Casa Howard

In questo austero film di  James Ivory, "Howard's End"(1992, sceneggiatura di Ruth Prawer Jhabvala dal capolavoro di EDgar Morgan Foster)ltroviamo, in epoca tardo.ottocentesca, la Great Britain in una "crisi di crescenza", dove i valori imperiali iniziano a incrinarsi pericolosamente, dove decisamente la  parabola sermbra invertrsi, entrare in crisi, dove anche la lotta di classe, pur se in forma particolare(conflitti mai divenuti espliciti, sembrando anzi conflitti familiari  e personali)inizia a corrodere decisamente il terreno di lottaa che sarebbe tra borghesia e proletariato,  dove anche la scusa del "vagabondaggio"e della"scarsa moraita'"(sempre e non a caso rivolta alla donna, mai all'uomo)diviene occasione per mettere in crisi o cercare di farlo, una struttura sociale che si voleva"immutabile". Il conflitto tra la famiglia Wilcox e quella degli Schlegel(dei"nemici storici", inter cetera)viene a esemplificare questo, dove emergono figure tiranniche(il ricco sir Wilcox, reso da Anthony Hokins), la povera Margret Schlegel(Emma Thomposon)e figure che non riescono a "mediare"(Vaessa Redgrave quale Ruth WOlcox), in un film dove il sociale viene comunque impersonato dall'individuale-psicologico, con "l'aggravio"(sic?!?) di una ricostruzione ambientale praticamente perfetta(Luciana Arrighi era scenografa del film):   El  Gato-Eugen