rikitikitawi
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giovedì 4 settembre 2008
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niente di nuovo
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Ho rivisto il film per la seconda volta e mi è piaciuto più della prima. La trama di per se è scontata e trita.Quello che rende molto piacevole il film è la superba regia nonchè l'ottima interpretazione.Le immagini , la fotografia ,sono avvincenti tanto da riuscire a portare lo spettatore in quell'isola sperduta assieme al naufrago ed a viverne in parte le emozioni e le tragedie.
Ovviamente il film ha una sua "morale" che sussurra per tutto il tempo grazie alla magistrale regia.
Il film è la riconferma del principio per cui per fare un buon film occorra sostanzialmente una circostanza sola : un registra fuoriclasse come lo è Zemeckis. Potrebbe proiettarti per un'ora la storia di una mosca che non riesce ad oltrepassare la vetrina per uscire e tu - spettatore - saresti la mosca.
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Ho rivisto il film per la seconda volta e mi è piaciuto più della prima. La trama di per se è scontata e trita.Quello che rende molto piacevole il film è la superba regia nonchè l'ottima interpretazione.Le immagini , la fotografia ,sono avvincenti tanto da riuscire a portare lo spettatore in quell'isola sperduta assieme al naufrago ed a viverne in parte le emozioni e le tragedie.
Ovviamente il film ha una sua "morale" che sussurra per tutto il tempo grazie alla magistrale regia.
Il film è la riconferma del principio per cui per fare un buon film occorra sostanzialmente una circostanza sola : un registra fuoriclasse come lo è Zemeckis. Potrebbe proiettarti per un'ora la storia di una mosca che non riesce ad oltrepassare la vetrina per uscire e tu - spettatore - saresti la mosca.
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filippo catani
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sabato 9 luglio 2011
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l'importanza del tempo
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Un inflessibile dirigente della FedEx precipita con l'aereo a causa di una violenta tempesta in un'isola deserta. Da questo momento per sopravvivere dovrà contare solo sulla sua forza d'animo e sulla forza che gli dà l'amore e la voglia di riabbracciare la propria fidanzata.
Tom Hanks si trova a interpretare un moderno Robinson Crusoe e lo fa davvero bene fra l'altro sottoponendosi a durissimi regimi alimentari e fisici. La storia alla fine tocca un po' tutti noi; cosa faremmo noi membri di una società che cerca di andare contro il tempo da quanto va veloce, se ci ritrovassimo ad averne a disposizione una infinità? Da dove si può ripartire quando hai perso tutto?.
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Un inflessibile dirigente della FedEx precipita con l'aereo a causa di una violenta tempesta in un'isola deserta. Da questo momento per sopravvivere dovrà contare solo sulla sua forza d'animo e sulla forza che gli dà l'amore e la voglia di riabbracciare la propria fidanzata.
Tom Hanks si trova a interpretare un moderno Robinson Crusoe e lo fa davvero bene fra l'altro sottoponendosi a durissimi regimi alimentari e fisici. La storia alla fine tocca un po' tutti noi; cosa faremmo noi membri di una società che cerca di andare contro il tempo da quanto va veloce, se ci ritrovassimo ad averne a disposizione una infinità? Da dove si può ripartire quando hai perso tutto?. Emblematica la scena del fuoco che sta a simboleggiare quanto abbiamo perso il senso per le belle cose anche le più piccole. Il protagonista da solo riesce a fare il fuoco mentre per noi averlo è una purà banalità. E poi un'altra questione di non poco conto; spesso correndo dietro ai nostri impegni non ci accorgiamo che dietro di noi ci lasciamo persone e sentimenti. Le persone che ci amano saranno capaci di aspettarci?. Un finale aperto e commovente dove ognuno di noi può liberamente dire la sua e immaginare il finale migliore. Degna conclusione di un più che discreto film.
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no_data
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lunedì 15 febbraio 2016
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il pacchetto restituito al mittente
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Le ali, legate assieme con tre righe blu, son il tema ricorrente nella storia. Una storia parallela, oltre a quella evidente del naufragio e ritorno, che in prima visione tiene col fiato sospeso.
Il film inizia all'incrocio stradale dove terminerà poi la storia, con l'inquadratura della strada non asfaltata di casa Peterson. Insegna e logo ricorrente della produzione artistica: una coppia di ali. Sopra al cancello di casa: un'insegna in ferro con i nomi Dick & Bettina ed in mezzo le ali.
