weach
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giovedì 9 giugno 2011
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una fantascienza ispirata e creativa
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L’esercito delle 12 scimmie
diretto da Terry Gilliam
trae spunto da una piccola pellicola francese del 1962 di Chris Marcker la Jetée
La lettura che Terry Gilliam da alla fonte di ispirazione è personale ,dinamica,geniale, creativa,destabilizzante,con una tendenza verso la circolarità dove il concetto spazio tempo sembra ripetersi ed implodere su se s stesso., ma è film di visioni oniriche che si intrecciano con realtà non sempre assorbibili.
È se gli universi paralleli fossero solo un abbaglio?Magari come la teoria del tutto?
Se dovessimo attendere alcuni centinaia di anni per avere possesso di una verità complessa?
Se il paradosso temporale , lo spazio tempo fossero solo uno specchi di qualcosa ancora non ben compreso?
Se “toe “ fosse solo vana gloria ?
Se la fisica quantistica fosse solo una invito ad una introspezione nell’infinitamente piccolo non compatibile con un macro cosmo?
De resto il mondo dubitativo è sempre presente nella storia dell’uomo, fino all’ultimo attimo di vita.
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L’esercito delle 12 scimmie
diretto da Terry Gilliam
trae spunto da una piccola pellicola francese del 1962 di Chris Marcker la Jetée
La lettura che Terry Gilliam da alla fonte di ispirazione è personale ,dinamica,geniale, creativa,destabilizzante,con una tendenza verso la circolarità dove il concetto spazio tempo sembra ripetersi ed implodere su se s stesso., ma è film di visioni oniriche che si intrecciano con realtà non sempre assorbibili.
È se gli universi paralleli fossero solo un abbaglio?Magari come la teoria del tutto?
Se dovessimo attendere alcuni centinaia di anni per avere possesso di una verità complessa?
Se il paradosso temporale , lo spazio tempo fossero solo uno specchi di qualcosa ancora non ben compreso?
Se “toe “ fosse solo vana gloria ?
Se la fisica quantistica fosse solo una invito ad una introspezione nell’infinitamente piccolo non compatibile con un macro cosmo?
De resto il mondo dubitativo è sempre presente nella storia dell’uomo, fino all’ultimo attimo di vita.
Non per nulla il “sofferto” Stephen Hawking che era una volta fermo assertore della teoria del tutto oggi dice: “alcune persone si arrabbierebbero molto se non esistesse una teoria definitiva, che possa essere formulata come un numero finito di principi. Io appartenevo a quel gruppo di persone, ma ho cambiato idea
Trama . anno 2035 James Cole alias Bruce Willis, detenuto, in cambio di una promessa di libertà viaggia nel passato per salvare il futuro apocalittico in cui vive .
James Cole accompagnatoda unasplendida Kathryn Railly alias Madeleine Stowe,e da un esuberante Jefjrey Goines alias Bradd Pitt
Terry Gilliam con questo soggetto particolare ha l’occasione di giocare con la sua creatività smodata , generando un prodotto cinematografico incisivo, onirico, fantasioso, magico , funambolico,.
Questo film è uno dei migliori prodotti del genere fantascientifico apocalittico.
In questa eccezione di grosso budget Terry Gilliam resta comunque fedele a se stesso,riuscendo comunque a imporre il suo stile cinematografico tipicamente surreale al di fuori degli schemi.
Insieme al “dr Parnassus “questa pellicola è uno dei lavori più ispirati di nostro Terry.
L’atmosfera cupa, destabilizzante,sofferta accompagna una storia eccellente dove l’attenzione dello spettatore resta sempre rapita , anche par la difficoltà voluta dalla regia , di raccontare una storia celata sino all’ultimo fotogramma .
Alcuni scorci alla Brazil accompagnano una paradosso temporale che si dischiude con infinite sorprese.
Gilliam si aiuta con una colonna sonora accattivante, orecchiabile fortemente energetica e sentimentale .
Qualcosa di speciale va detto per Brad Pitt che con la sua performance artistica in questo film raggiunge i livelli più eclettici della sua splendida carriera di attore.
L’esercito delle 12 scimmie merita tutta la nostra attenzione ed a pieno titolo merita di essere inserito nelle migliori cineteche di fantascienza..
Chi l’ha viso con la giusta attenzione ha capito di avere a che fare con un splendido capolavoro, ma un' opere che vibra richiede attenzione e questa opera purtroppo non la ottenne della critica e del pubblico quanto avrebbe meritato.
