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Ultimo aggiornamento venerdì 10 giugno 2016
Un giorno di luglio del 1982, André Bamberski scopre che sua figlia Kalinka è morta. Passerà quasi 30 anni a cercare di far condannare il colpevole dell'omicidio. In Italia al Box Office In nome di mia figlia ha incassato nelle prime 3 settimane di programmazione 216 mila euro e 70,2 mila euro nel primo weekend.
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CONSIGLIATO SÌ
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Il 10 luglio 1982 André Bamberski riceve una telefonata in cui la ex moglie gli comunica la morte della figlia quattordicenne Kalinka.. La ragazza stava trascorrendo le vacanze in Germania con la madre e il patrigno, il dottor Dieter Krombach. In breve tempo, grazie anche a un referto autoptico che lascia più di un dubbio, Bamberski si convince che il medico abbia delle gravi responsabilità nel decesso. Da quel momento ha inizio una battaglia che lo vedrà utilizzare tutti i mezzi, legali e non, per dimostrare la sua tesi.
Vincent Garenq, del quale è arrivato sui nostri schermi solo il film d'esordio, dalla sua opera seconda si è dedicato a casi giudiziari in cui il singolo si è trovato contro la macchina della giustizia d'Oltralpe. Questo ha fatto sì che le sue opere suscitassero un certo interesse in Patria ma non valicassero il confine di Ventimiglia. Il suo ultimo lavoro si apre a uno sguardo più ampio divenendo così più fruibile anche per i non francesi nonostante un elemento di base che ne limita le potenzialità. Quest'ultimo è costituito dal fatto che in Francia il caso è noto, come si può verificare anche consultando Internet. Accade così che la sceneggiatura non possa giocare più di tanto sull'elemento di ambiguità e di ossessività che potrebbe maggiormente caratterizzare il protagonista.
Daniel Auteuil era l'attore giusto per muoversi su questo registro avendo riacceso negli occhi quei lampi che avevano caratterizzato il suo personaggio in L'avversario. Lo spettatore avrebbe dovuto avere un margine di tempo più ampio per chiedersi se nella sua ostinata ricerca della 'verità' dominasse il bisogno di rendere giustizia alla figlia o invece piuttosto il desiderio di vendetta nei confronti di chi gli aveva sottratto la moglie (si veda in proposito la scena dell'accertamento di adulterio). Questo ambito cinematograficamente interessante viene invece presto abbandonato per seguire cronologicamente l'iter di una vicenda che (qui sta l'ampliamento di ambito) coinvolge due magistrature in stretta rivalità come quella francese e quella tedesca.
Nel mezzo si trova un padre deciso a non mollare e una madre che non può neanche lontanamente pensare che il suo nuovo compagno si sia macchiato di un crimine così grave. Su questo versante lo spettatore potrà trovare analogie con altri casi a lui noti e quindi sviluppare un tipo di interesse che chiunque segua "Chi l'ha visto?" ha sicuramente vivo.
IN NOME DI MIA FIGLIA disponibile in DVD o BluRay |
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Un Film bellissimo! È questo quello che mi viene di scrivere come prima frase per connotare questa vera e propria Opera d’Arte cinematografica francese che è densa, pregna, colma, intrisa, detonante… di tantissimi elementi che caratterizzano inequivocabilmente la giustizia giusta dalla giustizia ingiusta, la verità dalla mistificazione, l’onestà dalla [...] Vai alla recensione »
E torna il grande cinema francese. Basato su una storia vera, questo film ricorda, anzi direi celebra, la lunghissima battaglia giudiziaria del Dr. Bamberski per ottenere giustizia per la morte della figlia. La storia non la racconto, perché questo film va visto e basta, e non solo per il dramma di un uomo che perde una figlia, ma per la capacità del regista di dare uno spaccato realista [...] Vai alla recensione »
Per quanto mi riguarda i meriti della pellicola sono essenzialmente due. Il primo è il doveroso racconto,tratto purtroppo da una storia vera,dell'amore di un padre che cerca giustizia per la propria figliola anche dopo anni ed anni di interminabili battaglie processuali e non solo. Il secondo è la più che soddisfacente interpretazione di Auteuil che ho in realtà [...] Vai alla recensione »
Una storia affilata come la lama di un rasoio, anzi di un bisturi per autopsia, sostenuta da un grande protagonista, Daniel Auteuil, il più grande attore francese vivente. Questi regge allo stile da docufilm scelto di proposito da sceneggiatori e regista con eroismo da altissima professionalità, senza la minima sbavatura, senza autocompiacimento, nessun effetto, dentro un'interpretazione [...] Vai alla recensione »
La storia del film inchiesta "In Nome di Mia Figlia" racconta un fatto di cronaca realmente accaduto in Francia negli anni '80. Un padre di famiglia, alla notizia della morte della figlia recatasi in vacanza presso la casa della madre e del suo nuovo compagno, notando e poi scoprendo realmente che vi sono state delle "incongruenze" nel corso delle indagini, con anche il sospetto [...] Vai alla recensione »
"Au nom de ma fille"(VIncent Gareng, scritto dallo stesso regista con Julien Rappeneau, 2016)ispirato alla storia vera di Krombach, medico tedesco , pluripregiduciato per violenza carnale, racconta la storia di un uomo, André Bamberski che vede allontanarsi da lui la moglie, che si innamora di Krombach e la figlia quattordicenne morta in Germania in seguito a segni di violenza carnale [...] Vai alla recensione »
Una storia molto forte, la cui realtà non va assolutamente a discapito dell'intensità drammatica (non sempre accade) grazie ad una sceneggiatura eccellente, asciutta e rigorosamente scandita, senza alcun cedimento al pathos più corrivo e che pare lasciare parlare i fatti da soli, completamente nascondendo la propria decisiva presenza.