Bettina spedisce un pacchetto in Russia, sul pacchetto il disegno di una coppia di ali rosa, ed annuncia al commesso che ritira il pacco, che il venerdì successivo avrebbe spedito un altro plico, verosimilmente quello che Chuck Noland le restituirà alla fine del film.
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Le ali, legate assieme con tre righe blu, son il tema ricorrente nella storia. Una storia parallela, oltre a quella evidente del naufragio e ritorno, che in prima visione tiene col fiato sospeso.
Il film inizia all'incrocio stradale dove terminerà poi la storia, con l'inquadratura della strada non asfaltata di casa Peterson. Insegna e logo ricorrente della produzione artistica: una coppia di ali. Sopra al cancello di casa: un'insegna in ferro con i nomi Dick & Bettina ed in mezzo le ali.
Bettina spedisce un pacchetto in Russia, sul pacchetto il disegno di una coppia di ali rosa, ed annuncia al commesso che ritira il pacco, che il venerdì successivo avrebbe spedito un altro plico, verosimilmente quello che Chuck Noland le restituirà alla fine del film.
In Russia, in una Mosca innevata, il signor Peterson riceve il pacchetto da Bettina. Apre la porta di casa in vestaglia, in testa ha un cappello da cow-boy, subito dopo bacia una ragazza russa che sta con lui.
Sull'isola deserta Chuck recupera diversi pacchi spinti dalla risacca, ultimo in ordine d'arrivo è quello con il logo delle ali, questa volta color oro, inviato quindi da Bettina.
Aprirà poi tutti i pacchi, rinvenendo all'interno oggetti apparentemente inutili, ma che in seguito si riveleranno fondamentali per la sua sopravvivenza.
Non aprirà mai il pacco di Bettina, soffermandosi invece ad esaminare ed accarezzare il logo alato.
Ripeterà il gesto anche prima di salpare dall'isola.
Per superare i pericolosi frangenti, costruisc una rudimentale vela con le pareti di un WC chimico arrivato sulla spiaggia e sulle quali ha dipinto il logo di Bettina.
In mare perderà Wilson, abbandonerà anche i remi, ma conserva il pacco, saldamente legato alla zattera.
Una volta tornato alla civiltà, chiuso dolorosamente con l'ormai ex fidanzata, trova la casa di Bettina, per riconsegnarle il pacco; ascolta "return to sender" di Elvis e sul sedile dall'auto ha un Wilson nuovo fiammante.
L'inquadratura della casa mostra che dalla scritta sull'ingresso il nome di Dick è stato brutalmente segato via da quello di Bettina; la scappatella del marito non deve essere passata inosservata!
Bettina lo incontra all'incrocio dove è iniziato il film, si mostra cordiale, gli indica la direzione delle quattro strade e lo saluta chiamandolo cow-boy. È evidente il riferimento al marito lasciato in Russia. Mentre lei se ne va, lui con sorpresa vede il logo alato sul retro della macchina, sorride e sembra prendere una decisione sulla strada da prendere, ma questa è un'altra storia!
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maria teresa
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lunedì 11 novembre 2019
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la vita è un miracolo, non un caso
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Un film inaspettato, sconcertante. Si può sopravvivere 4 anni naufrago in un'isoloa deserta? Si, se si è forti, coraggiosi e il cuore è profondamente convinto che vivere e amare è un dono impareggiabile. Tuttavia la realtà per il solo superstite Chuck Nolan, presenta una durezza inesorabile. Bere, fra tanta acqua, è conquista, così cibarsi, camminare in terra e in mare, accendere il fuoco. Può un "paradiso terrestre" essere così inospitale? Il film ha una necessaria lentezza che non spinge ad allontanarsene. Qualche conforto è concesso: la foto della amata Kelly, un pallone alter ego come eco alla propria voce.