Buona visione , un film che vale luccicanti quatto stelle d’oro e forse più.
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piernelweb
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mercoledì 25 aprile 2007
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sabotaggi apocalittici
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E' una fantascienza visionaria, cupa e violenta quella che perversa in questo film di Gilliam. Siamo lontani dal clima grottesco di Brazil, dal quale il regista americano sottrae e ricontestualizza un substrato ambientale socialmente malato, classista e oppressivo. I corpi sudici, continuamente inflitti e sanguinanti alimentano l'angosciante impossibilità di sottrarsi ad un sistema che manovra le pedine imponendo la sua volontà. E' un futuro caratterizzato da regimi, da clandestini movimenti sabotatori, da apocalittici contagi virali e da eroi involontari. Sia Willis, perennemente sofferente e in conflitto con la sua identità, sia Pitt (indimenticabili i suoi folli tic e il suo sguardo assente), forniscono una tra le loro interpretazioni più convincenti.
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E' una fantascienza visionaria, cupa e violenta quella che perversa in questo film di Gilliam. Siamo lontani dal clima grottesco di Brazil, dal quale il regista americano sottrae e ricontestualizza un substrato ambientale socialmente malato, classista e oppressivo. I corpi sudici, continuamente inflitti e sanguinanti alimentano l'angosciante impossibilità di sottrarsi ad un sistema che manovra le pedine imponendo la sua volontà. E' un futuro caratterizzato da regimi, da clandestini movimenti sabotatori, da apocalittici contagi virali e da eroi involontari. Sia Willis, perennemente sofferente e in conflitto con la sua identità, sia Pitt (indimenticabili i suoi folli tic e il suo sguardo assente), forniscono una tra le loro interpretazioni più convincenti. Mancano sequenze "definitive" per poterlo collocare tra i migliori film del genere di sempre, ma il monito sulla natura autodistruttiva del genere umano è davvero macabramente efficace. Voto: 7 e 1/2
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andrea giostra
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martedì 18 settembre 2012
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paura e catarsi.
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Bellissimo! Anche se datato, bellissimo! Da vedere assolutamente. L’atavica paura umana dell’estinzione della specie, i timori innati di non essere più artefici del proprio destino, il libero arbitrio compromesso da forze superiori alle quali non possiamo opporre alcuna resistenza, l’impossibilità dell’uomo di controllare il proprio destino, la sete di distruzione che prevale sull’intelligenza e sull’etica, danno “conforto” e catarsi cinematografica alle angosce che nella storia dell’uomo si sono tacitamente e impietosamente tramandate, di generazione in generazione, verso un destino inevitabile: la fine del mondo e della specie umana.
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Bellissimo! Anche se datato, bellissimo! Da vedere assolutamente. L’atavica paura umana dell’estinzione della specie, i timori innati di non essere più artefici del proprio destino, il libero arbitrio compromesso da forze superiori alle quali non possiamo opporre alcuna resistenza, l’impossibilità dell’uomo di controllare il proprio destino, la sete di distruzione che prevale sull’intelligenza e sull’etica, danno “conforto” e catarsi cinematografica alle angosce che nella storia dell’uomo si sono tacitamente e impietosamente tramandate, di generazione in generazione, verso un destino inevitabile: la fine del mondo e della specie umana. Terry Gilliam riesce a comporre sapientemente e suggestivamente, in un’architettura cinematografica spettacolare, tutti questi elementi. Lo spettatore sente sulla propria pelle riaffiorare brividi ed emozioni di un abisso prossimo ma per fortuna virtuale. Consigliato agli psicologi e agli psichiatri: la schizofrenia e la psicosi – come già nel grandissimo ed intramontabile “Qualcuno volò sul nido del cuculo” del 1975, diretto da Milos Forman, con uno straordinario Jack Nicholson nella parte del finto folle, dal quale film certamente Gilliam prende grande spunto per tutte le scene all’interno dell’ospedale psichiatrico – hanno una connotazione di interesse clinico e didattico non indifferente!
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weach
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giovedì 2 giugno 2011
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fantascienza criptata thriller
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ultima
L’esercito delle 12 scimmie
diretta da Terry Gilliam.
