In nome di mia figlia |
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Un film di Vincent Garenq.
Con Daniel Auteuil, Sebastian Koch, Marie-Josée Croze, Christelle Cornil.
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Titolo originale Au nom de ma fille.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 87 min.
- Francia 2016.
- Good Films
uscita giovedì 9 giugno 2016.
MYMONETRO
In nome di mia figlia
valutazione media:
3,33
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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cronaca di un'ingiustiziadi vanessa zarastroFeedback: 34043 | altri commenti e recensioni di vanessa zarastro |
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mercoledì 15 giugno 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Con “In nome di mia figlia” il regista Vincent Garenq è al suo quarto lungometraggio. Dopo l’”Inchiesta” sui paradisi fiscali e “Presume Coupable” sull’affaire d’Outreau (un caso penale di abuso sui minori), questo film tratta un caso di cronaca giudiziaria francese, una storia veramente terribile! Sembra di rivedere tutti i problemi di ottusità burocratica e di ipocrisia nazionale e istituzionale che troviamo oggi nei casi di cronaca e di morti “sospetti” come, ad esempio, in quello recente di Giulio Reggeni, e di dedizione alla ricerca della verità dei parenti, i genitori (Paola e Claudio) nel caso di Giulio, la sorella Ilaria nel caso di Stefano Cucchi.Si soffre per tutto il film assieme a uno straordinario Daniel Auteil che interpreta Monsieur André Bamberski la cui figlia Kalinka di quattordici anni muore in circostanze misteriose. Bamberski dedicherà tutta la sua vita a cercare giustizia, a far riaprire il caso, ad andare continuamente a Lindau sul lago di Costanza – il lago sul fiume Reno detto Bodensee al confine trra Svizzera, Germania e Austria - dove vive l’ex moglie con il sospetto dott. Dieter Krombach (Sebastian Koch, il bellone di “Le vite degli altri”) e dove è stata uccisa la figlia. Man mano che sembra arrivare a un punto fermo nell’iter della giustizia avviene qualcosa di negativo che rigetta Bamberski nello sconforto, ma lui non si arrende mai. Trascura la sua giovane compagna ma trascurerà anche il lavoro dedicando tutti gli sforzi alla giustizia per la morte della figlia ma forse anche alla vendetta dell’adulterio della moglie con il medico tedesco. Attraverso peripezie che non voglio svelare riuscirà dopo trent’anni anni a ottenere qualcosa ma a caro prezzo: la vita gli è passata accanto. Il film si regge prevalentemente sulla bravura di Daniel Auteil e si apprezza il lavoro di corretta ricostruzione dei fatti del regista senza lasciarsi sedurre da fantasiose interpretazioni psicologiche dei vari protagonisti.
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