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Un film inaspettato, sconcertante. Si può sopravvivere 4 anni naufrago in un'isoloa deserta? Si, se si è forti, coraggiosi e il cuore è profondamente convinto che vivere e amare è un dono impareggiabile. Tuttavia la realtà per il solo superstite Chuck Nolan, presenta una durezza inesorabile. Bere, fra tanta acqua, è conquista, così cibarsi, camminare in terra e in mare, accendere il fuoco. Può un "paradiso terrestre" essere così inospitale? Il film ha una necessaria lentezza che non spinge ad allontanarsene. Qualche conforto è concesso: la foto della amata Kelly, un pallone alter ego come eco alla propria voce. Ci si domanda come possa un regista riportare in patria, sano di mente, un uomo provato in maniera così estrema.Siamo di fronte ad un eroe omerico che gli dei sembrano aver abbandonato. Dopo 4 anni salvato e riportato fra le folle della terraferma non troverà una Penelope ad attenderlo. Lui era morto, si capisce, in patria aveva perfino la tomba.Lei ancora lo amava, ma il tempo è un tiranno inesorabile e il dolore vuole conforto: ha un marito ed un figlia. Era stata, per il naufrago una costante presenza, lume di speranza in quell'esilio tremendo, ora era lontana. La sua vita ora è un'affollata solitudine dove occorreva tuttavia seguitare a respirare," perchè sempre esistono sorprese che non ci aspettiamo":possiamo naufragare per affrontare prove tremende ed essere salvati quando abbiamo ormai accettato di morire. C'è chi è profondamente convinto che non è il caso a regolare la vita, certo c'è una legge di necessità, ma a ciascuno è data la possibilità di un ascolto profondo, di una attenzione rigorosa, cui può occorrere condizione estreme per realizzare un destino. Ascolto fondo, che a Kelly è forse mancato....o forse era quello il suo destino. Che un naufrago sperduto capiti, compagno di naufragio fra tanti altri, un pacco con dei pattini la cui affilata lama lo aiuterà a sopravvivere, sembra proprio un caso, ma l'idea di riportarlo alla mittente, una volta tornato in patria, è una ispirazione miracolosa. La giovane donna che lo riceverà ci è presentata sorridente, bella, e piena di vita....e, perchè no, possibile affine di un umo così tenace e coraggioso. La narrazione procede fra una serie di splendide immagini e l'attore è bravissimo.
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fufa78
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domenica 4 agosto 2013
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meraviglioso, realistico, commovente
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La mia generazione, cresciuta con film come Laguna blu e abituata all'idea del naufrago che approda nel Paradiso terrestre dove il cielo è sempre azzurro, il mare calmo e cristallino e la natura amica nonchè magnifica, non può che apprezzare il riuscito tentativo del regista di mostrarci la cosa da tutt'altro punto di vista.
E' uno straordinario Tom Hanks a mostrarci come sarebbe approdare su un'isola deserta,a seguito di un incidente aereo, storditi, confusi, terrorizzati, senza alcuna idea di dove si sia.
Le difficoltà, la solitudine, quindi la disperazione, il bisogno atavico di parlare con qualcuno, di uscire da sè stessi a qualunque costo.
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La mia generazione, cresciuta con film come Laguna blu e abituata all'idea del naufrago che approda nel Paradiso terrestre dove il cielo è sempre azzurro, il mare calmo e cristallino e la natura amica nonchè magnifica, non può che apprezzare il riuscito tentativo del regista di mostrarci la cosa da tutt'altro punto di vista.
E' uno straordinario Tom Hanks a mostrarci come sarebbe approdare su un'isola deserta,a seguito di un incidente aereo, storditi, confusi, terrorizzati, senza alcuna idea di dove si sia.
Le difficoltà, la solitudine, quindi la disperazione, il bisogno atavico di parlare con qualcuno, di uscire da sè stessi a qualunque costo.
Il fisico provato e smagrito, la barba e i capelli lunghi, la pelle bruciata dal sole, l' equilibrio mentale incrinato e tuttavia il coraggio di andare avanti, di sopravvivere.
Sapientemente non si abusa della commovente colonna sonora e la si utilizza solo a sottolineare i momenti più incisivi del film.
Bello quando Ciak, una volta valicata l'"invalicabile" barriera corallina, si volta a guardare l'isola dove ha vissuto per più di quattro e sul suo volto si alternano espressioni che mostrano emozioni indescrivibili.
Toccante l'ultimo saluto fra i due innamorati ritrovati. NIente smielature, niente discorsi artefatti, niente di banale o di immorale: solo la triste realtà dei fatti e un uomo e una donna che si rassegnano a portare avanti le proprie responsabilità.
Bello da vedere e rivedere.
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iltrequartista
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lunedì 3 luglio 2017
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mi dispiace wilson!
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Ci sono degli elementi davvero degni di nota: La spettacolarità dell'incidente aereo,la teatrale piccola isola,il mare inquietante che di farsi superare proprio non ne vuole sapere.