Ispirato al cortometraggio la Jetée di Chris Marker ,questo lavoro è il sesto del regista Terry Gilliam e si impone per le invenzioni , per la scenografica particolare , per la comunicazione criptata della storia che ci porta tutti ad offrire grande attenzione se vogliamo capire il senso degli eventi.
Trama : anno 2035 James Cole alias Bruce Willis, detenuto, in cambio di una promessa di libertà viaggia nel passato per salvare il futuro apocalittico in cui vive .
James Cole accompagnato da una splendida Kathryn Railly alias Madeleine Stowe,e da un esuberante Jeffrey Goines alias Brad Pitt ,cerca di risolver l'enigma di un giallo fantascientifico complesso dove le tracce di verità compaiono a brandelli ed in modo contradditorio.
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ultima
L’esercito delle 12 scimmie
diretta da Terry Gilliam.
Ispirato al cortometraggio la Jetée di Chris Marker ,questo lavoro è il sesto del regista Terry Gilliam e si impone per le invenzioni , per la scenografica particolare , per la comunicazione criptata della storia che ci porta tutti ad offrire grande attenzione se vogliamo capire il senso degli eventi.
Trama : anno 2035 James Cole alias Bruce Willis, detenuto, in cambio di una promessa di libertà viaggia nel passato per salvare il futuro apocalittico in cui vive .
James Cole accompagnato da una splendida Kathryn Railly alias Madeleine Stowe,e da un esuberante Jeffrey Goines alias Brad Pitt ,cerca di risolver l'enigma di un giallo fantascientifico complesso dove le tracce di verità compaiono a brandelli ed in modo contradditorio.
Terry Gilliam con questo soggetto particolare ha l’occasione di giocare con la sua creatività smodata , generando un prodotto cinematografico incisivo, onirico, fantasioso, magico , funambolico,.
Questo film è uno dei migliori prodotti del genere fantascientifico apocalittico.
In questa eccezione di grosso budget Terry Gilliam resta comunque fedele a se stesso,riuscendo comunque a imporre il suo stile cinematografico tipicamente surreale al di fuori degli schemi.
Insieme al “dr Parnassus “questa pellicola è uno dei lavori più ispirati di nostro Terry.
L’atmosfera cupa, destabilizzante,sofferta accompagna una storia eccellente dove l’attenzione dello spettatore resta sempre rapita , anche par la difficoltà voluta dalla regia , di raccontare una storia celata sino all’ultimo fotogramma .
Alcuni scorci alla Brazil accompagnano una paradosso temporale che si dischiude con infinite sorprese .
Gilliam si aiuta con una colonna sonora accattivante, orecchiabile fortemente energetica e sentimentale .
Qualcosa in più va detto per Brad Pitt per la sua performance artistica superlativa :veramente eclettico,speciale,incisivo,magnifico .
L’esercito delle 12 scimmie merita tutta la nostra attenzione ed a pieno titolo è merita di essere inserito nelle migliori cineteche di fantascienza..
Buona visione , un film che vale luccicanti quatto stelle d’oro e forse più!!!!!!!!!!!
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fabian t.
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martedì 22 marzo 2011
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uno specchio per l'umanità: qual'è la realtà?
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Ancora una volta Gilliam sorprende e disorienta in un modo apparentemente caotico e anarchico ma rigorosamente chiaro e coerente per chi sa cogliere le sue fobie e i suoi messaggi. Un film volutamente complicato e indigeribile per la gran parte della gente abituata alle pappine pronte del cinema commerciale e virtuale, ma assolutamente interessante e accattivante per i chi ancora ha la capacità di riflettere su ciò che vede e di interpretarlo, invece di subirlo. Questo geniale regista è riuscito infatti a costruirsi un suo castello figurativo di tutto rispetto e non è capace (fortunatamente) di vendersi a chicchessia, pur di giungere ogni volta a elemosinare il minimo necessario per produrre i suoi film, in netta antitesi con Hollywood e i suoi cliché.
