isola,il mare inquietante che di farsi superare proprio non ne vuole sapere.
Aggiungerei che Wilson è uno dei personaggi più ricordati della storia del cinema anche se è un pallone e Tom Hanks è uno degli attori più grandi di sempre.
Eppure la pellicola non è tra le mie preferite.
A parte la poco credibile faccenda che avevano dato per morti tutti quanti,i quattro anni sull'isola non vengono snocciolati in maniera esauriente.
L'accensione del fuoco,un'operazione da dentista improvvisato e pochi secondi dopo barbone lungo e prolissi dialoghi con l'amico Wilson.
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Ci sono degli elementi davvero degni di nota: La spettacolarità dell'incidente aereo,la teatrale piccola isola,il mare inquietante che di farsi superare proprio non ne vuole sapere.
Aggiungerei che Wilson è uno dei personaggi più ricordati della storia del cinema anche se è un pallone e Tom Hanks è uno degli attori più grandi di sempre.
Eppure la pellicola non è tra le mie preferite.
A parte la poco credibile faccenda che avevano dato per morti tutti quanti,i quattro anni sull'isola non vengono snocciolati in maniera esauriente.
L'accensione del fuoco,un'operazione da dentista improvvisato e pochi secondi dopo barbone lungo e prolissi dialoghi con l'amico Wilson.
E tutto questo accade perché in fondo su un'isola deserta a parte cercare di sopravvivere non si può fare nulla altro.
Dunque l'attenzione si sposta verso l'eventuale ritorno e quello che potrà accadere.
Ebbene,pur accettando il dolore e la scelta dell'uomo di andare avanti,anche l'ultima mezz'ora non mi sembra regalare particolari sussulti emotivi.
Tirando le somme mi sembra che il lato spettacolare del film prevalga di gran lunga sulla parte empatica,per questo motivo non riesco a definirlo capolavoro assoluto ed un pizzico questa cosa mi dispiace pure.
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enzo70
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lunedì 11 luglio 2016
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zemeckis e hanks e il capolavoro è (ri)servito
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Cast away è uno dei film che ha fatto la storia del cinema. La storia di Chuck è quella di un naufrago su un’isola deserta, c’è un prima ed un dopo, ma il cuore del film è nel centro con due soli protagonisti; Chuck che per sopravvivere si adatta a vivere su un’isola disabitata e Wilson, un pallone che diventa l’amico immaginario del naufrago. E la solitudine di Chuck diventa un inno alla vita, alla volontà di sopravvivere a condizioni di vita impossibili, nutrendosi di noci di cocco e di granchi; e poi l’ingegno dell’uomo, il fuoco, la costruzione di una zattera con materiali improbabili ed alcune scene che fanno parte dell’immaginario collettivo, come l’incontro con la balena.
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Cast away è uno dei film che ha fatto la storia del cinema. La storia di Chuck è quella di un naufrago su un’isola deserta, c’è un prima ed un dopo, ma il cuore del film è nel centro con due soli protagonisti; Chuck che per sopravvivere si adatta a vivere su un’isola disabitata e Wilson, un pallone che diventa l’amico immaginario del naufrago. E la solitudine di Chuck diventa un inno alla vita, alla volontà di sopravvivere a condizioni di vita impossibili, nutrendosi di noci di cocco e di granchi; e poi l’ingegno dell’uomo, il fuoco, la costruzione di una zattera con materiali improbabili ed alcune scene che fanno parte dell’immaginario collettivo, come l’incontro con la balena. Robert Zemeckis aveva già diretto Tom Hanks in Forrest Gump e non era semplice realizzare un film che mantenesse lo stesso livello di qualità sia sotto il profilo tecnico che d’impatto sullo spettatore. E solo con un film come Cast Away si poteva bissare un capolavoro.
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aristoteles
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sabato 30 aprile 2016
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wilson
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Mancano 2 cose (ovviamente sono gusti personali)per raggiungere il capolavoro assoluto.
La prima è ,causa inevitabili monologhi ,una sceneggiatura non particolarmente strutturata sull'isola "dell'Inferno",la seconda è che in fondo molti colpi di scena non si rivelano tali,così si verifica puntualmente quello che in fondo ci si aspetta che accada.
Detto questo la scena iniziale è di grande impatto,Tom Hanks è un attore straordinario ed il pensiero di vivere su un'isola deserta lo abbiamo avuto tutti almeno una volta.
Anche di quello che sarebbe accaduto nel ritornare alla quotidianità dopo anni.
Qui non vi sono dubbi,meglio vivere di rapporti anche se difficili che finire a rapportarsi con un pallone (che resta sempre il miglior amico dei nostri giochi).
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paolo73
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domenica 27 marzo 2016
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bello
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tom anks porta pacchi dalla fedex e si perde su un isola
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cpettine
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domenica 28 febbraio 2016
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riconsiderare tutto, da un’altro punto di vista
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Zemeckis ci racconta il suo “senso della vita” attraverso un grande Tom Hanks con un film quasi minimalista. Chuck Noland-Hanks, appagato borghese, dirigente di una compagnia di spedizioni, sopravvive ad un disastro aereo e passerà 4 anni da naufrago su una minuscola isola deserta come un moderno Robinson Crusoe, mangiando granchi, bevendo cocco, tagliando legna con una lama di un pattino (naufrago anch’esso). Parlando con una palla di cuoio e imparando le leggi della natura, troverà la forza di vivere nelle uniche cose che contano: la fede nella vita e nelle relazioni. Rinascerà dopo il suo presunto funerale, e sarà proprio allora, da “rinato”, che riconsidererà tutto, capirà il peso delle piccole cose (del ghiaccio, della luce elettrica, della sicurezza di una piccola lama tascabile), ma anche delle grandi cose, del rapporto con la donna che ama.
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Zemeckis ci racconta il suo “senso della vita” attraverso un grande Tom Hanks con un film quasi minimalista. Chuck Noland-Hanks, appagato borghese, dirigente di una compagnia di spedizioni, sopravvive ad un disastro aereo e passerà 4 anni da naufrago su una minuscola isola deserta come un moderno Robinson Crusoe, mangiando granchi, bevendo cocco, tagliando legna con una lama di un pattino (naufrago anch’esso). Parlando con una palla di cuoio e imparando le leggi della natura, troverà la forza di vivere nelle uniche cose che contano: la fede nella vita e nelle relazioni. Rinascerà dopo il suo presunto funerale, e sarà proprio allora, da “rinato”, che riconsidererà tutto, capirà il peso delle piccole cose (del ghiaccio, della luce elettrica, della sicurezza di una piccola lama tascabile), ma anche delle grandi cose, del rapporto con la donna che ama. La lunga e silenziosa storia del naufrago è la strada che Zemeckis percorre (grazie soprattutto ad un eccellente Tom Hanks -eterno Forrest Gump- che riesce a non annoiare camminando sul filo di una sceneggiatura pericolosamente scarnificata) fino a farci ripartire da zero. Alla fine troveremo quello che conta davvero, le relazioni umane, per capire il “qui e ora”, ovvero che l’unica cosa da fare, su una isola deserta o in una grande metropoli, è “continuare a respirare perché non si sa domani la marea cosa potrà portare”.
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