Aggiungerei che Wilson è uno dei personaggi più ricordati della storia del cinema anche se è un pallone e Tom Hanks è uno degli attori più grandi di sempre.
Eppure la pellicola non è tra le mie preferite.
A parte la poco credibile faccenda che avevano dato per morti tutti quanti,i quattro anni sull'isola non vengono snocciolati in maniera esauriente.
L'accensione del fuoco,un'operazione da dentista improvvisato e pochi secondi dopo barbone lungo e prolissi dialoghi con l'amico Wilson.
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Ci sono degli elementi davvero degni di nota: La spettacolarità dell'incidente aereo,la teatrale piccola isola,il mare inquietante che di farsi superare proprio non ne vuole sapere.
Aggiungerei che Wilson è uno dei personaggi più ricordati della storia del cinema anche se è un pallone e Tom Hanks è uno degli attori più grandi di sempre.
Eppure la pellicola non è tra le mie preferite.
A parte la poco credibile faccenda che avevano dato per morti tutti quanti,i quattro anni sull'isola non vengono snocciolati in maniera esauriente.
L'accensione del fuoco,un'operazione da dentista improvvisato e pochi secondi dopo barbone lungo e prolissi dialoghi con l'amico Wilson.
E tutto questo accade perché in fondo su un'isola deserta a parte cercare di sopravvivere non si può fare nulla altro.
Dunque l'attenzione si sposta verso l'eventuale ritorno e quello che potrà accadere.
Ebbene,pur accettando il dolore e la scelta dell'uomo di andare avanti,anche l'ultima mezz'ora non mi sembra regalare particolari sussulti emotivi.
Tirando le somme mi sembra che il lato spettacolare del film prevalga di gran lunga sulla parte empatica,per questo motivo non riesco a definirlo capolavoro assoluto ed un pizzico questa cosa mi dispiace pure.
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valetag
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giovedì 10 aprile 2014
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cast away, film alla deriva
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Chuck Noland, agente della Fedex, società di spedizioni, è ossessionato dallo scorrere del tempo. Viaggia spesso per lavoro, ma riesce a trovare spazio anche per l’amata Kelly.
Proprio dopo averle chiesto di sposarlo, l’aereo diretto in Thailandia su cui stava viaggiando si schianta nell’oceano. Chuck Noland/Robinson Crusoe si ritrova quindi ad essere un naufrago in solitudine su un’isola deserta ben poco accogliente. In quattro anni impara tutti i segreti per sopravvivere, sostenuto dalla foto di Tracy e dalla compagnia dell’amico Wilson, un pallone da pallavolo. Quando finalmente tornerà alla vita civile, dovrà fronteggiare il fatto che nulla è più come prima, e bisognerà trovare il modo per andare avanti.
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Chuck Noland, agente della Fedex, società di spedizioni, è ossessionato dallo scorrere del tempo. Viaggia spesso per lavoro, ma riesce a trovare spazio anche per l’amata Kelly.
Proprio dopo averle chiesto di sposarlo, l’aereo diretto in Thailandia su cui stava viaggiando si schianta nell’oceano. Chuck Noland/Robinson Crusoe si ritrova quindi ad essere un naufrago in solitudine su un’isola deserta ben poco accogliente. In quattro anni impara tutti i segreti per sopravvivere, sostenuto dalla foto di Tracy e dalla compagnia dell’amico Wilson, un pallone da pallavolo. Quando finalmente tornerà alla vita civile, dovrà fronteggiare il fatto che nulla è più come prima, e bisognerà trovare il modo per andare avanti.
Robert Zemeckis dirige per la seconda volta Tom Hanks, ma, al contrario di Forrest Gump, Cast Away è un film che non decolla. La lentezza, sia che essa sia voluta che non, porta inevitabilmente all’annoiarsi. Le note positive sono la fotografia (straordinaria) e la capacità di Tom Hanks di sostenere un certo livello di credibilità anche durante le lunghissime riprese in solitario sull’isola. Si notano molti tentativi (più o meno falliti) di creare situazioni angosciose e sviluppi sul concetto di solitudine. Alla fine, pervade il sentore di qualcosa di incompleto, che poteva essere sviluppato meglio e che manca di personalità. Degne di nota le musiche di Alan Silvestri, peccato per la scelta di introdurle solo a quasi tre quarti del film.
Consigliato? Nì.
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great steven
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domenica 7 giugno 2015
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come insegna crusoe: sopravvivenza ad ogni costo.