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Ancora una volta Gilliam sorprende e disorienta in un modo apparentemente caotico e anarchico ma rigorosamente chiaro e coerente per chi sa cogliere le sue fobie e i suoi messaggi. Un film volutamente complicato e indigeribile per la gran parte della gente abituata alle pappine pronte del cinema commerciale e virtuale, ma assolutamente interessante e accattivante per i chi ancora ha la capacità di riflettere su ciò che vede e di interpretarlo, invece di subirlo. Questo geniale regista è riuscito infatti a costruirsi un suo castello figurativo di tutto rispetto e non è capace (fortunatamente) di vendersi a chicchessia, pur di giungere ogni volta a elemosinare il minimo necessario per produrre i suoi film, in netta antitesi con Hollywood e i suoi cliché. Ne "L'esercito delle dodici scimmie", pertanto, egli continua a proiettare le sue paure e i suoi dubbi (la corruttibilità dell'animo umano, l'alienazione, l'oscurantismo culturale, la manipolazione delle masse, la distruzione del pensiero critico), regalandoci scene di arguta creatività e colte citazioni soprattutto hitchcockiane. Quale interpretazione definitiva dare a questo film? A ognuno la sua, certamente. Eppure la risposta - a mio avviso - Gilliam la offre nel film stesso, quando fa dire al protagonista che, rivivendo diversamente una cosa in tempi differenti, ti accorgi di reagire diversamente a essa perché a essere cambiato in realtà sei tu. Nei suoi film, come in uno specchio (futuro riferimento a Parnassus), non a caso rappresentato dalla figura della psichiatra, Gilliam rilancia i temi dell'insicurezza umana e del significato dell'esistenza che permangono da sempre, fin dalle origini dell'uomo (basta citare "L'epopea di Gilgamesh"); quindi prova a chiedersi: nel futuro - e dunque nel presente -, quali risposte riesce ancora a darsi l'umanità? Siamo così cambiati da a non vedere più nulla in quello specchio? E se così fosse, a quale virus vorremmo addossare le colpe di tale malattia se forse non alla nostra stessa cinica e apatica società "civile"?
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elenii85
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sabato 23 luglio 2011
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il futuro è la follia
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questo fim ricorda l'immagine del serpente che gira intorno al mondo fino a mordersi la coda: la vita del protagonista scorre all'infinito e sempre senza speranza, intatta fino alla morte, ed egli ne è testimone attraverso i propri occhi - ignari - di bambino: una volta cresciuto, capirà che era lui quell'uomo che gli è morto davanti agli occhi in aeroporto, ma solo nel preciso momento in cui accadrà, in un eterno ritorno senza rimedio: perchè alla fine il passato non si può cambiare.
la vicenda è affascinante sia per i paesaggi metropolitani desolati, conditi con la musica di astor piazzolla, sia per la follia dilagante ovunque - le stesse immagini della città deserta invasa dagli animali sembrano un sogno allucinato, la psichiatra Madeleine Stowe imbratta i muri con foga incompresa e inascoltata, Bruce Willis finisce per credere di essere pazzo e Brad Pitt, schizofrenico e sfrenato, paradossalmente non sospetta mai di esserlo.
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questo fim ricorda l'immagine del serpente che gira intorno al mondo fino a mordersi la coda: la vita del protagonista scorre all'infinito e sempre senza speranza, intatta fino alla morte, ed egli ne è testimone attraverso i propri occhi - ignari - di bambino: una volta cresciuto, capirà che era lui quell'uomo che gli è morto davanti agli occhi in aeroporto, ma solo nel preciso momento in cui accadrà, in un eterno ritorno senza rimedio: perchè alla fine il passato non si può cambiare.
la vicenda è affascinante sia per i paesaggi metropolitani desolati, conditi con la musica di astor piazzolla, sia per la follia dilagante ovunque - le stesse immagini della città deserta invasa dagli animali sembrano un sogno allucinato, la psichiatra Madeleine Stowe imbratta i muri con foga incompresa e inascoltata, Bruce Willis finisce per credere di essere pazzo e Brad Pitt, schizofrenico e sfrenato, paradossalmente non sospetta mai di esserlo.
e intanto, scenziati inquietanti ci guardano dal futuro come tanti Big Brother che vogliono, senza mai riuscirci, scoprire il segreto per tornare a dominare la Terra.
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viktor von doom
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giovedì 12 settembre 2013
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gilliam al suo meglio.
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non è che terry gilliam piaccia a tutti.conosco tante persone che non guarderebbero questo film e tante altre che lo inizierebbero senza poi finirlo(e sarebbe un gran peccato).io stesso non amo tutti i suoi lavori.ma questo esercito delle dodici scimmie è secondo me uno dei suoi capolavori.un film che ha una marcia in più se paragonato alla massa.un film che se visto sa ripagare e conquistare con la sua fantascienza un pò retrò e il continuo dubbio su quale sia la verità.il tutto accompagnato da un cast di attori che ha avuto la geniale idea di recitare in questo film al meglio delle proprie potenziali.i bravi bruce willis e brad pitt non sono mai stati COSì bravi e ispirati,al punto di risultare insostituibili.