Con “In nome di mia figlia” il regista Vincent Garenq è al suo quarto lungometraggio. Dopo l’”Inchiesta” sui paradisi fiscali e “Presume Coupable” sull’affaire d’Outreau (un caso penale di abuso sui minori), questo film tratta un caso di cronaca giudiziaria francese, una storia veramente terribile! Sembra di rivedere tutti i problemi [...] Vai alla recensione »
L’ottimo regista Vincente Gareng ha avuto il coraggio di affiancare Andrè Bamberski,un eccezionale Daniel Auteil,in una battaglia contro le autorità costituite,contro una Germania in cui la parola Giustizia è soltanto una parola senza senso,in una Germania che ancora nel 1982,anno di riferimento dei fatti narrati,risente ancora di quello scenario nazista che fu il post bellum.
Film che si snoda per 30 anni, tra la voglia di verita’ e vendetta di un padre e giustizia internazionale, se vogliamo prevedibile e di scadente suspense, pero’ la prestazione di Daniel Auteuil permette una visione piu’ che dignitosa.
Spesso, quando gravi avvenimenti ci coinvolgono direttamente, la verita' dei fatti puo' essere distorta dalla nostra ragione e dalla nostra coscienza. Dieter Krombach, medico tedesco, non e' propriamente quello che si dice uno stinco di santo. Sicuramente e' un donnaiolo impenitente, molto probabilmente uno stupratore di ragazzine. Ma e' proprio lui il responsabile della morte della [...] Vai alla recensione »
Una storia incredibile, molti si arrenderebbero subito, sarebbe ottimo nei cineforum con dibattito finale......... Grazie alla pandemia e dal 24/02/2020 che anno chiuso cinema estate 2020 qualche volta...... comunque la TV non sostituira mai la sala cinematografica mi manca la sala cinematografica ma non e solo per il film e tutta [...] Vai alla recensione »
Questo film narra dell'epopea di un padre che ha perso la figlia, della stupidità di una madre accecata dalla passione (per l'uomo che le ha ucciso la figlia) e delle abnormi tempistiche che può assumere un processo giudiziario, per di più se coinvolge più stati.
Anche il dolore può dare i suoi frutti, diventando un'arma potentissima, capace di annientare chi l'ha provocato. Disperato per la perdita della figlia adolescente e guidato da un infallibile intuito paterno, André Bamberski (Daniel Auteuil), protagonista di In nome cli mia figlia, regia di Vincent Garenq, dedica 30 anni della sua vita alla ricerca delle prove necessarie a inchiodare Dieter Krombach [...] Vai alla recensione »
Vincent Garenq è, per questi anni, un po' quel che era il suo connazionale André Cayatte per i '50: un regista di film con al centro qualcuno che si batte, da solo, contro le storture della giustizia. Con In nome di mia figlia, Garenq porta sullo schermo un fatto di cronaca tristemente noto in Francia. Nel 1982 la quattordicenne Kalinka Bamberski muore in circostanze misteriose durante una vacanza [...] Vai alla recensione »
Nel 1982, la giovane Kalinka muore mentre si trova in vacanza con la mamma e il compagno di lei, un dottore tedesco. Sembra una disgrazia, ma l'autopsia fa venire dei dubbi al padre della ragazza, André Bamberski, convinto della colpevolezza del patrigno. L'uomo inizia una annosa battaglia legale per ottenere giustizia per la figlia. Da una storia vera, il film colpisce nel segno non solo per la tematica, [...] Vai alla recensione »