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CAST AWAY (USA, 2000) diretto da ROBERT ZEMECKIS. Interpretato da TOM HANKS, HELEN HUNT, NICK SEARCY, CHRIS NOTH, LEONID CITER, DAVID ALLEN BROOKS, SEMION SURADIKOV, PETER VON BERG, DMITRI S. BOUDRINE
Chuck Noland, iperattivo dirigente della Federal Express, società commerciale di trasporti statunitense, è felicemente sposato senza figli e adora il suo lavoro, anche perché gli permette di visitare nuovi Paesi e fare incontri interessanti, soprattutto sulla base dei prodotti che vende. Ma quando, durante un viaggio aereo che attraversa il Pacifico, il velivolo incontra una turbolenza e si scatena un autentico disastro, lui è l’unico sopravvissuto alla tragedia e si ritrova naufrago su un’isola disabitata dispersa fra gli atolli oceanici.
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CAST AWAY (USA, 2000) diretto da ROBERT ZEMECKIS. Interpretato da TOM HANKS, HELEN HUNT, NICK SEARCY, CHRIS NOTH, LEONID CITER, DAVID ALLEN BROOKS, SEMION SURADIKOV, PETER VON BERG, DMITRI S. BOUDRINE
Chuck Noland, iperattivo dirigente della Federal Express, società commerciale di trasporti statunitense, è felicemente sposato senza figli e adora il suo lavoro, anche perché gli permette di visitare nuovi Paesi e fare incontri interessanti, soprattutto sulla base dei prodotti che vende. Ma quando, durante un viaggio aereo che attraversa il Pacifico, il velivolo incontra una turbolenza e si scatena un autentico disastro, lui è l’unico sopravvissuto alla tragedia e si ritrova naufrago su un’isola disabitata dispersa fra gli atolli oceanici. Deve perciò adattarsi ad un forzato ritorno alla natura, il che, nella fattispecie, prevede: fasciarsi le ferite con le bende di lino, attizzare il fuoco sfrigolando i bastoni, catturare i granchi e succhiarne la polpa, costruirsi un giaciglio notturno con le foglie di palma, ripararsi in grotte sottomarine per sfuggire alle intemperie pluviali, ecc. Rimane sull’isola deserta per più di quattro anni (precisamente millecinquecento giorni). Per non impazzire dalla solitudine, in questo drammatico quadriennio, si crea un nuovo amico con un pallone, sul quale dipinge col suo sangue un sorriso, un naso e due occhi, e che battezza Wilson. Riesce infine a fabbricarsi una zattera con cui tenta di valicare il mare, ma i flutti glielo impediscono prepotentemente, finché un cargo che passa di lì non lo carica su e lo riporta nel mondo civilizzato. Il film è strutturato sistematicamente in tre tempi: la prima parte vede il protagonista impegnato coi suoi viaggi intorno al mondo e le sue vantaggiose compravendite, e termina con la sequenza (girata con superba maestria) catastrofica e apocalittica del violento schianto dell’aereo sul suolo dell’atollo successivamente all’incontro col turbine eolico; la seconda parte, che è anche quella più lunga (ottanta minuti su centotrentacinque totali di durata), vede il nuovo Robinson impegnato a sopravvivere nonostante tutte le calamitose circostanze gli remino contro, e la scena in cui si raggiunge un apogeo poetico è l’incontro notturno con la balena; il terzo e ultimo frammento filmico è un tiremmolla sentimentale che si può perdere, in quanto Chuck Noland ritorna nella società avanzata e scopre che la moglie si è risposata, credendolo morto, e ora ha una nuova famiglia. La pellicola finisce con T. Hanks che guarda dritto nell’obiettivo, quasi a chiedere agli spettatori quale sarà il suo prossimo destino. Più di un’inverosimiglianza nella parte centrale (nemmeno un insetto fra la vegetazione e le rocce insulari), ma il combattimento, la sofferenza e le tribolazioni di un uomo costretto a fare i conti con le proprie abilità e il proprio ingegno presentano un accento veritiero. Risulta poi chiaro che, sebbene non dichiaratamente ispirato ad esso, il film di Zemeckis ha molti punti in comune col celebre romanzo di Daniel Defoe. Con un’unica differenza, però: mentre Crusoe lascia a malincuore la sua isola della disperazione, dopo ventotto anni di prigionia forzata, per Chuck Noland, invece, l’isola da abbandonare è un puro e semplice inferno dal quale uno vorrebbe partire il prima possibile, per la crudeltà e la spietatezza delle circostanze che complicherebbero l’esistenza perfino al più intelligente e audace degli esseri umani. L’opera fu girata in due tempi per permettere ad Hanks di dimagrire venti chili allo scopo appunto di calarsi con maggiore veridicità nel ruolo. Nel corso di quest’intervallo, Zemeckis diresse Le verità nascoste. Un senso dell’avventura non molto fisico, ma in compenso animato da un significato profondo che esula dal discorso coloniale per approfondire piuttosto i temi della proprietà, del coraggio, della lotta individuale e della solidarietà. Cast away = naufrago.