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non è che terry gilliam piaccia a tutti.conosco tante persone che non guarderebbero questo film e tante altre che lo inizierebbero senza poi finirlo(e sarebbe un gran peccato).io stesso non amo tutti i suoi lavori.ma questo esercito delle dodici scimmie è secondo me uno dei suoi capolavori.un film che ha una marcia in più se paragonato alla massa.un film che se visto sa ripagare e conquistare con la sua fantascienza un pò retrò e il continuo dubbio su quale sia la verità.il tutto accompagnato da un cast di attori che ha avuto la geniale idea di recitare in questo film al meglio delle proprie potenziali.i bravi bruce willis e brad pitt non sono mai stati COSì bravi e ispirati,al punto di risultare insostituibili.la trama è complessa e articolata,la colonna sonora ben si sposa agli scenari sublimi e adeguatissimi e il film ha il pregio di risultare perfino più bello se visto una seconda volta.e,credetemi,lo vedrete una seconda volta.
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alexander 1986
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venerdì 20 dicembre 2013
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viaggio nel tempo e nella psiche.
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Usa, 2035. L'umanità, sterminata da una misteriosa epidemia di origine artificiale e scoppiata nel 1997, è costretta a vivere sottoterra mentre la natura si è riappropriata della superficie. La tecnologia è comunque andata tanto avanti da riuscire a sdoganare il concetto di 'viaggio nel tempo'. Il problema è che - come nelle migliori fantasie di Gilliam - ad andare avanti è stata anche la tecnocrazia. E' così possibile che un'oligarchia di una mezza dozzina di scienziati 'illuminati' decida di mandare un povero disgraziato (Willis), cavia non consenziente e triste, indietro fino al 1996 alla ricerca del gruppo terroristico che avrebbe liberato il terribile morbo: il famigerato (e misterioso) 'Esercito delle 12 scimmie'.
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Usa, 2035. L'umanità, sterminata da una misteriosa epidemia di origine artificiale e scoppiata nel 1997, è costretta a vivere sottoterra mentre la natura si è riappropriata della superficie. La tecnologia è comunque andata tanto avanti da riuscire a sdoganare il concetto di 'viaggio nel tempo'. Il problema è che - come nelle migliori fantasie di Gilliam - ad andare avanti è stata anche la tecnocrazia. E' così possibile che un'oligarchia di una mezza dozzina di scienziati 'illuminati' decida di mandare un povero disgraziato (Willis), cavia non consenziente e triste, indietro fino al 1996 alla ricerca del gruppo terroristico che avrebbe liberato il terribile morbo: il famigerato (e misterioso) 'Esercito delle 12 scimmie'. Il viaggio sarà lungo e tormentato, tra errori di calibratura della macchina del tempo, equivoci e difficoltà che metteranno a dura prova l'integrità psichica del nostro eroe. Al punto che dovrà affrontare una battaglia feroce per rimanere conscio di sé e della propria missione.
Gilliam rimane fedele alla visione cupa del futuro già espressa nel precedente capolavoro Brazil (1985), proponendo riflessioni ancora attuali sulla modernità, sul progresso e sul destino dell'uomo. Un film non apprezzato appieno all'epoca dell'uscita cinematografica, e forse troppo difficile per un certo tipo di pubblico. Willis dà il meglio di sé, ma abbiamo anche un sorprendente Pitt che dimostrava già all'epoca di essere un attore a 360°, e non semplicemente il belloccio dello schermo.
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kondor17
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sabato 17 gennaio 2015
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un piccolo capolavoro
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Ho rivisto per la quarta o quinta volta ieri, questa volta a porte chiuse, questo grande film. Molti, troppi punti mi erano ancora oscuri. Sarà l'età, pensavo, ma non è così. Ogni singola battuta, fotogramma, frase - dall'inizio alla fine - ha un senso compiuto, che, se non viene afferrato, può far perdere definitivamente il filo del discorso. Capisco quindi come molta gente se ne sia andata via a metà o lo abbia giudicato male.
Seguire il vorticoso e frenetico parlare di un Brad Pitt pazzoide, in una interpretazione da oscar, non è per niente facile, anche perchè non proferisce neanche una parola fuori posto e quello che dice, tacciato da medici e infermieri come elucubrazioni schizofreniche, è spesso la chiave di volta degli sviluppi successivi.