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giulio andreetta
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lunedì 19 ottobre 2020
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ottimo film
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Robert Zemeckis è sicuramente regista di indubbio talento, e nel quale è sempre presente una forte fascinazione per il mondo dei viaggi e dell'avventura. Cast away è una pellicola interessante sotto il profilo estetico, perché permette di attribuire moltissime interpretazioni ad una trama che in realtà sulla carta è estremamente semplice e lineare. Un Tom Hanks brillante, e assolutamente calato in profondità in un personaggio psicologicamente ben indagato, re-interpreta in chiave contemporanea il mito di Robinson Crosue. Il naufrago finito in un'isola sperduta del pacifico dovrà cavarsela affrontando un'assoluta solitudine, e la totale mancanza di mezzi di primaria sussitenza.
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Robert Zemeckis è sicuramente regista di indubbio talento, e nel quale è sempre presente una forte fascinazione per il mondo dei viaggi e dell'avventura. Cast away è una pellicola interessante sotto il profilo estetico, perché permette di attribuire moltissime interpretazioni ad una trama che in realtà sulla carta è estremamente semplice e lineare. Un Tom Hanks brillante, e assolutamente calato in profondità in un personaggio psicologicamente ben indagato, re-interpreta in chiave contemporanea il mito di Robinson Crosue. Il naufrago finito in un'isola sperduta del pacifico dovrà cavarsela affrontando un'assoluta solitudine, e la totale mancanza di mezzi di primaria sussitenza. L'esperienza offre in realtà l'occasione di approfondire cinematograficamente l'aspetto di maturazione interiore del personaggio, sempre ben tratteggiato da Zemeckis. Dal punto di vista tecnico ci troviamo di fronte senz'altro ad un film ineccepibile, come tutti quelli di questo regista. Ma è soprattutto il lavoro sull'attore che è importantissimo, dal momento che per quasi tutta la durata del film vi sarà un solo personaggio a combattere contro le forze distruttive della natura. 4 stelline.
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enzo70
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lunedì 11 luglio 2016
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zemeckis e hanks e il capolavoro è (ri)servito
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Cast away è uno dei film che ha fatto la storia del cinema. La storia di Chuck è quella di un naufrago su un’isola deserta, c’è un prima ed un dopo, ma il cuore del film è nel centro con due soli protagonisti; Chuck che per sopravvivere si adatta a vivere su un’isola disabitata e Wilson, un pallone che diventa l’amico immaginario del naufrago. E la solitudine di Chuck diventa un inno alla vita, alla volontà di sopravvivere a condizioni di vita impossibili, nutrendosi di noci di cocco e di granchi; e poi l’ingegno dell’uomo, il fuoco, la costruzione di una zattera con materiali improbabili ed alcune scene che fanno parte dell’immaginario collettivo, come l’incontro con la balena.
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Cast away è uno dei film che ha fatto la storia del cinema. La storia di Chuck è quella di un naufrago su un’isola deserta, c’è un prima ed un dopo, ma il cuore del film è nel centro con due soli protagonisti; Chuck che per sopravvivere si adatta a vivere su un’isola disabitata e Wilson, un pallone che diventa l’amico immaginario del naufrago. E la solitudine di Chuck diventa un inno alla vita, alla volontà di sopravvivere a condizioni di vita impossibili, nutrendosi di noci di cocco e di granchi; e poi l’ingegno dell’uomo, il fuoco, la costruzione di una zattera con materiali improbabili ed alcune scene che fanno parte dell’immaginario collettivo, come l’incontro con la balena. Robert Zemeckis aveva già diretto Tom Hanks in Forrest Gump e non era semplice realizzare un film che mantenesse lo stesso livello di qualità sia sotto il profilo tecnico che d’impatto sullo spettatore. E solo con un film come Cast Away si poteva bissare un capolavoro.
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