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Ho rivisto per la quarta o quinta volta ieri, questa volta a porte chiuse, questo grande film. Molti, troppi punti mi erano ancora oscuri. Sarà l'età, pensavo, ma non è così. Ogni singola battuta, fotogramma, frase - dall'inizio alla fine - ha un senso compiuto, che, se non viene afferrato, può far perdere definitivamente il filo del discorso. Capisco quindi come molta gente se ne sia andata via a metà o lo abbia giudicato male.
Seguire il vorticoso e frenetico parlare di un Brad Pitt pazzoide, in una interpretazione da oscar, non è per niente facile, anche perchè non proferisce neanche una parola fuori posto e quello che dice, tacciato da medici e infermieri come elucubrazioni schizofreniche, è spesso la chiave di volta degli sviluppi successivi.
Con le sue improbabili inquadrature a grandangolo, Gillian ci presenta poi un Bruce Willis sensibile e forte, sbalzato come un giocattolo su e giù per il tempo per scoprire e debellare la minaccia incombente sul pianeta, che si ritiene risieda in un gruppo eversivo chiamato le 12 scimmie. Mai visto un Willis così, un piacere in sè.
La storia è quanto di più contorto (a parte Mulholland Drive di Lynch) abbia mai visto. Ogni singolo spezzone è rivelatore. E il finale, capito da pochi anche nel forum - mi consolo -, è assolutamente geniale.
Ottima la recensione di Mymovies.
Il film manca la 5a stella per un pelo, perchè il passaggio da un'epoca all'altra, grazie alle invenzioni "beta" di una banda di sgangherati tecnocrati, manca del tutto. Lo spettatore, assieme al povero Bruce, è semplicemente sbalzato lì e se perse un attimo il filo, magari mentre si sfrega gli occhi, è finita. Niente è lasciato al caso.
Bravissimi tutti gli attori, anche la Stowe e Plummer, ottima la musica e la fotografia. Grotteschi e divertenti gli effetti speciali, montaggio perfetto. voto 9 su 10
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marychan
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sabato 26 gennaio 2019
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un film che fa rimanere a bocca aperta
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In un certo senso ricalca il più famoso film di Gilliam, Brazil, dove un poveraccio calato in una società senza speranza, sotto pressioni esterne tenta di fare qualcosa di buono e immancabilmente ci lascia le penne. Il film lascia davvero a bocca aperta dall'inizio alla fine e a parte qualche paradosso temporale (immancabile se si gioca coi viaggi nel tempo, ritorno al futuro insegna) la trama è coinvolgente e originale. Inizia come il classico film post-apocalittico, passando per la fantascienza e il thriller, sempre in un'atmosfera cupa e onirica che spesso fa mettere in dubbio fin dove arriva la realtà e dove inizia la pazzia. L'interpretazione del cattivo ambientalista pazzoide di Brad Pitt mi ha lasciata sconcertata, anche se Bruce Willis, il carcerato pazzo eroe sognatore ha poco da invidiargli.
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In un certo senso ricalca il più famoso film di Gilliam, Brazil, dove un poveraccio calato in una società senza speranza, sotto pressioni esterne tenta di fare qualcosa di buono e immancabilmente ci lascia le penne. Il film lascia davvero a bocca aperta dall'inizio alla fine e a parte qualche paradosso temporale (immancabile se si gioca coi viaggi nel tempo, ritorno al futuro insegna) la trama è coinvolgente e originale. Inizia come il classico film post-apocalittico, passando per la fantascienza e il thriller, sempre in un'atmosfera cupa e onirica che spesso fa mettere in dubbio fin dove arriva la realtà e dove inizia la pazzia. L'interpretazione del cattivo ambientalista pazzoide di Brad Pitt mi ha lasciata sconcertata, anche se Bruce Willis, il carcerato pazzo eroe sognatore ha poco da invidiargli. Anche se non c'è il lieto fine ho tirato un sospiro di sollievo scoprendo che i cattivi non erano gli ambientalisti, ma l'idea che l'incremento della popolazione sia eccessivo è un tarlo che rode sempre di più col passare degli anni considerando che dalla data del film siamo quasi raddoppiati. È un tema che non passa mai di moda. Non cambierei nulla di questo film, è davvero un capolavoro.
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